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La Francia ci dimostra che non ha senso parlare di “gioco”

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Miglior difesa del torneo e pass strappato per i quarti di Euro2024 senza perdere neppure una partita, eppure la Francia è criticata.

Tre “soli” gol segnati in questa competizione, di cui due autoreti e un calcio di rigore. Detta così potrebbe sembrare una gran fortuna che la Francia sia approdata ai quarti di finale di Euro2024, ma è davvero così?

Quello che i giochisti non ti dicono…

La Francia è la quarta squadra del torneo per xG, ovvero per gol segnati attesi, ovvero 6,8. Meglio di lei han fatto soltanto la Spagna (9,0), la Germania (8,2) e il Portogallo (7,6). Il delta negativo è uno dei peggiori del torneo, in quanto la Francia segna meno della metà delle occasioni che crea.

Si potrebbe affermare che due autoreti (anche se comunque in questo torneo le autoreti sono state nove, ovvero quasi il 10% delle reti segnate in tutto il torneo che sono state 94) e un rigore siano sinonimo di “fortuna”, ma in realtà sono soltanto il risultato dell’enorme pressione imposta dai francesi alle difese avversarie.

Oltretutto c’è un aspetto del calcio che nessun giochista, guarda caso, prende mai in considerazione, ovvero la solidità difensiva. La Francia sin qui ha concesso un solo gol (tra l’altro su rigore) in quattro partite e non ha ancora mai perso una sola partita. E anche qui, statistiche alla mano, la fortuna non c’entra niente.

I francesi, infatti, sono la seconda squadra del torneo per il minor numero di tiri concessi (23) e per tiri concessi nello specchio concessi (9). La Francia subisce di media 7,67 tiri a partita (il terzo miglior dato del torneo) ed è la seconda squadra per numero di xGA: ovvero 2,4, solo il Belgio (2,3) ne ha concessi meno.

Francia

DIDIER DESCHAMPS (FOTO DI SALVATORE FORNELLI)

Francia, ecco perché non ha senso parlare di “gioco”

Il calcio è uno sport semplice, ma non semplicistico. L’introduzione nel gergo del pallone di vocaboli semplici e immediati (come “gioco”, “bello”, “merito”) ha impoverito il dibattito calcistico ed esecrato gli esegeti. La presunzione di poter dare risposte semplici a problemi complessi è il primo passo per indurre le persone a non approfondire, in quanto le convinci che ciò che sanno è tutto ciò che c’è da sapere.

E se le persone credono di sapere tutto, peccando di mancanza di umiltà socratica, allora si chiudono nella propria echo chamber. E i commentatori sportivi, che di mestiere dovrebbe fare gli analisti, si mettono sullo stesso livello del fruitore, dando loro la sensazione che la via della semplificazione sia quella maestra.

Una squadra sin qui imbattuta, difensivamente impermeabile e che possiede la peculiarità che contraddistingue le grandi squadre (ovvero la capacità di piegare a sé l’inerzia delle partite) viene subissata di critiche perché “gioca male“. Senza che nessuno sappia spiegare perché, ma nonostante ciò questa convinzione è talmente granitica da rendere inutile lo sforzo di ricerca fatto per redigere questo articolo.

Le regole del calcio, indifferenti allo scorrere del tempo e immarcescibili rispetto alla “modernità”, dicono che per vincere le partite è sufficiente segnare un gol in più dell’avversario. O prenderne uno in meno, a seconda dei punti di vista. Se il tuo avversario non segna, automaticamente a te basta segnare un solo gol (non importa come) per vincere la partita.

E quando hai davanti giocatori come Mbappé, Griezzman e Kolo Muani prima o poi il gol arriva. Non c’è nulla di deprecabile nel blindare difensivamente una squadra, per poi puntare a consolidare il risultato minimo grazie all’inerzia o alle proprie individualità. Del resto avere a disposizione alcuni dei migliori giocatori del mondo non è un reato, ma vallo a spiegare ai negazionisti delle fondamenta del pallone…

Focus

Juventus, è arrivato Motta: come giocherà la sua Vecchia Signora

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Juventus, Thiago Motta

Dopo l’arrivo alla Juventus, Thiago Motta è subito partito verso la Continassa per svolgere le visite mediche: dove è stato accolto calorosamente dai tifosi.

