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Bartoletti attacca la Rai: “Per colpa di Adani ho dovuto cambiare canale”

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Marino Bartoletti, noto giornalista sportivo italiano, ha dedicato un post (sul proprio profilo Instagram) al commento tecnico di Lele Adani.

Daniele Adani continua a far parlare di sé. I suoi commenti presuntivamente tecnici, che in realtà sono più collegati alla propria autoreferenzialità che non allo svolgimento della partita, continuano a far adirare i suoi “colleghi”. A scagliarsi contro l’oramai ex-cantore del calcio sudamericano questa volta è Marino Bartoletti.

Bartoletti

Il declino della Rai

Giornalista dal 1968, Marino Bartoletti appartiene a una scuola del giornalismo italiano che oramai non esiste più. Sobrio, pacato, posato. Nessun sensazionalismo e nessun sillogismo aristotelico è possibile individuare nelle sue analisi. Un modus operandi che, probabilmente, Bartoletti sperava di ritrovare nella Rai.

Una emittente che a lungo ha fatto la storia della comunicazione sportiva nostrana, ma che negli ultimi anni (e non solo per quanto concerne il pallone) è diventata quasi una macchietta. Tant’è che, per sfuggire dall’abisso di irrilevanza in cui le Pay TV l’avevano fatta sprofondare, ha deciso di affidarsi proprio a Daniele Adani.

Una scelta che (per usare un vasto eufemismo) non è piaciuta a molti, che vedono nella scelta di contrattualizzare Adani un disperato tentativo di togliere a DAZN e Sky (su tutte) una fetta di quel pubblico giovane che proprio nelle figure (divisive e controverse) come quella di Adani vede la massima espressione della modernità.

Bartoletti attacca Adani: “Ho dovuto cambiare canale

E se persino una firma storica della Rai come Bartoletti, che da oltre quarant’anni presta servizio per conto della televisione pubblica, ha deciso di “passare alla concorrenza” allora c’è un problema. Il giornalista italiano ha voluto affidare ai propri profili social tutto il suo disappunto per il commento tecnico di Adani.

❝Stasera avevo scelto di vedere la partita sulla Rai perché stimo moltissimo Stefano Bizzotto, competente, gentile e rassicurante. Quando ho sentito il suo commentatore tecnico – Re delle certezze – affermare che Rodri a Griezmann avrebbero ‘calpestato le stesse zolle‘ ho capito che era arrivato il momento di passare su Sky.❞

Allo “sfogo” di Bartoletti si è accodato anche l’ex-commissario tecnico della Nazionale Italiana Roberto Mancini, con un galeotto “like” tattico al suo post. A dimostrazione del fatto che il modo in cui Adani da anni esaspera il proprio personaggio, sino a diventarne quasi succube, sia trasversale a tutto il calcio italiano.

E’ l’ennesima brutta figura rimediata dalla Rai, oramai relegata a componente marginale della comunicazione sportiva dalle Pay TV ma non solo. Infatti, anche dal punto di vista della “semplice” informazione mainstream, è stata ormai surclassata da Mediaset ma anche da emittenti meno “rinomate” come La7 o il Nove.

La polemica di Bartoletti arriva subito dopo quella relativa al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che è stato copiosamente fischiato durante il festival da Taormina ma i cui fischi sono stati trasformati in applausi con una certosina opera di post-editing, e quella relativa alla mancata copertura delle elezioni francesi, per dare invece spazio alla diretta del Festival Canoro di Pomezia in cui si stava esibendo la compagna del direttore.

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Leao, finita l’allegria: un gol in 20 gare | La crisi del portoghese

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Leao, numeri impietosi per l’esterno portoghese. E nemmeno parlare la stessa lingua del tecnico è servito a qualcosa, anzi sembra avere peggiorato la situazione dallo scorso anno.

Un Rafael Leao in chiara crisi da gol. Nonostante una gara discreta contro la Fiorentina, il portoghese continua ad avere uno scarso feeling con reti e assist, tanto da averne segnata solo una in 20 partite.

