Serie A
Monza, la persecuzione di Sensi

Il Monza perde 3-1 nel Trofeo Silvio Berlusconi contro il Milan, ma per Nesta la brutta notizia arriva dall’infermeria.
La sfortuna perseguita Stefano Sensi, un talento cristallino quanto fisicamente sfortunato, perseguitato da una serie di infortuni più o meno gravi.
Quello occorso al Meazza ieri sera a metà primo tempo si spera di poterlo annoverare tra gli incidenti di percorso, di brevissima durata.
Il centrocampista anconetano classe 1995 accasatosi a parametro zero pochi giorni fa al Monza, dopo lo svincolo dall’Inter, è caduto male dopo un contrasto aereo con il terzino destro rossonero Davide Calabria, atterrando sul costato. La forte contusione, molto dolorosa ma sono escluse fratture secondo quanto riporta Mediaset, lo ha costretto al cambio.
Da capire se sarà disponibile per l’esordio in campionato sabato sera alle 20.45 al Castellani di Empoli contro gli azzurri.
Serie A
Roma, Ranieri: “Quando il presidente lo riterrà opportuno, dirà il nome del prossimo tecnico. Su Paredes…”

Claudio Ranieri, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa a due giorni dalla sfida decisiva per la corsa Champions contro la Fiorentina.
Il tecnico della Roma, Claudio Ranieri, è intervenuto in conferenza stampa a due giorni dalla gara dell’Olimpico contro la Fiorentina di Palladino. I giallorossi, dall’arrivo dell’ex Cagliari, hanno completamente ribaltato la stagione, passando dalla zona retrocessione ad una sfrenata lotta Champions.
Roma e Fiorentina distano solamente un punto di distanza, con gli uomini di Ranieri a 60 punti e i viola a 59.

L’ESULTANZA DI CLAUDIO RANIERI DOPO IL GOL DI SHOMURODOV ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Roma, le parole di Ranieri
Come sta la squadra? Koné?
“La squadra sta bene, tranne Dybala. Abbiamo recuperato Nelsson e Abdulhamid, per cui siamo al completo. Manu è un giocatore universale, può ricoprire più ruoli. Lo abbiamo visto anche con la nazionale francese, dove ha giocato con due mediani, svolgendo quel ruolo molto bene, soprattutto contro l’Italia. È un calciatore che sa adattarsi alle diverse situazioni, è un ragazzo intelligente: può essere sia un giocatore box-to-box, sia un giocatore davanti alla difesa. Dipende dalla partita che voglio fare e dall’avversario che ho di fronte: lo schiero da una parte o dall’altra”.
Cosa può fare la differenza in questo finale di stagione?
“Dalla freschezza della squadra e dagli episodi che arrivano, chi li sfrutta per primo ha una buona possibilità. Queste due componenti – la freschezza della squadra e chi sta meglio fisicamente – contano molto in questa lunga lotta per entrare in qualcosa di importante. Io lo dico sempre: non mi piace promettere, ma sono una persona positiva e ambiziosa, voglio sempre il massimo da me stesso, mi critico continuamente e per questo chiedo lo stesso ai miei giocatori. All’ultimo vedremo quello che avremo fatto, senza rimpianti, senza pensare a cosa fosse stato prima o cosa poteva essere. Sono pensieri che non portano punti in classifica.
I punti li porta la concentrazione, la determinazione. Domenica affrontiamo una signora squadra, che nelle ultime dieci partite ha perso soltanto ieri sera. Per me la Fiorentina ha tutte le carte in regola per andare in finale: ha battuto la Juventus 3-0, ha segnato all’Atalanta, ha fatto 2-2 a Milano. In queste dieci partite ha ottenuto una sconfitta, quattro pareggi e cinque vittorie, segnando appunto 3 gol alla Juventus, 1 all’Atalanta, pareggiando 2-2 a Milano. È una squadra con ottimi giocatori, grande qualità, e dovremo fare una super partita, perché è una gara da prendere con le molle”
Dovbyk è un acquisto sbagliato, inadatto alla Serie A? O ci crede ancora?
