Serie A
Lazio-Hellas Verona: sarà sfida degli ex all’Olimpico
L’ultima gara di questa 4° giornata di Serie A andrà in scena all’Olimpico. Lazio–Hellas Verona sarà una sfida dai tanti volti, vecchi e nuovi.
I biancocelesti sono partiti a rilento mentre gli uomini di Zanetti contano le stesse vittorie di Inter e Juventus. Sfida nella sfida per alcuni interpreti dei padroni di casa.
Lazio-Hellas Verona, la sfida degli ex: che partita sarà?
Il nuovo allenatore Marco Baroni sta cercando di mettere mano alla mentalità tattica dei giocatori per trasferire al meglio la sua idea di calcio. Si può dire che il posto sulla panchina biancoceleste derivi proprio dalla scorsa stagione, passa in riva all’Adige.
Nonostante la salvezza raggiunta alla penultima giornata, in quel di Salerno, già nelle gare precedenti si era notato che l’Hellas fosse la squadra più avanti delle altre.
L’arrivo di Noslin a Formello ne è la dimostrazione. Oltre 15 milioni di euro investiti per permettere al mister Baroni di calarsi ancora più velocemente nella nuova realtà.
Sarà un match decisamente interessante su vari fronti: a partire dallo schema offensivo. Castellanos è pronto a caricarsi nuovamente la squadra sulle spalle e sarà supportato dall’ex Zaccagni, Tchaouna e il vincente del ballotaggio Dia–Dele Bashiru.
L’obiettivo è scardinare la solida difesa gialloblu composta da Coppola e Magnani. Occhio però a Daniliuc, arrivato durante l’ultima ora di mercato e decisamente adatto a sobbarcarsi questa responsabilità. Frese e soprattutto Tchatchoua agiranno sulle corsie esterne per mettere in difficoltà i mediani biancocelesti.
Guendouzi e Rovella partiranno dall’inizio ma è quasi certo l’ingresso a partita in corso di Vecino. Sarà altrettanto fondamentale arginare la qualità messa in mostra da Belahyane nella sfida contro il Genoa, con Duda al suo fianco. Nuno Tavares è pronto a battere ancora la fascia sinistra, tuttavia un cliente scomodo come Lazovic potrebbe limitarlo in alcune situazioni.
A destra confermato Lazzari che dovrà vedersela con tutta probabilità con Harroui e Suslov, capaci di intercambiarsi a vicenda. Romagnoli e Patric avranno il compito di marcare stretto uno tra Tengstedt e Mosquera ma non è escluso l’esordio di Sarr dal 1′ minuto.
In somma: Lazio-Hellas Verona è una partita dai tanti volti. Difficile dire chi la spunterà, tuttavia il pubblico dovrebbe rispondere presente, nonostante la polemica sul caro biglietti.
Serie A
Napoli, Sacchi esalta Conte: “Vive di calcio, può scrivere la storia”
In un’intervista rilasciata a Il Mattino, Arrigo Sacchi ha parlato di Antonio Conte e del Napoli, elogiando il tecnico e la sua capacità di rilanciare i club.
Anche uno dei più grandi allenatori della storia, Arrigo Sacchi, ha voluto dire la sua sul nuovo Napoli targato Antonio Conte, il cui arrivo sulla panchina azzurra ha arrivo sulla panchina ha portato nuova energia e determinazione nell’ambiente.
Sacchi, in un’intervista a Il Mattino, ha sottolineato quanto il tecnico leccese sia il profilo ideale per affrontare le sfide che attendono il Napoli, soprattutto dopo una stagione difficile come quella precedente: “Antonio condivide la mia stessa ossessione per il lavoro. Non è un caso se ai Mondiali del 1994 ho voluto con me proprio lui, uno dei pochi della Juventus. Anche lui non lascia nulla al caso: ha la stessa passione per il calcio e la stessa convinzione che solo il duro lavoro possa portare in alto”.
Sacchi: “Il Napoli può vincere lo scudetto con Conte”
Sacchi ha poi parlato della panchina partenopea, definendola un incarico affascinante ma impegnativo: “Allenare il Napoli è straordinario, perché il calore dei tifosi trasmette un’energia unica. Ho sempre ammirato la loro passione e competenza, anche da avversario. Dopo una stagione complessa come quella passata, serviva un cambiamento deciso, qualcuno che non facesse compromessi, proprio come facevo io. Serve poco parlare e tanto lavorare sul campo per superare i momenti difficili”.
Riguardo alle ambizioni tricolori del club azzurro, Sacchi ha confermato la capacità di Conte di puntare in alto: “Antonio è uno che ti fa vincere gli scudetti, è inutile girarci intorno. Possiede valori etici e morali di altissimo livello, ed è un allenatore che si dedica completamente al club per cui lavora, chiedendo lo stesso impegno alla società e alla squadra. Napoli non è diversa dal resto d’Italia: quando le cose vanno bene, tutti ti osannano, ma appena si verifica una difficoltà, le critiche non mancano mai”.
Serie A
I Friedkin esonerano De Rossi: diplomazia vs strategia
De Rossi, ormai ex CT della Roma, ieri é stato ufficialmente “sollevato dal suo incarico”: annuncio shock che arriva ieri mattina dopo solo 4 giornate in campo.