Numeri che di certo non giustificano il valore del giocatore al quale ogni anno viene chiesto quel cambio di passo per farlo passare da talento a top player.

Ebbene, anche questa stagione pare non essere quella giusta, almeno viste le premesse. Siamo infatti di fronte al solito Leao, capace di fare giocate pazzesche alternate a cali di tensione preoccupanti.

Finita l’allegria? Sembra di sì e ben sappiamo quanto è importante la serenità e il sorriso per il classe ’99. A tecnico e dirigenza l’arduo compito di fargli tornare il sorriso.

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Criptovalute e calcio: come la blockchain sta cambiando il mondo dello sport

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Le criptovalute stanno entrando con frequenza sempre maggiore nel mondo dello sport, e il calcio non sembra voler fare eccezione.

In particolare, la tecnologia della blockchain potrebbe cambiare in modo sostanziale il modo in cui i tifosi seguono le loro squadre preferite e si interfacciano al settore delle scommesse sportive. 

Ma qual è il filo rosso che collega le criptovalute con il calcio, e quali sono i vantaggi e le potenziali criticità di questo connubio? Scopriamo insieme come questo fenomeno stia cambiando le regole del gioco e qual è il collegamento con hilo crypto.

Indice

Il ruolo delle piattaforme di ultima generazione 

HiLo Crypto è una piattaforma che permette di scommettere sull’andamento delle criptovalute, dando la possibilità agli utenti di pronosticare se il loro valore salirà o scenderà. Sebbene non sia strettamente legata al calcio, il concetto di “HiLo” è simile a quello tipico delle scommesse sportive: i giocatori fanno previsioni su eventi futuri e vincono nel caso in cui si rivelino corrette.

HiLo Crypto rappresenta un’opzione innovativa e interessante per coloro che desiderano combinare la passione per i pronostici con il mondo delle criptovalute.

Criptovalute e sport: un binomio in crescita

Il mondo delle criptovalute è per ragioni anagrafiche e per natura sulla frontiera tecnologica. Proprio per questo motivo è in costante cambiamento: sono diversi i settori che stanno scoprendo le potenzialità di questa nuova tecnologia. Nel calcio, in particolare, molte squadre hanno iniziato ad accettare pagamenti in criptovalute per biglietti, merchandising e persino per far fronte agli stipendi dei giocatori. Un esempio eclatante è quello del Paris Saint-Germain, che ha introdotto il proprio token crypto per permettere ai tifosi di interagire con la squadra in modo più moderno che mai.

In Italia, club come la Juventus e la Roma hanno adottato una strategia simile, dando ai propri tifosi la possibilità di partecipare a decisioni legate alla squadra tramite l’uso di criptovalute. Si tratta di un trend in netta crescita, con sempre più squadre che esplorano le possibilità offerte dalla blockchain per coinvolgere i propri tifosi e, in alcuni casi, garantire nuove possibilità per transazioni rapide e sicure.

Scommesse sportive e criptovalute: settore in trasformazione 

Le criptovalute non sono utili solo per acquistare beni o servizi: stanno diventando sempre più rilevanti anche nel mondo delle scommesse sportive. I tifosi di calcio che si dilettano anche nel betting, ora possono utilizzare Bitcoin, Ethereum e altre valute digitali per piazzare le loro puntate in modo anonimo e sicuro. Un nuovo approccio che offre maggiore privacy e velocità nelle transazioni rispetto ai metodi del passato.

Alcuni siti di scommesse si stanno aprendo alle criptovalute, permettendo ai giocatori di puntare non solo sulle partite di calcio, ma anche su altri sport. La tecnologia blockchain garantisce una trasparenza di elevato livello in tutte le transazioni.

