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Empoli, Gemmi: “Abbiamo raggiunto quasi tutti gli obiettivi di mercato e su mister D’Aversa…”

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Empoli

Il direttore sportivo dell’Empoli Roberto Gemmi ha rilasciato delle dichiarazioni in conferenza stampa, relative al mercato del club azzurro e non solo.

Empoli, le parole di Gemmi

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Di seguito le parole del nuovo DS dell’Empoli Roberto Gemmi, rilasciate in conferenza stampa e relative a diverse tematiche legato al club azzurro: tra cui il calciomercato e il nuovo mister del club toscano Roberto D’Aversa:

Avete portato a casa in entrata e in uscita quello che volevate? Il mercato è stato difficile visto che avete speso zero?

“Questo mercato è stato complicato e più si andrà avanti più lo sarà. Faccio molta fatica a capire perché dura così tanto, tutti siamo che è sbagliato ma non ci diamo il perché.

Abbiamo fatto un mercato con gli obiettivi che avevamo in testa io e il mister. Mi sento molto col mister, è nella logica, mi è stato molto d’aiuto anche perché ha più esperienza di me in questa categoria. Poi io penso più a quello che non sono riusciti a fare”.

Due operazioni se vogliamo opposte, Anjorin e De Sciglio. Come siete arrivati a questi due acquisti?

Anjorin lo avevo seguito, era un giocatore molto attenzionato. Abbiamo deciso di provare a fare questa operazione con un club molto importante per trovare la strada giusta per portarlo a Empoli in proprietà.

Ci siamo mossi grazie ai vari rapporti. Nei primi allenamenti mi ha impressionato ma ciò non mi condiziona, perché sul calcio d’agosto bisogna sempre avere calma, serve tempo. Su De Sciglio ci serviva un giocatore di esperienza, che potesse aiuatarci nello spogliatoio e che fosse disponibile a giocare in più ruoli”.

Cosa non siete riusciti a fare? Le cessioni invece come le giudica?

“Non c’è stata un’operazione che mi fa tenere il magone, hai mille idee, approfondisci e poi non prendi magari quel giocatore. Per quanto riguarda le uscite sono nate da richieste precise dei giocatori stessi di cambiare aria e abbiamo dato un valore all’operazione. Abbiamo cercato di sostituirli nella maniera più adeguata”.

Per lei è una novità la Serie A. Come è cominciata questa avventura?

“Era quello che avevo sempre voluto, ho grande entusiasmo, La filosofia del club non si allontana da quella degli altri club, ognuno ha il suo parametro. Siamo stati molto bravi nella quantità del lavoro prodotto, poi vedremo il rendimento”.

Avete fatto un mercato sostenibile?

“Il mercato dell’Empoli rispecchia quello delle altre squadre, non siamo in difficoltà. Altrimenti diamo un segnale travisante, abbiamo sempre investito e continueremo a farlo. Chiunque vuole vendere a cifre superiori, ma poi c’è da fare i conti col mercato. Sostenibilità c’è stata ma poi dirà il campo se avremo fatto la rosa giusta”.

Ritiene Vasquez una scommessa o una cosa di più? Com’è nata la maxi operazione col Torino?

“Per quanto riguarda Vasquez spero sia una intuizione, crediamo nel valore del giocatore, lo seguo da molto. Nella storia l’Empoli ha avuto portieri importanti, ci auguriamo che prenda la direzione degli ultimi portieri azzurri.

L’operazione col Torino nasce dall’esigenza di coprire dei ruoli e dalla richiesta del Torino. Non avevamo intenzione di fare uscire Walukiewicz, ma se ti chiama il Torino non puoi dire di no”.

Negli ultimi anni anche le big hanno avuto meno possibilità economiche. Davvero è così?

“Questo è molto giusto, è evidente che il calcio sta mercato e con esso il calciomercato. Chi per primo capisce in che direzione va può avere dei vantaggi. Sostenibilità è un valore giusto, c’è stato un quinquennio dove in generale si è andati fuori giri e ora stiamo tornando alla normalità.

