Fonseca, il suo Milan esce dal San Siro coi tre punti in saccoccia, una prestazione convincente e soprattutto l’idea che l’aria sia del tutto cambiata.
È un Paulo Fonseca che ci sta dimostrando non solo di reggere bene le pressioni, ma di esaltarsi nelle stesse. Non esagero, commento solo un dato di fatto.
Il tecnico è da mesi che viene colpevolmente lasciato solo. Tutto inizia dal suo arrivo in aeroporto, senza nessuno ad aspettarlo, fino ai giorni nostri quando nessuno della dirigenza è mai andato davanti a microfoni a dire due parole, giusto due, su Fonseca.
Bersagliato dalla stampa, praticamente tutti gli hanno imposto il 4-3-3, Fonseca è andato avanti per la sua strada, facendo cose che nessuno finora aveva fatto. Ad esempio lasciare fuori Leao per scelta tecnica. O Tomori, o Abraham. La lista è lunga e il coraggio non manca.
Vero, sono sempre stato molto scettico su Fonseca, lo sono ancora, ma questo atteggiamento mi piace. Il fatto di non guardare in faccia nessuno per il bene della squadra è un atteggiamento da uomo con le palle.
Le strade ora sono due: seguirlo o non seguirlo. Mi riferisco ai giocatori. Di sicuro non saranno fatti sconti, gli episodi del cooling break e dei calci di rigore non hanno fatto altro che creare una fortissima corazza e ora sono cavoli amari, per non dire di peggio, per chi vorrà fare di testa sua.
Roberto Mancini è sempre più in bilico dopo un avvio deludente nelle qualificazioni mondiali. Sono in corso le trattative per una risoluzione contrattuale.
L’avventura di Roberto Mancini sulla panchina dell’Arabia Saudita sembra ormai giunta al capolinea. Secondo le ultime indiscrezioni, la federazione saudita sarebbe pronta a esonerare il ct italiano a causa dei risultati poco brillanti ottenuti nelle qualificazioni ai Mondiali 2026. In quattro partite, la squadra ha raccolto soltanto 5 punti, ritrovandosi a pari merito con l’Australia e seriamente a rischio di mancare la qualificazione. Il Giappone, con 10 punti, è già in fuga nel gruppo.
La situazione è diventata insostenibile dopo l’ultimo pareggio contro il Bahrein, che ha aggravato una crisi già iniziata con la sconfitta contro il Giappone. A peggiorare ulteriormente il quadro sono le crescenti critiche dei tifosi e l’assenza di sostegno da parte della federazione, alimentate anche dal pesante ingaggio di Mancini, pari a 25 milioni di euro annui. Un compenso che, alla luce del gioco poco convincente espresso dalla squadra, ha contribuito a far infuriare la tifoseria.
Il divorzio tra Mancini e l’Arabia Saudita appare ormai inevitabile, e le televisioni di stato hanno già confermato che sono in corso trattative per la risoluzione del contratto. Tale risoluzione potrebbe comportare il pagamento di una clausola vicina ai 25 milioni di euro, cifra corrispondente allo stipendio annuale del tecnico. Il rapporto con i tifosi e la federazione non è mai sbocciato, e la separazione sembra ormai una questione di giorni, se non addirittura di ore.
Corriere dello Sport: lo storico quotidiano festeggia il centenario con un docufilm presentato alla Festa del Cinema di Roma. Nomi illustri, sportivi e non.
Nato il 20 ottobre 1924 sotto la guida dell’ex calciatore Alberto Masprone e di Enzo Ferrari, il Corriere dello sport è da sempre esempio di narrazione giornalistica appassionata ed emozionante.
Il docufilm “Eroici” racconta un secolo di tutto questo.
Era il 12 luglio 1982 quando il titolo a caratteri cubitali apriva la prima pagina del Corriere dello Sport.
Celebrava la vittoria dell‘Italia di Bearzot ai Mondiali di Spagna.
Fu record storico di vendite: 1.699.966 copie.
La produzione è nata dalla collaborazione tra Groenlandia e Rai Documentari.
A dirigere c’è Giuseppe Marco Albano e la scrittura è di Shadi Cioffi.
Viene ripercorsa la storia del giornale e la cronaca che ha fatto di ogni evento sportivo.
Soprattutto attraverso la voce dei suoi protagonisti, tra cui: Francesco Totti, Alessandro Nesta, Federica Pellegrini, Gianmarco Tamberi, Paola Egonu, Adriano Panatta, Alberto Tomba, Pecco Bagnaia, Giuseppe Signori, Fabio Cannavaro, Carlo Ancelotti, Josè Mourinho, Arianna Errigo, Gianmarco Pozzecco.
Per un totale dunque di tre campioni del mondo del 2006 e quattro medaglie d’oro olimpiche.
Non solo, anche tifosi d’eccezione come Carlo Verdone e illustri addetti ai lavori tra cui il il presidente del Coni Giovanni Malagò e il direttore del Corriere dello Sport-Stadio Ivan Zazzaroni.
La narrazione è affidata alla voce di Luca Ward.
Presenti il 19 ottobre alle ore 18.30 al Teatro Olimpico per la prima visione c’erano tra gli altri il ministro degli esteri Antonio Tajani, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il presidente della Figc Gabriele Gravina, l’ex presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo e l’ex calciatore Zibì Boniek.
Ovviamente è intervenuta la famiglia Amodei, alla guida del quotidiano da oltre sessant’anni.
Esclusiva Calcio Style, siamo venuti a conoscenza di alcuni dettagli in merito a un clamoroso cambio sulla panchina rossonera. Qui di seguito l’intera situazione.
Roberto Mancini è ad un passo dall’esonero sulla panchina dell’Arabia Saudita. Le parti stanno infatti trattando una buonuscita milionaria per l’ex tecnico della Nazionale italiana.
Ma veniamo alla clamorosa notizia riferita alla nostra redazione da persona molto vicina al tecnico di Jesi la quale ovviamente preferisce rimanere anonima.
Mancini potrebbe essere il futuro allenatore del Milan la prossima stagione. Soprattutto da parte sua ci sarebbe l’intenzione di tornare in Italia in un club blasonato e in grado di consegnargli un progetto forte.
Questa è la notizia, ma devono seguire alcune considerazioni. La prossima estate sapremo molto di più sul reale assetto rossonero con Cardinale che dovrà restituire ad Elliott il famoso vendor loan. In questi mesi il patron di Redbird sta trattando per ottenere nuovi soci.
Se le condizioni economiche lo permetteranno, il discorso con Mancini potrà andare avanti. In questa sede ed in questo momento non stiamo a scrivere certezze, ma un forte interessamento. I soldi per il tecnico non rappresenterebbero un problema.
Come scritto anche da Enrico Camelio, giornalista di Radio Radio, Mancini è un profilo che piace molto a Ibrahimovic.
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