Serie A
Juventus, Branchini: “Allegri ha fatto una scelta sentimentale, sulla società…”
Intervistato da Fulvio Collovati, Giovanni Branchini ha raccontato com’è stato esonerato Massimiliano Allegri dalla Juventus. Il procuratore dell’allenatore livornese, racconta come il tecnico sia stato allontanato.
Intervistato da Fulvio Collovati, Giovanni Branchini ha raccontato come sia avvenuto l’allontanamento di Massimiliano Allegri dalla Juventus. Il procuratore dell’ex allenatore dei bianconeri, si è aperto su quei giorni, i quali, hanno segnato il rapporto di mister Allegri con la squadra di Torino.
Branchini spiega: “Allegri si è trovato un organico che non consentiva di fare di più di quanto si è fatto. Poi abbiamo visto le vicissitudini che hanno coinvolto la società con tutti i cambiamenti che ne sono derivati. Io ho visto uscire dalla Juventus in quest’ultimo mese e mezzo due mesi, personaggi di alto valore. Personaggi che hanno creato questo settore giovanile, che hanno creato la Next Gen, che hanno prodotto tutti quei giocatori che hanno giocato e che oggi alimentano il mercato della Juve.
Interrogati da Collovati sulle decisioni della società, Branchini ha spiegato:
“Ho visto un avvicendamento molto forzato che, secondo me, ha delle origini diverse. Origini che poggiano sulla volontà della società di cambiare completamente fisionomia e di cambiare i volti. Abbiamo visto quello che è stato. Quindi credo ché sarà un processo che durerà probabilmente un po’ di tempo. Ci sono nuovi arrivi molto importanti, a cominciare dall’allenatore che dovrà confermarsi e nuovi giocatori, con alcuni che rimangono. Io credo credo che non sia successo niente di strano“.
Juventus, senti Branchini: “Allegri ha fatto una scelta sentimentale”
La sliding door poteva essere la firma del tecnico livornese sul contratto proposto dal Real Madrid. A riguardo Branchini ha detto:
“Quando Allegri ha fatto la scelta di non andare al Real Madrid per restare alla Juventus, ha fatto una scelta non razionale. L’ha fatta a livello sentimentale perché avrebbe guadagnato in quattro anni meno di quanto guadagnava in tre anni al Real Madrid. Sapeva perfettamente che era un organico che andava rifondato e che probabilmente non c’erano le risorse per rifondarlo“.
Sul futuro, Branchini resta fiducioso:
“Credo che Allegri in questo momento pensi che prima o poi arriverà una proposta interessante con un progetto interessante per continuare a fare quello che lui ama fare. Cioè allenare con le sue caratteristiche, con le sue convinzioni, che sono chiare a tuti. Ha le sue idee e credo che qualcosa abbia dimostrato in tutti questi anni. Sicuramente ama il suo mestiere quindi aspetterà un progetto importante. Non si è mai pentito di non aver firmato il contratto con il Real Madrid. Poi nel nostr0 mondo sappiamo che gli amori finiscono e le epoche cambiano“.
Branchini ha chiuso dicendo:
“Tra Juventus e Milan ha vinto tanto ma io che tanto persone lo abbiano fatto anche come uomo loro. Cioè si sono inventate una professione cioè quella della critica ad Allegri. Fa parte del nostro gioco. Fa parte anche degli aspetti mediatici del calcio. Ci sono personaggi di media caratura che nell’offesa ad Allegri, nella critica ad Allegri hanno trovato una popolarità che altrimenti forse non avrebbero mai trovato. Io questo lo giustifico perché ognuno deve sbarcare il lunario come sa e come può“.
Serie A
Juventus, Bonucci commenta il ritorno di Chiellini
La Gazzetta dello Sport ha intervistato Leonardo Bonucci in merito al ritorno in bianconero del suo ex compagno Giorgio Chiellini come dirigente.
Le sue parole:
Juventus, le parole di Bonucci su Chiellini
Chiellini dirigente? “Io e Giorgio abbiamo condiviso tanti anni in campo ma anche fuori. Il suo carattere, la sua idea del dopo carriera e il suo percorso universitario ci facevano già capire quando eravamo calciatori che questo sarebbe stato il ruolo che avrebbe ricoperto una volta uscito dal terreno di gioco. Ha fatto un’esperienza negli Usa che lo ha arricchito ancora di più a livello di conoscenze e relazioni. Per me, ma credo un po’ per tutti quelli che lo conoscono, non è una sorpresa vederlo lì.”
Cosa può dare? “Fare il dirigente è sempre stato il suo obbiettivo. Alla Juve può dare quel senso di appartenenza e quella conoscenza del mondo bianconero che ha fatto suo durante gli anni da calciatore. L’augurio è sempre quello che si fa all’inizio di un nuovo percorso. Spero che questo sia solo un punto di partenza per Giorgio.”
