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Serie A

Hellas Verona, Dawidowicz: “Ho pensato di smettere. Ero vicino a un grande club, poi…”

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dawidowicz hellas verona

Pawel Dawidowicz, difensore polacco dell’Hellas Verona, ha parlato direttamente dal ritiro della nazionale di un retroscena di mercato che lo ha coinvolto.

L’ex Benfica ha rivelato un retroscena di qualche anno fa, che avrebbe potuto cambiargli la carriera. La sfortuna però ha avuto la meglio.

Hellas Verona, le parole di Dawidowicz

Attraverso i microfoni di Przegląd Sportowy il difensore si è raccontato a proposito del passato:

“Ero un adolescente che finì nella giungla. Per il primo mese hanno cercato di aiutarmi e di spiegarmi varie cose, ma poi sono rimasto solo. Qualcuno stava scherzando nello spogliatoio e non avevo idea di cosa stessero parlando – ricorda Paweł Dawidowicz.

dawidowicz hellas verona

Pawel Dawidowicz (Verona) portrait during italian soccer Serie A match Hellas Verona FC vs US Sassuolo (portraits) at the Marcantonio Bentegodi stadium in Verona, Italy, August 21, 2021 – Credit: Ettore Griffoni

Tempo fa ho ricevuto la notizia che un grande club mi stava seguendo. ‘Sono seriamente interessati, gioca altre tre, quattro buone partite e si farà’ mi dissero. Ho giocato due gare e crack, infortunio (stagione 2021/2022). Poco dopo ho vissuto un momento in cui mi sono reso conto di essere davvero stanco del calcio. Ho passato più tempo con il dottore che sul campo, invece di gioia c’era dolore, c’era dubbio“.

Dunque c’è stata la concreta possibilità per il polacco di lasciare l’Hellas per accasarsi in un club più blasonato. Il grave infortunio poi ha bloccato tutto e il difensore è rimasto in riva all’Adige.

Serie A

Atalanta, Gasperini: “Una mia soddisfazione? vincere a Liverpool”

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Atalanta, Gasperini

Gian Piero Gasperini ha rilasciato importanti dichiarazioni nella giornata di ieri, in cui si è celebrato il “Festival dello sport”, a cura de La Gazzetta dello Sport.

Ieri a Trento, al Festival dello Sport, il  tecnico dellAtalanta ha risposto e chiarito alcune questioni importanti e ripercorso anche bei momenti come la vittoria dell’Europa League con la sua squadra.

Gasperini

GIAN PIERO GASPERINI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Le parole di Gasperini

Europa League
“È stata un’impresa importante realizzata in Europa. Io ero convinto che avremmo messo in difficoltà il Bayer, che avevano battuto tutti i record ed erano i favoriti. Io ero fiducioso. Me lo sentivo che gli avremmo creato dei problemi”.

Il risultato
Il risultato non può essere solamente alzare una coppa o vincere uno scudetto. Il risultato è un’altra cosa. È quando uno cerca di superarsi ogni giorno. Tutto il resto viene fatto per creare una pressione. Ognuno ha i propri traguardi e raggiungere la propria dimensione. Essere felice se ha una promozione o se riesce a fare qualcosa di più per la propria famiglia è i figli. Altrimenti la vita avrebbe poco senso. Il risultato è diverso dal successo”.

Crescere attraverso gli errori
“Considerare gli errori una frustrazione è una cosa che ti rovina la vita. L’errore serve per migliorarti e andare avanti. Lo sport non fa altro che rappresentare la vita, ma nel modo migliore perché nello sport impari a perdere. Ti forgia caratterialmente. Chi arriva dal mondo dello sport affronta meglio la vita. Quello che abbiamo raggiunto lo abbiamo fatto con la società e i giocatori, ma anche con la città”.

Il  successo Se ti alleni, se studi e se lavori hai più possibilità di raggiungere dei risultati.
Però non è una scienza esatta: ho visto gente vincere solo con il talento. Però secondo me chi si applica e chi si impegna ha più possibilità di crescere. Adesso ci sono degli atleti straordinari, la statura media ad esempio è cresciuta di 10 centimetri. C’è stata un’evoluzione fisica in tutti gli sport. La Spagna, invece, che di tradizione è molto simile alla nostra, ha difeso la propria storia con giocatori rapidi e veloci. La scuola spagnola ha rispettato la propria tradizione e ha ottenuto lo stesso risultati straordinari. Nello sport non c’è un’unica strada”.

Il Gewiss Stadium
“Ora il Gewiss è un gioiello. È frutto di 8 anni di lavoro. All’estero ci sono degli stadi meravigliosi che costeranno delle cifre pazzesche. Non so come si possano trovare queste risorse. Noi siamo rimasti indietro su questo aspetto ma gli stadi continuano a essere pieni e questo è un bel segnale”.

Sulla nuova Champions
“Questa nuova formula è una sorta di tentativo di Superlega: si giocano molte più partite. Poi si capirà più avanti se questa è una formula più spettacolare. È tutto rivolto a cercare di aumentare lo spettacolo: non sempre si riesce e a volte si fa anche qualche danno. Si cercano di aumentare gli introiti economici. Giochiamo ogni tre giorni e non so se anche questo sia una causa a livello di infortuni. Faccio fatica a dare delle risposte nette. Noi ci stiamo adattando”.

