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Donnarumma, parla la mental coach: “I fischi dei tifosi del Milan e la morte di Raiola, vi dico tutto”
La mental coach di Gianluigi Donnarumma, Nicoletta Romanazzi, ha parlato dei suoi assistiti in un’intervista al Corriere della Sera.
“E’ importantissimo lavorare con un mental coach e lo consiglio a tutti, perché aiuta a restare in equilibrio e a non farti prendere dalle emozioni.” Così parlava il portiere della Nazionale Italiana Gianluigi Donnarumma, alla vigilia dell’esordio a Euro2024. La mental coach in questione è una donna: Nicoletta Romanazzi.
Professionista che segue molti atleti (fra cui Marcell Jacobs) e che proprio dei suoi assistiti ha parlato in una recente intervista concessa a “Il Corriere della Sera“. Di seguito, le sue parole sul portiere italiano:
Donnarumma, le parole di Romanazzi
“Piedi per terra non significa non per poter volare“
Donnarumma è un ragazzo sensibile, buon ed emotivo. Per questo a volte si faceva prendere dal nervosismo, ma questo lavoro lo ha aiutato a riconoscere sé stesso e i suoi punti di forza. Ha imparato a entrare nello stato di massima concentrazione, quello in cui escludi tutto l’esterno, e anche a riconoscere tutte le sue emozioni: senza avere più paura della paura.
Il concetto è quello di essere radicati nel momento presente. Immaginiamo le radici che scendono dai piedi e affondano nella terra, perché ti danno la centratura: senti la forza della terra stessa. Le visualizzazioni sono potentissime: tutti hanno bisogno di essere radicati. Se visualizzi le radici non vuol dire che non puoi saltare. Semplicemente lo fai rimanendo centrato e focalizzato, non perdendoti in emozioni o pensieri, e così esprimi tutto il tuo potenziale.
Il peso delle aspettative e la morte di Raiola
Le aspettative sono terribili e loro cercano delle strategie per essere sempre performanti, questo però non va bene. Se siamo troppo focalizzati sull’obiettivo da raggiungere con sudore e fatica, si arriva a un certo punto in cui non ci si diverte. Ci si irrigidisce, non si festeggiano i risultati. Tutto questo crea fatica e tensione, fino ad arrivare agli infortuni.
Bisogna prendere consapevolezza che le critiche sono una cosa normale e non bisogna cedere il proprio potere all’esterno. Mi fido del mio giudizio e di chi mi può essere utile e lavoro sulla vocina critica interiore, che ci vuole sempre perfetti per essere accettati dagli altri. E’ quella che va in tilt quando subiamo le critiche esterne. Tanto più sei criticato, tanto più significa che gli altri ci tengono a te: i tifosi riversano sui loro eroi aspettative ed emozioni.
Sono state sottostimate tantissime cose. Uno si aspetta che questi ragazzi siano dei supereroi e poi si dice sempre ‘con quello che guadagnano’, ma l’emotività non risponde ai guadagni. La morte del procuratore, la rapina in casa, sfidare il Milan che lui considera casa sua in Champions: tutto questo è stato tostissimo per Gigio.
Nonostante le ottime prestazioni sciorinate sin qui nella rassegna europea dell’Italia, il futuro di Donnarumma rimane incerto. Infatti, la disastrosa stagione in cui è incappato a Parigi ha quasi azzerato la fiducia nei suoi confronti. Una situazione che ha spinto la dirigenza transalpina a correre ai ripari, acquistando un altro portiere di assoluto livello (come il russo Matvey Safonov) che metterà in discussione la sua titolarità.
(FOTO DI SALVATORE FORNELLI)
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Italia, senti Italo Cucci: “Abbiamo bisogno di semplici vittorie”
Lo storico giornalista del Corriere dello Sport Italo Cucci firma una grandiosa analisi di Svizzera-Italia. Cucci, parlando di “semplici vittorie”.
