Serie A
Torino, Vanoli: “A chi mi ispiro? Ho lavorato con Sacchi e Conte”
Il tecnico del Torino ha rilasciato alcune dichiarazioni sul momento dei granata. Leggi con noi le parole di Vanoli.
Una delle grandi sorprese di questo inizio di stagione è pronta ad ospitare il Lecce nella quarta giornata di Serie A. Il tecnico Vanoli, intervistato dalla Lega Serie A, ha trattato alcuni temi della sua carriera e ha parlato della visita a Superga.
Le parole del mister
La scelta.
“Cosa mi ha convinto? Il Toro è storia. Ho detto sì per l’emozione e l’orgoglio di poter vestire e guidare questo grande club che ha una storia importantissima”.
Superga.
“Mi è venuta la pelle d’oca. Da quando sono diventato un giocatore professionista mi è stato raccontato di questo posto magico. Per fare grandi cose bisogna conoscere la storia del club e il mio primo pensiero è stato visitare questo luogo per capire cosa fosse il Toro. Quando sono salito a Superga sono rimasto a bocca aperta“.
Sui tifosi.
“Si è visto nella prima partita di campionato ma anche in ritiro quanto sono importanti. Devo essere bravo a unire perché penso che i tifosi, soprattutto quelli del Toro, abbiano qualcosa in più. E tutti insieme dobbiamo riuscire ad avere qualcosa in più per diventare qualcosa di unico. Il mio primo obiettivo è dare una mia identità, una filosofia di gioco: siamo in un processo, i processi sono lunghi e serve pazienza ma i ragazzi ci stanno mettendo impegno”.
Su Zapata.
“Quando scelgo il capitano, lo faccio trovando qualcuno che rappresenti il club a 360 gradi. Il capitano deve rappresentare i suoi compagni e Zapata lo fa bene. Ha l’esperienza e la maturazione giusta per mettersi questa fascia che a Torino è molto importante”.
Su Coco e Adams.
“Ottima impressione, si sono subito integrati nel gruppo in una filosofia di calcio completamente diversa. Stanno imparando, possono darci tanto”.
Il modello Vanoli
Sui giovani.
“Non mi piace fare nomi, faccio i complimenti a tutti perché in ritiro si sono presentati molto bene. La storia del Toro parte proprio dal settore giovanile, da dove sono usciti grandissimi giocatori. Spero di avere la fortuna e l’opportunità che qualcuno di questi ragazzi, l’ultimo di loro Buongiorno, possa affacciarsi alla prima squadra”.
Sugli obiettivi.
“Noi dobbiamo avere un obiettivo temporale abbastanza vicino: diventare una squadra e avere un’identità. Il proseguo degli obiettivi si vedrà dopo, ora concentriamoci su questo. Ma quando inizio un nuovo lavoro, io sogno sempre e lo faccio in grande. Dentro di me voglio che ogni giocatore sogni, poi il sogno piano piano bisogna saperlo realizzare”.
Sull’esperienza in Russia.
“Esperienza forte e indimenticabile, farà parte della mia storia. Dopo due mesi è scoppiata la guerra. E’ successa la cosa più brutta che potesse capitare nel mondo, va oltre il mondo sportivo. E’ un’esperienza ha segnato me, i miei collaboratori, giocatori e la mia famiglia, essendo lontana non è stato facile”.
A chi si ispira?
“Nel calcio bisogno saper far entrambe le fasi e bene. Ho avuto la fortuna nella gavetta di avere grandi allenatori, in primis Sacchi che ha cambiato il calcio e mi ha fatto vedere cosa vuole dire essere maniacale sul lavoro. Poi ho avuto la fortuna di lavorare con un altro grande allenatore come Conte, che ha vinto tanto e mi ha insegnato cosa vuol dire fare il manager e gestire un gruppo. E’ una grande fortuna che ho nel mio repertorio”.
Serie A
La storia della Juventus: il romanzo bianconero
“La storia della Juventus: il romanzo bianconero”, di Fabiana Della Valle edito da Diarkos, riassume l’epopea bianconera: dalle origini sino ai giorni nostri.
