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Milan, un paradosso chiamato Luka Jovic: le colpe della dirigenza
Milan, la gestione dell’attaccante serbo la consideriamo un vero e proprio paradosso. Svisceriamo qui di seguito alcune nostre considerazioni in merito.
Luka Jovic è arrivato al Milan un anno fa, allo scoccare del gong finale del mercato estivo. Un attaccante che si doveva ritrovare, fuori condizione e scarico a livello mentale. Ebbene, durante l’ultima stagione è stato in grado di segnare 9 reti e confezionare 1 assist senza praticamente quasi mai giocare da titolare.
Le caratteristiche del giocatore le conosciamo tutti, non è una vera e propria prima punta e la dirigenza ovviamente lo sapeva benissimo prima di rinnovargli il contratto per un anno e mettendogli sulle spalle la maglia numero nove, non una qualsiasi.
Sappiamo tuttavia anche un’altra cosa, Jovic non ha mai goduto della fiducia della dirigenza. E allora perché rinnovargli il contratto? Ben sapendo che nel modulo 4-2-3-1 serve una punta centrale non adattata? E perché valorizzarlo con la maglia numero nove?
In queste ultime ore di mercato si sta cercando di piazzare altrove il giocatore per fare spazio ad una vera prima punta: Tammy Abraham. Un comportamento che a noi lascia perplessi, non tanto per l’acquisto dell’attaccante inglese, quanto per la gestione del classe ’97 serbo.
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Compleanno Del Piero, Totti: “Eravamo più complici che rivali”
Il “Pinturicchio” compie 50 anni e l’Italia celebra una delle ultime icone del numero dieci. Nel giorno del compleanno di Alessandro, Francesco Totti racconta a “La Repubblica” l’amicizia nata tra due campioni, divisi per squadra e bandiera, ma uniti dalla maglia azzurra.
Alessandro Del Piero e Francesco Totti, due nomi che hanno segnato un’epoca del calcio italiano, rappresentano l’essenza di un dualismo unico, che andava oltre il campo e che ha simboleggiato le diverse anime dell’Italia sportiva. Oggi, Del Piero compie 50 anni e, in occasione del suo compleanno, Francesco Totti ha voluto rilasciare una lunga intervista a La Repubblica, rievocando i momenti che li hanno visti protagonisti insieme e raccontando come è nata la loro amicizia.
Gli auguri di Totti a Del Piero
A seguire le parole di Totti rilasciate a La Repubblica
Totti, le fa effetto pensare che Alessandro Del Piero, il suo amico, stia festeggiando adesso i suoi cinquant’anni?”
Sembra difficile da credere. Cinquanta anni. Mi pare ieri che eravamo due ragazzi di diciotto, vent’anni. Distanti eh: lui vinceva gli scudetti, giocava la Coppa Campioni. Io… be’, io ci ho messo un po’ di più. Però ci guardavamo, ci studiavamo, forse ci cercavamo anche, già da ragazzini”.
Dica la verità. Ma lei e Del Piero, così simili, così talentuosi, spesso in ballo per lo stesso posto in Nazionale, non siete mai stati rivali?
“Rivalità? Forse, all’inizio. Lui lo ha detto bene una volta: eravamo più complici, che rivali. Poi c’era a chi avrebbe fatto comodo che fossimo rivali: lui rappresentava la Juventus, io quasi il suo opposto, la Roma e Roma a qualcuno non piace e non è mai piaciuta. Ma noi in questo gioco non siamo mai caduti, anzi. Ci rispettavamo proprio perché capivamo l’uno il ruolo dell’altro. Le responsabilità di rappresentare qualcosa che andava oltre la singola squadra”.
Lei debuttò in Nazionale proprio subentrando ad Alex, Italia-Svizzera 2-0 del 1998.
“Sì, all’esordio sono entrato al posto suo e al momento del cambio mi ha strizzato l’occhio: credo da quel gesto sia iniziata a nascere la nostra sintonia”.
Da lì alla finale di Berlino con la coppa.
“Sì, il Mondiale è stato la chiusura del cerchio. Perché se agli Europei del Duemila eravamo quasi alternativi, in Germania eravamo complementari. E forse lo siamo anche caratterialmente: lui più riservato, io più espansivo. Ma siamo sempre andati d’accordo, anche per questo forse”.
Lo ha un ricordo particolare, un aneddoto, su quella finale?
“Prima della finale eravamo tutti svegli, non riuscivamo a dormire. Lui a un certo punto, saranno state le due, ci fa: “Vabbè, io sono abituato alle finali, vado a dormire…”. Gli abbiamo detto di tutto, ma qui c’è tutto Alessandro. Un grandissimo cinquantenne”.
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Milan, il parere di Franco Ordine:” Fonseca è un kamikaze travestito da sognatore”
Milan, nonostante certe scelte da parte di Fonseca, soprattutto quelle coraggiose, si siano rivelate vincenti, il noto giornalista sportivo non le manda di certo a dire.
Le scelte di Fonseca hanno fatto discutere la quasi totalità dei tifosi rossoneri, tuttavia nei post partita gli animi si sono messi tutti d’accordo, come dopo la gara contro il Real Madrid.
Il giornalista Franco Ordine vuole invece dire la sua in merito ad alcune scelte del tecnico, non ultima quella di far giocare Francesco Camarda oggi pomeriggio contro il Cagliari.
Le sue parole:” Paulo Fonseca deve essere un kamikaze travestito da sognatore per come affronta le curve a gomito della sua stagione firmando scelte impegnative e molto contestate, tipo quella del derby col 4-2-4, oppure quella della notte magica di Madrid con il 5-2-3 che nessuno si aspettava”
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Del piero compie 50 anni: tanti auguri al mito bianconero
Alessandro Del Piero, a simbolo di longevità e grandezza nel calcio, celebra 50 anni, ricordando ai tifosi i suoi momenti più memorabili.
Dal suo primo gol in Serie A nel 1993, passando per il celebre tiro “a giro” in Champions contro il Dortmund e la Coppa Intercontinentale del 1996, fino alla rete decisiva contro la Germania nel Mondiale del 2006, Del Piero ha ispirato generazioni.
Tra infortuni gravi come quello del 1998 e la standing ovation al Bernabeu nel 2008, ha incarnato lo spirito della Juventus con la maglia numero 10.
Vogliamo ricordare due compleanni emblematici della sua carriera.
Due compleanni totalmente diversi, due facce della medaglia della vita.
Nel 1998, appena prima di compiere 24 anni, subisce un grave infortunio al ginocchio, con una riabilitazione lunga 9 mesi.
Dieci anni dopo, ormai leggendario, Del Piero vive una settimana perfetta nel 2008: segna contro la Roma, riceve una standing ovation al Bernabeu per una doppietta contro il Real Madrid e festeggia i suoi 34 anni con una punizione magistrale contro il Chievo, segnando ancora una volta la storia della Juventus.
Alcuni numeri da ricordare:
E’ stato soprannominato “Pinturicchio” da Gianni Agnelli per il suo talento artistico in campo. Capitano della Juventus dal 2001 al 2012, ha segnato 290 gol in 705 partite per il club, e 359 reti complessive tra club e Nazionale. Ha vinto il Mondiale 2006 con l’Italia ed è entrato nella Hall of Fame del calcio italiano nel 2017.
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