Champions League
Atalanta, Gasperini: “Shakhtar squadra di grande valore. Brescianini…”

Gasperini, ai microfoni di Sky Sport, parla delle sue impressioni sull’Atalanta e sul prossimo match contro lo Shakhtar: tra infortuni e strategia.
L’arena Auf Schalke di Gelsenkirchen aspetta l’Atalanta. I nerazzurri affronteranno il club ucraino Shaktar Donetsk il due ottobre nella loro seconda giornata di Champions League. Dopo il Bologna, stavolta tocca a loro. Le due squadre hanno entrambe un solo punto in classifica dopo lo 0-0 iniziale della prima giornata.

GIAN PIERO GASPERINI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Le dichiarazioni di Gasperini
L’Atalanta é quindi chiamata a dare una forte continuità alla performance effettuata oltre confine in Europa League, torneo in cui ha riportato in bacheca un trofeo lo scorso maggio.
Ecco che cosa ha da dire Mister Gaseperini a riguardo.
La Dea si sta riprendendo da una sosta e sta riorganizzando il suo gioco, come ci spiega il tecnico: “Dopo la sosta eravamo partiti bene con le gare contro Fiorentina e Arsenal, poi c’è stata la caduta col Como. A Bologna abbiamo giocato una buona gara, poi è vero che il risultato l’abbiamo acciuffato nel finale. La nostra è una squadra con tanti giocatori nuovi, che stiamo inserendo progressivamente e stanno dando anche delle buone risposte”.
E riguardo ai gol ci tiene a specificare: “Evidentemente dobbiamo stare più attenti. E’ una situazione che s’è ripetuta più volte, quindi dovremo fare più attenzione”. E rispetto alla Champions il coach vuole sottolineare : “Questo è un girone di otto gare e sono tutte partite difficili. Ti ritrovi di fronte squadre che sono abituate a vincere, loro sono molto bravi nel pescare giocatori brasiliani: l’abbiamo visto contro il Bologna, sono difficili da affrontare e sono abituati a giocare le coppe. E’ sicuramente una gara di spessore”.
Lo Shakhtar, quindi, secondo Gasperini resta un avversario temibile: “Non è come l’Arsenal, ma è comunque una squadra di grande valore, anche se è cambiata nel tempo e il loro campionato non è paragonabile a quelli top. La loro tradizione pesa, così come la loro capacità di scegliere sempre giocatori di qualità. Sono più giovani rispetto al passato, ma sotto l’aspetto tecnico e atletico sono preparati”.
E rispetto ai rientri ed agli infortuni dice: “Zaniolo é stato fermo tanto, da aprile. Ora sta ritrovando una discreta condizione. Quando è arrivato faticava a camminare e a correre bene: ci vuole un po’ di pazienza, lui deve sfruttare le occasioni che via via gli verranno concesse. Qui abbiamo una buona colonia di giocatori italiani che speriamo possano dare un aiuto alla Nazionale[…] Ci dispiace per l’infortunio di Brescianini. Quando ci sono 10-11 giocatori nuovi c’è chi risponde prima e chi dopo, ma l’importante è che l’Atalanta ogni volta continui a rigenerarsi”.
Champions League
Hakimi e il ritorno al passato: “Inter? un incontro speciale”

Achraf Hakimi, ex giocatore dell’Inter, affronterà i nerazzurri in finale di Champions League con la maglia del Paris Saint Germain dopo quattro anni.
Il Paris Saint Germain e l’Inter si troveranno faccia a faccia in finale di Champions League e tra i protagonisti ci sarà Achraf Hakimi. Il calciatore marocchino, dopo quattro anni, si ritroverà a sfidare la squadra nerazzurra, ma questa volta da avversario.
Nonostante Hakimi abbia giocato solo una stagione a Milano, ha lasciato un’impronta significativa a San Siro, con 45 presenze, 7 gol segnati, 11 assist forniti e, soprattutto, un campionato di Serie A vinto nella stagione 2020/21.
Dopo quattro anni, Hakimi può vantare un totale di 165 presenze con il PSG, con 21 gol e 33 assist. “L’Inter è una grande squadra, lo abbiamo visto anche contro il Barcellona” ha dichiarato Hakimi dopo la sfida di ritorno contro l’Arsenal. “Affronteremo i nerazzurri con grande motivazione”.
Inter-PSG, (ri)ecco Hakimi… da avversario##
“E’ incredibile, abbiamo lavorato tanto per questo momento e siamo felicissimi. Siamo una famiglia e un gruppo fantastico” ha affermato Hakimi, esprimendo la sua ammirazione per l’allenatore del PSG, Luis Enrique. “Luis Enrique è un allenatore incredibile, da quando è arrivato l’anno scorso ha creato con il suo lavoro una grande squadra”.
Dopo una stagione importante, ricca di gol, assist e un campionato di Serie A vinto con l’Inter, Hakimi è pronto a riaffrontare il suo passato.
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Fonte: Gianluca Di Marzio
Champions League
Champions League, classifica marcatori: Lautaro e Dembélé ancora in corsa