Mai chiedere l’età a una signora, ma in questo caso si può fare un’eccezione. La Juventus, la Signora più famosa del mondo del pallone, di anni ne ha centoventisette e li porta orgogliosamente bene.
La storia della Juventus: il racconto bianconero
«Fabiana Della Valle, nelle vesti della Vecchia Signora, ci regala un
altro capitolo dell’epopea bianconera, partendo dalle origini e
raggiungendo i giorni nostri. Quelli che, nel 1897, erano ancora di là
da venire, ma che ci hanno fatto vivere momenti memorabili, gioie e
tristezze condivise, arrivi e partenze, vittorie – moltissime – e
qualche sconfitta, trionfi e difficoltà, da cui ci si è sempre e
comunque rialzati; per la Juve, con orgoglio, passione, affetto e
gratitudine, fino alla fine».
Dalla Prefazione di Evelina Christillin
Mai chiedere l’età a una signora, ma in questo caso si può fare
un’eccezione. La Juventus, la Signora più famosa del mondo del
calcio, i suoi li porta orgogliosamente bene. Ben oltre un secolo
colorato di gioie e dolori, di trionfi, cadute e risalite, dal primo
novembre 1897, quando un gruppo di studenti le diede vita su una
panchina torinese di corso Re Umberto, fino all’ultimo trofeo, la
Coppa Italia sollevata nel maggio 2024 con Massimiliano Allegri in
panchina. Una storia che s’intreccia indissolubilmente con quella del
nostro Paese e con i destini della famiglia Agnelli, proprietaria
bianconera dal 1923. Negli anni la Juve ha fatto collezione di titoli e
di campioni: Sivori, Zidane, Platini, Baggio, Del Piero e Cristiano
Ronaldo, giocatori che hanno lasciato il segno in campo e nei cuori dei
tifosi. Dal ciclo vincente degli anni Trenta ai nove titoli italiani
consecutivi degli anni Dieci del Duemila sono passati ottant’anni, ma
c’è un filo conduttore che lega tutte le epoche bianconere: il Dna
del conquistatore. _Fino alla fine_, recita il motto del casato
torinese, perché «vincere non è importante, è l’unica cosa che
conta», come diceva Giampiero Boniperti. Ecco perché la Signora non si
vergogna dell’età anagrafica, anzi ne va molto fiera. E adora
raccontare la storia della sua vita senza tralasciare niente, neppure
quelle cocenti ferite così difficili da rimarginare.
FABIANA DELLA VALLE (Roma, 1973) lavora alla «Gazzetta dello Sport»
dal 2002, dove è entrata vincendo una borsa di studio grazie a un
articolo su Zidane e il suo addio alla Juventus. Ha vinto il premio Coni
Ussi 2023 per la sezione stampa scritta (prima donna del giornale rosa a
vincerlo) e dal 2014 scrive di Juventus, seguendola dal vivo quasi in
ogni parte del mondo, dall’Allianz Stadium alle tournée estive, fino
alle due finali di Champions League giocate nel 2015 e 2017.
Serie A
Fiorentina-Inter, bisognerà aspettare il 2025: le possibili date
Quando verrà recuperata Fiorentina-Inter? La partita, interrotta per il malore occorso a Edoardo Bove, non si giocherà prima del 2025.
Il malore improvviso di Edoardo Bove non ha fermato soltanto Fiorentina-Inter, ma ha scosso l’intero mondo del calcio, rimasto immobile e in silenzio, con il fiato sospeso, in attesa di buone notizie.
Per ore, l’attenzione si è concentrata solo sulla salute del giovane calciatore, mettendo da parte ogni discorso sportivo. Solo in serata, il calcio e la famiglia del ragazzo hanno potuto tirare un sospiro di sollievo: le notizie più belle sono arrivate, con la conferma che Bove aveva ripreso conoscenza e che le sue condizioni erano stabili.
Con ancora il magone per quanto accaduto e uno shock non del tutto smaltito, è però arrivato il momento, per la macchina burocratica del calcio italiano, di affrontare la questione del recupero di Fiorentina-Inter, interrotta al 17esimo minuto.
