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Zanetti: “L’Europa ti fa crescere. Sui calciatori messicani…”
Javier Zanetti ha espresso il suo punto di vista su cosa significhi giocare in Europa e sulle difficoltà dei calciatori messicani nell’affermarsi in Italia.
La leggenda dell’Inter, Zanetti, in una lunga intervista per Tudn.com, ha sottolineato l’importanza, per un calciatore, di fare un’esperienza in Europa. Affermando che si tratti del posto migliore per crescere da tutti i punti di vista.
Zanetti ha fatto inoltre notare come pochissimi giocatori messicani siano riusciti ad adattarsi alla Serie A, a differenza di calciatori proveniente da altre nazioni del Sud America.
Tentando di dare una spiegazione a questa situazione, il vicepresidente dell’Inter si è soffermato su Guillermo Ochoa: portiere della nazionale messicana reduce dall’esperienza alla Salernitana.
Di seguito le dichiarazioni di Zanetti.
Indice
Zanetti sul giocare in Europa
“Andare in Europa ti fa crescere in tutti i sensi, come giocatore e come persona. Le esperienze che si vivono lì sono difficili da vivere in un’altra parte del mondo”.
Sui calciatori messicani
“Il calciatore messicano perché è molto a suo agio? Vuole quella sfida? Dice: ‘no, sto bene qui, guadagno molto bene‘. Il giocatore argentino, l’uruguaiano, il brasiliano si adattano velocemente, perché siamo nati con tante difficoltà e ci adattiamo a qualsiasi situazione, non ci piacciono le cose comode – afferma Zanetti – questo è ciò che deve fare il calcio messicano per esportare giocatori in Europa”.
Su Ochoa
“Memo era molto rispettato in Italia, ha giocato in un club che aveva tante difficoltà (la Salernitana, ndr), ma le sue parate erano fenomenali. Io lo adoro, vorrei chiedergli cosa pensa della sua esperienza nel calcio italiano”.
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Italia, senti Italo Cucci: “Abbiamo bisogno di semplici vittorie”
Lo storico giornalista del Corriere dello Sport Italo Cucci firma una grandiosa analisi di Svizzera-Italia. Cucci, parlando di “semplici vittorie”.
Italo Cucci, storica firma del Corriere dello Sport, non si risparmia nella grande analisi effettuata su Svizzera-Italia. Cucci spiega come l’Italia non doveva giocare con l’arroganza di impartire lezioni di calcio. Al contrario, alla squadra di Luciano Spalletti sarebbero bastate poche ma semplici vittorie.
Cucci infatti spiega: “Adesso che tutti possono testimoniare quanto io sia stato discreto alla vigilia con Spalletti, direi tollerante, vediamo cosa dissi scherzando (ma non troppo) per la bocciatura di Orsolini: povero Orso, lui che si va a cercar la palla anche nella sua area e se serve fa il terzino, lo stopper, no, stia a casa perché Scamacca…Visto Scamacca? Visto Chiesa? Visto Fagioli? Non era meglio piegarsi a Camarda? Visti tutti? Chi salviamo? Nessuno, stavolta neanche San Gigio. Tutti colpevoli”.
Italia, senti Italo Cucci: “Abbiamo bisogno di semplici vittorie”
Cucci non si risparmia sull’Italia, dicendo: “Nessun colpevole. È storia patria. No, in verità c’è un solo colpevole: l’allenatore. Cosa gli ha fatto ai ragazzi di Berlino fra il bellissimo gol di Zaccagni e la vergogna di ieri sera? S’è trasformato in un santone, s’è messo a far prediche, faremo, vedremo. Mi hanno detto «Oggi gioca a quattro», 4-3-3, audace, pugnace, perspicace. Ha fatto peggio di Prandelli in finale con la Spagna, ma almeno prima ci aveva fatto divertire con Germania e Inghilterra. E qui comando io, e questa è casa mia.
Cucci poi conclude: “In questo Paese di poeti, artisti, santi, eroi… Ma mi faccia il piacere, 9-1, 9-1, 9-1, catenaccio, contropiede, sii italiano e basta. Non abbiano bisogno di lezioni ma di semplici, povere vittorie”.
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Milan, novità su Divock Origi: le parti trovano una soluzione
Milan, quello dell’attaccante belga è stato senza dubbio un flop. Ora le parti stanno trattando per una soluzione condivisa.
L’avventura di Divock Origi è stata del tutto fallimentare. In Serie A si è infatti presentato un giocatore dalla forma fisica rivedibile, inesistente in campo e con grandi difficoltà anche nel gestire le più semplici situazioni. Insomma, un flop.
Che nemmeno l’esperienza in Premier League ha saputo rivitalizzare. Con la maglia del Nottingham Forrest una rete in 22 partite, misero bottino per un attaccante.
La scelta di non riscattarlo con conseguente ritorno del classe ‘95 belga a Milano. Ma ecco la decisione del club e dell’entourage del giocatore, ovvero la rescissione consensuale del contratto.
Origi sarà quindi libero di accasarsi con chi vorrà, senza altri vincoli e il Milan si libererà di un giocatore sul quale nessuno più crede, dalla dirigenza all’allenatore.
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Milan, ten Hag parla con Zirkzee: il punto
Milan, sirene inglesi sempre più assordanti quelle che si sentono direttamente da Bologna e che sono rivolte al forte attaccante olandese. Tuttavia la sua volontà è sempre la stessa.
Il Manchester United, da semplici contatti conoscitivi, ora è passato alla fase due, quella dell’azione.
Non ci è dato sapere se sia stato lo stesso agente del ragazzo, Kia Joorabchian, a spingere questa trattativa, ma sappiamo che il club inglese ora fa sul serio.
Nei giorni scorsi, lo stesso Erik ten Hag, allenatore dei Red Devils, ha incontrato l’olandese. Un colloquio che ci riferiscono sia durato intorno alle due ore, tanto per essere un primo incontro.
Zirkzee sarebbe rimasto colpito e bene impressionato, tuttavia la sua volontà continua a essere quella di giocare in Serie A con la maglia del Milan. In questi casi, lo sappiamo, l’aspetto economico può giocare un ruolo fondamentale e a oggi il Manchester, sotto questo specifico aspetto, sembra avere più armi per essere convincente.
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