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Fair Play for Life, la sportività trionfa al Coni
Stamattina, al Salone d’Onore del Coni, si è svolto Fair Play for Life, evento che celebra e promuove la sportività messa in atto nel quotidiano.
Un valore come la sportività, intesa in tutte le sue accezioni – cultura, educazione, non-violenza – è basilare nella pratica di ogni tipo di sport.
L’evento che si è svolto stamattina al Salone d’Onore del Coni, al Foro Italico di Roma, ne è una testimonianza: Fair Play for Life, l’evento organizzato dal Comitato Fair Play in occasione del trentennale, intende premiare coloro che, nella loro pratica lavorativa di tutti i giorni, mettono in campo i valori alla base dello sport.
L’evento si è aperto con l’esibizione della Banda dell’Esercito Italiano, che ha aperto i lavori intonando l’Inno d’Italia. Ospite d’eccezione l’Ambasciatore del Congo Henry Okemba.
Indice
Fair Play for Life, l’evento
Ad aprire l’evento il presidente del Comitato Italiano Fair Play Ruggero Alcanterini, il presidente del Coni Giovanni Malagò. In conduzione la giornalista Elisa Bernardini.
Il Comitato è nato nel 1994, lo stesso anno in cui è nato il Movimento Europeo del Fair Play, che attraversa 94 Paesi. Oggi entrambi compiono 30 anni, mentre il Fair Play mondiale ha da poco9 compiuto 60 anni.
La premiazione
La premiazione è iniziata dal ciclismo, con la presidente del Giro d’Italia d’Epoca Michela Moretti Girardello, discendente del leggendario ciclista Massimo Girardello. Il Giro d’Italia d’Epoca è una realtà volta a promuovere la cultura dell’Italia, scegliendo come tappe piccoli borghi poco conosciuti del nostro Paese.
Dopo le parole di Girardello, è stato trasmesso il contributo video di Luca Ciriani, Ministro dei Rapporti con il Parlamento. Queste sue parole: “La rivoluzione più importante che possiamo insegnare è la rivoluzione etica, di come possiamo migliorarci ogni giorno”
A partecipare via video è stata anche la Ministra Roccella. Queste le sue parole: “Fair Play è qualcosa di più della correttezza: è un elemento di legittimazione reciproca, di riconoscimento reciproco. Ed è alla base della nostra vita democratica”.
Roccella ha ricordato il conflitto sociale presente in Italia negli anni Settanta, nel quale però non c’era il sentimento di totale delegittimazione dell’altro.
Oggi il clima è peggiore: “Durante la presentazione di un mio libro all’interno di una fiera del libro – luogo per eccellenza del fair play – sono stata contestata. Quello che mi ha colpita è stata l’assoluta mancanza di curiosità nei confronti dell’altro”. E ha aggiunto: “Non c’è democrazia senza dibattito”.
Poi è stata la volta della Presidente del Calcio Femminile Serie A Federica Cappelletti. Un momento di commozione è stato segnato dalla proiezione di un video che ha celebrato il marito Paolo Rossi all’epoca in cui era un giocatore della Nazionale italiana e si è laureato Campione del Mondo nel 1982.
Non poteva mancare un intervento del presidente del Fair Play Internazionale Philippe Housiaux. Che si è fatto e ci ha fatto diverse domande: “Nelle scuole si insegna già il rispetto reciproco? Il punto fondamentale sono le guerre che stiamo vivendo, come si risolveranno questi conflitti? (…) C’è nel mondo il desiderio reale della pace? La risposta è no. Queste gare olimpiche che stanno per iniziare saranno messaggi di pace? La risposta è no”.
Il cardiologo Antonio Lopizzo, che figura tra i fondatori del Comitato Fair Play, ha evidenziato: “Il Fair Play è un dovere: dello sportivo e del cittadino”.
Poi la premiazione continua con la categoria Informazione. Per la quale a ricevere un premio è Davide Di Santo, caposervizio del quotidiano Il Tempo e autore del primo podcast mai realizzato dal quotidiano su Marco Pantani.
