Serie A
Milan, confermare Fonseca? Deve esserci un solo presupposto
Milan, il destino di Paolo Fonceca appare sempre più segnato. Una sua permanenza, però, dovrebbe essere preceduta da una profonda ristrutturazione. Vediamo di seguito il come.
La sconfitta contro il Liverpool sembra essere stata la cosiddetta goccia che fa traboccare il vaso. A prescindere dal risultato del derby, Paulo Fonseca e’ sempre più distante dalla panchina del Milan.
L’allenatore portoghese e’ ormai un corpo estraneo a Milanello, con i senatori dello spogliatoio che lo hanno abbandonato, Leao e Theo Hernandez su tutti.
La società, inoltre, non ha mai preso le pubbliche difese dell’ex Lille, sintomo, questo, di una crisi di rapporti ormai profonda con i componenti della dirigenza.
Come raccontato da Calciostyle, sono molti i profili valutati per la successione, primo fra tutti, quello di Massimiliano Allegri.
Ma davvero non esistono più margini per proseguire con Fonseca? Semmai si dovesse andare su questa strada, dovrebbe esserci un presupposto.
Una riorganizzazione profonda e radicale della struttura, con le funzioni di Geoffrey Moncada, Zlatan Ibrahimovic e Giorgio Furlani ben chiare a livello di gerarchia.
Una definizione dell’orologio Milan con ogni ingranaggio che si muove in funzione dell’altro, in un’orchestra che suona tutta lo stesso spartito.
Tutto ciò consentirebbe anche di tutelare Paulo Fonseca, che a quel punto avrebbe una certa autorità alle proprie spalle per poter lavorare con serenità.
Uno scenario, allo stadio delle cose, abbastanza improbabile, considerati gli innumerevoli equivoci esistenti, primo fra tutti quello legato al ruolo del senior advisor Zlatan Ibrahimovic.
Lo svedese, nominato da Gerry Cardinale quale consulente di Redbird, non e’ nell’organigramma rossonero, ma opera come se fosse componente organico della struttura sportiva.
Per questo, a oggi, appare molto difficile che Paulo Fonseca possa avere un futuro di lunga durata sulla panchina del Milan.
Serie A
Torino, Linetty: “Abbiamo dato tutto ma non è bastato”
Il centrocampista polacco Karol Linetty è stato intervistato al termine della sconfitta nel derby contro la Juventus: “Dobbiamo tornare con umiltà”.
Linetty ieri ha indossato la fascia al braccio nella sfida contro la Juventus. Il polacco oltre che essere un uomo chiave nell’organizzazione tattica di Vanoli, è diventato anche una figura principale nell’ambiente granata. Al termine dell’ennesimo derby perso, ha parlato ai microfoni di Torino Channel, facendo trapelare un pò di malinconia dovuta al momento no del Toro, ma anche tanta determinazione e voglia di guardare avanti: “Oggi abbiamo dato tutto ma non è bastato. Dobbiamo tornare con umiltà perché c’è un’altra battaglia contro il Monza fra due settimane”.
Torino, le parole di Linetty
Il capitano del Torino ha continuato la sua intervista cercando di analizzare cosa non è andato e quali sono state le differenze in campo tra le due squadre: “La differenza è che hanno fatto due gol, noi purtroppo non abbiamo creato tanto”.
Infine, ha ribadito il bisogno della squadra di ricaricare le batterie dopo questo brutto periodo, lavorare con la testa bassa e ricominciare a fare risultati importanti già dalla prossima partita. La sosta delle Nazionali consente anche di staccare un attimo e rimettersi in riga: “Dobbiamo tornare con umiltà ed allenarci bene. Ora abbiamo due settimane e prepararci bene per il Monza. Sì, tanti ragazzi vanno in Nazionale e non sarà facile ma quelli che rimangono devono dare tutto“.
Serie A
Inter-Napoli, Lukaku torna a San Siro: che accoglienza avrà?
Dopo aver vestito la maglia nerazzurra in due fasi, Lukaku arriva a Milano da avversario con il Napoli. Stop alle coreografie, ma i tifosi dell’Inter non dimenticano le sue scelte e il giuramento infranto.