Italo Cucci, storica firma del Corriere dello Sport, non si risparmia nella grande analisi effettuata su Svizzera-Italia. Cucci spiega come l’Italia non doveva giocare con l’arroganza di impartire lezioni di calcio. Al contrario, alla squadra di Luciano Spalletti sarebbero bastate poche ma semplici vittorie.
Cucci infatti spiega: “Adesso che tutti possono testimoniare quanto io sia stato discreto alla vigilia con Spalletti, direi tollerante, vediamo cosa dissi scherzando (ma non troppo) per la bocciatura di Orsolini: povero Orso, lui che si va a cercar la palla anche nella sua area e se serve fa il terzino, lo stopper, no, stia a casa perché Scamacca…Visto Scamacca? Visto Chiesa? Visto Fagioli? Non era meglio piegarsi a Camarda? Visti tutti? Chi salviamo? Nessuno, stavolta neanche San Gigio. Tutti colpevoli”.
Italia, senti Italo Cucci: “Abbiamo bisogno di semplici vittorie”
Cucci non si risparmia sull’Italia, dicendo: “Nessun colpevole. È storia patria. No, in verità c’è un solo colpevole: l’allenatore. Cosa gli ha fatto ai ragazzi di Berlino fra il bellissimo gol di Zaccagni e la vergogna di ieri sera? S’è trasformato in un santone, s’è messo a far prediche, faremo, vedremo. Mi hanno detto «Oggi gioca a quattro», 4-3-3, audace, pugnace, perspicace. Ha fatto peggio di Prandelli in finale con la Spagna, ma almeno prima ci aveva fatto divertire con Germania e Inghilterra. E qui comando io, e questa è casa mia.
Cucci poi conclude: “In questo Paese di poeti, artisti, santi, eroi… Ma mi faccia il piacere, 9-1, 9-1, 9-1, catenaccio, contropiede, sii italiano e basta. Non abbiano bisogno di lezioni ma di semplici, povere vittorie”.
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Milan, novità su Divock Origi: le parti trovano una soluzione
Milan, quello dell’attaccante belga è stato senza dubbio un flop. Ora le parti stanno trattando per una soluzione condivisa.
L’avventura di Divock Origi è stata del tutto fallimentare. In Serie A si è infatti presentato un giocatore dalla forma fisica rivedibile, inesistente in campo e con grandi difficoltà anche nel gestire le più semplici situazioni. Insomma, un flop.
Che nemmeno l’esperienza in Premier League ha saputo rivitalizzare. Con la maglia del Nottingham Forrest una rete in 22 partite, misero bottino per un attaccante.
La scelta di non riscattarlo con conseguente ritorno del classe ‘95 belga a Milano. Ma ecco la decisione del club e dell’entourage del giocatore, ovvero la rescissione consensuale del contratto.
Origi sarà quindi libero di accasarsi con chi vorrà, senza altri vincoli e il Milan si libererà di un giocatore sul quale nessuno più crede, dalla dirigenza all’allenatore.
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Milan, ten Hag parla con Zirkzee: il punto
Milan, sirene inglesi sempre più assordanti quelle che si sentono direttamente da Bologna e che sono rivolte al forte attaccante olandese. Tuttavia la sua volontà è sempre la stessa.
Il Manchester United, da semplici contatti conoscitivi, ora è passato alla fase due, quella dell’azione.
Non ci è dato sapere se sia stato lo stesso agente del ragazzo, Kia Joorabchian, a spingere questa trattativa, ma sappiamo che il club inglese ora fa sul serio.
Nei giorni scorsi, lo stesso Erik ten Hag, allenatore dei Red Devils, ha incontrato l’olandese. Un colloquio che ci riferiscono sia durato intorno alle due ore, tanto per essere un primo incontro.
Zirkzee sarebbe rimasto colpito e bene impressionato, tuttavia la sua volontà continua a essere quella di giocare in Serie A con la maglia del Milan. In questi casi, lo sappiamo, l’aspetto economico può giocare un ruolo fondamentale e a oggi il Manchester, sotto questo specifico aspetto, sembra avere più armi per essere convincente.
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