“Io ancora ci credo. È un giocatore che ha fatto notevoli progressi e ha ancora tanto da migliorare. Non è un acquisto sbagliato, essere il capocannoniere della Liga significa tanto. Poi c’è chi si adatta prima e chi si adatta dopo. Spesso voi ricordate Dzeko, che nel primo anno non aveva fatto quello che ha fatto dopo. Io so che ci ha portato a tanti punti importanti, per cui credo che, come primo anno, sia positivo. Deve migliorare, perché ha i mezzi e le capacità per farlo”.
È un incedibile di questa Roma?
“Non mi piace parlare di queste cose, a me piace parlare di quello che possiamo raggiungere quest’anno. Vogliamo il massimo, per cui queste sono tutte parole che possono distrarre la nostra concentrazione sull’oggi. Quello che avverrà dopo la fine del campionato sarà oggetto di altre considerazioni. Vale per Dovbyk e per tutti”.
C’è qualcosa che potrebbe farle cambiare idea sul ritiro? La Champions League, un grande ingaggio…
“No, nulla. Amo la mia squadra, i miei colori, e tutto quello che mi porterebbe egoisticamente a fare un altro anno sarebbe uno sbaglio per la Roma. Per cui io dico no: verrà un nuovo allenatore e dovrà avere il tempo per lavorare. Invece di fare un altro anno con me, lo farà lui, per poi avere la possibilità di conoscere tutto. Io lo aiuterò in tutto quello che mi domanderà”.
Andare in Champions con la Roma vale l’impresa di Leicester?
“No, più di Leicester non c’è niente, anche se io sono legato alla Roma, proprio perché quello che è successo lì è qualcosa di incredibile. È un altro tassello che porterò dentro il mio cuore, e questo per me è importante. Però quello che io dico è: lottiamo, lottiamo perché non dobbiamo avere recriminazioni, non dobbiamo avere scusanti, non dobbiamo avere niente. Abbiamo da fare quattro partite e le dobbiamo giocare col coltello tra i denti”.
Perché Paredes ha giocato così poco?
“I giocatori stanno tutti bene. Veramente, quando dico che scelgo all’ultimo – il sabato sera, la domenica mattina – è la verità. I miei pensieri sono soltanto legati alla squadra avversaria e a come metterla in difficoltà. Scelgo i giocatori che reputo più adatti”.
Dovbyk e Shomurodov sono riproponibili?
“È un’opzione che avete richiesto a più riprese. Io ci ho pensato, forse più del dovuto, non lo so. Ma loro possono giocare, a prescindere che si giochi a tre, a quattro o a due. Sono due giocatori complementari, che si aiutano a vicenda e aiutano la squadra. Per cui è un’opzione”.
Non è convinto della lotta Champions?
“Io sono convinto che dobbiamo lavorare e non promettere niente. A me non è mai piaciuto dire no. Allora, si lavora”.
Ci dobbiamo aspettare l’annuncio dell’allenatore a fine stagione?
“Quando lo deciderà il presidente”.
Come prepara le partite?
“Vedo chi è in forma. Quando sono tutti in forma, guardo l’avversario, come gioca, come sviluppa il suo gioco. Cerco sempre di mettere dei granelli di sabbia nel loro ingranaggio, di capire come posso vincere. Questa è la mia visione del calcio”.
Con l’Inter più coraggio. Una partita che via ha aperto nuovi orizzonti? È la strada da seguire?
“Io non ho mai chiesto alla mia squadra, al pronti-via, di mettersi dietro. No. Evidentemente, se succede, è perché la squadra avversaria è stata più forte. Anche loro si adattano a noi: c’è chi dice “aspettiamoli 30 metri più indietro e vediamo cosa succede”, oppure, come la Juventus, “andiamoli a prendere alti e vediamo cosa succede”. Anche gli altri hanno le loro strategie tattiche, e noi dobbiamo essere bravi a controbilanciarle. A volte ci riusciamo subito, altre volte subiamo oltre misura. Poi, come in tutte le cose, si legge meglio la partita: l’avversario o noi, e i ragazzi riescono a sviluppare il proprio gioco. Tutto qua.
