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Intervista a Silvio Pagliari: carriera e ‘chicche’ di un agente sportivo

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Sampdoria

Silvio Pagliari a tutto gas: ecco tutti i segreti per diventare un procuratore sportivo di successo. Il celebre agente sportivo e fondatore della BSP Football Agency si è aperto, senza filtri, in un’intervista rilasciata in queste ore a Smart Club, importante rubrica sportiva marchigiana. Stiamo parlando dell’interessantissimo format in onda su YouTube sul canale IGsport47, guidato dai bravissimi Alessandro Vallese e Marta Bitti (che ha all’attivo numerose esperienze come addetto stampa, anche all’Ancona in Lega Pro). “Mi stupisco quando vedo giovani di talento, ma soprattutto quando entro in uno stadio, a qualsiasi livello. Penso sempre: questa è casa mia”, il leit motiv di Pagliari che vanta un’infinità di esperienze calcistiche.

SILVIO PAGLIARI: IL NOME UNA GARANZIA

Come non citare la sua esperienza in qualità di responsabile del settore giovanile della Sampdoria, dove ha lavorato con personaggi del calibro di Giuseppe Marotta e il presidente Riccardo Garrone. “Oggi si parla troppo di altezza e centimetri”, ha dichiarato Silvio Pagliari. “Io guardo sempre alla tecnica e alla velocità. Se un giovane non dimostra intelligenza calcistica a 14 o 15 anni, è difficile che possa migliorare significativamente in seguito”. Vogliamo ringraziare subito, ancora una volta, la collega Marta Bitti per la disponibilità nella realizzazione del presente articolo-intervista.

Silvio Pagliari agente

COME DIVENTARE UN PROCURATORE SPORTIVO DI SPESSORE: I CONSIGLI DI SILVIO PAGLIARI

Non poteva mancare un valido consiglio per i giovani che aspirano a diventare procuratori sportivi. Stando al pensiero di Silvio Pagliari, la calma e la pazienza sono ingredienti essenziali in tal senso: “I giovani di oggi sono spesso troppo impazienti. Questo è un mestiere in cui non bisogna avere fretta. Occorre vedere numerose partite, studiare e girare per i campi di periferia”. Pagliari ha inoltre evidenziato e ribadito l’importanza della figura del procuratore come guida, soprattutto in termini di gestione del calciatore: “Se gestisci bene un giocatore, lui sarà più sereno. La gestione è tutto, specie per quelli in ruoli delicati come gli attaccanti, che vivono di gol”.

IL RUOLO DEL PROCURATORE SPORTIVO E LA GESTIONE DEGLI INFORTUNI

A tal proposito il ruolo del procuratore diventa fondamentale, in particolar modo nella gestione degli infortuni. Viene citato il lampante esempio di Guido Marilungo, con cui Pagliari intrattiene un rapporto professionale da ormai 20 anni. “Guido Marilungo ha avuto due infortuni. Nel caso del secondo, contro il Cesena ai tempi dell’Atalanta, riportò la rottura del legamento crociato. In quei momenti devi essere forte caratterialmente, per te, per lui e per la sua famiglia. In quel caso il supporto dell’Atalanta e di un signore come Luca Percassi è stato molto importante. Il rapporto umano in questi casi è essenziale e ti aiuta a instaurare quella fiducia che poi ti permettere di far proseguire il rapporto. Il percorso si fa insieme. Con Marilungo c’ero in quel caso ma c’ero anche quando segnò una doppietta all’esordio in Serie A. Con suo padre scoppiammo a piangere in tribuna. Fu un’emozione fortissima”.

PROCURATORE SPORTIVO, COMUNICAZIONE E TALENTI: IL CASO CRISTIAN BUCCHI

Oltre al lavoro sul campo, Pagliari ha enfatizzato l’aspetto della rilevanza della parte mediatica per un calciatore, introducendo un ufficio stampa per i suoi assistiti già dieci anni fa, intuendo l’ascesa dei social media. Come esempio di successo, Pagliari cita quello di Cristian Bucchi, scoperto mentre giocava in Eccellenza con la maglia del Settempeda e arrivato a segnare svariati gol in Serie A. “Bucchi è nipote di Giulio Spadoni, che nel 1997 mi disse di tenerlo d’occhio perché faceva sempre gol. Presi mezza giornata per andarlo a vedere a Castelraimondo. Giocava con la Settempeda una partita in campo neutro. Fece doppietta. Riconobbi in tribuna un signore che gli assomigliava, capii che era il padre e ci andai a parlare. Da lì nasce quella che possiamo definire una favola. In due anni di Eccellenza segnò 60 gol e richiamò l’attenzione del Perugia in Serie A, che lo voleva a tutti i costi.