Champions League, dopo le semifinali, che hanno visto uscire Barcellona e Arsenal, la classifica marcatori vede ancora due protagonisti pronti a contendersi il titolo di miglior goleador.
L’Inter si prende la rivincita sui detrattori e lo fa nel modo più spettacolare possibile, ovvero in rimonta, contro una delle squadre più iconiche del continente, in una partita che ha riportato alla mente le notti magiche del Triplete 2010. E a Monaco troverà un PSG profondamente cambiato, privo di Mbappé, ma un collettivo compatto, fluido, ispirato da un calcio alla “spagnola” e sorretto dai miracoli tra i pali di Donnarumma, decisivo anche contro l’Arsenal nel doppio confronto.
Ma il fascino della finale di Champions League non si ferma qui. Oltre al titolo europeo, c’è in palio anche la corona di miglior marcatore. In testa alla classifica ci sono Guirassy (Borussia Dortmund) e Raphinha (Barcellona), entrambi a 13 reti, e a seguire Harry Kane (Bayern) e Lewandowski (Barcellona), entrambi fermi a quota 11. Lautaro Martínez, a 9 gol, e Dembélé l’unico ancora in gioco tra i finalisti e per coronare il sogno personale servirà una prestazione da vero fuoriclasse nella notte più attesa.
Champions League 24/25, classifica marcatori parziale
- 13 gol: Guirassy (Borussia Dortmund), Raphinha (Barcellona)
- 11: Kane (Bayern Monaco), Lewandowski (Barcellona)
- 9: Lautaro Martínez (Inter)
- 8: Dembélé (PSG), Vinicius Jr (Real Madrid), Haaland (Manchester City)
- 7: Mbappé (Real Madrid), Pavlidis (Benfica), Jonathan David (Lilla), Julián Álvarez (Atletico Madrid)

LAUTARO MARTINEZ RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Champions League
Inter, Moratti: “Finale folle col Barcellona, ho rischiato l’infarto.

Lo storico ex presidente dell’Inter Massimo Moratti ha rilasciato una lunga intervista al Quotidiano Sportivo dove ha commentato la Finale di Champions raggiunta dai nerazzurri.
A seguire l’intervista completa
Inter, Moratti: “Avrei fatto di tutto per prendere Yamal…”
REGALO DI COMPLEANNO
“La Beneamata mi ha fatto il regalo di compleanno in anticipo, festeggio il 16 ma idealmente ho già soffiato sulle candeline con Marotta e Zanetti”.
HO RISCHIATO L’INFARTO
“Anche se ho rischiato l’infarto, immagino come tutti gli innamorati dell’Inter”.
ATTO DI GIUSTIZIA
“È stata una sofferenza indicibile, ma è stato anche un atto di giustizia. Sommando andata e ritorno, l’Inter ha avuto una cosa in più: è rimasta lucida anche quando tutto sembrava finito. Ci ha creduto sempre, anche sotto 3-2 a San Siro, in quel finale folle”.
SENZA PRECEDENTI
“Abbiamo visto e vissuto una cosa senza precedenti, una doppia semifinale di Champions che finisce complessivamente 7-6, senza andare ai rigori è qualcosa di clamoroso, di enorme”.
ACERBI IL SIMBOLO
“Di questa Inter proprio Acerbi è il simbolo. Come si dice oggi? È lui il testimonial perfetto”.
LAMINE YAMAL
“Se avrei comprato Yamal ai tempi? Avrei acquistato anche Acerbi! Ma le rispondo: per Lamine, potendo, avrei fatto di tutto e di più. Questo ragazzino, banalmente, è il calcio come lo immaginiamo da bambini, è la fantasia al potere. Riesce a fare ogni cosa con una facilità straordinaria. Se gli regge la salute farà una carriera epica. Lo paragonano a Pelé o Maradona? Fanno bene, anche se in campo parte da una posizione diversa. Ma in assoluto Lamine è quel giocatore che anche i tifosi avversari amano, perché, mi ripeto, lo guardi e ti emozioni”.
INZAGHI
“Inzaghi è un fenomeno e poi ne parliamo, però il Mago HH due finali le ha vinte, Simone non ancora. A parte le battute io Simone non lo credevo così bravo. Inzaghi è un tecnico che non smette mai di studiare, di imparare. È cresciuto tantissimo. Prepara le partite meglio di tutti. E inoltre ha compreso in fretta che c’è una enorme differenza fra Champions e campionato, ma lui riesce a tenere sempre il gruppo sulla corda. Poi io mi rendo conto che un tifoso vuol vincere, ma se vedi la tua squadra ancora in lotta per lo scudetto e in finale a Monaco dopo aver eliminato Bayern e Barcellona come fai a non essere comunque grato a chi la allena e a chi la dirige?”.
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