Esteri
Manchester United, cambio in panchina per tornare Allegri?
L’addio a un passo, poi il dietrofront con tanto di rinnovo e adesso nuovi dubbi. Il futuro di Ten Hag al Manchester United è sempre più incerto.
La pesante sconfitta per 0-3 in casa contro il Tottenham ha messo ulteriormente sotto pressione Erik Ten Hag, tecnico del Manchester United, che ora si trova in una situazione delicata. Le aspettative sui Red Devils erano alte, ma la performance contro gli Spurs è stata disastrosa, con tanti errori e un attacco completamente spento.
La mancanza di risultati concreti in questa fase della stagione ha fatto emergere nuovi dubbi sul futuro dell’allenatore olandese, che già pochi mesi fa è stato a un passo dall’esonero.
Fonti ben informate, riportate da CaughtOffside, hanno sottolineato che il Manchester United si aspetta un rapido miglioramento delle prestazioni, nonostante Ten Hag venga considerato ancora relativamente al sicuro.
L’ennesima disfatta, però, potrebbe cambiare le valutazioni del club. Alcune figure interne alla dirigenza hanno già iniziato a guardarsi intorno.
Manchester United, Allegri primo nome per sostituire Ten Hag
Uno dei nomi emersi nelle ultime ore per sostituire l’allenatore olandese è quello di Massimiliano Allegri.
Attualmente senza panchina dopo l’addio alla Juventus alla fine della scorsa stagione, Allegri è un nome di peso, con un palmarès ricco di trofei.
Il suo stile di gioco, vincente ma improntato su una forte organizzazione difensiva e su un approccio più prudente, potrebbe non essere del tutto in linea con le aspettative dei tifosi del Manchester United, che da sempre sognano un calcio più spettacolare e offensivo. Nonostante ciò, il tecnico livornese resta un’opzione concreta per i vertici dei Red Devils.
Oltre ad Allegri, il club starebbe monitorando altri profili. Uno di questi è Gareth Southgate, che a luglio ha lasciato il ruolo di CT della nazionale inglese.
Con partite decisive all’orizzonte e una squadra che sembra lontana dall’esprimere il proprio potenziale, il futuro di Ten Hag sembra più incerto che mai. Con nomi come Allegri e Southgate in ballo, il Manchester United potrebbe presto essere costretto a prendere una decisione cruciale per il proseguimento della stagione.
Ligue 1
Quand je l’ai vu, j’ai eu le coup de foudre: il punto sulla sesta giornata di Ligue 1
Bentornati alla seconda edizione della prima rubrica di Calcio Style dedicata alla Ligue 1, dove cercherò di trasmettervi la passione per il calcio francese.
Indice
Le partite del Venerdì di Ligue 1
Il Rennes si sveglia troppo tardi, un PSG claudicante cala il tris al Parco dei Principi. Tante assenze (otto) per i parigini, ma a pesare sono soprattutto quelle di Asensio e Vitinha. Luis Enrique ha una panchina ridotta all’osso, con soli sette giocatori a disposizione: fra cui il secondo portiere e quattro ragazzi delle giovanili.
Nonostante la contemporanea assenza di Asensio e Ramos, Kolo Muani va ancora una volta in panchina: al suo posto il tecnico catalano sceglie Kang-In-Lee falso nueve. Stephan è perfettamente consapevole delle difficoltà dei padroni di casa e ordina ai suoi una partita di gestione, volta a logorare lentamente i parigini.
5-4-1, blocco basso e approccio estremamente conservativo. Con l’intento (non dichiarato, ma sottinteso) di voler trascinare la partita sui binari dell’equilibrio il più a lungo possibile: per poi sfruttare l’impossibilità dei padroni di casa di refreshare con forze fresche l’undici in campo. Un piano gara che, però, riesce soltanto a metà.
Il PSG domina e dopo tre minuti si vede già annullato un gol (a capitan Marquinhos) per fuorigioco, la sblocca alla mezz’ora del primo tempo e poi la chiude alla metà del secondo. La doppietta di Barcola e la rete intermedia di Lee indirizzano una partita che i bretoni non riescono a raddrizzare, nonostante un finale di grande orgoglio.