Non è che io dica ai ragazzi: “mettiamoci dietro”. Posso dire: “aspettiamoli a metà tra la loro area di rigore e la nostra metà campo”, proprio perché magari loro giocano molto col portiere. Perché dovremmo andare lì a pressare il portiere, che ha un uomo in più? Sono tutte strategie che scegliamo, ma poi c’è anche la forza dell’avversario, che in certi momenti prende il sopravvento, spinto dall’entusiasmo, e ti costringe a difenderti. È come nel pugilato: quando ti metti bene, aspetti solo il momento per sferrare il colpo del KO, se possibile”.
Passa la narrazione che non si vince senza lo stadio nuovo, eppure alcune squadre ce la fanno. Lei come la pensa?
“Si è vinto anche con stadi più piccoli, no? Però, se vuoi competere con grandi squadre, ma anche solo per decoro del calcio italiano, andiamo. Dove andiamo, andiamo, vediamo stadi che sono gioielli. Abbiamo visto ieri il Pizjuán del Betis di Siviglia, e tra poco andranno a giocare nel terzo stadio, la Cartuja, perché rifanno quello loro.
Cioè, tutti nel mondo stanno rimodernando gli stadi, gli unici che lo fanno lentamente siamo noi. C’è troppa burocrazia, troppa gente dietro, troppe cose. E questa è una vergogna, onestamente, dell’Italia. Mi dispiace dirlo, ma è così. Controllate: c’è qualcuno che sbaglia? In galera, via, dentro. Ma non per dire: ci deve restare, buttate la chiave. Siamo stufi di questo, ma in tutti i casi”.
Confermare quanto visto contro l’Inter può dare pressioni?
“No, noi non abbiamo pressione. Sappiamo da dove veniamo, non dobbiamo averne. Stavamo sott’acqua, e abbiamo tirato fuori la testa, cominciamo a respirare. Ora che respiriamo, dobbiamo spingere. La pressione ce l’hanno gli altri. Noi, che pressione abbiamo?”.
Shomurodov può diventare fondamentale?
“È già fondamentale. L’impegno che ha messo, l’impegno che mette, quello che ha te lo dà tutto, a cento all’ora. Questo è il mio modo di pensare il calcio: tutti devono dare il massimo di quello che hanno. Poi sta a me capire se devo cambiare strategia, se vedo un giocatore stanco. Ma per questo io lo amo e l’ho sempre detto, perché è un ragazzo d’oro. Certo, qualche errore lo fa, ma non si risparmia mai, va a pressare tutti. Se c’è uno in curva nord, va a pressare anche lui lassù. Insomma, è un ragazzo che dà tutto se stesso, e per questo credo che anche i tifosi siano molto contenti e riconoscenti per come si impegna”.
Serie A
Serie A, le designazioni arbitrali della 35° giornata

L’AIA ha diramato le designazioni arbitrali della 35° giornata di Serie A. Roma-Fiorentina a Chiffi, Bologna-Juventus affidata a Doveri.
L’Associazione Italiana Arbitri ha reso note le designazioni arbitrali della 35° giornata di Serie A, in programma da oggi, venerdì 2 maggio con l’anticipo serale tra Torino e Venezia al posticipo di lunedì 5 maggio tra Milan e Genoa.
