Serie A
Lazio, Fabiani: “Per Folorunsho non c’era l’accordo e su Provedel…”
Il DS della Lazio, Angelo Fabiani, ha parlato in conferenza stampa in merito a diverse tematiche legate al mercato del club biancoceleste e non solo.
Lazio, le parole di Fabiani
Di seguito le parole del DS della Lazio Angelo Fabiani, rilasciate in conferenza stampa e relative ad alcune tematiche legate al mercato del club biancoceleste, che si è da poco concluso, ma non solo:
CATALDI E FOLORUNSHO
“Esistono due tipi di calcio, quello sul campo e quello mediatico. Bisogna decidere a cosa andare dietro, assumendoci le responsabilità . Io me le prendo in prima persona e vado dietro alle logiche di gioco, pur capendo alcune motivazioni, impressioni e sensazioni dall’esterno, più o meno giustificate e che a volte danno degli spunti.
Ma non ci si può complicare la vita. La questione Cataldi è nata in fretta e furia. Il suo agente mi ha chiamato a due giorni dalla fine del mercato, chiedendomi la posizione del club in caso una squadra lo avesse voluto. Ne ho parlato in società e ci siamo detto che se avesse voluto sarebbe potuto andare tranquillamente. Dopo mezz’ora dalla comunicazione all’agente mi sono arrivati i documenti dalla Fiorentina.
Con Danilo, che è un ragazzo straordinario, ho avuto diversi colloqui in queste settimane e quello che ci siamo detti rimane tra noi. Cataldi è in prestito e quindi è ancora di proprietà della Lazio. Non ci sono problemi. Non è stato rimpiazzato con Folorunsho perché non ci sono state le condizioni per prenderlo in prestito con diritto di riscatto. Altri profili non ci convincevano a pieno.Se avremo fatto degli errori, gennaio è comunque alle porte”.
NESSUN PROBLEMA PROVEDEL
“Provedel non è mai stato messo in discussione. Ho parlato con Baroni e con i preparatori come con chiunque. Non è che ogni volta che parlo con qualcuno dello staff c’è per forza un problema.
Come responsabile anche dell’area tecnica seguo da vicino il campo. Io he sempre detto a tutti che bisogna avere pazienza perché partiamo con un nuovo ciclo. Abbiamo ringraziato tutti quelli che sono andati via per quello che hanno fatto.
Ora lo ribadisco, al netto delle critiche, delle simpatie o antipatie, l’unica cosa che chiedo a tutti, compresa la carta stampata, è di stare vicino ai ragazzi perché sono convinto che possano dare soddisfazioni alla società e ai tifosi”.
IMMOBILE
“Prima del ritiro di Auronzo mi aveva detto di sentirsi carico per questa stagione. Poi è arrivata la proposta importante del Besiktas e lui ha leggittimamente scelto di poter andare a fare questa nuova esperienza, facendo le proprie considerazioni. Noi, in virtù del grande rapporto che c’è stato con lui e la sua storia qui alla Lazio, lo abbiamo agevolato”.
GREENWOOD E CASTROVILLIÂ
“Avevamo offerto un totale di 24 milioni di sterline al club per Greenwood. Con gli agenti ci siamo sentiti più volte. Evidentemente il giocatore non aveva tutta questa voglia di venire alla Lazio. Abbiamo comunque ottimi giocatori, più un campione, che è Pedro.
Castrovilli lo abbiamo preso sapendo da cosa venisse, lo abbiamo valutato da cima a fondo con lo staff medico ed è integro e impiegabile al 100%. Abbiamo però valutato che fosse meglio, in accordo con Baroni e lo staff, che alla fine fosse comunque meglio non forzare la situazione.
E visto che qualcuno dovevamo metterlo fuori per forza la scelta, che il giocatore ha accettato senza alcun problema, è stata anche condivisa dallo stesso ragazzo”.
USCITE
“Mandare in prestito Basic pagandogli lo stipendio è un qualcosa che non ha ragione di esistere. Chi è rimasto e al momento è fuori rosa potrebbe essere inserito in lista laddove, facendo tutti gli scongiuri, ci fossero situazioni gravi da dover rimpiazzare per infortuni.