Il Rennes esce effettivamente fuori alla distanza, quando ormai non ha più nulla da perdere, e accorcia le distanze a un quarto d’ora dalla fine grazie a un rigore trasformato dall’ex-Kalimuendo. Nel finale il VAR annulla a Seidu il gol del 2-3, che avrebbe potuto regalarci dieci minuti finali di fuoco, e di fatto chiude così la contesa.
Tonfo tremendo del Brest, che perde 3-0 sul campo dell’Auxerre e inizia nel peggior modo possibile la vigilia di Champions League. Solita partita di dominio territoriale e di gestione del pallone da parte dei bretoni, che però sono molto più perforabili rispetto alla passata stagione: complici anche scelte “cervellotiche” di formazione.
Infatti, Eric Roy si presenta con una variante spregiudicata del suo consueto 4-3-3. Una sorta di 4-1-4-1, con Faivre mezz’ala sinistra (solitamente impiegato nei tre d’attacco) e Camara (spesso trequartista) mezz’ala destra ai lati di Fernandes. Gli ospiti imbarcano acqua da tutte le parti e, nel giro di undici minuti dal 26esimo al 37esimo, i padroni di casa indirizzano il match, per poi chiuderlo nella ripresa con l’ex-Sassuolo Traoré.
Monaco in vetta con il PSG, show di David in Normandia
Lamine Camara eroe a sorpresa della serata del Monaco, che domina in casa contro il Montpellier ma rischia fino all’ultimo di non riuscire a vincere la partita. Ospiti in vantaggio al 16esimo con la rete di Nzingoula e pareggio quasi immediato (32esimo) di Balogun, a iniziare un tiro al bersaglio: sembra questione di tempo.
Eppure la partita non si sblocca, sin quanto Coulibaly (doppia ammonizione) non lascia i suoi in dieci nei minuti di recupero. A quel punto l’ex-Metz (accostato in estate anche alla Lazio) corregge in rete il suggerimento di Embolo e fa esplodere il Louis-II. Hutter primo in ex-aequo con il PSG, aspettando De Zerbi.
Pareggio a reti bianche nel ritorno di Haise al Bollaert-Delelis. Partita in totale controllo dei padroni di casa sino all’espulsione del subentrato Zaroury, che rimedia due gialli in un quarto d’ora. L’assalto degli ospiti nel quarto d’ora finale (6 minuti regolamentari più 9 di recupero) non porta a nulla e fra Lens e Nizza finisce zero a zero.
Tutto facile per il Lille in casa del Le Havre. Mattatore assoluto della serata Jonathan David, che nel primo tempo ha già chiuso la partita con due reti fra il 23esimo e il 35esimo. “A perfect hat-trick” come direbbero gli inglesi, la prima di questa stagione di Ligue 1: primo gol col sinistro nell’area piccola; il secondo al volo con il destro, da opportunista puro; il terzo con un preciso colpo di testa, indirizzato sul secondo palo di Desmas.
La terza rete suggella il risultato (79esimo) e proietta il canadese nell’Olimpo dei suoi parigrado. Infatti, se si prendono in esame soltanto gli attaccanti nati dal 2000 in poi, nei TOP 5 Campionati Europei soltanto Haaland (264) supera David (156) in termini di reti segnate. Il risultato sarebbe potuto essere ancor più rotondo, ma il portiere dei padroni di casa para un rigore ad Angel Gomes all’ultimo minuto di recupero.
Le (altre) partite della Domenica di Ligue 1
Vince in rimonta il Lione (2-1) sul campo del Tolosa. Les Violets avanti con Gboho. I lionesi pareggiano senza mai aver tirato in porta nel primo tempo, grazie all’autorete di Nicolaisen. La squadra ospite cambia però ritmo nella ripresa, quando Sage inserisce Cherki e Fofana passando ad uno schieramento più offensivo: il 4-2-3-1.
