Serie A
Bologna, Orsolini: “Io Capitano? È arrivato il momento di…”
Riccardo Orsolini, dal ritiro di Valles, ha rilasciato una lunga intervista dove ha affrontato importanti temi. Tra le dichiarazioni, l’esterno rossoblù ha annunciato un importante novità sul nuovo capitano.
Bologna, le parole di Orsolini
L’esterno azzurro ha risposte alle domande dei giornalisti dal ritiro in Trentino Alto Adige. Il nuovo capitano del Bologna ha ribadito la propria volontà di continuare l’esperienza in rossoblù e di esser felice di poter giocare la Champions League con questo club.
Di seguito l’intervista di Orsolini:
Sul nuovo Bologna.
“Sono felice di aver rinnovato e triste per quelli che un anno fa sono andati via: mi chiedo cosa avranno pensato vedendo i nostri risultati. Del resto la mia scelta l’ho fatta otto anni fa: sono arrivato qui che ero un ragazzino, ma pronto fin da subito a lavorare e sacrificarmi. Adesso c’è un Orsolini cambiato, specie a livello mentale, più uomo, e penso sia cambiata anche la concezione che i compagni hanno di me. La costante è che nel bene e nel male continuo a prendermi le mie responsabilità”.
L’esperienza rossoblù.
“È stato tutto un crescendo. In questi ultimi cinque anni abbiamo vissuto momenti incredibili: lo 0-4 col Frosinone, la salvezza quasi impossibile, poi la vicenda di Sinisa, l’arrivo di Motta e infine la straordinaria cavalcata europea. Bologna per me e un’onda bellissima e io sono un surfista. Sono pronto a vivere questa nuova stagione sulla cresta dell’onda. Sbagliando ho imparato, ho colmato le mie lacune fino a diventare il giocatore che sono oggi”.
Sulla Champions.
“Mi vengono i brividi a pensare alla prima partita di Champions. Aspettiamo con ansia di conoscere i nostri avversari, non vedo l’ora che arrivi il 17 settembre. Adesso siamo concentrati sugli allenamenti e non abbiamo ancora parlato dei sorteggi. Sarebbe bello seguirli tutti insieme al centro sportivo”.
Il nuovo Capitano
“Penso sia arrivato il momento di essere un punto di riferimento per i ragazzi più giovani. Insieme ad alcuni altri diamo una mano in primis ai ragazzi nuovi che si sono uniti alla squadra”.
Su Zirkzee.
“L’addio di Joshua è stato un duro colpo, per quanto riguarda la qualità e il modo con cui ci faceva giocare. Permetteva di sfruttare al meglio le qualità degli altri componenti della squadra. Adesso abbiamo caratteristiche diverse: Castro e Dallinga sono giocatori molto diversi”.
Sul nuovo mister.
“Rispetto al gioco di prima, dove c’era una situazione più corale, adesso il lavoro viene fatto più su dei punti di forza da andare a cogliere. Come può essere isolare l’uno contro uno sulle fasce, per creare tanta densità in zona gol. Stiamo inserendo nuove dritte, ma lo scopo è sempre quello: cercare la riconquista alta per poi sfondare.
L’estate scorsa in ritiro con Motta non c’ero. Durante la preparazione ero all’Isokinetic, quindi non riesco a fare un confronto tra la sua preparazione e quella di Italiano. Posso però dire che le prime due settimane a Bologna sono state davvero toste. Abbiamo corso tantissimo, per di più con temperature molto elevate: sto vedendo i ragazzi tutti carichi e che si stanno ambientando bene, anche i giovani della Primavera“.
Serie A
Juventus, Bonucci commenta il ritorno di Chiellini
La Gazzetta dello Sport ha intervistato Leonardo Bonucci in merito al ritorno in bianconero del suo ex compagno Giorgio Chiellini come dirigente.
Le sue parole:
Juventus, le parole di Bonucci su Chiellini
Chiellini dirigente? “Io e Giorgio abbiamo condiviso tanti anni in campo ma anche fuori. Il suo carattere, la sua idea del dopo carriera e il suo percorso universitario ci facevano già capire quando eravamo calciatori che questo sarebbe stato il ruolo che avrebbe ricoperto una volta uscito dal terreno di gioco. Ha fatto un’esperienza negli Usa che lo ha arricchito ancora di più a livello di conoscenze e relazioni. Per me, ma credo un po’ per tutti quelli che lo conoscono, non è una sorpresa vederlo lì.”
Cosa può dare? “Fare il dirigente è sempre stato il suo obbiettivo. Alla Juve può dare quel senso di appartenenza e quella conoscenza del mondo bianconero che ha fatto suo durante gli anni da calciatore. L’augurio è sempre quello che si fa all’inizio di un nuovo percorso. Spero che questo sia solo un punto di partenza per Giorgio.”
