Serie A
Milan, Fonseca “Dopo il derby era importante vincere oggi, i giocatori l’hanno capito e abbiamo vinto bene”
Paolo Fonseca al termine del match contro il Lecce, vinto dai rossoneri per 3-0, ha parlato in conferenza stampa, ai microfoni di Sky e Dazn.
Fino a due settimane fa la situazione di Paulo Fonseca sembrava in bilico. Ora invece, dopo la vittoria del derby contro i nerazzurri e la vittoria di ieri sera contro il Lecce, il Milan si trova momentaneamente al primo posto.
Ecco le dichiarazioni di Fonseca
Il cambiamento: “Dopo le prime partite non ci si aspettava questo momento, ma il calcio è bello per questo, le cose cambiano in 90 minuti. Ma siamo qui è stato importante vincere il derby ed era troppo importante vincere oggi; Con l’Inter c’è stata una grande euforia, ma è sempre difficile tornare alla realtà, i giocatori l’hanno capito e abbiamo vinto bene.”
La questione delle due punte: “La scelta è stata fatta perché le caratteristiche di Morata gli permettono di fare il trequartista tra le linee, non sarebbe stati possibile con un attaccante simile ad Abraham. Poi mi piace la loro energia, è anche contagiosa per la squadra. Oggi vediamo un Leao che lavora di più con questi esempi”.
Su Morata: “Ho parlato con lui, voleva giocare e per me era importante farlo giocare. Con il risultato poi abbiamo gestito la situazione”.
Su Theo E Leao: “Devo dire una cosa,, non abbiamo mai avuto problemi tra di noi. Io ho deciso di non farli giocare contro la Lazio, hanno capito e hanno accettato; Dopo quello che è successo ci sono stati tanti dialoghi con i giocatori per capire cosa stava succedendo, per far capire loro il nostro modo di giocare. E loro sono entrati in quello che noi vogliamo.
Continua: “Theo è arrivato tra gli ultimi, ha pochi allenamenti con noi, ha giocato tantissimo l’anno scorso tra club e nazionale. E’ arrivato qui senza fare niente durante le vacanze e ha bisogno di più tempo per star fisicamente bene. Ma noi siamo stati sempre uniti, abbiamo parlato tanto senza problemi”.
Su Fofana: “E’ un calciatore importante, ma tutta la squadra ha avuto un’evoluzione, lui sta bene e ha fiducia. E’ un nuovo ruolo per lui ma sento che è in crescita ed è importante”.
Prosegue su Leao: “Parlare la stessa lingua aiuta, io ho sempre avuto un bel rapporto con lui, una relazione aperta. Gli ho sempre detto che è un grandissimo giocatore per la sua squadra. Mi piace molto che è decisivo: oggi ha fatto un grandissimo assist per Theo. Mi piace ancora di più che vedo la sua crescita in difesa, che è nel posto giusto per pressare quando ne ha bisogno; Oggi Rafa è un giocatore diverso e cambiato. Non è perfetto, non fa sempre bene ma lo fa tante volte e valuto tanto il sforzo per aiutare la squadra”.
Su Pulic: “Pulisic ha una partecipazione più effettiva. Non è che sta solo dentro, in momenti diversi può giocare più aperto. Per me è così, è più vicino all’area, al momento dell’assist o del tiro. Lui sa giocare tra le linee, per me è importante. Ha fatto ancora gol perché è vicino alla porta”.
LEVERKUS: “Sarà una partita diversa, non abbiamo avuto fortuna perché abbiamo preso le due squadre che giocano meglio in Europa. Non ho ancora guardato molto di loro, ora vado a casa e comincio a prepararla”
Il gioco: “Questa squadra deve imparare a giocare questo tipo di partita. Negli ultimi 30 metri il nostro gioco posizionale deve essere diverso; Durante l’intervallo abbiamo parlato di tanti dettagli per fare meglio. Dobbiamo aspettare negli spazi giusti, capire se è dentro o fuori. Questa squadra non è abituata a giocare così, sapevo prima della partita che sarebbe stato difficile contro una squadra che gioca col blocco basso. Ma la squadra deve imparare a giocare queste partite senza spazi, ma stiamolavorando. Nel secondo tempo, secondo me, abbiamo fatto meglio in questo gioco posizionale.