Proprio l’ex-Gent trova il gol da tre punti all’ultimo dei cinque minuti di recupero, di fatto al primo (e unico) tiro in porta della partita dell’OL. Continua a stupire il Reims di Elsner, attualmente quarto in Ligue 1 e a due punti dall’approdo diretto in Champions League, grazie alla vittoria netta (3-1) sul campo dell’Angers.
Differenza tecnica enorme quella che i Les Rouge et Blanc sfoderano a domicilio al cospetto dei bianconeri di Dujeux, mai realmente in partita. Match virtualmente in archivio già alla mezz’ora del primo tempo, con il duo nipponico Nakamura-Ito che nel giro di un quarto d’ora (fra il nono minuto e il 25esimo) indirizza la contesa.
Munetsi la chiude nel secondo tempo e la rete di Ferhat a fine partita è il più classico dei consolation goal. Due a due invece fra Nantes e St.Etienne, con i canarini che dilapidano due punti che li avrebbero portati in piena zona Champions. Padroni di casa avanti due a zero, con le reti di Lepenant a inizio partita e di Thomas a inizio secondo tempo. Poi il blackout, con Sissoko che fa doppietta in dieci minuti (57-67) e fa respirare Les Verts.
Esordio amaro per Rabiot, primo k.o. per De Zerbi
Cade per la prima volta in stagione il Marsiglia di Roberto De Zerbi, che cede il fianco in Alsazia in casa di uno Strasburgo sorprendente: sempre più rivelazione di questa Ligue 1. Gli alsaziani si confermano una squadra difficile da piegare, come dimostrato dalla vittoria contro il Rennes e dal pari esterno con il Lille.
In mezzo anche la rocambolesca sconfitta del Groupama contro il Lione, con la squadra di Rosenior che però era avanti 3-1 al 60esimo. Da quel momento, però, lo Strasburgo non ha più perso. Due pareggi (contro l’Angers e, appunto, contro il Lille) e la vittoria di ieri sera: nel Sunday Night contro l’OM.
Una squadra che, al netto delle tre reti subite dalla compagine di Genesio, appare molto solida, nonostante un assetto tattico estremamente spregiudicato. Un 3-2-4-1 volto a scatenare tutto il talento sopito nella rosa, frutto dello scouting d’eccellenza introdotto dalla BlueCo e diretta conseguenza della sinergia in atto con il Chelsea.
Nanasi e Bakwa sono i “quinti” (estremamente atipici e votati all’attacco) di centrocampo, con l’istrionico Diego Moreira convinto in qualche a giocare quasi da terzino sinistro in fase di non possesso. Un capolavoro di convincimento che, se potesse essere replicato anche al di fuori del rettangolo verde di gioco, farebbe molto comodo, vista la progressiva e inesorabile decadenza della diplomazia occidentale.
Il Marsiglia, al contrario, gioca la classica partita “alla De Zerbi“. Tanto possesso palla da parte degli ospiti ma sterile e fine a sé stesso, con un tasso di pericolosità praticamente nullo. Appena tre tiri nello specchio in 97 minuti, con un xG di 0,50. La speranza di tutti gli appassionati di Ligue 1 (oltreché, ovviamente, degli stessi tifosi dell’OM) è che il Marsiglia smetta di essere un filosofico esercizio di stile del suo allenatore.
Difficile capacitarsi del perché De Zerbi abbia scientemente silurato Gigot (oramai ex-capitano della squadra e beniamino della tifoseria) e ostracizzato Mbemba, rimasto a Marsiglia da emarginato e trattato come un appestato senza apparenti ragioni, per poi ridursi a schierare una coppia difensiva improvvisata come quella composta da Cornelius e Kondogbia. Per non parlare di Murillo, nominato (suo malgrado) erede di Clauss.
Il tallone d’Achille del Marsiglia, la vera grande differenza che resiste con il PSG nonostante una campagna acquisti faraonica, sembra proprio la difesa, nonostante a fare impressione sia stata la facilità con la quale lo Strasburgo abbia disinnescato il suo stellare attacco. Di occasioni gli alsaziani ne hanno avute (e tante) ma paradossalmente questo non sembra essere il grattacapo principale in casa OM.
