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L’Antitrust sanziona la FIGC
Non è un periodo facile per la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) guidata da Gabriele Gravina. Dopo la controversa eliminazione degli azzurri dall’Europeo, un nuovo colpo arriva dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcom).
L’Antitrust ha imposto una sanzione di oltre 4 milioni di euro alla FIGC per abuso di posizione dominante. L’accusa è grave: la federazione avrebbe escluso gli Enti di Promozione Sportiva (EPS) dal mercato delle competizioni calcistiche giovanili agonistiche, limitando così anche la loro attività nelle competizioni amatoriali.
Secondo l’Antitrust, la FIGC ha messo in atto una strategia complessa dal 1 luglio 2015, basata principalmente sulla mancata stipula delle convenzioni richieste dal Regolamento EPS del CONI .Ciò ha precluso agli EPS l’accesso al mercato dell’organizzazione di eventi a carattere agonistico; permettendo alla federazione di mantenere una posizione di monopolio. In particolare, l’Agcom ha accusato la FIGC di considerare illegittimamente come agonistica l’attività amatoriale svolta dagli EPS con calciatori tra i 12 e i 17 anni. Imponendo il convenzionamento per atleti fino ai 12 anni, limitando la libertà delle associazioni sportive dilettantistiche affiliate.
La risposta della FIGC
La reazione della FIGC non si è fatta attendere. In una nota ufficiale, la federazione ha annunciato il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio. Definendo la sanzione “ingiustificata” e basata su “argomentazioni documentalmente riscontrabili” e su un “ragionamento giuridico errato”. La federazione ribadisce “l’assoluta correttezza del proprio operato” e ha già notificato il ricorso con richiesta di sospensiva.
L’Antitrust avrebbe giustificato la sanzione come necessaria per garantire una concorrenza leale nel mercato dell’organizzazione degli eventi ludico-amatoriali. Le ispezioni effettuate lo scorso 24 maggio nelle sedi della FIGC con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno confermato le violazioni. Secondo l’Autorità, la metodo messo in atto della FIGC avrebbe ostacolando e indebolito la concorrenza nel settore.
In conclusione
Questo provvedimento arriva in un momento delicato per la FIGC. Già alle prese con le conseguenze di un Europeo disastroso per la Nazionale italiana. La federazione dovrà ora affrontare una nuova battaglia legale. Cercherà di ribaltare una decisione che, se confermata, potrebbe avere ripercussioni significative sull’organizzazione delle competizioni giovanili e amatoriali in Italia.
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Oltre il calcio: la conversione di Roberto Firmino
Per la rubrica Oltre il calcio vi raccontiamo ciò che è successo a Roberto Firmino, punta centrale dell’Al-Ahli che ha deciso di cambiare radicalmente vita.
È proprio il caso di dirlo: l’attaccante brasiliano Roberto Firmino ha capito qual è la sua missione nella vita. E non ha a che fare con il calcio.
O meglio: Firmino non sta dicendo addio al calcio, non ancora. Ma ha dato una svolta alla propria vita spirituale decidendo di intraprendere una strada inconsueta: ha deciso di diventare pastore evangelico.
Il giocatore, 32 anni, resta comunque vincolato all’Al-Ahli, il club arabo che l’ha acquistato dal Liverpool la scorsa estate. Nella sua carriera di giocatore, fino ad oggi, ha preso parte a 587 partite, segnato 177 gol e realizzato 118 assist.
La svolta spirituale di Roberto Firmino
Evidentemente il mondo del pallone non gli bastava. Nel suo percorso è accompagnato dalla moglie Larissa Pereira, che ha presenziato con lui alla cerimonia che lo ha consacrato pastore evangelico lo scorso 30 giugno.
Stando a quanto riportato da Globo, la cerimonia si è svolta nella Chiesa Manah di Maceió, la città brasiliana in cui è nato.
Il giocatore ha condiviso il momento sui propri social, momento culminante di un percorso iniziato ufficialmente nel 2020, quando fu battezzato dal connazionale Alisson in una piscina, come previsto dal credo evangelico.
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Questo il messaggio affidato da Firmino ai social: “Fin dal nostro primo incontro con Cristo, un desiderio ha bruciato nei nostri cuori. Vogliamo che le persone sentano questo amore che ci ha raggiunto. Ora abbiamo un altro desiderio e una responsabilità: diventare pastori per conto di Dio”.
Tuttavia, per lui, la carriera calcistica all’Al-Ahli sembra destinata a continuare. Almeno per ora.
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Cafu: “Al Milan mancano calciatori d’esperienza, e sul tema razzismo…”
L’ex calciatore di Milan e Roma Cafu, ha parlato ai microfoni de ‘Il Messaggero’, facendo il punto su alcune tematiche legate al Club rossonero e non solo.
Le parole di Cafù
Di seguito le parole dell’ex calciatore brasiliano di Milan e Roma Cafù, rilasciate ai microfoni de Il Messaggero, relative a diverse tematiche legate al Club rossonero e non solo:
“Grandi cambiamenti in casa Milan? Sì, perché nel giugno 2023 è andato via Paolo Maldini.
Prima di lui era già andato via Boban. Ora devono lavorare e cercare di capire come riportare il Milan ai livelli di un tempo.
Una squadra che faceva paura a tutte. Ibrahimovic? Zlatan è stato un grandissimo giocatore e ora in questo ruolo può far bene.
Cosa manca? Mancano Dida, Cafù, Nesta, Maldini, Gattuso, Pirlo, Seedorf, Kakà, Shevchenko, Inzaghi. Dai, ora si scherza, ma è per dire che mancano quel tipo di giocatori.
E forse al Milan mancano calciatori con esperienza, che si acquisisce giocando la Champions e le Coppe Europee”.
Chiosa finale sul tema delicato ed importante del razzismo:
“Io non ho mai avuto problemi ma alcuni miei amici sì.
L’iniziativa dà potere agli individui e ci ricorda che apparteniamo tutti alla stessa squadra: la razza umana. Questo è il nostro obiettivo”.
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Milan, Morata non è l’alternativa a Zirkzee: i piani della dirigenza
Milan, stiamo assistendo a un rally di mercato per arrivare al forte attaccante olandese. Il nome di Morata in questi ultimi giorni sembra un po’ confondere le idee dei tifosi rossoneri. Facciamo qui di seguito chiarezza.
Il Milan ha come obiettivo primario Joshua Zirkzee. Sappiamo che l’attaccante olandese ha chiesto di valutare il tutto dopo gli Europei, tuttavia i dialoghi con l’agente Kia Joorabchian stanno proseguendo.
Nelle ultime settimane ci sono stati anche dialoghi per Alvaro Morata, attaccante particolarmente gradito da dirigenza, tecnico e tifosi. Zlatan Ibrahimovic avrebbe parlato direttamente sia con il procuratore che col giocatore stesso. La clausola rescissoria intorno ai 15 milioni è del tutto alla portata del club di Via Aldo Rossi.
Ma qui serve fare chiarezza, Morata non è l’alternativa a Zirkzee. O meglio, non sarà lo spagnolo l’attaccante titolare qualora non dovesse arrivare il classe 2001 olandese. In quel caso infatti il Milan si fionderebbe su altri profili già individuati e Morata sarebbe una punta aggiuntiva.
In caso di arrivo di Zirkzee, il Milan si riterrebbe soddisfatto e difficilmente andrebbe a spendere ulteriori soldi per un’altra punta, se non con la formula del prestito secco, o con diritto di riscatto.
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