Ieri mattina il club dei Friedkin ha lasciato Roma sotto shock gelando i tifosi della Magica con una doccia fredda che nessuno si aspettava ovvero l’esonero di Daniele De Rossi dal suo incarico di allenatore.
Secondo il portavoce del club giallorosso “Trigoria sarà sempre casa sua ma serve un cambio”. Prosegue: “La decisione del club è adottata nell’interesse della squadra, per poter riprendere prontamente il percorso auspicato, in un momento in cui la stagione è ancora al suo inizio”.
Quali sono le vere ragioni dell’esonero di De Rossi?
Una dichiarazione secca e fredda quella del club romanista che apparentemente ci fornisce anche una spiegazione razionale alla scelta adottata, ma siamo sicuri che ci spieghi davvero le motivazioni che ne sono alla base?
Il fatto che la decisione finale sia stata presa proprio ieri mattina subito dopo che i Friedkin fossero a Roma intanto ci dice che un loro input possa aver giocato, e non poco, in questo cambio di rotta improvviso. Sempre loro, tra l’altro, lo scorso gennaio, avevano sollevato anche José Mourinho dal suo incarico.
Ed anche se la motivazione fornita é stata quella della “ripresa del percorso auspicato” pare comunque molto strano voler interrompere così bruscamente un nuovo inizio che, seppur a ritmo di diesel, aveva portato la Roma a 3 punti, con tante occasioni di goal, in un campionato in cui per adesso nessuno ha davvero brillato.
Secondo la maggior parte dei commentatori radio e dei podcast trasmessi ieri infatti, i risultati di inizio stagione da soli non possono giustificare questa scelta.
Una delle ipotesi mosse é la volontà di far qualificare a tutti i costi la Roma in Champions League. Qualifica mancata per la Roma, lo ricordiamo, dalla stagione 2018/19: proprio quella in cui De Rossi era in campo.
Questa corsa ai primi posti in classifica comunque oggi é ancora più difficile con un’Inter campione d’Italia, un Napoli sotto la guida di Conte e un’Atalanta vincitrice di Europe League.
Ma anche in quest’ottica, e quindi nella volontà di rispettare le scadenze di un progetto, non avrebbe senso esonerare un allenatore che aveva appena iniziato un percorso insieme alla Roma. Teniamo anche presente che molti giocatori sono entrati a fine mercato ed il lavoro con loro era davvero appena iniziato.
Secondo molti qui sono entrate in gioco anche dinamiche legate alla diplomazia, ovvero la comunicazione di De Rossi che spesso non piaceva alla società perché troppo diretta. A questa si è aggiunto un mercato che De Rossi voleva e che non é stato accontentato e, infine, il caso Dybala che ha deciso di rimanere alla Roma all’ultimo secondo. La panchina quindi alla fine appare solo come la punta dell’iceberg di qualcosa di più profondo su cui bisogna riaggiustare il tiro.
L’ira dei tifosi
Di certo la tifoseria romanista ha già scelto chi appoggiare. Questo si evince dai tantissimi post pubblicati ieri sui social da utenti e canali e dai commenti mandati in onda da numerose trasmissioni radiofoniche che definivano la Roma “una società di incompetenti” o ancora “un club ridicolo”.
Non piace quindi la gestione della “questione De Rossi” ai romanisti forse anche perché lui, cresciuto con la Roma e che ha portato la Roma a tanti risultati, era la garanzia che, nonostante una gestione nuova, il cuore romanista continuava a battere.
E, infatti, proprio sotto casa di De Rossi ieri una piccola folla ha deciso di sostenere l’ex CT con un cartellone che recitava così: “Basta giocare con i nostri sentimenti e i nostri simboli”. Mentre a Trigoria sono già apparsi i primi striscioni contro la società giallorossa che non lasciano davvero spazio all’interpretazione: “Yankee go home”.
Ci si chiede quindi, in questo clima già teso cosa prepara la tifoseria romista per il match Roma-Udinese che si terrà questa domenica sera allo Stadio Olimpico a Roma. Sarà il primo match con il nuovo allenatore Juric e le contestazioni nei confronti della società non mancheranno.
Serie A
Lazio, contro la Fiorentina va dentro un ex
Lazio, in occasione della prossima sfida contro la Fiorentina potrebbe scendere in campo un ex viola, approfittando dell’indisponibilità di Castellanos.
Castrovilli si prepara per la prima titolarità con la Lazio, dopo aver giocato uno spezzone contro l’Hellas Verona e pochi minuti all’esordio con il Venezia.
L’infortunio di Castellanos apre una possibilità a centrocampo, e Castrovilli spera di convincere Baroni a dargli una maglia da titolare per la sfida contro la sua ex squadra, la Fiorentina.
Sarebbe un ritorno simbolico, dopo cinque stagioni in viola e un grave infortunio al ginocchio che ha segnato la sua carriera.
Ora, con tre trasferte consecutive in programma per i biancocelesti, compresa quella di Firenze, Baroni potrebbe puntare su di lui per le rotazioni.
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