Indice

Juventus, è iniziata l’era di Thiago Motta

Dopo essere atterrato all’aeroporto di Malpensa nella serata di ieri, domenica 7 luglio, attorno alle ore 20, il neo-allenatore della Juventus Thiago Motta si è immediatamente recato alla ContinassaDove questa mattina ha svolto le visite mediche al JMedical assieme al suo staff, accolto calorosamente dai suoi nuovi tifosi.

L’ex mister del Bologna, però, conoscerà i suoi giocatori solamente mercoledì 10 luglio, data dell’inizio del ritiro bianconero.

Quando verrà presentato il tecnico

Al momento la data della presentazione del nuovo tecnico non è ancora stata annunciata da parte della società, ma quasi sicuramente si terrà nel corso della prossima settimana.

Attualmente l’unica cosa di cui si è a conoscenza sono i dettagli e la durata del suo contratto. Il tecnico italo-brasiliano, infatti, sarà bianconero fino al 30 giugno 2027.

Come giocherà la sua Juventus

In attesa dell’arrivo del successore di Massimiliano Allegri, il ds Cristiano Giuntoli ha già compiuto qualche mossa riguardo al mercato in entrata. Il portiere Michele Di Gregorio e il centrocampista Douglas Luiz, o ancora il quasi certo approdo del figlio d’arte Khepren Thuram: centrocampista in uscita dal Nizza.

L’era di Thiago Motta, però, per dichiararsi tale ha ancora bisogno di qualche innesto, per aumentare la qualità e il valore della rosa. Primo fra tutti l’atalantino Teun Koopmeiners, il cui cartellino però si aggira attorno ai 60 milioni. L’inglese Jadon Sancho e il centrale dell’Arsenal Jakub Kiwior, vecchia conoscenza di Motta ai tempi dello Spezia. Per fare cassa si pensa di utilizzare il non più incedibile Federico Chiesa.

Dunque, nella migliore delle ipotesi, questa potrebbe essere la probabile formazione della Juventus 2024/25

(4-2-3-1): Di Gregorio; Danilo; Bremer; Kiwior; Cambiaso; Douglas Luiz; Thuram; Koopmeiners; Yildiz; Sancho; Vlahovic 

Juventus

THIAGO MOTTA PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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Focus

La Le Pen perde, i calciatori francesi esultano: “La democrazia è salva”

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I calciatori della Nazionale Francese sembrano aver avuto un ruolo centrale nella sconfitta di Marine Le Pen alle presidenziali.

I calciatori della Nazionale Francese, in queste ultime settimane, hanno condotto una massiccia campagna politica tramite i loro seguitissimi profili social. Tanti sono stati i giocatori che, pur non dichiarandosi vicini a nessun partito in particolare, si sono schierati contro il Rassemblement National: partito di Marine Le Pen.

L’appello di Mbappé: “Non lasciamo la Francia a questa gente

Uno su tutti ha preso posizione in maniera estremamente forte. E non uno a caso, ma il più famoso e “cliccato” di tutti: vale a dire Kylian Mbappé. Pochi giorni prima del secondo turno delle presidenziali, la stella del calcio francese, alla vigilia del quarto di finale di Euro2024 contro il Portogallo, si esprimeva così sul RN.