Andai a parlare con il compianto Ermanno Pieroni, all’epoca direttore sportivo dei grifoni, che mi chiese se, secondo me, Bucchi potesse far bene anche a livelli più alti. Io gli feci una battuta: “Per me vede la porta e se le porte sono uguali lui indipendentemente dalla categoria fa gol”.  Bucchi allora va in ritiro col Perugia e a fine allenamento mi chiamava dicendomi che aveva segnato in partitella. Segnò anche nella prima amichevole col Marsala e allora decisi di andarlo a trovare a Norcia.  C’era anche Pieroni e per lui ormai non ero più Silvio, ma ‘Silvietto’. Mi salutò calorosamente abbracciandomi e allora lì capii che era veramente forte. Sotto la guida tecnica di Ilario Castagner, debutta in Serie A alla terza giornata contro la Lazio e dopo 6 minuti, cross di Colonnello, salta fra due difensori del calibro di Sinisa Mihajlovic e Fernando Couto e di testa fa gol a Marchegiani. Ho la pelle d’oca a 25 anni di distanza. Storie come questa non si vedono più nel calcio di oggi. Lì è cambiata la sua e anche la mia storia.

INGHILTERRA VS ITALIA: LA CASE HISTORY MANOLO GABBIADINI

La gente iniziava ad avere una percezione diversa di me, perché quello che avevo detto si era avverato. Se c’è un episodio che ha cambiato la mia carriera è stato quello lì. Bucchi finì quella stagione con 5 gol in Serie A e da lì partì la sua carriera. Ne segnerà 110 fra Serie A e Serie B”. E infine: partite da dimenticare, o meglio da non dimenticare? “Non dimenticherò Perugia-Milan del 24 aprile 1983 quando mio fratello Giovanni fece doppietta e quella del 29 aprile 1979 in cui mio fratello Dino segnò in Juventus-Fiorentina. Devo dire che i miei fratelli erano veramente forti. Una che dimenticherei è quella dell’infortunio di Marilungo che dicevo prima. Aveva segnato diversi gol in Serie A ed era in orbita Nazionale. Fu un duro colpo. Inserirei anche la finale EFL Cup Manchester United-Southampton a Wembley.

Il Southampton perse 3-2 ma Gabbiadini fece doppietta. Quel giorno lì il buon Silvio qualche lacrimuccia la versò. Lì ti passa tutta la carriera davanti, tutti i sacrifici, partito da Tolentino a Wembley. Quindi rispondo dicendo che mi piacerebbe riportare un giocatore in Premier League. Da italiani ci siamo riusciti solo in 4 o 5 e quindi l’obiettivo è quello. Il mio sogno era quello di diventare un procuratore e per farlo ho seguito una scaletta. Prima le Marche, poi l’Italia centrale, poi l’Italia e poi a un certo punto, lo step successivo diventa la mediazione internazionale. È quello che ti fa fare il salto di qualità ma è lì che devi rimanere sempre più umile”. In bocca al lupo ai futuri procuratori sportivi… di successo! Fonte/Foto M.Bitti. Sotto la puntata integrale, dedicata al mondo del procuratore sportivo e a curiosità calcistiche di vario tipo, ripresa dal canale youTube dedicato.

marta bitti
Una ‘vecchia’ foto di Marta Bitti e Walid Cheddira ai tempi Sangiustese (Serie D)