Serie A, le designazioni arbitrali della 35° giornata
Torino-Venezia, venerdì 3 maggio (ore 20:45)
Sozza
Peretti – Colarossi
IV: Sacchi
VAR: La Penna
AVAR: Meraviglia
Cagliari-Udinese, sabato 3 maggio (ore 15:00)
Feliciani
Vecchi – Yoshikawa
IV: Marchetti
VAR: Pezzuto
AVAR: Abisso
Parma-Como, sabato 3 maggio (ore 15:00)
Di Bello
Lo Cicero – Moro
IV: Perenzoni
VAR: Meraviglia
AVAR: Ghersini
Lecce-Napoli, sabato 3 maggio (ore 18:00)
Massa
Meli – Alassio
IV: Rutella
VAR: Mariani
AVAR: Marini
Inter-Hellas Verona, sabato 3 maggio (ore 20:45)
Manganiello
Perrotti – Del Giovane
IV: Massimi
VAR: Paterna
AVAR: La Penna
Empoli-Lazio, domenica 4 maggio (ore 12:30)
Colombo
Tolfo – Dei Giudici
IV: Crezzini
VAR: Abisso
AVAR: Gariglio
Monza-Atalanta, domenica 4 maggio (ore 15:00)
Pairetto
Baccini – Berti
IV: Di Marco
VAR: Ghersini
AVAR: Paterna
Roma-Fiorentina, domenica 4 maggio (ore 18:00)
Chiffi
Preti – Di Gioia
IV: Arena
VAR: Mazzoleni
AVAR: Pezzuto
Bologna-Juventus, domenica 4 maggio (ore 20:45)
Doveri
Carbone – Giallatini
IV: Monaldi
VAR: Marini
AVAR: Mariani
Genoa-Milan, lunedì 5 maggio (ore 20:45)
Collu
Costanzo – Passeri
IV: Santoro
VAR: Gariglio
AVAR: Mazzoleni
Serie A
Inter-Hellas Verona, probabili formazioni e dove vederla

Inter-Hellas Verona, incontro valido per la 35^ giornata di Serie A: le probabili scelte di Simone Inzaghi e Paolo Zanetti e dove vedere il match.
Inter-Hellas Verona chiuderà il sabato di Serie A.
Gli uomini di Simone Inzaghi devono archiviare le due sconfitte consecutive contro Bologna e Roma, ma inevitabilmente propongono una formazione ricca di seconde linee in vista del testacoda contro il Verona.
I veneti di Zanetti dal canto loro, sognano il colpaccio per avvicinarsi alla quota salvezza. La gara è in programma sabato ed è valida per la 35esima giornata del campionato di Serie A.
Di seguito le probabili formazioni e dove vedere il match.

MARCUS THURAM E LAUTARO MARTINEZ ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Qui Inter
L’Inter deve fare a meno non solo del difensore Pavard ma anche della stella Lautaro Martinez: l’argentino, infortunatosi durante la gara di Barcellona, difficilmente sarà a disposizione per la sfida di ritorno di UEFA Champions League. Per il resto, Simone Inzaghi può fare affidamento su tutta la rosa, ma ovviamente deve dosare al meglio le forze in vista del match con i catalani.
Qui Hellas Verona
Il Verona cerca gli ultimi punti salvezza, ma a San Siro deve rinunciare a due difensori titolari come Ghilardi e Coppola, entrambi infortunati. Da monitorare le condizioni del trequartista Suslov.
Inter-Hellas Verona, le probabili formazioni
INTER (3-5-2): Sommer; Bisseck, Acerbi, Bastoni; Darmian, Barella, Asllani, Mkhitaryan, Dimarco; Arnautovic, Thuram. All. Inzaghi.
HELLAS VERONA (3-4-1-2): Montipò; Faraoni, Valentini, Frese; Tchatchoua, Serdar, Duda, Bradaric; Suslov; Sarr, Mosquera. All. Zanetti.
Dove vedere Inter-Hellas Verona
La partita sarà trasmessa in diretta streaming da DAZN, visibile anche sulle smart tv di ultima generazione compatibili con la app, e, sempre grazie all’applicazione, su tutti i televisori collegati ad una console PlayStation 4/5 o Xbox (One, One S, One X, Series X, Series S), al TIMVISION BOX o ad un dispositivo Amazon Fire TV Stick o Google Chromecast.
Il match sarà inoltre trasmesso in diretta tv da Sky su Sky Sport Uno, Sky Sport 4K, Sky Sport 251. Per gli abbonati di entrambe le piattaforme, infine, la gara sarà visibile in tv anche tramite l’app DAZN disponibile sul decoder Sky Q.
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