Se poi qualcuno in questi ultimi giorni presentasse offerte ragionevoli allora ne parleremo, ma certi sistemi ad oggi non è più possibile prenderli in considerazione”.
Serie A
Torino, Cairo aspetta offerte: spunta la pista saudita
Non si placano le voci su un possibile cambio di proprietà per il Torino. Intanto continua la contestazione dei tifosi nei confronti della società .
La situazione in casa Torino è sempre più tesa. La tifoseria prosegue nella contestazione aperta contro Urbano Cairo, considerato  il principale responsabile della crisi che sta travolgendo il club.
Sul campo, la squadra appare in caduta libera: dopo un avvio che aveva fatto sperare i tifosi in una stagione finalmente lontana dalla mediocrità , i granata hanno collezionato una sola vittoria nelle ultime nove gare. A complicare il quadro si aggiunge la questione dello stadio: la concessione è in scadenza e non sembra esserci margine per un rinnovo.
Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, nelle ultime ore si sono diffuse indiscrezioni su un possibile interesse da parte di investitori sauditi per l’acquisto del Torino. Al momento non ci sarebbero trattative concrete, ma l’establishment saudita starebbe studiando il dossier granata, valutando la fattibilità dell’operazione.
Urbano Cairo, almeno pubblicamente, non ha mai dichiarato di voler vendere il club, ma pare che una proposta vicina ai 200 milioni di euro potrebbe farlo vacillare. Si vocifera, tuttavia, che le sue richieste per cedere il club si aggirino intorno ai 250 milioni.
Il progetto saudita e l’interesse per il Torino
L’interesse arabo si inserisce all’interno di una strategia più ampia che ha preso forma nell’estate del 2023, quando gli sceicchi hanno avviato una grande campagna di investimenti nel calcio europeo.
L’obiettivo, sostenuto dal progetto Vision 2030 del principe ereditario Mohammad bin Salman, è chiaro: utilizzare il calcio come veicolo per diversificare l’economia saudita e promuovere il Paese come meta turistica e polo di intrattenimento globale.
Con le risorse petrolifere in esaurimento, la classe dirigente ha puntato su ciò che potrebbe essere definito il prodotto interno sportivo: un ecosistema che coinvolge star come Cristiano Ronaldo, grandi eventi come il Mondiale 2034 e infrastrutture futuristiche come il nuovo stadio di Riyad.
Quando si muovono all’estero, lo fanno attraverso il fondo sovrano PIF (Public Investment Fund), come dimostra l’acquisto del Newcastle, trasformato in un avamposto strategico in Premier League. L’acquisizione di un club italiano come il Torino potrebbe rappresentare un’opportunità simile, anche se al momento non ci sono conferme ufficiali.
Cairo e i rapporti con gli investitori stranieri
Nel frattempo, Urbano Cairo continua a mantenere un basso profilo a Torino, facendo rare apparizioni in città . Da Milano, però, il presidente granata intrattiene rapporti con investitori di tutto il mondo, Arabia Saudita inclusa.
Non è la prima volta che emergono voci su una possibile cessione del Torino: in passato si era parlato di un interesse da parte di Red Bull, già sponsor del club. Tuttavia, lo stesso Cairo aveva prontamente smentito tali indiscrezioni.
La tensione resta alta, sia tra i tifosi che dentro le mura societarie. Il futuro del Torino sembra sempre più legato alla capacità di Cairo di trovare una via d’uscita che possa restituire serenità a un ambiente ormai esasperato.
Serie A
Tegola Inter: infortunio per Pavard, oggi gli esami
Il centrale dell’Inter Pavard è stato costretto a lasciare il campo nella sfida di Champions contro il Lipsia a causa di un problema muscolare. Oggi gli esami.
Nell’ennesima bella serata europea dell’Inter, riuscita a conquistare la vittoria e allo stesso tempo la vetta della classifica a 36 squadre, c’è però una nota negativa: l’infortunio di Benjamin Pavard.