Qualche ritocchino ai regolamenti andrebbe fatto, ma questa non è la sede giusta. L’Empoli non fa nulla di diverso, le big fanno investimenti sui giovani ma questo succede già da anni in tante nazioni”.

Avete dovuto resistere a molte tentazioni?

Fazzini ha avuto mercato, c’è stato molto più di un sondaggio, ma col presidente abbiamo deciso di tenerlo. Lo inserisco tra gli acquisti, Empoli è la situazione migliore per lui per migliorare”.

Di quanto è stato abbassato il monte ingaggi?

“In realtà nessuno mi ha chiesto di abbassare il monte ingaggi. Mi hanno dato un budget e io l’ho rispettato. Altrimenti finiamo negli alibi, non vorrei fare riferimenti allo scorso anno”.

Come valuta l’addio di Caputo? Si è assistito a un ringiovanimento del reparto offensivo.

“Colgo l’occasione di ringraziarlo per la professionalità, ci ha dato una grossa mano nello spogliatoio. Relazionandomi con lui gli ho detto quanti attaccanti avrei voluto prendere, sapeva che avrebbe condiviso numericamente il reparto offensivo. Lui si sente protagonista e lo può fare, fisiologicamente abbiamo deciso di risolvere il contratto.

Credo che nel calcio non esistano giocatori giovani o meno giovani, ma quelli bravi e meno bravi. Dobbiamo avere più coraggio, altrimenti non usciamo dalla gabbia del risultato. All’estero questa cultura c’è, sono i numeri che fanno la differenza se l’attacco riesce a essere proficuo. L’età non condiziona”.

Serie A

Lazio, Castellanos: l’esito degli esami e quando rientra

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Lazio, Castellanos

Castellanos lavora con lo staff medico, dopo l’infortunio rimediato contro il Verona. Gli esami hanno rilevato un problema agli adduttori della coscia sinistra.

Il Taty Castellanos, nell’ultima partita di campionato contro il Verona, ha lasciato il campo a causa di un problema alla coscia sinistra. Gli esami strumentali hanno individuato un affaticamento agli adduttori della gamba del calciatore. I tempi di recupero sono ancora da definire: per questo il bomber biancoceleste sarà monitorato giorno per giorno. La società e tifosi della Lazio attendono con ansia il ritorno del loro attaccante.

Indice

L’inizio di Castellanos

L’attaccante argentino la scorsa stagione aveva fornito delle prestazioni piuttosto deludenti, collezionando solamente 4 gol in Serie A. Quest’anno, invece, ha iniziato il campionato con un piglio nettamente differente. Infatti, nelle prime 4 giornate ha già messo a referto 3 reti: ad un passo dall’eguagliare l’annata precedente.

Grazie a queste sue prestazioni non ha solo convinto la tifoseria biancoceleste ma anche il CT dell’Argentina Lionel Scaloni, che lo ha convocato per la partita con la Colombia dello scorso 10 Settembre.

Castellanos

VALENTIN CASTELLANOS PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Castellanos come sostituto di Immobile

Ciro Immobile ha dato il suo addio alla Lazio dopo 8 anni nell’ultima sessione di mercato, in direzione Besiktas. C’erano dubbi sul fatto che Castellanos potesse sostituire fin da subito il suo ex capitano nel ruolo di centroavanti, visto soprattutto l’andamento della scorsa stagione.

Per il momento l’argentino ha rispettato e addirittura superato le aspettative che c’erano sulla sua figura. I tempi dell’infortunio ancora non sono noti, ma il bomber della Lazio scalpita per tornare a far gioire i suoi tifosi.