Giornalista marchigiano classe 1989, in oltre 17 anni di giornalismo si occupa di argomenti quali cronaca e sport. Laureato in Economia e Commercio (110 e lode), ha lavorato come telecronista, radiocronista e inviato, rivestendo l’incarico di responsabile ufficio stampa (Jesina Calcio) e collaborando con magazine, settimanali, quotidiani cartacei (Corriere Adriatico) e online. Eletto Professionista dell’anno 2021 Giornalismo Sport & Food a novembre 2021 presso Hotel Principe Savoia Milano, in occasione del prestigioso premio Le Fonti Awards. Ha partecipato negli anni a eventi sportivi come Gran Galà Calcio Serie A Milano, Gran Galà Calcio Serie B, Sport Digital Marketing Festival e Olimpiadi del Cuore di Forte dei Marmi. Nel suo cv un Master Sport – Digital Marketing & Communication del Sole 24 Ore. A marzo 2022 è stato eletto Professionista dell’Anno Comunicazione e Giornalismo Settoriale a Piazza Affari – Borsa Italiana Milano in occasione di Innovation&Leadership Awards. Risulta tra i vincitori del premio ‘Overtime Web Festival 2018’ (miglior articolo sport individuali), si conferma nel 2019 e ottiene il premio giornalistico nazionale Mimmo Ferrara 2019 (menzione speciale all’Odg - Napoli). E’ tra i vincitori del concorso letterario Racconti Sportivi 2019 (Centro Sportivo Italiano – Historica) la cui cerimonia di premiazione si è svolta in occasione della settimana del Salone del Libro di Torino 2019 e al Teatro Arena di Bologna. Si ripete nell’edizione 2020 di Racconti Sportivi. È stato premiato a Maggio 2019 come miglior giornalista under 30 ‘Premio Renato Cesarini 2019’. Nominato tra i migliori 30 millennials d’Italia 2019, vincitore del prestigioso Myllennium Award all’Accademia di Francia a Roma in ambito comunicazione sportiva. A settembre 2019 riceve la menzione d’onore al Premio Letterario Città di Ascoli Piceno. Ha all’attivo interventi e docenze in giornalismo e comunicazione in università e master (Roma, Bologna, Ancona, Macerata). A luglio 2020 viene premiato dal Ministro Sport Vincenzo Spadafora al Myllennium Award 2020 (Accademia di Francia – Villa Medici), alla presenza del Presidente Coni Giovanni Malagò, e ottiene il premio speciale di migliore giornalista giovane al Premio Cesarini ad agosto 2020. A Torino vince sempre nel 2020 il Premio Giovanni Arpino - Inedito dedicato alla letteratura sportiva. Vincitore del titolo di miglior blogger sportivo 2020 (Blog dell’Anno 2020) e del premio di giornalismo sportivo Simona Cigana 2020 (Friuli Venezia Giulia). Vince il Premio Giornalismo Internazionale Campania Terra Felix 2021 (sezione web), anche la menzione speciale al Premio Internazionale Città di Sarzana e al Premio Santucce Storm Festival sempre in ambito storytelling sportivo. Premiato al festival Nazionale del Giornalismo e Racconto Sportivo 2023 e al premio giornalismo internazionale Campania Terra Felix 2023. Autore del libro Happy Hour da fuoriclasse al Bartocci. E’ giornalista Giudice del programma King of Pizza 2022 (Sky Canale Italia - talent-show cucina gourmet). Il suo blog principale è www.danielebartocci.com Ha vinto anche il Premio Pizza d'oro 2022 (giornalismo - evento World Masterchef Milano Marittima) e il premio miglior giornalista giovane 2023 (Teatro dell'Aquila - Fermo - Premio R.Cesarini 2023). Eletto blogger dell'anno 2022 (Blog dell'Anno). Ha ricevuto il riconoscimento (food storytelling) a Excellence Food Innovation (Stadio Olimpico Roma - Cucina della Nonna), confermato tra i migliori professionisti horeca anche per il 2023 (BarAwards 2023). Vincitore del premio 100 Eccellenze Italiane alla Camera dei Deputati (food) e Food and Travel Awards 2022.

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Marchetti: “Ottimi segnali dall’Italia. Su Juve e Lazio…”

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Luca Marchetti, uno dei volti più noti di Sky Sport, ha preso parola ai microfoni di TMW Radio per discutere dei principali temi calcistici del momento.

Il giornalista ha analizzato la recente vittoria dell’Italia contro Israele, sottolineando i progressi fatti dalla squadra sotto la guida di Luciano Spalletti nel corso della Nations League. Inoltre, ha fornito una dettagliata anteprima del big match in arrivo tra Juventus e Lazio, una partita che promette di avere importanti ripercussioni sul campionato.

 

Marchetti: “Su Retegui c’è tanto lavoro di Gilardino”


A seguire le parole di Luca Marchetti:

Che segnali stanno arrivando dalla nazionale di Spalletti?
“Ci sono segnali e non bisogna minimizzarli. Si sta creando un gruppo, uno stile e una mentalità vedendo i risultati. Ci è riuscito Mancini con quella striscia di risultati utili consecutivi che ci ha poi portato a vincere l’Europeo. Bisogna stare attenti però perché poi la stessa squadra non si è qualificata al Mondiale. C’è una qualità mediana importante, bisogna seguire le indicazioni dell’allenatore ma si può arrivare alle partite decisive dei tornei e giocarcela. Vincere aiuta a vincere, ieri e anche con il Belgio è stata una nazionale divertente. Con il Belgio non c’è stata solo l’espulsione, ma anche il gol sulla punizione e senza il gol sarebbe stata diversa la partita. La nazionale era andata legittimamente sul 2-0, ieri ha preso il largo nel secondo tempo. Magari non ci sono le stelle, ma c’è un gruppo con tante ottime individualità. Il momento difficile per Spalletti è stato l’Europeo, sente la responsabilità della delusione. Non è riuscito a trasmettere quello che ha trasmesso in questi ultimi due mesi. Se non hai il campione serve il collettivo, quello che ha fatto la Svizzera contro di noi”.

