Serie A
Fiorentina-Milan 2-1, le mani di De Gea e il colpo dell’ex lanciano la Viola | Le pagelle gigliate
Fiorentina-Milan 2-1, un De Gea in versione super respinge due rigori e protegge la vittoria Viola. A segno anche il grande ex, Yacine Adli. Le pagelle gigliate.
De Gea 9: Theo Hernandez batte un rigore poco angolato, ma lui e’ bravo a intuire. Più difficile quello di Abraham, sul quale si allunga in maniera provvidenziale. Le mani della vittoria sono le sue.
Dodo 6: partita di buon livello, nonostante una ammonizione prematura. Gestisce al meglio la marcatura su Leao.
Camuzzo 6,5: buona la sua prova, contro un attacco decisamente non di bassa qualità. Porta a casa una sufficienza che va verso la bontà.
Ranieri 6: tatticamente disciplinato, provoca un rigore in cui cade nel tranello delle trame rossonere, ma compie anche molti interventi importanti.
Gosens 6: in un ruolo non suo fa bene, e non era scontato.
Cataldi 6: decisamente sul pezzo, anche se la scena del match se la prende tutta Adli. L’ex Lazio e’ prezioso nel lavoro oscuro (dal 67′ Richardson 6: aiuta la squadra a proteggere l’area di rigore).
Adli 7: rete di lana caprina, contro la sua ex squadra, che ora forse avrebbe bisogno (e molto) di un Adli per risolvere alcuni dei suoi problemi in mediana. Esulta molto poco dopo il gol (dal 76′ Biraghi sv).
Colpani 6: non gioca male, ma Palladino si attende da lui il sacro fuoco di Monza ( dal93′ Kayode sv).
Bove 6: molto disciplinato, bravo ad aiutare in fase di non possesso.
Gudmundsson 7: si stupiscono un po’ tutto quando, dagli undici metri, ci va Kean e non lui. Poco male, si prende la sua parte di gloria con il gol da tre punti (dal 76′ Kouame sv).
Kean 5: sembra si impegni per complicare la vita della Viola. Un rigore procurato e uno sbagliato. La cassa di risonanza sulla sua prova negativa, tuttavia, e’ in parte oscurata dalla vittoria.
Raffaele Palladino 7: trova i tre punti pur sacrificando tatticamente Cataldi e operando alcune scelte di posizione poco usuali. Ha ragione lui, e si gode una pausa segnata da una vittoria che fa molto morale.
Serie A
Bonucci si scatena: “Andai al Milan per colpa di Allegri”
Leonardo Bonucci, ospite ieri sera a Sky Calcio Club, ha trattato vari temi, tra cui la Juventus di Thiago Motta e la sua esperienza in bianconero.
Leonardo Bonucci è tornato a parlare della sua vecchia squadra ai microfoni di Sky Calcio Club. Con 502 presenze con la maglia bianconera, l’ex capitano rappresenta uno dei simboli della Juventus degli ultimi anni, nonostante i suoi alti e bassi. Scopriamo cosa ha raccontato.
Bonucci, le parole a Sky Calcio Club
A seguire, le parole di Bonucci ai microfoni di Sky Calcio Club.
Perché sei andato al Milan?
“Sono andato al Milan perché c’era stato il famoso screzio con Allegri. Io volevo comunque rimanere vicino a casa per le note vicende che c’erano state di mio figlio. Non me la sentivo di andare all’estero perché quando cambi è sempre un punto interrogativo. Sono andato al Milan perché comunque stava iniziando un nuovo ciclo. Con tanti acquisti, Mirabelli e Fassone ne fecero 12. E poi a fine anno, quando è saltato tutto il banco, mi dissero ‘qua non c’è più posto per te’.”
Parlaci dell’impatto di CR7 sulla Juventus.
“L’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juve fu deciso per migliorare una squadra già forte: l’obiettivo era vincere la Champions, ma non è stato raggiunto. Nell’anno in cui è arrivato CR7 si sono incastrate dinamiche strane: Allegri a fine ciclo, il Covid, Sarri che faticava ad entrare nelle dinamiche della gestione dei campioni che c’erano. CR7 è sempre stato un elemento di energia nello spogliatoio, ma nella stagione di Sarri nel modo di giocare è stato portato più ad agire come singolo che uomo squadra. Lui voleva giocare libero, Maurizio aveva i suoi paletti. Sarri è arrivato nel momento sbagliato: molti dicono che non è da Juve, ma non la penso così. Quando hai Ronaldo, Higuain, Dybala e Douglas Costa come li fai giocare tutti? Nella gestione devi essere un fenomeno”.
Cosa è cambiato nei confronti della Juventus negli ultimi due anni?
“Negli ultimi due anni c’era un’energia diversa, prima gli altri avevano paura nei nostri confronti e lo percepivi. Poi, invece, chi veniva allo Stadium pensava di poter portare a casa il risultato, mentre in precedenza…I nuovi dovevano acquisire quello standard da Juventus, perché prima c’era gente come Buffon, Dani Alves, Chiellini, Khedira, Matuidi, Higuain, Dybala, Tevez…”.
Cosa pensi della Juventus di Motta?
“Thiago Motta con lo Spezia ha fatto bene e ha portato il Bologna in Champions, ora è arrivato alla Juve con tanti giovani e sta facendo un lavoro eccezionale sia sul campo che nella comunicazione. La Juve mi sta piacendo tanto per quello che sta proponendo, le manca ancora in partite come con il Cagliari la zampata per chiudere la partita, ma ha avuto due occasioni proprio pulite ed altre situazioni dove poteva fare molto meglio, quello sta mancando. A vederla mi sto divertendo”.
