Dallo studio di Pressing (Canale5) Ivan Zazzaroni picchia duro la Juventus. Prendendo di mira uno dei suoi giocatori più giovani.
A criticare il giovanissimo attaccante della Juventus in diretta tv non è solo il direttore del Corriere dello Sport: a rincarare la dose è anche il dirigente sportivo Massimo Mauro.
Ecco le loro critiche a Pressing, programma di Canale5 dedicato al calcio.
Juventus, le parole di Ivan Zazzaroni
“Yildiz è un giocatorino. Se io penso a Totti, spero che a 48 anni torni a giocare. Lui è bravo, ha dei numeri indubbiamente, non salta l’uomo quasi mai.
È un ragazzo giovane, ha 19 anni, ma io ricordo Francesco a 20 anni: gli faceva sei giri intorno e gli passava sotto. Ma non è colpa di Yildiz, ha tutto il tempo per crescere, ha delle potenzialità, oggi è un giocatore che non mi dà garanzie. È giusto che la Juve investa su di lui”.
Juventus, le parole di Massimo Mauro
“Io penso che dovrebbe giocare diversamente, come ha fatto nella prima partita, giocò centrale, si buttava a destra e sinistra, aveva un’altra maniera per ricevere la palla. Mi sembra troppo prevedibile lì sulla sinistra. Mi sembra un Chiesa venuto male fino ad ora“.
Hellas Verona-Monza è il match che chiude l’ottava giornata di Serie A. Il calcio d’inizio è previsto alle ore 20:45 presso lo stadio Marcantonio Bentegodi di Verona.
Questa sera l’Hellas Verona ha una grande opportunità in classifica: con una vittoria, la squadra veneta potrebbe superare Empoli, Roma e Torino, scalando diverse posizioni in un colpo solo. Dopo il successo nell’ultima partita contro il Venezia, che ha messo fine a una serie di 3 sconfitte consecutive, i gialloblù sono motivati a proseguire il loro momento positivo. Il Verona ha voglia di confermare i progressi e rimettersi definitivamente in carreggiata, puntando a un altro risultato utile che potrebbe dare una svolta importante alla stagione.
Il Monza di Alessandro Nesta è pronto ad affrontare una sfida cruciale in casa del Verona. I brianzoli, ridotti da risultati deludenti, devono affrontare una partita particolarmente impegnativa. La pressione su Nesta è crescente e, vista la mancanza di successi finora ottenuti, non è da escludere che la società possa prendere decisioni drastiche, anche un possibile esonero, in caso di un’ulteriore sconfitta. La gara con il Verona potrebbe quindi rappresentare uno snodo fondamentale per il futuro del tecnico e della squadra.
Un Pinamonti in stato di grazia fa sorridere Alberto Gilardino e il Genoa. L’obiettivo salvezza, con un centravanti così, può essere davvero alla portata
È un Genoa che fa fatica, quello di questo inizio di stagione. E con i risultati non del tutto soddisfacenti e una classifica che non rassicura, la prima posizione a vacillare è quella di Alberto Gilardino. Ma c’è un’ancora di salvezza per il tecnico di Biella, ed è il centravanti Andrea Pinamonti, capace di realizzare già 4 gol che sono valsi una vittoria e due pareggi alla sua squadra.
L’attaccante che serviva al Genoa
Dopo la partenza di Retegui al Grifone serviva un centravanti che potesse degnamente sostituire l’italo-aergentino, che oggi sta impressionando all’Atalanta, confermando quanto fosse importante per il reparto avanzato rossoblù. L’atteggiamento di Pinamonti è quello giusto e il classe ’99 pare abbia finalmente raggiunto quella maturità calcistica che gli consentirà di fare il definitivo salto di qualità.
ANDREA PINAMONTI E CIRO IMMOBILE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Obiettivo salvezza e un occhio al futuro
Questa stagione potrebbe rappresentare quella della definitiva consacrazione del bomber. E di questo potrebbero essergli grati sia Gilardino sia tutti i tifosi del Genoa. Le scorse stagioni hanno evidenziato tutte le sue qualità e i 13 gol con l’Empoli e i 12 con il Sassuolo sono un ottimo biglietto da visita. Ma non è tutto. Questo andamento non lascerebbe certo indifferente Luciano Spalletti. Quindi, occhio al Genoa e all'”Arciere di Cles”.
