Serie A
Torino, Vojvoda: “Ho parlato col club del rinnovo, non c’è fretta”
Ieri il Torino ha chiuso il ritiro di Pinzolo. Mergim Vojvoda, esterno granata, è intervenuto in conferenza stampa parlando del ritiro e del rinnovo di contratto.
Di seguito le sue parole:
Vanoli la fa giocare in un nuovo ruolo da braccetto difensivo, sente suo questo ruolo?
“E’ un nuovo ruolo che devo certamente imparare, ci avevo già giocato con mister Juric, ma adesso è un altro discorso ed è diverso da come giocavo prima quindi ci sono cose da imparare. Sono cose che posso fare. Mi piace e mi trovo bene. Il mister mi dà fiducia e devo imparare alcune cose e credo di poter fare bene”.
Due giorni di riposo e poi la tournée in Francia, siete pronti per le sfide francesi?
“Sì, preferisco giocare partite più toste che ci fanno entrare di più nelle sfide difficili simili a quelle della Serie A. Andremo prima a Lione e poi a Metz e spero di continuare a fare bene e di essere pronto per la prima partita quella di Coppa Italia”.
Cosa le chiede di diverso Vanoli rispetto a Juric nell’interpretare il ruolo di difensore a destra?
“Adesso si gioca di più senza la palla, mentre prima era di più uomo contro uomo. Per tre anni ho giocato quinto o terzo ed era lo stesso se seguivi l’uomo. Ora il concetto è diverso: c’è una difesa in linea quindi ci sono altri movimenti da fare e bisogna lavorare su questo. Questa è la cosa diversa fra i due mister”.
Ormai è un veterano, come sta vivendo questo cambio di guida tecnica?
“Il nuovo staff si è approcciato veramente bene con noi giocatori e la società ha molta passione e va molto bene con il processo che avevamo già. Secondo me, il nuovo corso può portare solo cose positive e fresche e per ora va tutto bene. C’è un bell’ambiente e noi giocatori ci troviamo bene e lo staff è valido quindi va tutto bene”.
Vanoli sta lavorando in difesa con lei, Coco e Masina e molto probabilmente questa sarà la traccia difensiva anche per la Coppa Italia a meno di sorprese che arriveranno dal mercato. Come sta nascendo il feeling fra voi difensori? In cosa dovete migliorare?
“Coco è un giocatore nuovo, è appena arrivato ed io ho un ruolo nuovo quindi è molto importante la comunicazione, dobbiamo parlarci molto e imparare a darci l’uomo da marcare. Prima era diverso perché seguivamo l’uomo, mentre adesso devi lasciare il tuo uomo e scivolare di più. La chiave per noi tre è la comunicazione perché dobbiamo parlare molto e questo è importante”.
Ha il contratto in scadenza, il suo agente sta trattando il rinnovo?
“Io col Torino ho ancora un anno di contratto e ne abbiamo parlato del rinnovo. Sto bene qui, ho ancora un contratto e non c’è nessuna fretta. C’è un nuovo mister e per adesso tutto va per il meglio e la cosa più importante è che devo far vedere al mister le mie qualità e mi devo concentrare più sul campo che su altre cose. Ho ancora un contatto quindi non c’è fretta”.
Del cambio che cosa deve metabolizzare?
“Saper tenere il proprio posto. Anche con Juric all’inizio facevamo fatica e non capivamo niente poi però quando abbiamo capito abbiamo fatto bene. Penso che sarà lo stesso con Vanoli: l’importante è capire il nuovo sistema”
Non ci sono più Buongiorno e Rodriguez, vi pesa?
“Sono due elementi importanti, ma più dei calciatori conta la squadra”
Mister Vanoli le ha detto che questo sarà il suo ruolo definitivo oppure è momentaneo?
“Per ora sto giocando da braccetto a destra, ma mister Vanoli sa che so giocare anche da quinto e se serve posso farlo”
Serie A
Juventus, Bonucci commenta il ritorno di Chiellini
La Gazzetta dello Sport ha intervistato Leonardo Bonucci in merito al ritorno in bianconero del suo ex compagno Giorgio Chiellini come dirigente.
Le sue parole:
Juventus, le parole di Bonucci su Chiellini
Chiellini dirigente? “Io e Giorgio abbiamo condiviso tanti anni in campo ma anche fuori. Il suo carattere, la sua idea del dopo carriera e il suo percorso universitario ci facevano già capire quando eravamo calciatori che questo sarebbe stato il ruolo che avrebbe ricoperto una volta uscito dal terreno di gioco. Ha fatto un’esperienza negli Usa che lo ha arricchito ancora di più a livello di conoscenze e relazioni. Per me, ma credo un po’ per tutti quelli che lo conoscono, non è una sorpresa vederlo lì.”
Cosa può dare? “Fare il dirigente è sempre stato il suo obbiettivo. Alla Juve può dare quel senso di appartenenza e quella conoscenza del mondo bianconero che ha fatto suo durante gli anni da calciatore. L’augurio è sempre quello che si fa all’inizio di un nuovo percorso. Spero che questo sia solo un punto di partenza per Giorgio.”
