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Rassegna stampa: i quotidiani del 3 settembre
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Azzi (DAZN): «Pirateria fenomeno di costume: sembra normale ma non lo è. Va combattuta»
Durante il Forbes Sport & Innovation Forum, tenutosi a Milano la sera precedente, il CEO di DAZN Italia, Stefano Azzi, ha affrontato una serie di temi rilevanti per il futuro della piattaforma e per l’industria dello sport in generale.
Azzi ha parlato di innovazione e delle nuove tecnologie che DAZN sta implementando per migliorare l’esperienza dell’utente, con particolare attenzione alla qualità dello streaming e alla personalizzazione dei contenuti.
Uno degli argomenti centrali del suo intervento è stato il problema della pirateria, un tema critico per le piattaforme di streaming sportive.
Di seguito le sue parole.
“L’Italia sta diventando un paese digitale? La risposta è sì, non lo dico io ma lo dicono i numeri – ha dichiarato Azzi –. Se consideriamo la crescita in termini di digitalizzazione si vede. Approfondendo le ricerche c’è un dato di streaming che qualche anno fa si diceva sarà il futuro mentre oggi è passato sostanzialmente da un 40-45% a quasi il doppio cioè un 75% di utilizzo. Quindi il contributo dello sport in streaming è estremamente rilevante ai termini di crescita.
Quindi quello che lo sport ha dato alla digitalizzazione, la diffusione della cultura digitale è elevatissima.
Faccio due esempi: sulla fibra ad esempio si è passati da una copertura tecnica a una domanda e un utilizzo, tant’è che oggi in molti non farebbero a meno della fibra. S parla di 34 milioni di persone interessate al calcio, quindi lo sport muove.
Questo tipo di attenzione ha fatto da apripista cambiando il modo di fruire il calcio e lo sport in generale un po’ in tutta Italia.
Il futuro passa da quattro aspetti, a partire dal calcio giocato. Quello che noi facciamo è pacchettizzare, produrre, aggregare e distribuire quell’insieme di emozioni che il calcio dà . Poi c’è un percorso di innovazione e tecnologia che serve a fermare un elemento che danneggia tutto il sistema, cioè la pirateria. C’è un popolo di sportivi invisibile che usufruisce in maniera illegale di tutto quello che viene invece fatto da squadre, da club e da tutto quello che ruota intorno allo sport. Un movimento che va fermato anche con l’innovazione tecnologica.
Non è solo una battaglia di carattere legale ma anche una battaglia di carattere tecnologico e culturale, non per chi non se lo può permettere e magari si rivolge alla modalità non legittima, ma è diventato anche un fenomeno di costume come se fosse normale, ma non lo è. Quindi l’innovazione anche su quello aiuterà .
Tutta la parte sportiva deve vivere con una serie di innovazioni che fanno entrare e tifosi in campo, come le bodycam. Quindi do quella prospettiva in soggettiva che prende un’udienza diversa e più giovane e che è abituata al videogioco. Poi c’è un’innovazione di carattere tecnico per l’interazione con i tifosi, visto quanti seguono le partite con un secondo schermo. Ma c’è anche il tema dell’innovazione che porta alla monetizzazione.
L’ultimo elemento per il futuro è la riduzione di un gap, di una parità che ci deve essere ovviamente anche nel mondo dello sport. Per me è una parità di visibilità . Noi investiamo soprattutto nel calcio femminile come principale investitore al mondo sia della Champions che di tutte le vite domestiche tra cui anche la Serie A per dare quella visibilità massima anche appunto al calcio femminile, e quindi ridurre il gap di visibilità ”.
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Scandalo ultras, no alle penalizzazioni: ecco le prospettive
Lo scandalo ultras che coinvolge le tifoserie di Inter e Milan e ha portato all’apertura di un’inchiesta, al momento, non causerà penalizzazioni.
Possono tirare un sospiro di sollievo i club coinvolti nello scandalo ultras emerso nell’ultima settimana: Inter e Milan non subiranno penalizzazioni, perlomeno in questa fase iniziale. L’ipotesi più probabile è quella di ricevere semplici sanzioni economiche.
Gli ambiti in gioco sono due: la giustizia ordinaria e quella sportiva, che ha tempi più rapidi. Attualmente, il procuratore federale Chiné ha chiesto la documentazione necessaria per verificare se ci siano comportamenti rilevanti per le norme sportive.
Secondo l’articolo 25 del Codice di Giustizia Sportiva, alle società è vietato finanziare o sostenere gruppi di tifosi organizzati, con multe tra 10.000 e 50.000 euro in caso di violazione. Ai tesserati, invece, è vietato avere rapporti con gruppi non convenzionati, pena sanzioni di 20.000 euro.
Per i due club milanesi si prevede una multa, analogamente a quanto avvenuto con la Juventus nel 2017, che fu sanzionata per 600.000 euro e subì la chiusura della Curva Sud all’Allianz Stadium per un turno, mentre il presidente Andrea Agnelli ricevette una multa dell’importo di 100.000 euro e nessuna inibizione.
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Calabria, una situazione che diventa spinosa: il Galatasaray ci prova
Calabria, da mesi ormai scriviamo di una situazione del tutto complessa per quanto riguarda il terzino destro rossonero. Vediamo qui di seguito lo stato dell’arte.
Musi lunghi a Milanello da parte di Davide Calabria. Il capitano rossonero sarebbe disponibile a prolungare il proprio contratto in scadenza a giugno 2025 chiedendo un minimo aumento. Il Milan invece sembra non sentirci e in maniera probabilmente inelegante, continua a fare orecchie da mercante.
Il tutto non fa altro che portare la situazione all’esasperazione. Difficile quindi il rinnovo per il capitano il quale tramite i suoi agenti sta iniziando a guardarsi intorno. Ad oggi l’unica squadra in pressing su di lui è il Galatasaray.
I turchi ci avevano già provato in estate e siamo certi ci proveranno a gennaio quando la dirigenza rossonera si troverebbe obbligata a venderlo per racimolare qualche milione di euro, altrimenti perso in estate. L’ipotesi di una sua cessione a gennaio è quindi concreta.
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