Il nazionale francese è uscito poco prima della fine del primo tempo a causa di un fastidio al flessore della coscia sinistra. Nella giornata di oggi dovrà svolgere gli esami strumentali che chiariranno la gravità dell’infortunio.
La sensazione, come dichiarato anche in conferenza stampa da Simone Inzaghi, è che non si tratti di un problema fisico di grave entità , con il francese che potrebbe al massimo saltare la trasferta di Firenze in campionato per poi tornare a disposizione. Saranno però gli esiti degli esami a dare un’ulteriore conferma.
Inter, per Firenze si scalda Bisseck
Nel prossimo turno l’Inter è attesa da un’insidiosissima trasferta in casa della Fiorentina. Inzaghi avrebbe voluto arrivare a questa partita fondamentale in chiave scudetto con tutta la rosa a disposizione e senza dover ricorrere a ricambi o turnazioni.
L’infortunio di Pavard porterà con tutta probabilità all’inserimento dal primo minuto di Yann Bisseck, che avrà a disposizione un test difficile per dimostrare a tutti la sua crescita.
In questa stagione ha fatto vedere alti e bassi: grande capacità di accompagnare l’azione in fase offensiva, ma qualche errore di troppo in fase difensiva. Starà a lui sfruttare questa occasione per guadagnarsi la totale fiducia della tifoseria nerazzurra.
Serie A
Juventus, i numeri di Motta dopo 13 giornate
Juventus, nonostante una sesta posizione al di sotto delle aspettative, i bianconeri restano vicinissimi alla vetta. Analizziamo il percorso della squadra e i numeri dell’era Motta in confronto ai suoi predecessori.
Dopo 13 giornate di Serie A, la Juventus di Thiago Motta occupa la 6° posizione in classifica con 25 punti. Una situazione che, di primo acchito, può sembrare deludente per un club abituato a lottare per il titolo. Eppure, la classifica si rivela “bugiarda“. I bianconeri, infatti, distano solo 4 punti dal primo posto, attualmente occupato dal Napoli, e appena tre dal quartetto formato da Atalanta, Inter, Fiorentina e Lazio. Le distanze ai vertici sono ridotte, e questo offre ai bianconeri un margine di manovra per rientrare nella corsa al titolo.
Va ricordato che la Juventus, terza nella scorsa stagione, aveva impressionato positivamente nel mercato estivo, rinforzando la rosa con innesti che avevano generato entusiasmo tra tifosi e addetti ai lavori. Tuttavia, il cammino finora è stato condizionato da numerosi infortuni, su tutti quello di Bremer, pilastro della difesa.
Juventus, il confronto con il passato
Un elemento interessante, arrivati a questo punto della stagione, è il confronto tra Thiago Motta e i suoi predecessori sulla panchina bianconera. Considerando le prime 13 giornate dei campionati passati, ecco come si posizionano gli ultimi allenatori della Juventus in termini di punti, gol fatti e gol subiti:
– Antonio Conte (stagione 2011-12) – 29 punti, 24 goal fatti e 10 subiti
– Massimiliano Allegri (stagione 2014-15) – 35 punti, 30 goal fatti e 5 subiti
– Maurizio Sarri (stagione 2019-20) – 36 punti, 25 goal fatti e 12 subiti
– Andrea Pirlo (stagione 2020-21) – 27 punti, 27 goal fatti e 14 subiti
– Massimiliano Allegri bis (stagione 2021-22) – 21 punti, 18 goal fatti e 16 subiti
– Thiago Motta (stagione 2024-25) – 25 punti, 21 goal fatti e 7 subiti
Thiago Motta, con i suoi 25 punti, si piazza in una posizione intermedia, ma c’è un dato che lo distingue. La sua Juventus è ancora imbattuta in campionato, un’impresa non banale per una squadra completamente rinnovata e colpita da numerosi stop fisici.
La squadra di Motta ha mostrato sprazzi di grande solidità e organizzazione, ma serve continuità per scalare posizioni in una Serie A sempre più competitiva. La classifica corta è un vantaggio, ma anche un richiamo alla concretezza, poichè ogni punto lasciato per strada può pesare.
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