Sulla vittoria con il Liverpool
“Una grande soddisfazione che ricordo? Sicuramente vincere a Liverpool. Quando abbiamo finito la partita abbiamo ricevuto un applauso da tutto il pubblico. È un pochino difficile che questo accada in Italia: c’è ancora tanta maleducazione”.

Su Papu Gomez
“Molti giocatori mi hanno dato delle grandi gratificazioni. Io traggo qualcosa da ogni giocatore. Il Papu era un giocatore straordinario. Lui ti anticipava ed era rapido, di grande qualità e con una grande intelligenza calcistica. Purtroppo lo sport è impietoso e quando arriva il momento in cui abbassi un po’ la prestazione diventa un problema. Quando le strade di me e il Papu si sono divise ci ho anche sofferto, è normale”.

Gasperini

Il ruolo da allenatore
“L’allenatore deve pensare alla squadra e forse è il motivo per cui un allenatore non deve stare sempre nella stessa squadra. Se ragioni da allenatore lo fai in un modo, se ragioni dal punto di vista umano lo fai in un altro. Si devono fare delle scelte e se metti sempre davanti la squadra, qualche volta le scelte sono dolorose. Questo è il problema di chi deve decidere”.

Su Ilicic
Lui è caduto in questa situazione nel momento migliore della sua carriera. Lui dopo Valencia era un giocatore che forse era candidato al pallone d’oro. O comunque nei primissimi. Quando subentra la depressione è difficile. La cosa è andata avanti per un po’. Ogni tanto aveva dei barlumi di classe. Ha avuto dei momenti di grande difficoltà ma po’ era tornato alla normalità ma non con le stesse prestazioni purtroppo”.

Sulla nuova stagione
“Ho già avuto almeno 3 Atalante. Ogni anno partiamo con un’idea non troppo chiara sul dove vogliamo arrivare. La capiamo strada facendo. Battere l’Atalanta oggi dà molta più soddisfazione rispetto al batterla qualche anno fa. Non sono scontento di questo avvio anche se magari ci manca qualche punticino”.

Il fallimento?
“Il fallimento nello sport non esiste. Il fallimento è quando abbandoni. Se ti accorgi che sei competitivo, chi è che si tira indietro? Ma il fatto di voler mettere per forza un obiettivo è un tentativo per mettere pressione. Questa è una cosa che mi dà abbastanza fastidio. Se lo fissano le proprietà è diverso”.

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Serie A

Juventus, Tacconi: “Heysel ricordo bellissimo e orribile allo stesso tempo. Su Boniperti…”

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L’ex portiere della Juventus Sergio Tacconi è stato intervisto dal quotidiano “La Stampa” in occasione del suo nuovo libro “L’arte di parare“.

Juventus, le parole di Tacconi

Boniperti? “Ogni volta che facevo qualche stupidaggine scattava la multa. Negli anni gli ho dato tanti di quei soldi… per fortuna vincevo e mi tornavano indietro.”

Juventus

Sigarette con Platini? “E non solo con lui. Una volta in ritiro il Trap piombò nella camera che dividevo con Favero e ci trovò avvolti nella nebbia. Spalancò le finestre e ci disse: ‘Adesso le tenete così.’ Fuori c’erano dieci gradi sottozero.”

Cosa non rifarei? “Dichiarare che rimpiangevo Zoff, che nel 1984 se n’era andato in polemica con la società. Il giorno dopo l’Avvocato piombò a Villar Perosa con l’elicottero per sgridarmi. Provai a nascondermi dietro un albero, ma mi beccò. ‘Tacconi, se lei rimpiange Zoff si immagini noi.’ E finii in panchina per il resto della stagione.”

Heysel? Ricordo bellissimo e orribile allo stesso tempo. Se non fossimo scesi in campo sarebbe stata una carneficina persino peggiore.”

Scelta di giocare? “Della gendarmeria belga. Un generale entrò negli spogliatoi e ci disse: ‘Vestitevi e uscite, o qui la situazione degenera ulteriormente.’ Dopo la vittoria fu sempre la polizia a chiederci di festeggiare in campo con la coppa, per dar loro il tempo di evacuare gli Hooligans.”

Matteo Di Tria

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Serie A

Monza, terremoto ai vertici. Ma Galliani è un punto fermo

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Monza, Galliani

Il Monza guarda a un futuro a stelle e strisce: complice l’italo-americano Mario Gabelli, che sarebbe pronto ad acquisirne la proprietà. Resiste Galliani.

Il Monza si prepara ad essere l’ennesimo club italiano in mano a proprietà statunitensi. Il futuro probabile proprietario del club brianzolo è il manager di Gamco Investors Mario Gabelli, che si affiderà all’aiuto dell’analista Alec Boccanfuso.

È proprio lui ad avere segnalato il club come interessante investimento sotto molteplici aspetti: la vicinanza geografica a Milano, città dal respiro internazionale, e la presenza di Adriano Galliani.

Monza, anche per gli americani l’uomo chiave resta Galliani

È infatti Galliani uno degli elementi imprescibili e di continuità che caratterizzano questo nuovo progetto americano. Il valore del club, della proprietà della famiglia Berlusconi, è stimato da Fininvest complessivamente sui 100 milioni di euro.

Stando alle parole usate dal gruppo Fininvest, quest’ultimo resterebbe comunque “partner” del progetto Monza, dal quale non sarebbe del tutto estromesso.

L’interesse della Gamco Investors per il settore sportivo, testimoniato dall’acquisizione di quote di club calcistici (Manchester United), di basket (New York Knicks) e di baseball (New York Yankees) cresce sempre di più.

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