Matteo Di Tria
Serie A
Empoli, rivelazione Vasquez: quanto può incassare il Milan
L’Empoli pare che abbia ancora azzeccato l’acquisto del nuovo portiere. Devis Vasquez, arrivato in estate dal Milan in prestito, si sta rivelando decisivo.
Sabato pomeriggio contro la Juventus, il portiere colombiano ha dato prova di poter essere importante per i toscani. Come i suoi precedenti Vicario e Caprile, anche per l’estremo difensore di 26 anni potrebbe essere una stagione per il salto di qualità.
Empoli, Vasquez convince i toscani
Le prime partite per lui sono state convincenti e il club di Corsi potrebbe decidere di riscattarlo a fine stagione. Per Vasquez le cifre del riscatto si attestano a 900mila euro da dare al Milan, che si è riservato il 10% sulla rivendita del portiere. Ma il club rossonero non ha il diritto di contro-riscatto sul giocatore colombiano.
Arrivato nell’estate 2023 al Milan, l’estremo difensore ha un passato al Guaranì, club del campionato paraguayano. Poi, durante la passata stagione, per lui prestiti prima allo Sheffield Wednesday poi all’Ascoli. In pochi scommettevano su di lui per un futuro investimento, eppure a Empoli ci hanno creduto, e per ora sembrano averci visto giusto.
Serie A
Lazio-Hellas Verona, le formazioni ufficiali
Lazio-Hellas Verona chiude la quarta giornata di Serie A. Baroni affronta per la prima volta da avversario gli scaligeri: tanti gli ex in campo.
Il campionato della Lazio riparte con più domande che risposte. Tanti (e importanti) gli acquisti. Sono arrivati giocatori di assoluta qualità, ma tutti giovani o comunque bisognosi di tempo. Tempo che però la tifoseria laziale sembra non voler dare. Era fisiologico che con gli addii di Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson si sarebbe chiuso un ciclo e ora ne è iniziato uno nuovo: esattamente com’era iniziato il primo.
Nessuno a Roma si sarebbe aspettato questo impatto dai giocatori sopracitati e neppure da colui che all’epoca li mandava in campo, ovvero Simone Inzaghi. Accolto (se possibile) con maggior scetticismo e criticismo rispetto al suo (seppur non immediato) successore spirituale. Oggi Simoncino fa le fortune dell’Inter ed è considerato all’unanimità (o quasi dai, sennò Cassano si offende) uno dei migliori tecnici italiani (e d’Italia) in circolazione.
Questo a dimostrazione della bontà del lavoro della dirigenza biancoceleste, che lavora così perché ha sempre lavorato così. La Lazio non ha (e probabilmente non avrà mai) la potenza economica delle squadre più blasonate di lei. E stendiamo un velo pietoso sul modo in cui viene permesso a determinate squadre di fare mercato, innescando un gioco paradossale in cui chi rispetta le regole è più penalizzato di chi non lo fa.
La Lazio ha questa politica aziendale e la porta avanti poiché, risultati alla mano, una parte di ragione Lotito & Co. ce l’hanno. E una parte di ragione ce l’hanno anche i tifosi biancocelesti, che legittimamente criticano poiché la libertà di critica è alla base dell’esercizio democratico. Il modo in cui Lotito gestisce la Lazio è passibile di critica, stante il presupposto che non si può pretendere che (dopo vent’anni) cambi.
Lazio-Hellas Verona è forse la partita che più di tutte incarna tutto questo. L’asse Roma-Verona, tanto criticata (spesso in maniera pretestuosa) dai supporters biancocelesti. L’abitudine della dirigenza capitolina di andare a pescare da squadre di medio-basso livello. Il futuro di Marco Baroni, che s’intreccia con il suo recente passato. Paradossalmente, potrebbe essere proprio la sua ex-squadra a permettergli di scacciare i fantasmi.
La stessa che gli ha dato l’opportunità, probabilmente insperata, di sedere su una panchina gloriosa come quella capitolina, ora ha la possibilità di permettergli di consolidarla. Perché non si può dire che la Lazio sia partita male, ma neanche bene. Ok il percorso. Ok il progetto. Ok anche “l’anno di transizione“, anche se forse un po’ meno, ma tutti i buoni propositi vengono meno se non adeguatamente corroborati dai risultati.
Lazio-Hellas Verona, le formazioni ufficiali
LAZIO (4-2-3-1): Provedel; Marusic, Gila, Romagnoli, Tavares; Guendozi, Rovella; Isaksen, Dia, Zaccagni; Castellanos. Allenatore: Baroni.
VERONA (3-4-2-1): Montipò; Dawidowicz, Coppola, Daniliuc; Tchatchoua, Belahyane, Dani Silva, Lazovic; Kastanos, Harroui; Tengstedt. Allenatore: Zanetti.
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