Questa sera Big Rom torna a San Siro, stavolta indossando la maglia del Napoli. L’accoglienza dei tifosi interisti è un’incognita che tiene tutti col fiato sospeso, specie per l’intenso rapporto che li ha legati al centravanti belga negli anni trascorsi a Milano. Lukaku ha vissuto due stagioni indimenticabili con l’Inter tra il 2019 e il 2021, totalizzando 66 gol in 98 presenze e giocando un ruolo chiave nella conquista dello scudetto nel 2021, proprio sotto la guida di Antonio Conte. Un trionfo che ha fatto sognare i tifosi e ha inciso il suo nome nella storia del club.
Tuttavia, quella storia d’amore si è incrinata in modo irreparabile con il trasferimento record al Chelsea per circa 115 milioni di euro e, successivamente, con il ritorno in Serie A con la maglia della Roma prima e del Napoli poi. Dopo le dichiarazioni di amore eterno ai colori nerazzurri, Lukaku ha infatti scelto altre strade, una decisione che ha suscitato delusione e amarezza tra i tifosi. Il suo primo ritorno a San Siro da avversario, un anno fa con la Roma, si è trasformato in una “pioggia” di fischi. Per l’occasione, la Curva Nord distribuì 30mila fischietti, e il dissenso assordante paralizzò il centravanti, incapace di reagire di fronte a una simile manifestazione di disprezzo. La ferita era ancora fresca, alimentata da qualche dichiarazione del belga: “Se spiegassi cosa è accaduto in estate farei scioccare tutti”.
Lukaku…ancora tu
Oggi, a un anno di distanza, Big Rom torna a calcare lo stesso campo, questa volta per sfidare l’Inter con i colori azzurri del Napoli. Un’ulteriore svolta nella carriera del belga che, da pochi mesi, si è riunito con Antonio Conte, suo mentore e figura chiave nel suo primo periodo nerazzurro. È proprio l’arrivo di Conte alla guida del Napoli ad aver facilitato il suo approdo, rafforzando il legame tra i due che non sembra conoscere interruzioni.
Ma, se in passato un simile incontro avrebbe dato vita a una coreografia speciale da parte della Curva Nord, stavolta la situazione è diversa. In seguito agli eventi tragici legati all’omicidio di Vittorio Bellocco, la questura di Milano ha vietato ogni manifestazione coreografica fino a data da destinarsi. Niente coreografie, dunque, ma restano consentiti gli striscioni, strumento che probabilmente i tifosi dell’Inter utilizzeranno per esprimere il loro punto di vista.
L’assenza delle coreografie e il passare del tempo potrebbero contribuire a smorzare in parte la tensione, ma resta la curiosità di capire come verrà accolto Lukaku questa sera. I tifosi dell’Inter, senza fischietti e con una rivalità ancora aperta, sapranno certamente far sentire la loro voce.
Serie A
Black-out Torino: serve dare di più
Il Torino perde l’ennesimo derby contro la Juventus della gestione Cairo: sono 24 sconfitte in 31 derby, con una sola vittoria, che risale a dieci anni va.
Il buio è calato sul Torino di Vanoli, che dopo una partenza sprint si è clamorosamente inceppato: sono sei le sconfitte nelle ultime sette gare dei granata.
I tifosi si aspettavano una scossa d’orgoglio contro la rivale stracittadina che non è arrivata.
Un gioco che si fa ogni giornata più sterile, alla cui fonte c’è sicuramente l’infortunio grave di Zapata e quello rececnte di Adams: una difficoltà sempre più grave non solo a trovare la rete, nelle ultime tre gare il tabellino segna “zero”, ma anche a creare opportunità favorevoli.
A confermare queste difficoltà anche le parole di Vanoli nel dopo gara raccolte da TMW: “A me la squadra è piaciuta molto, in questo momento il peso offensivo ci manca un po’ dobbiamo essere più bravi, cercare qualche cosa in più, la Juve nell’individuale aveva qualcosa in più ma secondo me abbiamo interpretato molto bene la partita.
Il risultato iniziale non ha illuso, siamo sempre rimasti con i piedi per terra. Sono cambiate delle dinamiche, ora dobbiamo abbassare la testa e pensare a fare i punti che ci servono per la salvezza, perché dal rientro dalle nazionali inizierà il nostro vero campionato. Speriamo in queste due settimane di recuperare qualche giocatore, come Adams.
Questi momenti dobbiamo superarli e alzare la testa, non bisogna mai abbassarla. Ho sempre detto ai ragazzi di guardare dentro, di guardare avanti e lottare, continuando a lavorare. Stiamo vivendo un momento non facile, poi dopo Zapata avere fuori anche Adams trovare pericolosità davanti non è facile“.
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