Matteo Di Tria
Serie A
Empoli, rivelazione Vasquez: quanto può incassare il Milan
L’Empoli pare che abbia ancora azzeccato l’acquisto del nuovo portiere. Devis Vasquez, arrivato in estate dal Milan in prestito, si sta rivelando decisivo.
Sabato pomeriggio contro la Juventus, il portiere colombiano ha dato prova di poter essere importante per i toscani. Come i suoi precedenti Vicario e Caprile, anche per l’estremo difensore di 26 anni potrebbe essere una stagione per il salto di qualità.
Empoli, Vasquez convince i toscani
Le prime partite per lui sono state convincenti e il club di Corsi potrebbe decidere di riscattarlo a fine stagione. Per Vasquez le cifre del riscatto si attestano a 900mila euro da dare al Milan, che si è riservato il 10% sulla rivendita del portiere. Ma il club rossonero non ha il diritto di contro-riscatto sul giocatore colombiano.
Arrivato nell’estate 2023 al Milan, l’estremo difensore ha un passato al Guaranì, club del campionato paraguayano. Poi, durante la passata stagione, per lui prestiti prima allo Sheffield Wednesday poi all’Ascoli. In pochi scommettevano su di lui per un futuro investimento, eppure a Empoli ci hanno creduto, e per ora sembrano averci visto giusto.
Serie A
Lazio-Hellas Verona, le formazioni ufficiali
Lazio-Hellas Verona chiude la quarta giornata di Serie A. Baroni affronta per la prima volta da avversario gli scaligeri: tanti gli ex in campo.
Il campionato della Lazio riparte con più domande che risposte. Tanti (e importanti) gli acquisti. Sono arrivati giocatori di assoluta qualità, ma tutti giovani o comunque bisognosi di tempo. Tempo che però la tifoseria laziale sembra non voler dare. Era fisiologico che con gli addii di Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson si sarebbe chiuso un ciclo e ora ne è iniziato uno nuovo: esattamente com’era iniziato il primo.
Nessuno a Roma si sarebbe aspettato questo impatto dai giocatori sopracitati e neppure da colui che all’epoca li mandava in campo, ovvero Simone Inzaghi. Accolto (se possibile) con maggior scetticismo e criticismo rispetto al suo (seppur non immediato) successore spirituale. Oggi Simoncino fa le fortune dell’Inter ed è considerato all’unanimità (o quasi dai, sennò Cassano si offende) uno dei migliori tecnici italiani (e d’Italia) in circolazione.
Questo a dimostrazione della bontà del lavoro della dirigenza biancoceleste, che lavora così perché ha sempre lavorato così. La Lazio non ha (e probabilmente non avrà mai) la potenza economica delle squadre più blasonate di lei. E stendiamo un velo pietoso sul modo in cui viene permesso a determinate squadre di fare mercato, innescando un gioco paradossale in cui chi rispetta le regole è più penalizzato di chi non lo fa.
La Lazio ha questa politica aziendale e la porta avanti poiché, risultati alla mano, una parte di ragione Lotito & Co. ce l’hanno. E una parte di ragione ce l’hanno anche i tifosi biancocelesti, che legittimamente criticano poiché la libertà di critica è alla base dell’esercizio democratico. Il modo in cui Lotito gestisce la Lazio è passibile di critica, stante il presupposto che non si può pretendere che (dopo vent’anni) cambi.
Lazio-Hellas Verona è forse la partita che più di tutte incarna tutto questo. L’asse Roma-Verona, tanto criticata (spesso in maniera pretestuosa) dai supporters biancocelesti. L’abitudine della dirigenza capitolina di andare a pescare da squadre di medio-basso livello. Il futuro di Marco Baroni, che s’intreccia con il suo recente passato. Paradossalmente, potrebbe essere proprio la sua ex-squadra a permettergli di scacciare i fantasmi.
La stessa che gli ha dato l’opportunità, probabilmente insperata, di sedere su una panchina gloriosa come quella capitolina, ora ha la possibilità di permettergli di consolidarla. Perché non si può dire che la Lazio sia partita male, ma neanche bene. Ok il percorso. Ok il progetto. Ok anche “l’anno di transizione“, anche se forse un po’ meno, ma tutti i buoni propositi vengono meno se non adeguatamente corroborati dai risultati.
Lazio-Hellas Verona, le formazioni ufficiali
LAZIO (4-2-3-1): Provedel; Marusic, Gila, Romagnoli, Tavares; Guendozi, Rovella; Isaksen, Dia, Zaccagni; Castellanos. Allenatore: Baroni.
VERONA (3-4-2-1): Montipò; Dawidowicz, Coppola, Daniliuc; Tchatchoua, Belahyane, Dani Silva, Lazovic; Kastanos, Harroui; Tengstedt. Allenatore: Zanetti.
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