Matteo Di Tria
Serie A
Empoli, rivelazione Vasquez: quanto può incassare il Milan
L’Empoli pare che abbia ancora azzeccato l’acquisto del nuovo portiere. Devis Vasquez, arrivato in estate dal Milan in prestito, si sta rivelando decisivo.
Sabato pomeriggio contro la Juventus, il portiere colombiano ha dato prova di poter essere importante per i toscani. Come i suoi precedenti Vicario e Caprile, anche per l’estremo difensore di 26 anni potrebbe essere una stagione per il salto di qualità.
Empoli, Vasquez convince i toscani
Le prime partite per lui sono state convincenti e il club di Corsi potrebbe decidere di riscattarlo a fine stagione. Per Vasquez le cifre del riscatto si attestano a 900mila euro da dare al Milan, che si è riservato il 10% sulla rivendita del portiere. Ma il club rossonero non ha il diritto di contro-riscatto sul giocatore colombiano.
Arrivato nell’estate 2023 al Milan, l’estremo difensore ha un passato al Guaranì, club del campionato paraguayano. Poi, durante la passata stagione, per lui prestiti prima allo Sheffield Wednesday poi all’Ascoli. In pochi scommettevano su di lui per un futuro investimento, eppure a Empoli ci hanno creduto, e per ora sembrano averci visto giusto.
Serie A
Lazio-Hellas Verona, le formazioni ufficiali
Lazio-Hellas Verona chiude la quarta giornata di Serie A. Baroni affronta per la prima volta da avversario gli scaligeri: tanti gli ex in campo.
Il campionato della Lazio riparte con più domande che risposte. Tanti (e importanti) gli acquisti. Sono arrivati giocatori di assoluta qualità, ma tutti giovani o comunque bisognosi di tempo. Tempo che però la tifoseria laziale sembra non voler dare. Era fisiologico che con gli addii di Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson si sarebbe chiuso un ciclo e ora ne è iniziato uno nuovo: esattamente com’era iniziato il primo.
Nessuno a Roma si sarebbe aspettato questo impatto dai giocatori sopracitati e neppure da colui che all’epoca li mandava in campo, ovvero Simone Inzaghi. Accolto (se possibile) con maggior scetticismo e criticismo rispetto al suo (seppur non immediato) successore spirituale. Oggi Simoncino fa le fortune dell’Inter ed è considerato all’unanimità (o quasi dai, sennò Cassano si offende) uno dei migliori tecnici italiani (e d’Italia) in circolazione.
Questo a dimostrazione della bontà del lavoro della dirigenza biancoceleste, che lavora così perché ha sempre lavorato così. La Lazio non ha (e probabilmente non avrà mai) la potenza economica delle squadre più blasonate di lei. E stendiamo un velo pietoso sul modo in cui viene permesso a determinate squadre di fare mercato, innescando un gioco paradossale in cui chi rispetta le regole è più penalizzato di chi non lo fa.
La Lazio ha questa politica aziendale e la porta avanti poiché, risultati alla mano, una parte di ragione Lotito & Co. ce l’hanno. E una parte di ragione ce l’hanno anche i tifosi biancocelesti, che legittimamente criticano poiché la libertà di critica è alla base dell’esercizio democratico. Il modo in cui Lotito gestisce la Lazio è passibile di critica, stante il presupposto che non si può pretendere che (dopo vent’anni) cambi.
Lazio-Hellas Verona è forse la partita che più di tutte incarna tutto questo. L’asse Roma-Verona, tanto criticata (spesso in maniera pretestuosa) dai supporters biancocelesti. L’abitudine della dirigenza capitolina di andare a pescare da squadre di medio-basso livello. Il futuro di Marco Baroni, che s’intreccia con il suo recente passato. Paradossalmente, potrebbe essere proprio la sua ex-squadra a permettergli di scacciare i fantasmi.
La stessa che gli ha dato l’opportunità, probabilmente insperata, di sedere su una panchina gloriosa come quella capitolina, ora ha la possibilità di permettergli di consolidarla. Perché non si può dire che la Lazio sia partita male, ma neanche bene. Ok il percorso. Ok il progetto. Ok anche “l’anno di transizione“, anche se forse un po’ meno, ma tutti i buoni propositi vengono meno se non adeguatamente corroborati dai risultati.
Lazio-Hellas Verona, le formazioni ufficiali
LAZIO (4-2-3-1): Provedel; Marusic, Gila, Romagnoli, Tavares; Guendozi, Rovella; Isaksen, Dia, Zaccagni; Castellanos. Allenatore: Baroni.
VERONA (3-4-2-1): Montipò; Dawidowicz, Coppola, Daniliuc; Tchatchoua, Belahyane, Dani Silva, Lazovic; Kastanos, Harroui; Tengstedt. Allenatore: Zanetti.
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