A seguire, lo ha ricevuto anche la segretaria di Sport e Salute Rossana Ciuffetti: “Per arrivare ai vertici bisogna avere coraggio”. Ciuffetti ha poi fatto il suo appello: “Oggi dobbiamo lavorare per il diritto allo sport”.
A portare alta la bandiera del Fair Play sono anche figure poliedriche come Nicola Spadea, neo campione di windsurf freestyle e docente di Musica al liceo di Anzio: “Noi il fair play lo insegniamo a scuola come attitudine alla vita”.
Fair Play for Life, la categoria Spettacolo
Per la categoria Spettacolo è stato premiato Vittorio Storaro, professionista che rifugge la definizione Direttore della Fotografia in favore di quella di artista. Una persona che “Non possiamo mai pensare ai premi quando esercitiamo la nostra professione, ai premi Oscar: pensiamo a come migliorare noi stessi”.
E cita un esempio di fair play direttamente da Hollywood, patria del cinema che lui ben conosce: “L’Academy non dice più “The winners is”, ma “The Oscar goes to”, perché chiunque dei candidati avrebbe potuto vincerlo. Funziona così anche nello sport”. Per lui, una standing ovation con foto di rito.
Fair Play e arti marziali
Tra i premiati, anche il giovane judoka Emanuele Bruno, ex campione europeo, che ha abbandonato lo scorso anno la carriera professionistica e si è dedicato all’insegnamento. Nella sua palestra di famiglia, a Pomezia, porta avanti il valore del fair play, un valore che è intrinseco alla sua disciplina. Come ricorda lui stesso alla platea, “le arti marziali insegnano il rispetto dell’avversario, il rispetto delle persone”.
Dopo una breve video presentazione dell’azienda vinicola Talamonti ha parlato la presidente Antonella di Tonno: “Noi siamo la prima azienda che si è certificato sulla differenza di genere. L’inclusione, la diversità sono alla base del successo della nostra azienda. Tramite l’agricoltura sociale possiamo creare un altro modello di welfare. (…) Io ho avuto l’opportunità di insegnare a bambini della scuola primaria: c’è una grandissima voglia di imparare”.
Il fair play si declina anche in campo medico. In quest’ambito è stato premiato anche l’oncologo Pasquale Montilli e Anna Pasotti, che si occupa della sostenibilità d’impresa.
A chiudere in bellezza l’evento, l’esibizione della Banda che ha eseguito la Cavalcata delle Valchirie, in omaggio al Maestro Storaro e al suo Apocalypse Now.
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De Bruyne VS Palmeri in conferenza stampa
Cos’è successo tra De Bruyne e Tancredi Palmeri in conferenza stampa post Francia-Belgio. “Stupido”, la risposta del Belga stizzito dalla domanda.
Succede di tutto in zona mista nel post partita di Francia-Belgio: tra rabbia e nervosismo si accende anche una discussione tra il capitano belga e il giornalista di Sportitalia.
Intanto Diavoli Rossi vengono eliminati ancora una volta da una competizione internazionale.
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La domanda inopportuna di Palmeri a De Bruyne
Palmeri stava rivolgendo una domanda al capitano belga, invogliando De Bruyne ad una riflessione di tipo “generazionale”:
“Kevin, ti fa male che la generazione d’oro non abbia raggiunto una finale ancora una volta?”.
La stessa deve aver acceso una miccia nella testa del centrocampista del Manchester City che, stizzito, non ci ha pensato due volte a rispondere e rincarare la dose:
“Dici che la Francia, l’Inghilterra, la Spagna e la Germania non hanno una generazione d’oro?”.
A quel punto, De Bruyne su tutte le furie decide di alzarsi e andare via.
Kevin De Bruyne #17 of Manchester City
De Bruyne e quello “stupido” rivolto a Palmeri.