Vantaggi e rischi delle criptovalute nelle scommesse sportive 

Uno dei maggiori “pro” legati all’uso delle criptovalute nelle scommesse è la velocità delle transazioni. Le valute digitali eliminano gli intermediari, consentendo pagamenti immediati e riducendo i costi di transazione. Inoltre, la tecnologia blockchain offre una maggiore trasparenza, garantendo che tutte le transazioni siano annotate su un registro inalterabile.

A fronte di questi potenziali benefici, ci sono anche dei rischi da considerare. La volatilità delle criptovalute può influenzare il valore delle vincite, rendendo più difficile per gli scommettitori sapere esattamente il proprio ritorno economico. 

Inoltre, il mercato delle criptovalute è ancora relativamente nuovo e non regolamentato in molti Paesi, con tutti i rischi che ne derivano sul fronte della sicurezza e della stabilità delle piattaforme.

Note finali

Le criptovalute stanno rivoluzionando il mondo dello sport e delle scommesse, aprendo nuovi scenari e dando opportunità ai tifosi che vogliono immergersi ancora di più nel loro sport preferito. Sebbene ci siano ancora alcuni temi da affrontare, come la regolamentazione e la volatilità, l’adozione della blockchain potrebbe portare a un futuro più sicuro e trasparente per tutte le parti coinvolte.

Visto l’interesse sempre maggiore verso le criptovalute, è probabile che vedremo sempre più punti di unione tra il mondo delle scommesse sportive e quello della finanza digitale. Per chi è appassionato di calcio e tecnologia, il futuro sembra prospettare tante novità.

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Milan, quanto può ancora durare questa situazione? Giusto aspettare Fonseca? L’editoriale di Mauro Vigna

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Milan

Milan, è giusto ancora aspettare Fonseca o quello che sa fare l’ha dimostrato già in queste prime gare del campionato? Molti dubbi e poche certezze, anche caratteriali, in merito al suo operato.

Che Paulo Fonseca non fosse l’allenatore ideale agli occhi della tifoseria (e di qualche dirigente) non vi erano dubbi fin dal principio. Arrivato a Milano come uno yesman, un aziendalista a poco prezzo, il tecnico ha fin da subito lavorato tappandosi occhi e soprattutto orecchie e andando avanti per la sua strada.

Una strada tortuosa, contorta, piena di curve e pochi rettilinei. Croce e delizia la vittoria contro l’Inter, bella e meritata, frutto senz’altro di alcune intuizioni da parte dello stesso tecnico al quale non è mancato il coraggio.

Ma una rondine non fa primavera. Bello vincere il derby, ma se su 9 partite se ne perdono 4 vien da sé che il cammino non possa essere fino a qui soddisfacente. E se in tutto questo aggiungiamo che lo spogliatoio sembra essere una polveriera, la frittata è fatta.

Non voglio esagerare, ma ci troviamo di fronte a giocatori che non partecipano a un cooling break durante una sfida delicata, che strappano il pallone di mano al rigorista ufficiale per far tirare altri, che ad ogni gol mettono il dito davanti alla bocca per zittire le critiche (giuste) della tifoseria, che si permettono spesso di camminare in campo, che si arrabbiano per una sostituzione, che si fanno espellere a fine gara con gesti di eccessivo nervosismo quali scagliare la fascia da capitano in terra.

Ma la mia domanda è: quanto ancora dobbiamo aspettare e sopportare? Non mi piace l’anarchia che si è creata all’interno dello spogliatoio dove vi è totale assenza di leader, ma ognuno comanda a modo suo peggio dei bulli per strada. E soprattutto non mi piace il comportamento di proprietà e dirigenza che lascia correre tutto senza mettere alcuna voce in capitolo. Non va bene.

Ecco perché un cambio adesso sarebbe giusto e uno tra Sarri, che ci risulta bloccato, o Allegri, potrebbe certamente fare al caso rossonero. Un sergente di ferro in grado di ristabilire i ruoli all’interno dello spogliatoio, affidando la fascia da capitano ad una sola persona, possibilmente responsabile e mettendo quella disciplina che da mesi più non si vede.

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