Serie A
Milan-Torino, le formazioni ufficiali
Milan-Torino è il primo posticipo (assieme a Empoli-Monza) della nuova Serie A. Il Milan di Fonseca sfida il Torino di Vanoli.
Milan-Torino parlerà di una sfida fra due squadre che hanno scelto la via della continuità. Non dal punto di vista della guida tecnica, poiché quella è cambiata per entrambe. Tuttavia, Fonseca da un lato e Vanoli dall’altro non dovrebbero andare a stravolgere quella che è stata l’impalcatura tattica delle precedenti stagioni.
Una scelta in linea con quella che fece l’Inter un paio d’anni fa, quando scelse di passare da Antonio Conte a Simone Inzaghi. La speranza dei tifosi rossoneri è che il tecnico portoghese (accolto con scetticismo dalla piazza, parimenti a quanto era stato fatto con il suo predecessore Stefano Pioli) possa emulare il percorso fatto dal collega piacentino sull’altra sponda del Naviglio.
Continuità, dicevamo, a livello di modus operandi sul mercato. Pochi investimenti, ma mirati. L’ossatura di squadra che è rimasta pressoché invariata, con quattro acquisti (l’ultimo, ovvero Fofana del Monaco, è stato ufficializzato oggi e non potrà prenderà parte alla partita) e nessuno di questi tocca i 20 milioni di spesa.
Morata ha preso il posto di Giroud, sulla falsa riga del centravanti che di gol non ne fa tanti (lui) ma ne fa fare tanti (ai compagni). Pavlovic rinforza corposamente un reparto che, almeno alla luce di quanto fatto vedere nella passata stagione, ne aveva un gran bisogno. Emerson Royal non sembra il terzino più adatto del mondo al gioco di Fonseca (avrei scommesso tutto sul suo pupillo Tiago Santos), ma starà a loro farmi ricredere.
Con Fofana, invece, il Milan ritrova i muscoli persi con la partenza di Kessié (prima) e di Tonali (poi). Il Torino, nonostante i due ultimi campionati siano stati ottimi, non è riuscito a raggiungere l’Europa, dando a Juric la sensazione che più di così non si potesse fare. Il croato ha lasciato e al suo posto è arrivato Vanoli. Non è giovane e non s’ispira a Guardiola: direi che per i tifosi granata è già una buona notizia.
Pragmatico quanto basta, ha fatto la gavetta (ed è sempre un fattore da considerare, in un momento storico in cui basta esser stati dei grandi calciatori per avere grandi panchine a 35 anni) ed è arrivato per la prima volta in Serie A alla modica età di 52 anni. Il Toro è rimasto più o meno quello dello scorso anno, ma ha perso il suo leader (Buongiorno, passato al Napoli) e non ha ancora ritrovato Schuurs. Chissà quando (e se) lo farà.
E’ andato via anche Ricardo Rodriguez, togliendo a Vanoli 2/3 della difesa titolare della scorsa stagione. Al loro posto è stato riscattato Adam Masina ed è arrivato Coco dal Las Palmas, mentre a parametro zero è arrivato un nuovo vice-Zapata. Ovvero Che Adams, dato che Sanabria non ha convinto il tecnico italiano.
Milan-Torino, le formazioni ufficiali
MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Tomori, Thiaw, Saelemaekers; Bennacer, Loftus-Cheek; Chukwueze, Pulisic, Leao; Jovic. All.: Fonseca.
TORINO (3-5-2): Milinkovic-Savic; Vojvoda, Coco, Masina; Bellanova, Linetty, Ricci, Ilic, Lazaro; Zapata, Sanabria. All.: Vanoli.
Serie A
Juventus, Milik torna dopo la sosta di Ottobre
Arkadiusz Milik è rimasto fuori nelle prime 4 uscite stagionali della Juventus a causa di un problema al ginocchio: punta al rientro dopo la sosta di ottobre.
Il centravanti bianconero Arkadiusz Milik è fermo ormai da inizio stagione a causa di un fastidio al ginocchio. L’attaccante polacco ha già saltato le prime 4 partite contro Como, Verona, Roma ed Empoli e con tutta probabilità non sarà presente neanche contro Napoli, Genoa e Cagliari. Sta lavorando quotidianamente in disparte grazie al supporto dello staff medico juventino, puntando al rientro dopo la sosta per le nazionali di inizio Ottobre.
L’utilità di Milik nella Juventus
In questa estate l’attaccante ex Napoli era stato addirittura messo fuori rosa dalla Juventus. In seguito ad alcune valutazione fatte dall’allenatore e dalla società però, è stato a pieno reintegrato nel gruppo squadra. La figura di Milik nasce per essere il sostituto naturale di Dusan Vlahovic, viste anche le caratteristiche simili come: il piede mancino, la fisicità ed il fiuto per il gol.