Chi ha i meriti principali di questa crescita di Retegui?
“Su Retegui c’è tanto lavoro anche di Gilardino. Mancini è andato a scovarlo, senza di lui magari sarebbe arrivato in Italia più tardi e senza questa enfasi. Lo seguiva l’Inter, poi con la convocazione il prezzo è schizzato. Da quell’esordio con gol con Mancini è cresciuto, lo scorso anno ha fatto sette gol, tanti quanti ne ha fatti in questo inizio di stagione, ma è cresciuto molto di più nel giocare coi compagni”.

Marchetti

MATEO RETEGUI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Cosa non sta funzionando con Douglas Luiz?
“Sinceramente non lo so. Penso non sia scattato il feeling con l’allenatore, però se le prestazioni sono queste fa bene Thiago Motta a tenerlo fuori. Perché devo metterti in campo? Se alcune situazioni nascono contropelo, poi è difficile rimetterle a verso. Deve essere brava la Juventus come dirigenza e staff tecnico a recuperare un investimento da 50 milioni di euro. È un giocatore di livello internazionale e della nazionale brasiliana, però c’è stata un’evidente crisi di rigetto”.

Che Lazio si presenterà a Torino per la sfida con la Juventus?
“Baroni ha dimostrato di essere un bravissimo allenatore, ha fatto diversi miracoli come l’ultimo a Verona dove ha allenato due squadre in dodici mesi. Ora alla Lazio ha una squadra di maggiore qualità, è finito il ciclo precedente e la Lazio ha fatto un mercato intelligente. Si sta rinascendo con una nuova Lazio, c’è stato il ricambio generazionale. Zaccagni è il capitano, Dia e Castellanos stanno facendo benissimo in attacco, Tavares è la rivelazione di questo campionato. La Lazio è riuscita ad archiviare quello storico composto da Immobile, Milinkovic e Luis Alberto. È una squadra da non sottovalutare la Lazio”.

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Milan, contro l’Udinese Fonseca alza la voce: due le esclusioni

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Milan

Milan, la gara contro l’Udinese fissata al San Siro per sabato 19 ottobre non sarà scevra da novità importanti. In primis due esclusioni, vediamole insieme.

Paulo Fonseca alza la voce e prova a riprendersi quella parte di leadeship che sembrava essergli sfuggita di mano.

Ovviamente ci riferiamo all’episodio dei calci di rigore contro la Fiorentina in seguito ai quali, complici gli errori di Theo Hernandez Abraham, si è creato un vero e proprio caso. Ribadiamo che il rigorista ufficiale rimane Pulisic.

La decisione del portoghese è quindi stata integerrima, esclusione punitiva a Fikayo Tomori, peraltro in uno stato di forma non ottimale, e Tammy Abraham. Questo non esclude che potranno eventualmente entrare in campo a partita in corso, ma vuole essere un chiaro segnale di chi comanda nello spogliatoio.

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Milan, tempo di primi giudizi: Abraham bocciato?

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Milan, la pausa Nazionali rappresenta sempre un momento per fare i primi giudizi, soprattutto quando si mettono un po’ di partite alle spalle. E non è di certo esente l’attaccante rossonero Tammy Abraham.

L’arrivo al Milan ha fatto storcere il naso a molti. La diffidenza generale era altissima, dubbi infatti sulla tenuta fisica di Tammy Abraham dopo il serio infortunio al ginocchio e non solo. L’attaccante inglese, dopo un primo anno ad alti livelli con la maglia della Roma, si era un po’ perso, fino ad arrivare alla cessione in prestito.

Ma quindi Abraham è da bocciare? La nostra risposta è no. Nella maniera più assoluta. L’inizio di stagione non è di certo stato entusiasmante, vero. Un solo gol su calcio di rigore contro il Venezia. E per un attaccante sappiamo quanto sia vitale buttare il pallone in rete. Tuttavia c’è dell’altro. Il classe ’97 sta dimostrando un forte attaccamento alla maglia ed un supporto notevole in fase offensiva.

Siamo dell’idea che i gol arriveranno. La condizione migliore deve ancora essere trovata e non sarebbe giusto condannare adesso un giocatore che ha sempre dimostrato forza e abnegazione nel lavoro.

 

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