La priorità resta la sicurezza e la salute dei protagonisti, ma è inevitabile che, con un calendario fittissimo, si debba pensare a quando sarà possibile tornare in campo per completare la partita.
Quando si giocherà Fiorentina-Inter?
Al momento, il periodo più indicato sembra essere febbraio, quando il calendario potrebbe offrire qualche spiraglio. Si guarda in particolare al 12 e al 19 febbraio, giornate che si libererebbero nel caso in cui Fiorentina e Inter riuscissero a qualificarsi direttamente agli ottavi di Conference e Champions League, evitando così i playoff. Una soluzione che ripercorrerebbe il caso di Bologna-Milan, rinviata per il maltempo e da recuperare proprio in quel mese.
Un’altra possibilità è rappresentata da gennaio, subito dopo la Supercoppa Italiana che l’Inter giocherà a Riad. Se la squadra di Simone Inzaghi non dovesse raggiungere la finale del torneo, prevista per il 6 gennaio, potrebbe esserci una finestra utile nella settimana successiva al rientro dalla trasferta in Arabia Saudita. Ma il lungo viaggio e gli impegni ravvicinati rendono questa ipotesi complicata.
Le regole per il recupero
L’unica certezza è che il match riprenderà dal 17esimo minuto, con le squadre che potranno schierare solo i giocatori tesserati al momento dell’interruzione, anche se inizialmente non inseriti in distinta. Non saranno ammessi, invece, i nuovi acquisti del mercato invernale. Potranno scendere in campo calciatori che erano infortunati al momento dell’interruzione, ma resteranno esclusi sostituti, espulsi o squalificati.
La decisione definitiva arriverà probabilmente nelle prossime settimane, ma con il calendario fitto di impegni, trovare una data adeguata resta una sfida non da poco.
Serie A
Roma, Ghisolfi all’opera: tre rinforzi a gennaio
La Roma cerca di cambiare il proprio destino. I giallorossi vogliono risalire la classifica con Ranieri, e a gennaio sono previste diverse mosse sul mercato.
La Roma, attesa stasera dal big match contro l’Atalanta, ha ritrovato un po’ di serenità ed entusiasmo con l’arrivo di Claudio Ranieri in panchina. Dopo un avvio di stagione complicatissimo, c’è un’aria nuova intorno ai giallorossi, che finalmente sembrano pronti a tentare di invertire la rotta.
Per riuscirci, però, oltre al lavoro sul campo, serviranno interventi mirati sul mercato di gennaio per colmare alcune lacune nell’organico.
Roma, tre acquisti per la svolta
Il direttore sportivo Florent Ghisolfi ha già tracciato le priorità per la finestra invernale: un esterno destro, un attaccante di scorta e, possibilmente, un difensore centrale. Sulla fascia destra, l’obiettivo è trovare un profilo di maggiore qualità rispetto a Celik, che probabilmente lascerà i giallorossi in estate. La ricerca si concentra su un giocatore esperto nella doppia fase e abile nei cross.
Per quanto riguarda l’attacco, la necessità è quella di individuare un’alternativa di alto livello a Dovbyk. Eldor Shomurodov, che non offre sufficienti garanzie, verrà messo sul mercato a gennaio, con l’auspicio di trovare una soluzione tra squadre di medio-bassa classifica o all’estero.
Ghisolfi è alla ricerca di un centravanti esperto, disposto ad accettare un ruolo da subentrante ma che sia anche compatibile con il gioco dell’ucraino per poterlo affiancare all’occorrenza.
Infine, se le condizioni lo permetteranno, la Roma proverà a inserire anche un difensore centrale. L’idea di Ranieri è quella di confermare la linea a tre, ma per farlo servirà un rinforzo che dia maggiore profondità e stabilità al reparto arretrato.
La sessione invernale di mercato sarà quindi decisiva per ridare alla Roma gli strumenti necessari per rilanciarsi in campionato, ma Ghisolfi dovrà essere bravo a cogliere le occasioni, solitamente poche, che gennaio avrà da offrire.
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