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Inter, salvate il soldato Sommer: lo svizzero “vittima” di una difesa permeabile

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Sommer

Inter, Yann Sommer ha raccolto dal fondo della rete già molti palloni in queste prime sette giornate. Una elevata vulnerabilità favorita da una difesa apparsa molto in difficoltà e vittima di cali di attenzione.

Ormai è conclamato il fatto che l’Inter sia, almeno in questo avvio di campionato, molto meno solida rispetto alla squadra che, a maggio, ha conquistato il suo ventesimo scudetto.

Il muro difensivo nerazzurro è diventato di colpo friabile, cosa che ha fatto si che, i gol subiti in sette giornate giocate siano già nove, tanti quanti subiti dai cugini del Milan, ma anche quanti il Monza penultimo.

Le colpe, lo abbiamo già scritto, sono attribuibili ad amnesie individuali più che alla fase difensiva nella sua totalità A prescindere dalle colpe, però, colui che più di tutti ci sta rimettendo è Yann Sommer.

Lo svizzero, ottimo portiere arrivato negli ultimi giorni dello scorso mercato estivo, ha beneficiato a lungo del trio saracinesca davanti a lui.

Ora che lo stesso sembra denotare alcune falle, invece, Sommer viene spesso lasciato solo contro il giocatore offensivo di turno, oppure perforato dalla torre d’attacco avversaria.

Un effetto collaterale della nuova Inter, che ha ancora il miglior attacco della massima serie, ma che non ha più la difesa più chiusa.

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Fiorentina, Martinez Quarta su Nico Gonzalez: “Siamo molto legati. Il suo addio…”

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Fiorentina

Il difensore della Fiorentina Lucas Martinez Quarta ha parlato in esclusiva ai microfoni di Tuttomercatoweb.com. Tra i tanti temi toccati anche l’addio di Nico Gonzalez in estate.

Di seguito le sue parole in merito.

Martinez Quarta sull’addio di Nico Gonzalez

“Sono legato a Nico, siamo diventati molto amici qua. La verità è che lui era ed è molto legato alla Fiorentina. L’abbiamo visto giocare, lasciava la pelle in campo, so quanto tiene alla Fiorentina e quanto teneva a vincere una coppa per questo club.

Lui si vedeva qua in viola per tanti anni, poi è stato protagonista in Copa America, ha giocato bene, ha vinto e gli è capitata questa possibilità… Lui l’ha colta, sono decisioni personali, ognuno fa quello che pensa sia meglio per il proprio futuro. Lui poi voleva giocare la Champions e quindi ha preso questa decisione.”

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Serie A

Milan-Inter, unione d’intenti su San Siro: i dettagli

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san siro

Il derby tra Milan-Inter si gioca anche sulla questione San Siro. Sembra però esserci unione d’intenti tra i presidenti “concittadini” al Festival dello Sport.

Intervenuti al Festival dello Sport di Trento, i Presidenti delle due squadre hanno riacceso un piccolo derby tra Milan-Inter. Dove però sembra esserci un pensiero comune, dato dal fatto che costi e ricavi non sono all’altezza di quello che sarebbe un nuovo modello imprenditoriale: lo stadio di proprietà.

Milan-Inter: San Siro

Il primo ad intervenire sulla questione stadio è il presidente rossonero Scaroni, il quale vede l’attuale San Siro non più agli albori di un tempo:

Scala del calcio obsoleta: “Io sei anni fa ho detto che lo stadio di San Siro andava rifatto, che è vecchio e obsoleto. Volevo abbatterlo e costruirlo uno di fianco. Mi dicevano: ‘Ma tu sei pazzo, vuoi buttare giù la Scala del Calcio?’. E io rispondevo: ‘Ma quale Scala del Calcio, è un vecchio manufatto’. È stato buttato giù Wembley, ancora più iconico di San Siro.

Milan-Inter

Le ipotesi sul tavolo

“Ora l’ipotesi che stiamo esaminando con attenzione è quella originaria,” continua Scaroni: “ovvero costruire un nuovo stadio nella zona di San Siro: mantenere delle cose del vecchio stadio, ma dotare la città di un nuovo stadio. Ne ho parlato col Sindaco anche questa mattina. Poi c’è l’ipotesi di costruire un nuovo stadio a San Donato Milanese ed è una possibilità, abbiamo già investito 40 milioni di euro”.

 Marotta sulla questione San Siro e l’unione d’intenti con Scaroni: ” L’analisi di Scaroni è perfetta. Anche io sono un testimone di questa evoluzione calcistica e ho potuto vivere il modello del mecenatismo e ora quello dell’imprenditoria vera. La proprietà di oggi è un importante fondo d’investimento e questo è un tipo di proprietà diversa dai mecenati.”

Nuovo modello di calcio: “Oggi il calcio va in questo tipo di modello e menomale che ci sono. Sullo stadio dico che bisogna lavorare su questo asset: è importante per il raggiungimento dei risultati sportivi e poi deve rendere dal punto di vista degli incassi. Lo stadio moderno non deve essere una cattedrale nel deserto dove vai a vedere una partita ogni 15 giorni, ma deve essere un posto frequentato tutti i giorni. Lo scorso anno abbiamo incassato 80 milioni di euro in questa situazione, immaginate in uno stadio moderno.”

Milan-Inter

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Empoli, D’Aversa: “Sono qui per dimostrare quello che sono”

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Empoli

L’allenatore dell’Empoli Roberto D’Aversa ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni de Il Corriere Dello Sport sull’avvio di stagione del club toscano.

L’allenatore ex Lecce e Parma e attuale tecnico dell’Empoli Roberto D’Aversa ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni de Il Corriere Dello Sport, relative all’inizio di stagione del club toscano.

Empoli, le parole di D’Aversa

D'Aversa

Di seguito le dichiarazioni dell’allenatore dell’Empoli Roberto D’Aversa rilasciate ai microfoni de Il Corriere Dello Sport:

PROPOSTA EMPOLI

“Vivo di rapporti umani e, dopo quanto accaduto, la chiamata dell’Empoli è stata coraggiosa per quello che era successo e per me immensamente gratificante. Non me la sono fatta sfuggire, nonostante avessi altre proposte: per dimostrare la persona che sono da trentacinque anni, nonché il tecnico che sul campo penso si sia sempre ben comportato in Serie A.

La cosa bella, inoltre, è che ho ricevuto tanti attestati di stima da allenatori e direttori sportivi, anche di qualcuno con cui non avevo rapporti e che mi hanno fatto ancora più piacere: li ringrazierò per sempre”.

EMPOLI CLUB UNICO

“Il presidente Corsi e la figlia Rebecca gestiscono il club da imprenditori ma come se fosse una famiglia. Qui sanno fare calcio, lo si percepisce da fuori com’è il mondo Empoli, ma solo al suo interno ci si rende conto del significato che si dà al settore giovanile per consentire ai ragazzi di arrivare in prima squadra e poi valorizzarli ancora di più. In questa maniera il club si autogestisce a livello economico con l’idea, in più, di dare spazio al maggior numero di calciatori italiani e di appartenenza Empoli.

Io raramente parlo di formazione con presidente o direttore sportivo, ma prima della partita di Coppa Italia mi sono sentito di dire le mie scelte in anticipo rispetto al solito comunicando loro chi volevo far giocare a Torino: l’espressione di Corsi è valsa più di mille parole”.

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