Quanto peserà l’assenza di Bremer?
“Alla Juve è mancato un difensore che cambiasse il reparto. Senza togliere nulla agli altri, Gatti e Kalulu che stanno facendo un grande campionato, ma Bremer in queste situazioni qua ti aiuta tanto, ti risolve tanto. Anche prima prendeva quelle ripartenze ma Gleison recuperava. Kalulu? Sì, farà il centrale, credo la sua idea sia andare avanti con lui e Gatti. A gennaio se ci sarà un’occasione la Juve è obbligata a prenderla in considerazione. Magari Thiago tirerà fuori un altro jolly in questi mesi”.
Come ti sta sembrando la gestione di Danilo?
“Conoscendolo bene, sicuramente dentro sta soffrendo ma è un ragazzo d’oro, pulito, dentro lo spogliatoio ha sempre la parola giusta. Non ha mai creato problemi, poi ovvio, quando non giochi per tante partite ti da fastidio. Terzino? Per tutta la partita no, lui, parlandoci, mi diceva “Leo, giocando tanto a tre o centrale nei due, mi piace fare quel ruolo lì, essere più lucido per giocare palla e meno di spinta”, però è un grande giocatore e si adatta a tutto quanto”.
Serie A
Roma, l’ex arbitro Gervasoni: “Su Baldanzi non è rigore”
La Roma recrimina, ma gli arbitri hanno idee diverse. L’ex direttore di gara Andrea Gervasoni ha commentato lo scontro che ha visto Baldanzi protagonista.
La Roma ha visto interrompersi la sua striscia di vittorie in campionato con un pareggio sul campo del Monza, un risultato che ha acceso non poche polemiche nell’ambiente giallorosso.
Al centro delle discussioni c’è uno scontro avvenuto tra Kyriakopoulos e Baldanzi in area di rigore brianzola, un contatto giudicato regolare sia dall’arbitro in campo che dagli assistenti al VAR.
Le proteste della squadra capitolina si sono concentrate proprio su questo episodio, ritenendo che il contatto avrebbe meritato un rigore. Tuttavia, la decisione di non intervenire è stata difesa ufficialmente dall’AIA attraverso le parole di Andrea Gervasoni, vice designatore arbitrale.
Roma, le parole di Gervasoni
Durante la trasmissione Open VAR, Gervasoni ha spiegato perché il VAR Aureliano non è intervenuto sul contatto tra Kyriakopoulos e Baldanzi: “Entrambi i giocatori erano concentrati sul pallone, guardavano in aria, perciò riteniamo che quello sia stato un semplice scontro di gioco. Abbiamo paragonato questo episodio a quello che ha coinvolto Di Lorenzo in Napoli-Monza. Non vogliamo che microtocchi siano puniti con il rigore“.
Gervasoni ha poi chiarito ulteriormente la linea guida dell’AIA riguardo a questo tipo di contatti: “Affinché il VAR possa intervenire, i microtocchi devono essere chiari step on foot, cioè contatti punibili perché imprudenti, con l’aggiunta del cartellino giallo. In questi casi, per giustificare l’intervento del VAR, deve esserci imprudenza, un affondo deciso, e il piede dell’avversario deve essere schiacciato pienamente“.
Serie A
Torino, Zapata preoccupa: clamorosa idea in attacco?
Sono ore d’apprensione in casa Torino. I granata sono in attesa del responso degli esami cui si sottoporrà in giornata Duván Zapata.
Il Torino si sta rivelando una delle sorprese più piacevoli di questa prima parte di campionato. Con Paolo Vanoli in panchina, i granata hanno abbracciato un approccio più offensivo e propositivo di quello visto con Jurić, come dimostrano i 12 gol realizzati finora.
Se da un lato c’è ancora da lavorare sulla fase difensiva, che ha già concesso 11 reti, il nuovo stile di gioco ha riportato entusiasmo tra i tifosi. Un’atmosfera positiva, in netto contrasto con le tensioni estive dovute ad alcune cessioni importanti, che avevano sollevato critiche verso la dirigenza.
Torino, occhio agli svincolati: Balotelli in cima alla lista
Tuttavia, ora il Torino deve fare i conti con un potenziale problema: le condizioni fisiche di Duván Zapata. Il capitano granata è stato costretto a lasciare il campo in barella durante la sfida contro l’Inter, dopo aver subito un infortunio al ginocchio sinistro.
Il colombiano, visibilmente in lacrime, è uscito tra gli applausi del pubblico di San Siro, che ha compreso la gravità della situazione. Zapata oggi si sottoporrà a esami strumentali per valutare l’entità dell’infortunio, con il club che spera di scongiurare una rottura del crociato.
Come riportato da La Stampa, il Torino dovrà prendere delle decisioni in base ai risultati dei test. Se l’attaccante dovesse rientrare per l’anno nuovo, la società non interverrà sul mercato.
Tuttavia, in caso di un lungo stop, il club potrebbe essere costretto a cercare un nuovo centravanti. Tra le opzioni, il nome in cima alla lista è quello di Mario Balotelli, attualmente svincolato e in attesa di una nuova opportunità dopo la sua ultima esperienza in Turchia.
L’ex Milan, che si allena da solo a Brescia, rappresenta una clamorosa suggestione per i granata, che stanno valutando anche altri nomi come l’ex Udinese Isaac Success, ma anche Wissam Ben Yedder ed Eric Maxim Choupo-Moting.
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