Quanti gol può fare il Taty

Castellanos vuole conquistare la fiducia del CT della sua nazionale, per provare a strappare una candidatura in vista del Mondiale del 2026. Questa stagione sarà per lui fondamentale. Ha l’opportunità di giocare in una grande squadra, nella quale è messo al centro del progetto. In zona gol l’obiettivo iniziale è quello della doppia cifra, sperando di poter fare di più arrivando ad una quota intorno alle 15 reti.

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Serie A

Lazio, Luis Alberto al vetriolo: “Sarei rimasto a vita, ma il clima lì è marcio. Su Tare e Inzaghi…”

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Luis Alberto ha rilasciato un’intervista esclusiva a “Cronache di Spogliatoio”, in cui ha ripercorso i motivi del suo addio alla Lazio.

Luis Alberto e la Lazio, quantomeno nei panni della società biancoceleste, non si sono lasciati benissimo. A dimostrazione di tale assunto l’acredine con la quale il centrocampista spagnolo parla quando ne ha occasione.

Lazio, le parole di Luis Alberto

In un’intervista concessa a “Cronache di Spogliatoio, il calciatore iberico ha ripercorso le orme del suo ciclo in biancoceleste ed è tornato sui motivi che lo hanno portato alla decisione di lasciare la Capitale.

Di seguito, le sue parole.

Non sarei mai andato via dalla Lazio. Sarei rimasto a vita… Perché sono andato via? Ditemi uno che è uscito bene dalla Lazio. Fanno così: guardate ora proprio Cataldi… era lì fin da piccolo. È un peccato perché poi vedi altre squadre che si comportano diversamente: almeno ti fanno fare un saluto o una conferenza stampa. Radu, ma anche con Lulic e Milinkovic-Savic, a nessuno di loro è stato concesso. Tutti escono male perché non parlano in faccia, è un peccato. La Lazio è una società speciale, però non per le persone che ci sono dentro, ma per quello che c’è fuori, che è una roba pazzesca. Ho tanti amici tifosi, auando parli con loro è tutto. C’è gente che lo mette davanti alla famiglia. Noi eravamo felici dentro perché c’erano Inzaghi e Tare. Con Igli ho litigato mille volte, ma sapevamo che eravamo due persone giuste e trovavamo la ragione. Dopo quel periodo è finito tutto. Quella è stata la differenza, anche quando è andato via Sarri, era finito il ciclo. Avevo appena rinnovato, per me l’idea era restare a vita. Non mi andava però di rimanere in un posto in cui non vedevo niente di pulito. Non sono mai stato zitto. Era il momento di andarmene e stare più tranquillo calcisticamente”.

Luis Alberto Lazio

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Serie A

Roma, Sabatini duro: “Friedkin in delirio di onnipotenza. Come si può esonerare De Rossi?”

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Roma

Walter Sabatini, ex-dirigente della Roma, ha commentato con un duro post su Instagram la decisione dei Friedkin di esonerare De Rossi.

L’ex-direttore sportivo giallorosso, che già aveva modo di commentare la situazione di De Rossi alla Roma in un’intervista a Radio Serie A, si è espresso in maniera lapidaria sull’esonero dell’ex-bandiera romanista.

Roma, le parole di Sabatini su De Rossi

Di seguito le parole dell’ex-dirigente giallorosso.

Sono amareggiato. Anni fa un notabile dell’ambiente disse una cosa sottoscrivibile: il calcio è un gioco stupido per persone intelligenti. Oggi vale solo il primo presupposto ed è inutile aspettarsi che ci si possa essere accorti dei miglioramenti di una squadra sperimentale. E’ altrettanto inutile aspettarsi che si rendano conto di dover acquisire cultura calcistica e generale, assumendo, con pieni poteri, profili come Boban e Maldini, che tre anni fa, insieme a Massara, hanno dato vita alla rifondazione del Milan: che ha portato allo scudetto in pochissimo tempo. Ma De Rossi licenziato no, non si può fare: qualcuno sta vivendo in un delirio di onnipotenza“.

Roma

DANIELE DE ROSSI SALUTA I TIFOSI DELLA ROMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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