La difesa: “Abbiamo avuto nelle partite uno spazio molto ampio tra i nostri difensori. Ora abbiamo cambiato, con il mediano che viene ad aiutare ed il terzino che esce dopo. Una cosa è quando difendiamo lontani dall’area, ma quando siamo vicini all’area non possiamo lasciare tanto tempi all’esterno. Dobbiamo essere più aggressivi, con il terzino che deve attaccare l’esterno”.
Serie A
Inter, Marotta: “Una società come la nostra deve puntare sempre a vincere”
Inter, durante la presentazione del libro di Severgnini, il dirigente nerazzurro ha affrontato temi chiave per il club quali crescita, identità e il progetto stadio.
Giuseppe Marotta, direttore sportivo dell’Inter, è stato protagonista dell’evento di presentazione del libro di Beppe Severgnini, Inter: il nuovo secolo , un’occasione che ha permesso di approfondire alcune questioni fondamentali legate all’attualità del club nerazzurro. Con la sua esperienza e il suo stile diplomatico, l’ex dirigente della Juventus ha toccato numerosi argomenti che spaziano dal passato recente al futuro strategico della squadra.
Inter, Marotta: “Barella? È migliorato tantissimo”
A seguire le parole di Marotta:
LA SCELTA DELL’ALLENATORE
“Perché ho scelto Conte? Perché in quel momento ero convinto che il club necessitasse di lui. Ma la scelta dell’allenatore è anche adeguata al momento in cui lo scegli. Ci sono momenti in cui hai bisogno di persone che hanno fermezza e autorevolezza e altri in cui magari la squadra di per se è già rodata e magari hai più bisogno di un gestore. A volte siamo stati tacciati di aver preso tanti calciatori svincolati, ma è anche difficile corteggiarli”.
UN NUOVO BARELLA
“Come abbiamo lavorato sull’atteggiamento di calciatori fumantini come Barella? Quando c’è la designazione studiamo anche l’arbitro e che tipo di rapporto tenere con lui. Barella in passato peccava sull’atteggiamento verso i direttori di gara, oggi è migliorato molto perché non si studia solo l’avversario ma anche l’arbitro”.
QUESTIONE STADIO
“Quello relativo allo stadio è un argomento serio e delicato. Prima parlavamo di appartenenza e a tal proposito credo che sia importante anche per questo avere uno stadio, una propria casa da vivere e in cui consumare la passione. Tutta la settimana, non solo un giorno a settimana, spaziando tra più attività.
Il calcio è un fenomeno di aggregazione che viene solo dopo la religione. Le difficoltà nascono da una burocrazia, quella italiana, che ti portano a rallentare ogni tipo di iniziativa e far si che anche gli investitori scappino. Questo è successo in tantissime città, ero a Venezia con Zamparini nel ‘97, comprò un terreno ed è ancora lì dopo 30 anni.
La burocrazia dovrebbe vedere lo stadio collocarsi all’interno del ministero delle infrastrutture, è un investimento minimo di un miliardo, che produce effetti positivi a livello nazionale che eliminerebbe tante sterpe inutili. Milan e Inter vogliono costruire insieme lo stadio e le ultime convergenze sono verso il sito di San Siro, ma con queste difficoltà burocratiche che si presentano lo stesso”.
LA STOCCATA
“Una società come l’Inter, per storia, blasone e palmares, per tutta questa attenzione che cerchiamo, non può dire voglio vincere o il campionato o la Champions, ma deve cercare di vincere sempre. Ecco perché io sono sempre molto realista. Quando sento dirigenti di squadre importanti dire che l’importante è arrivare tra le prime quattro… No, l’importante è vincere, poi se non si vince, benissimo, significa che gli avversari sono stati più bravi.
L’asticella deve essere sempre alta: se io miro a prendere calciatori importantissimi e poi non riesco, non è che sono scarso. Probabilmente non c’erano le condizioni per concludere, ma il tentativo va fatto. Oggi siamo in Champions, e allora perché non lottare per vincerla? Perché non lottare anche in campionato? Poi dipende dagli avversari e anche da noi, ma non dobbiamo avere paura e mi sembra scontato”.