Con la cessione di Kean alla Fiorentina, Milik è rimasta l’unica alternativa di ruolo all’attaccante serbo. Infatti nella partita casalinga contro la Roma, Thiago Motta dopo aver sostituto Vlahovic a causa di un fisiologico calo fisico, si è ritrovato a dover schierare Nico Gonzalez nel ruolo di prima punta.
Perseguitato dagli infortuni
La carriera di Arkadiusz Milik è da sempre stata caratterizzata dall’elevato numero di problemi fisici che lo hanno portato a saltare un gran numero di partite. Già nel suo primo anno in Italia dove vestiva la maglia del Napoli si è dovuto trovare ad affrontare la rottura del legamento crociato, che lo ha tenuto fuori dal campo per ben 127 giorni. La stessa cosa è accaduta anche nel 2017/2018 dove ha saltato 33 partite stagionali e nel 2020/2021 quando giocava per il Marsiglia, dove è stato fermo per circa 4 mesi.
Da quando è arrivato alla Juventus ha sempre avuto qualche problemino fisico che non gli ha mai permesso di dare grande continuità alle sue prestazioni. Nonostante questo, è riuscito a segnare 11 gol in 58 presenze con la maglietta bianconera.
Serie A
Torino, il report sugli esami strumentali di Vojvoda e Coco: i tempi di recupero
Il Torino deve fare i conti con gli infortuni. Vojvoda e Coco, infatti, sono usciti malconci dalla sfida contro il Lecce e hanno svolto gli esami strumentali di rito per capire l’entità dei rispettivi fastidi muscolari.
Di seguito il report del Torino.
L’esito degli esami
“Il Torino Football Club comunica che gli accertamenti strumentali cui è stato sottoposto Mergim Vojvoda hanno evidenziato un’elongazione del muscolo semitendinoso sinistro. La prognosi verrà definita secondo l’evoluzione clinica dell’infortunio. Esami anche per Saul Coco: per il difensore sovraccarico muscolare al bicipite femorale sinistro. Le sue condizioni verranno valutate di giorno in giorno.”
Vojvoda, dunque, salterà quasi certamente sia l’impegno di campionato contro il Verona che quello di Coppa Italia contro l’Empoli, mentre Coco verrà monitorato quotidianamente per capire se riuscirà a scendere in campo al Bentegodi.
Serie A
Serie A, oggi ricade un anniversario: tu lo sapevi?
Oggi per la Serie A è un giorno speciale. Il 17 Settembre, di ormai molti anni fa è stato il giorno in cui il calcio italiano è cambiato, per sempre: lo sapevi?
Era il 17 settembre del 1939, la Serie A si apprestava a vivere la sua decima edizione da quando è stato istituito il girone unico che ad oggi è a venti squadre. Ma oggi ricade un anniversario “speciale” che ha cambiato anche il modo dei tifosi nel guardare le partite: il dettaglio.
Serie A: Lo storico cambiamento
Quel giorno di oramai ottantacinque anni fa cambiò il calcio italiano. Fu permesso agli addetti ai lavori in primis e a tutti i tifosi, poi, di poter riconoscere in modo subito intuitivo i giocatori. Da quel giorno furono, infatti, istituiti i numeri di maglia. Dall’ uno all’undici e questo permetteva a tutti di poter subito captare il giocatore in campo ed il proprio beniamino.
Sono passati molto anni d’allora ma sicuramente quel cambiamento ha fatto la storia del nostro campionato. Oggi le maglie di giocatori rappresentano, anche, il vestiario più comune per quei tifosi che dal vivono vanno allo stadio per supportare la propria squadra.
Le maglie ritirate
Ci sono maglie, talvolta ritirate in onore di un proprio giocatore simbolo: Maldini (3, Milan); Zanetti (4, Inter); Baggio (10, Brescia) Maradona (10, Napoli); Riva (11, Cagliari). Sono solo alcune delle maglie che le squadre di A hanno deciso di non far indossare a nuovi giocatori, in ricordo delle gesta dei grandi campioni del passato.
In campo non si vedono più quei numeri portati sulle spalle da chi ha fatto la storia di un club. Diverso è invece il discorso sugli spalti. Proprio lì i tifosi, quando assistono alla partita indossano con molto orgoglio le maglie dei loro beniamini, e spesso coincidono con quelle di grandi campioni del passato. Il tutto grazie a quello storico cambiamento, che ha portato i numeri sulle spalle dei giocatori, 85 anni fa.
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