Il momento pregnante di tutta la conferenza arriva però nel momento in cui il capitano del Belgio decide di lasciare la zona mista. Infatti, uscendo dalla sala stampa si sente De Bruyne sussurrare “Stupid“, alludendo alla domanda fatta da Palmeri.
Una scena documentata, oltre che dalle varie TV, anche da vari giornalisti presenti a Dusseldorf.
Palmeri sui Social
Tancredi Palmeri ha riportato sui social l’episodio in cui Kevin De Bruyne, dopo la sconfitta del Belgio contro la Francia, lo ha insultato sussurrando “stupido” alle sue spalle.
Il giornalista ha subito risposto ai dubbi sulla veridicità dell’accaduto, affermando che De Bruyne non ha avuto il coraggio di affrontarlo direttamente.
Ha ribadito, inoltre, in una frase postata su X che:
“Il giornalismo pone soprattutto domande spiacevoli. La mia nei confronti di Kevin De Bruyne era addirittura ovvia: di quello che si parla sempre del Belgio. Solo pochi giornalisti non la vedono come una domanda corretta”.
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Inter, grave infortunio in Copa America
All’Inter arrivano pessime novità dalla Copa America. Dal ritiro di una Nazionale impegnata nella rassegna continentale, arrivano bruttissime notizie.
L’esterno canadese Tajor Buchanan è stato portato via in ambulanza, dopo uno scontro avvenuto in allenamento.
L’episodio che mette in ansia l’Inter
Si tratta di un infortunio che, dalle prime indiscrezioni, sembra dover tenere a lungo il giocatore lontano dal campo. Almeno quello del torneo continentale. Lo scontro con un compagno di squadra, durante la consueta partitella, ha portato il giocatore a subire un grave trauma alle gambe. Per questo è stato necessario il trasporto in ospedale per le dovute cure. Sottoposto a risonanza magnetica, non sono ancora pervenuti aggiornamenti.
Tutto l’ambiente, secondo il TSN, è comunque molto scosso. Situazione che ha reso necessario l’annullamento della sessione: questo fa intendere uno scenario molto delicato. Per Buchanan la Copa America dovrebbe essere terminata. In ansia l’Inter, che ha visto, proprio ad inizio Luglio, l’altro esterno di fascia, ovvero Cuadrado, salutare la compagine nerazzurra e Dumfries ancora incerto sul rinnovo.
Il comunicato del Canada
“Tajon Buchanan ha riportato un infortunio alla parte inferiore della gamba durante la sessione di allenamento di oggi. È stato portato in un ospedale locale per ulteriori valutazioni e cure. Saranno forniti aggiornamenti non appena saranno disponibili ulteriori informazioni.”
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Inter, Cuadrado saluta: il messaggio social
Juan Cuadrado e l’Inter si salutano dopo solo un anno. Il colombiano ha incontrato diverse difficoltà in nerazzurro e l’amore non è mai sbocciato.
Juan Cuadrado
L’esterno colombiano era arrivato a Milano solo un anno fa a parametro zero dopo la lunga esperienza alla Juventus, ma con la maglia dei Campioni d’Italia in carica non ha mai trovato continuità.
Inter, il saluto social di Juan Cuadrado: “L’anno più difficile della mia carriera”
Le aspettative erano certamente diverse, non che Cuadrado dovesse diventare un titolare inamovibile nell’undici di Simone Inzaghi, ma certamente tifosi e società si aspettavano un apporto molto diverso e molto maggiore rispetto a quello che è stato.
Nelle parole dello stesso giocatore si percepisce un grande rammarico, consapevole del fatto che, la sua, non è stata una stagione brillante e che, complici gli infortuni, la sua permanenza all’Inter è sempre stata abbastanza in discussione.
Il messaggio di saluto sui social
“L’anno più difficile della mia carriera per colpa degli infortuni, ma questo è il calcio. Non è come cadi ma come ti rialzi e con l’aiuto di Dio so che avrò un’altra opportunità per continuare a godere di ciò che amo. Grazie all’Inter e a tutti i miei compagni.”
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