Nel secondo tempo ha fatto il suo esordio anche Adrien Rabiot, ma è una magra consolazione. La speranza è che i suoi tempi in inserimento, la sua gamba e le sue progressioni palla al piede possano regolare dinamismo a una squadra che sin qui in Ligue 1 è apparsa troppo spesso dall’encefalogramma piatto: appiattita da uno stile di gioco invecchiato prematuramente e che ora pare addirittura anacronistico.
Esteri
Griezmann annuncia il ritiro dalla nazionale francese!
Clamoroso: Griezmann ha detto addio alla Nazionale tramite un post su Instagram. “Grazie per questa bellissima avventura tricolore”.
L’attaccante francese ha annunciato clamorosamente il ritiro dai Bleus con un post sui social. In bacheca un Mondiale e una Nations League, ma anche finali amare. Si chiude una carriera leggendaria in Nazionale.
Griezmann: un annuncio che spiazza tutti
Antoine Griezmann ha ufficialmente detto addio alla Nazionale francese. Con un post sui suoi canali social, l’attaccante classe ’91 ha annunciato il ritiro, mettendo fine a una carriera in maglia blu durata quasi 10 anni. Ha scritto così su Instagram: “È con il cuore pieno di ricordi che chiudo questo capitolo della mia vita. Grazie per questa bellissima avventura tricolore e a presto”. Parole forti che segnano la conclusione di una lunga e gloriosa parentesi.
Griezmann ha debuttato con la Francia nel 2014 e da allora ha accumulato 137 presenze e 44 gol, numeri che lo collocano tra le leggende del calcio francese. A livello di presenze, condivide il 3° posto nella classifica all-time con Olivier Giroud, mentre i suoi gol lo hanno reso il 4° miglior marcatore nella storia dei Bleus.
Nel suo palmarès spiccano il trionfo al Mondiale del 2018 e la vittoria nella UEFA Nations League 2020/21. Tuttavia, la carriera internazionale di Griezmann è stata segnata anche da delusioni. In particolare, la sconfitta in finale all’Europeo del 2016, giocato in casa, dove si laureò capocannoniere con 6 reti, e la più recente finale persa ai Mondiali 2022 in Qatar.
Con l’addio di Griezmann, la Francia di Deschamps perde una delle sue stelle più luminose, nonché un top player che ha saputo lasciare un segno indelebile nella storia del calcio francese e mondiale.
Liga
Caos Atletico Madrid – Real Madrid: cosa è successo nel derby
Nella serata di ieri si è giocato al Wanda Metropolitano la sfida tra Real e Atletico Madrid. Purtroppo ,oltre al campo, ci sono stati disordini sugli spalti.
Il derby è sempre il derby. E lo sanno bene in Spagna: ieri sera al Wanda Metropolitano si è giocata la super sfida tra Real Madrid e Atletico Madrid, terminata sul risultato di 1-1. Nonostante le tantissime stelle presenti in campo, hanno fatto il giro del mondo le immagini e i video degli attimi di tensione fra i tifosi dei Colchoneros e l’ex di turno Courtois, che aveva esultato sotto la curva avversaria.
La parte calda del tifo organizzato dell’Atletico è esplosa arrivando a bersagliare l’estremo difensore belga con diversi oggetti, tra cui alcuni accendini, e costringendo il direttore di gara, Mateo Busquets, a interrompere il match per una decina di minuti.
Al termine del match anche il tecnico dei Colchoneros, Diego Simeone, ha parlato della situazione: “Non è giusto ma noi protagonisti non aiutiamo quando provochiamo la gente e la gente si arrabbia. E la gente non ha altro modo per farlo, il che non è giusto… ma abbiamo stare tranquilli e sapere in quali situazioni possiamo festeggiare un gol, guardando il campo.
Non è giusto, ma la gente non si arrabbia da sola, si arrabbia per qualcosa e noi aiutiamo la gente ad arrabbiarsi non giustifico cosa lo fanno, ma… possiamo fare di più e non lo facciamo”.
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