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Roma-Empoli, De Rossi: “Non sono soddisfatto di nessuno”

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Roma-Empoli, De Rossi

Al termine della partita Roma-Empoli, esordio di quest’anno dei giallorossi all’Olimpico, De Rossi ha espresso la sua grande insoddisfazione.

Una partita decisamente deludente: è Roma-Empoli, la prima partita dei giallorossi all’Olimpico in questa stagione.

Sold out, Dybala titolare dal primo minuto, un’avversaria meno temibile di altre sulla carta, la forte spinta di casa: le premesse sembravano buone, e invece la Roma ha fallito.

A sancire il fallimento sono anche i molti fischi all’indirizzo di Nicola Zalewski, giocatore subentrato durante la partita e malvoluto, ormai, dalla tifoseria della Roma.

A segnare l’unico gol giallorosso è stato l’unico giocatore davvero in partenza dal club della rosa presente e sceso in campo nel corso del match: alludiamo a Eldor Shomurodov.

Non ha nascosto la propria delusione De Rossi, che nella conferenza post-partita ho pronunciato parole di fuoco.

Roma-Empoli, il risultato

Indice

Roma-Empoli, la conferenza di Daniele De Rossi

Anche in una situazione di amarezza per una sconfitta inaspettata, De Rossi si sforza di essere ottimista: “Sono triste, ma domani lo sarò meno. So di poter contare su un gruppo fantastico”.

Il mea culpa

“Io sono pagato per gestire la rosa che mi viene messa a disposizione, c’è una settimana per modificarla un po’. Il mercato a volte va in un modo, ci sono altri sette giorni ma la squadra che ho ora può vincere con Empoli e Cagliari.

Devo lavorare meglio con quelli che ho a disposizione, se posso vincere con Empoli e Cagliari devo vincere con Empoli e Cagliari. La stagione è lunghissima, in questa fase tante squadre faticano a trovare la quadra.

La domanda è ‘potevi’ vincere con questi giocatori contro l’Empoli? La risposta è assolutamente sì”.

Sulle lacune della squadra nel corso della partita

La voglio rivedere ma è mancata energia e intensità, nel primo tempo la palla andava lenta tornavamo sempre indietro. Quando siamo andati avanti siamo stati anche pericolosi quando giochi contro squadre che sanno chiudersi bene se palleggi lento e non fai le preventive inizi a prendere contropiedi, perdere fiducia e campo.

Nel secondo tempo siamo andati più forte, abbiamo fatto un buon secondo tempo anche se la fortuna non è girata. Nella ripresa abbiamo preso un gol che avrebbe ammazzato chiunque, invece la reazione è stata positiva. A volte non fai fallo perché vinci il duello che è l’obiettivo. I ragazzi hanno fatto un grande sforzo e una buona reazione”.

(Non solo) su Dybala

Dybala? Non sono soddisfatto della partita di nessuno. Non è un discorso del tridente. Questi giocatori possono fare di più. Dovevamo e potevamo vincere. Dovevamo fare meglio nei singoli e come squadra. Dovbyk va servito nello spazio e tolta la pressione in mezzo all’area.

Altrimenti per lui è difficile trovare gli spazi giusti. Negli ultimi metri spesso tiene palla ed anche oggi lo ha fatto. Va fatto meglio sia la formazione che altre cose.

Nella ripresa eravamo disperati e sul 2-0 siamo andati al massimo per cercare di recuperare. Shomurodov è uno che si allena bene. A me serve gente così che in partita dimostra di poter andare a questa velocità”.

Sui fischi dell’Olimpico

Per me è sbagliato fischiare i giocatori, servirebbe un supporto. Parlo anche di quelli a Zalewski appena entrato. Conosco questa città e se le cose non vanno benissimo verranno fischiati i giocatori e lo faranno anche con me. Lui si impegna ed ha quel motore di cui abbiamo bisogno. Ha grandi potenzialità ma va aiutato e non fischiato“.

Sul calciomercato

“Come numeri siamo messi bene, siamo tanti. Vediamo quello che succederà, tutti gli allenatori hanno bisogno di qualcosa. Avevamo le idee chiare, ora ci siamo resettati, avremo le idee chiare. Non mi serve un centrocampista ‘fisico’, l’allenatore poi deve trasformarlo.

Puoi insegnare a un giocatore fisico a giocare a calcio? Uno che ha il fisico non puoi farlo andare veloce. Mi piacciono giocatori tecnici, ma mi sto trasformando in uno a cui piacciono i giocatori fisici, il calcio va in quella direzione”.

Che stia alludendo a Koné?

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I Friedkin esonerano De Rossi: diplomazia vs strategia

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Roma, De Rossi

 De Rossi, ormai ex CT della Roma, ieri é stato ufficialmente “sollevato dal suo incarico”: annuncio shock che arriva ieri mattina dopo solo 4 giornate in campo.

Ieri mattina il club dei Friedkin ha lasciato Roma sotto shock gelando i tifosi della Magica con una doccia fredda che nessuno si aspettava ovvero l’esonero di Daniele De Rossi dal suo incarico di allenatore.

Secondo il portavoce del club giallorosso “Trigoria sarà sempre casa sua ma serve un cambio”. Prosegue: “La decisione del club è adottata nell’interesse della squadra, per poter riprendere prontamente il percorso auspicato, in un momento in cui la stagione è ancora al suo inizio”.

De Rossi

DANIELE DE ROSSI SALUTA I TIFOSI DELLA ROMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Quali sono le vere ragioni dell’esonero di De Rossi?