❝È urgente, bisogna andare a votare. Non possiamo lasciare il nostro Paese nelle mani di queste persone, davvero. I risultati li abbiamo visti, è catastrofico. Spero che tutti si mobilitino per votare dalla parte giusta.❞

Subito dopo le dichiarazioni del numero dieci della Francia, era arrivata la dura replica di Laurent Jacobelli: portavoce di RN:

Siamo stanchi di prendere lezioni di moralità da un miliardario. Io non andrò certo su un terreno di gioco a dare consigli da allenatore, quindi credo che ognuno dovrebbe rimanere al proprio posto. Il campo giusto per Kylian Mbappé, stasera, è la nazionale francese. Indossa la maglia della Francia e deve rappresentare tutti i francesi, a prescindere da quale sia il loro voto.❞

Le Pen attacca Mbappé: “Nessuna lezione da un miliardario

Il RN, in qualche modo, ha cercato di rappresentare l’ex-giocatore del PSG come una sorta di simbolo di quel famigerato establishment che il partito si era ripromesso di combattere. Non solo per il suo essere “parigino e miliardario“, che in qualche modo lo pone naturalmente in contrapposizione con le classi meno abbienti della Francia profonda che tendenzialmente votano per la La Pen, ma anche per i suoi rapporti personali con Macron.

Mbappé non ha indicato quale fosse per lui “la parte giusta“, ma il refrain della politica francese è da anni sempre lo stesso. Vanno bene tutti, ma non la Le Pen. L’appello del nuovo fuoriclasse del Real Madrid è stato accolto positivamente dall’elettorato francese, che ha fatto registrare un’affluenza record del 66,63%.

Era dal 1997 che in Francia non si registrava un’affluenza così alta alle urne e questo fiume di nuovi voti (che sarebbero stati impossibili da prevedere alla vigilia) ha ribaltato non solo i risultati del primo turno delle presidenziali ma anche quelli delle ultime elezioni europee, che vedevano il RN nettamente favorito.

Molti giocatori della Francia (Konate del Liverpool, Kounde del Barcellona, Tchouameni del Real Madrid ma anche tanti altri) hanno celebrato la sconfitta del RN con dei post sui propri profili social. Le didascalie a corredo recitano frasi del tipo “la democrazia è salva“, “questa è la vittoria del popoloet similia.

Le Pen

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Calciomercato

LBDV – Di Gregorio, la storia di un predestinato

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La Juventus ha deciso di affidare le chiavi della retroguardia a Michele Di Gregorio per i prossimi anni. Il futuro di Szczesny è sempre più proiettato verso l’Arabia Saudita e la dirigenza bianconera ha optato per l’estremo difensore del Monza per sostituirlo.

Un talento forgiato nelle serie minori

Nato a Milano nel 1997, Michele Di Gregorio muove i primi passi nel settore giovanile dell’Inter. Nonostante le ottime prestazioni nel vivaio nerazzurro, la strada verso la prima squadra è sbarrata. Inizia così un lungo peregrinare in prestito, tra Serie C e Serie B.

Nel 2018, sembra arrivare la grande occasione: l’Avellino, neopromosso in Serie B, lo preleva in prestito. Di Gregorio si mette subito in mostra, disputando un’ottima amichevole contro la Roma. Ma il destino è beffardo: i campani vengono esclusi dal campionato per problemi finanziari e il sogno del giovane portiere sembra svanire.

Nonostante la delusione continua a lavorare sodo, vestendo le maglie di Novara e Pordenone in Serie C, prima di approdare al Monza nel 2021, step decisivo per la sua carriera. Con i brianzoli, conquista la storica promozione in Serie A e si afferma come uno dei migliori giocatori del campionato, vincendo il premio dimiglior portiere della Serie A 2023/2024.

Il punto sulla trattativa

La trattativa, avviata circa quattro mesi fa, si è conclusa con un accordo sulla base di 18 milioni di euro più 2 di bonus. Di Gregorio ha firmato un contratto quinquennale con la Vecchia Signora e l’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare nella prossima settimana. Il suo salario sarà di 2 milioni di euro annui più bonus.

Un colpo a sorpresa, che chiude un cerchio iniziato sei anni prima con la beffa dell’Avellino. Di Gregorio, ora maturo e pronto per il grande salto, è pronto a raccogliere l’eredità di Szczesny e a difendere i pali della Juventus in Champions League, sotto la guida del nuovo mister Thiago Motta.

(Foto: DepositPhotos)

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