Serie A
Lazio, Delio Rossi: “Baroni mossa giusta, si adatta ai giocatori”
L’ex allenatore della Lazio Delio Rossi ritiene che Marco Baroni sia la figura ideale per allenare i biancocelesti, perché sa adattarsi ai giocatori che ha.
In pochi si aspettavano un avvio di stagione così brillante dopo la partenza di Felipe Anderson, Luis Alberto e Immobile, dopo una campagna acquisti non stellare sulla carta e con l’arrivo di un allenatore che in Serie A aveva sempre lottato per non retrocedere sulle panchine di: Benevento, Frosinone, Lecce e Verona. Eppure il 16 novembre la Lazio è a -1 dalla vetta in campionato, mentre in Europa League è l’unica squadra a punteggio pieno.
Lazio, Delio Rossi elogia il lavoro di Marco Baroni
Allenatore della Lazio tra il 2005 e il 2009, Delio Rossi ha analizzato il momento brillante dei biancocelesti, soffermandosi sul gran lavoro del tecnico Marco Baroni: “Vivendo a Roma e toccando con mano il clima intorno alla squadra, so che quando in estate è arrivato Baroni i tifosi della Lazio erano scettici” ha dichiarato nell’intervista a Tuttosport.
“Io ero tra i pochi a sostenerlo, perché conoscevo il suo valore e pensavo che meritasse una panchina di una grande squadra dopo ottimi risultati nelle squadre di provincia. Ora tutti hanno capito che si trattava di una mossa giusta. Lotito ha avuto il merito di pescare in provincia. Parlano i risultati: Baroni ha portato in A e salvato il Lecce, l’anno scorso ha salvato un Verona che aveva venduto 16 giocatori a gennaio“.
Il merito maggiore di Baroni
“Sta valorizzando al massimo tutta la rosa, può permettersi di cambiarne 4 o 5 da un match all’altro senza ripercussioni. Il suo gioco è bello e dispendioso, ma fisicamente stanno benissimo: anche i preparatori lavorano ottimamente. Baroni si adatta ai giocatori, lavora in silenzio e ha rivitalizzato giocatori che l’anno scorso faticavano. La squadra gioca molto bene“.
Serie A
Inter, Sacchi: “Ha un organico pronto”
L’ex CT della Nazionale Arrigo Sacchi ha parlato della lotta scudetto, focalizzandosi sulle singole squadre: ecco che cosa ha detto sull’Inter.
Dalle pagine della Gazzetta dello Sport Arrigo Sacchi, sulla lotta scudetto, non ha dubbi: “Anche mentalmente ho notato un’evoluzione: la sconfitta contro l’Atalanta avrebbe potuto creare problemi e invece il Napoli ha risposto con un’ottima prestazione contro l’Inter. Segno di maturità. Si giocherà lo scudetto fino alla fine con Atalanta, Inter e Juve“.
Ecco, poi, cosa ha detto specificatamente sul club nerazzurro.
Inter, l’intervista ad Arrigo Sacchi
“L’Inter ha un organico pronto, per lottare sia in campionato sia in Champions League. Lo sostengo da tempo e credo che questo inizio di stagione abbia dato conferme in questo senso. Simone Inzaghi ha a disposizione giocatori di elevato valore tecnico e di notevole esperienza internazionale.
Per questo ritengo che possa arrivare tranquillamente in fondo a tutt’e due le competizioni. I nerazzurri sono completi in difesa, dove probabilmente non hanno mostrato la solidità della passata stagione ma penso che, mettendo a posto qualche piccolo dettaglio, si possa tornare a quella retroguardia granitica che ha sempre caratterizzato la squadra di Simone Inzaghi“.
Sulle difficoltà in attacco dell’Inter
“Là davanti Lautaro non si discute, perché, anche se non ha la stessa costanza di marcature della passata stagione, è perfetto come terminale per la manovra nerazzurra.
L’attaccante argentino è un leader e i compagni lo riconoscono come tale. A mio avviso non si discute nemmeno Thuram, un attaccante per il quale stravedo perché è intelligente, conosce i tempi di gioco, sa smarcarsi e attaccare gli spazi, e aiuta sempre i compagni in fase di contenimento”.
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