Una dichiarazione secca e fredda quella del club romanista che apparentemente ci fornisce anche una spiegazione razionale alla scelta adottata, ma siamo sicuri che ci spieghi davvero le motivazioni che ne sono alla base?

Il fatto che la decisione finale sia stata presa proprio ieri mattina subito dopo che i Friedkin fossero a Roma intanto ci dice che un loro input possa aver giocato, e non poco, in questo cambio di rotta improvviso. Sempre loro, tra l’altro, lo scorso gennaio, avevano sollevato anche José Mourinho dal suo incarico.

Ed anche se la motivazione fornita é stata quella della ripresa del percorso auspicatopare comunque molto strano voler interrompere così bruscamente un nuovo inizio che, seppur a ritmo di diesel, aveva portato la Roma a 3 punti, con tante occasioni di goal, in un campionato in cui per adesso nessuno ha davvero brillato.

Secondo la maggior parte dei commentatori radio e dei podcast trasmessi ieri infatti, i risultati di inizio stagione da soli non possono giustificare questa scelta.

Una delle ipotesi mosse é la volontà di far qualificare a tutti i costi la Roma in Champions League. Qualifica mancata per la Roma, lo ricordiamo, dalla stagione 2018/19: proprio quella in cui De Rossi era in campo.

Questa corsa ai primi posti in classifica comunque oggi é ancora più difficile con un’Inter campione d’Italia, un Napoli sotto la guida di Conte e un’Atalanta vincitrice di Europe League.

Ma anche in quest’ottica, e quindi nella volontà di rispettare le scadenze di un progetto, non avrebbe senso esonerare un allenatore che aveva appena iniziato un percorso insieme alla Roma. Teniamo anche presente che molti giocatori sono entrati a fine mercato ed il lavoro con loro era davvero appena iniziato.

Secondo molti qui sono entrate in gioco anche dinamiche legate alla diplomazia, ovvero la comunicazione di De Rossi che spesso non piaceva alla società perché troppo diretta. A questa si è aggiunto un mercato che De Rossi voleva e che non é stato accontentato e, infine, il caso Dybala che ha deciso di rimanere alla Roma all’ultimo secondo. La panchina quindi alla fine appare solo come la punta dell’iceberg di qualcosa di più profondo su cui bisogna riaggiustare il tiro.

L’ira dei tifosi

Di certo la tifoseria romanista ha già scelto chi appoggiare. Questo si evince dai tantissimi post pubblicati ieri sui social da utenti e canali e dai commenti mandati in onda da numerose trasmissioni radiofoniche che definivano la Roma “una società di incompetenti” o ancora “un club ridicolo”.

Non piace quindi la gestione della “questione De Rossi” ai romanisti forse anche perché lui, cresciuto con la Roma e che ha portato la Roma a tanti risultati, era la garanzia che, nonostante una gestione nuova, il cuore romanista continuava a battere.

E, infatti, proprio sotto casa di De Rossi ieri una piccola folla ha deciso di sostenere l’ex CT con un cartellone che recitava così: “Basta giocare con i nostri sentimenti e i nostri simboli”. Mentre a Trigoria sono già apparsi i primi striscioni contro la società giallorossa che non lasciano davvero spazio all’interpretazione: “Yankee go home”.

Ci si chiede quindi, in questo clima già teso cosa prepara la tifoseria romista per il match Roma-Udinese che si terrà questa domenica sera allo Stadio Olimpico a Roma. Sarà il primo match con il nuovo allenatore Juric e le contestazioni nei confronti della società non mancheranno.

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Lazio, contro la Fiorentina va dentro un ex

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Lazio, in occasione della prossima sfida contro la Fiorentina potrebbe scendere in campo un ex viola, approfittando dell’indisponibilità di Castellanos.

Castrovilli si prepara per la prima titolarità con la Lazio, dopo aver giocato uno spezzone contro l’Hellas Verona e pochi minuti all’esordio con il Venezia.

L’infortunio di Castellanos apre una possibilità a centrocampo, e Castrovilli spera di convincere Baroni a dargli una maglia da titolare per la sfida contro la sua ex squadra, la Fiorentina.

Sarebbe un ritorno simbolico, dopo cinque stagioni in viola e un grave infortunio al ginocchio che ha segnato la sua carriera.

Ora, con tre trasferte consecutive in programma per i biancocelesti, compresa quella di Firenze, Baroni potrebbe puntare su di lui per le rotazioni.

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Serie A

Milan, la panchina traballa sempre più: le ultime

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Milan, Fonseca

Al Milan, la permanenza di Paulo Fonseca appare più incerta di ora in ora: ecco cosa filtra dal club rossonero e quale sarà il fattore decisivo.

I segni della crisi sono tanti: tra gli altri, un incontro tra il tecnico portoghese e il Milan riportato dall’insider turco di calciomercato Ekrem Konur su X.

Mentre l’ex Pioli si avvia verso l’Arabia Saudita, pronto a essere pagato 12 milioni di euro a stagione per tre anni per prestare i propri servigi all’Al-Nassr, si fa bollente la questione della panchina rossonera.

L’inizio di stagione è stato ben al di sotto alle aspettative, così come la prima sfida di Champions League contro il Liverpool, la miccia che ha innescato l’incendio.

Nel vertice che si sarebbe tenuto questa notte per decidere del destino del tecnico, come riportato anche da Tuttosport, si sarebbe raggiunta una conclusione: il derby di domenica contro l’Inter sarà decisivo.

L’esonero avrebbe un sapore decisamente amaro, a differenza dei pastel de nata promessi da Fonseca nel caso della vittoria (mancata) contro i Reds.

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