Se fosse un programma televisivo, probabilmente, si chiamerebbe “Partite da incubo”. È il nome che meglio descriverebbe l’incontro di ieri pomeriggio tra Lecce e Fiorentina, terminato con un risultato tennistico in favore della Viola. E “incubo” è lo stesso termine utilizzato da mister Luca Gottinel post partita. Giallorossi mai in partita e tutti sulla graticola il giorno dopo. Ma cosa succede al club salentino?
Prestazioni e risultati insufficienti
Così non va. Non è questo il Lecce che nelle ultime stagioni aveva incantato per gioco, sfrontatezza e capacità di far divertire i propri tifosi, mettendo in difficoltà anche le grandi della Serie A. E non si tratta solo di risultati. Le sconfitte ci possono stare, per una squadra che ambisce a una salvezza più o meno tranquilla. Per questo nessuno, o quasi, ha lanciato l’allarme dopo la gara contro l’Inter o, sebbene l’esito sia stato più drastico, anche contro la ben più attrezzata Atalanta. Anche il pareggio col Parma ha avuto il sapore di una sconfitta, se si analizza l’andamento della gara, gli errori sotto porta e gli svarioni difensivi.
Lecce, è solo un problema tecnico?
L’ultima giornata di Serie A ha lasciato l’amaro in bocca, questo è chiaro. Rincarano la dose le statistiche, che evidenziano come i giallorossi siano il peggior attacco del campionato con appena 3 reti e la peggior difesa (ben 18 gol incassati). Se bastassero questi dati allora il primo indiziato sarebbe il buon Gotti, acclamato come il salvatore al termine della scorsa stagione dove, ricordiamo, la maggior parte dei punti sono stati conquistati con D’Aversa in panchina. Ma il tecnico veneto ha avuto il merito di fare ordine in un momento delicato e ha saputo conquistare l’obiettivo stabilito, guadagnandosi una sacrosanta conferma.
Sticchi Damiani: “Occorre trovare una soluzione”
Sempre pacato e mai sopra le righe, il presidente Sticchi Damiani ha voluto fare chiarezza, intervenendo ai microfoni di Tele Rama. Tra le dichiarazioni del patron giallorosso, c’è la rassicurazione di voler trovare immediatamente una soluzione all’attuale situazione critica. Non si nasconde davanti alle sue responsabilità, il presidente, ed è proprio in merito a queste responsabilità che si dovrebbe analizzare il progetto del club e il famoso “modello Lecce” che ha suscitato l’interesse e l’apprezzamento di molti, finora. Di chi è la colpa di questa disfatta?
Prima crisi del “modello Lecce”?
Una rosa composta da giocatori di proprietà, una gestione sostenibile, la realizzazione di strutture adeguate e un benessere dal punto di vista economico e finanziario potrebbero non bastare, quando il campo dice il contrario, il gioco manca e la classifica inizia a far paura. La società non si è ancora espressa in merito all’attuale situazione della squadra e questo silenzio potrebbe essere preoccupante.
Occorre intervenire
Il futuro di Gotti è ancora incerto. Fino a oggi non si è mai parlato di possibile esonero e le sensazioni sono che si continuerà con lui anche per la prossima gara di campionato. Tra tanti dubbi, quel che è certo è che a livello tecnico c’è tanto di cui discutere. La partenza di Pongracic ha evidenziato tutti i limiti di Baschirotto a comandare la difesa. E, certamente, Gaspar non è il croato e neppure Umtiti, se vogliamo andare a ritroso e considerare la stagione 2022/23. Alcune cessioni non sono state adeguatamente compensate dagli acquisti e gli affari low cost di Pantaleo Corvino non sempre possono trasformarsi in galline delle uova d’oro. Oggi si attende una decisione sull’allenatore, la cui posizione è sicuramente compromessa e aggravata dal risultato di ieri, ma anche un intervento del direttore giallorosso, che possa fare chiarezza e rassicurare l’ambiente. L’obiettivo salvezza non può non essere raggiunto, le prossime partite diranno tanto su cosa ci sarà d’aspettarsi dal Lecce.
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