Serie A
Roma, apprensione per Dovbyk: salta l’Inter?
Arrivano brutte notizie per la Roma di Ivan Juric a pochi giorni dalla delicata sfida dell’Olimpico contro l’Inter. Dovbyk potrebbe saltare la sfida?
Non c’è pace per la Roma di Ivan Juric. Dopo aver recuperato Paulo Dybala per l’importante sfida contro l’Inter all’Olimpico, non arrivano buone notizie al ritorno della sosta.
Infatti, preoccupano le condizioni di Artem Dovbyk, tornato malconcio dalle sfide con la sua Ucraina in Nations League. L’attaccante ex Girona ha preso parte ad entrambi i match ma sarebbe tornato nella Capitale con qualche problema di troppo.
A preoccupare sarebbe un problema al ginocchio che ha costretto il bomber ucraino, nella giornata di ieri, a non poter svolgere interamente l’allenamento con il resto della rosa di Ivan Juric. Infatti, Dovbyk ha svolto solamente delle terapie con lo staff medico giallorosso che proverà in tutti i modi a recuperarlo per la sfida contro i campioni d’Italia in carica dell’Inter, in programma domenica 20 ottobre alle ore 20:45.
Serie A
Inchiesta Ultras, Calhanoglu ai pm: “Nessuna cena. L’Inter non voleva che li incontrassi”
Il calciatore turco ha ammesso di essersi incontrato con i leader della Curva Nord interista, Marco Ferdico e Antonio Bellocco, ma ha negato di aver mai condiviso cene con loro e le rispettive famiglie.
Calhanoglu ha spiegato che i suoi incontri con gli ultras erano legati a un gesto di riconoscenza, dopo che la Curva Nord gli aveva dedicato uno striscione di solidarietà in seguito al terremoto in Turchia nel 2013.
In cambio, aveva donato alcune maglie da gioco per iniziative benefiche, specificando che erano destinate ai bambini ricoverati negli ospedali.
Per quanto riguarda Antonio Bellocco, figura legata a un noto clan criminale e assassinato il 4 settembre 2023, Calhanoglu ha dichiarato di aver scoperto la sua vera identità solo dopo aver visto la sua foto a seguito delle notizie sull’omicidio.
Ha inoltre ammesso di aver mantenuto rapporti con lui nonostante la società gli avesse consigliato di non avere contatti con i leader ultras.
Serie A
Empoli-Napoli, duello tra georgiani
In Empoli-Napoli si sfideranno a duello due compagni ed amici. L’esterno del Napoli Kvaratskhelia punterà nell’uno contro il connazionale Goglichidze.
Empoli-Napoli oltre che ad essere una partita emozionante tra due squadre in grande salute, sarà anche una sfida personale tra i due amici e compagni di Nazionale Kvaratskhelia e Goglichidze. Il movimento calcistico georgiano è in continua crescita e sta cominciando a sfornare qualche buon giocatore qua e la, come il difensore dell’Empoli classe 2004. Per la Georgia è un grande onore avere un duello tra due giocatori della Nazionale in un campionato come quello italiano, per questo sarà certamente una partita molto seguita anche in patria.
Empoli-Napoli, tatticamente
Il Napoli attacca ormai con una sorta di 4-2-3-1 dove Kvara parte sempre molto largo per poter prendere il pallone e portarlo verso il centro, affrontando il difensore nell’uno contro uno.
L’Empoli invece, è una squadra che difende piuttosto bassa ed è molto abile in ripartenza.
Il braccetto di destra della squadra toscana sarà con tutta probabilità proprio Goglichidze che avrà l’arduo compito di arginare il connazionale, aiutato dal rientro dell’esterno di competenza che andrà in raddoppio, ovvero Gyasi.
Sarà dunque un duello emozionante tra due ottimi talenti del calcio georgiano e non solo, che sarà in grado di scaldare il cuore di milioni appassionati di una intera nazione.
Serie A
Inter, Barella: “Tiferò sempre Cagliari. L’Inter è una tappa irrinunciabile. La finale di Champions…”
Il centrocampista dell’Inter Nicolò Barella ha rilasciato un’intervista presso il canale Youtube di Matteo Caccia in cui ha affrontato svariati temi.
Di seguito un estratto delle sue parole.
Barella tra campo e vita
In finale di Champions ci si ricorda che il calcio è un gioco?
“È faticoso perché, a prescindere da tutto, rimane il nostro palcoscenico, il momento in cui dimostrare che io sono forte, l’Inter e la Nazionale sono forti. Io ho sempre voluto dimostrare, quindi è difficile dire che il calcio è un gioco in quei momenti lì. Poi c’è l’adrenalina che ti dà San Siro, l’inno della Nazionale… Diventa una sfida con l’avversario, il momento in cui ti puoi esprimere, visto che nella vita non ci riesco. Una cosa che non farei mai fuori la faccio in campo, tipo tirare un calcio a un altro. In quel momento lì pensi che vuoi vincere. Ai miei figli dico di interpretarlo come un gioco.”
Servirebbe un aiuto psicologico nel calcio?
“Si sono fatti step importanti in questi anni. Prima il calciatore era visto come un eroe, uno che non poteva avere problemi. Ora è molto più facile parlare anche con un post, facendo capire il tuo stato emotivo. Questo aiuta la gente a liberarsi, ti fa sentire più ‘normale’. Io apprezzo molto questa cosa perché passo meno da eroe rispetto a quello che si pensi. La testa fa tanto, il fatto che ci siano delle figure che aiutano a confrontarti è molto importante.”
La seconda stella cosa significa per lei che è interista fin da bambino?
“Io sono sempre stato tifosissimo del Cagliari, il mio sogno era vestire quella maglia. Ho tanti parenti e amici che tifano Inter, quindi io ho gioito con loro per le tante vittorie. Per me l’Inter è sempre stata tra le grandi, ho sempre simpatizzato. Mi è sempre piaciuta la storia, i suoi colori… Quando vinceva ero contento come se avesse vinto il Cagliari. Per me Cagliari è il mio sangue, l’Inter è entrata nel mio cuore e nella mia vita.
Avevo tante opportunità per andare via da Cagliari, più di un paio, erano squadre importante che non dirò mai. Molte mie scelte sono state dettate dal fatto che non potevo andare in certe squadre perché la rivalità tra tifoserie. La narrazione di quando sono andato via da Cagliari è stata distorta, mi spiace sia stata raccontata in maniera sbagliata.
Quando c’è stata la possibilità di andare all’Inter, volevo il progetto anche perché c’era Conte che ha spinto per avermi. Non c’era possibilità che io dicessi no. Era un passo in avanti troppo grande che non potevo non fare. Ringrazio tutti i giorni chi ha fatto sì che io potessi vestire questa maglia, ora ne sono orgoglioso come se fosse mia.”
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