L’ex attaccante della Juventus ha detto la sua su alcuni dei migliori attaccanti attualmente in Serie A. Leggi con noi le parole di Amoruso.
Nicola Amoruso ha fatto il punto sullo stato di forma di alcuni tra i più importanti attaccanti della Serie A. L’ex giocatore della Juventus ha evidenziato alcune lacune su cui Vlahovic e lo stesso Lukaku dovrebbero lavorare per migliorarsi.
Le parole di Amoruso
Su Retegui.
“Retegui è cresciuto, ma allo stesso tempo dico che Gasperini è un allenatore che fa miracoli. Tira fuori qualità tecniche ma anche mentali, ha capacità di stimolare i giocatori e di modellare le caratteristiche sulle esigenze della squadra. Non dico una sorpresa, ma quasi. Senza dubbio può lottare per vincere il capocannoniere: l’Atalanta crea tantissimo e lui in area è sveglio, rapido e ha tempismo. Con certe qualità puoi realizzare tanto in una squadra come l’Atalanta”.
Su Kean.
“Forse ha trovato il posto giusto. La Fiorentina ha bisogno di un attaccante come lui e lui di una squadra così, che lo supporta. Lo vedo migliorato anche nel tenere palla, un attaccante è fondamentale anche quando non segna, nell’economia del gioco: lo ha capito e sta dando tanto. La fiducia aiuta, ti fa entrare in campo con la necessaria tranquillità per rendere al massimo. La differenza si vede”.
Sanabria come sostituto di Zapata?
“Duvan è difficilissimo da sostituire, per come sa far salire la squadra con fisico e forza, soprattutto nei momenti di difficoltà. A me Sanabria e Adams piacciono molto, sono attaccanti tecnici: è una buona accoppiata, che può far bene. Il Toro ha due degni sostituti di Zapata“.
Su Vlahovic.
“Un attaccante come lui, con un fisico importante, non può non essere non fondamentale nell’economia del gioco. Lui secondo me lavora poco per la squadra: strano che non riesca a tenere palla, usando il suo fisico in maniera più produttiva. Deve crescere in questo, essere più punto di riferimento, più certezza.
Sta mancando nella gestione dei palloni: lo sentiamo solo se fa gol, ma per uno come Vlahovic è troppo poco. Mi auguro che Motta possa capire come aiutarlo e fossi in lui, partirei proprio dal presupposto che Vlahovic debba pensare a giocare, senza avere solo in mente il gol, o diventa tutto più difficile. Se sei presente, il gol arriva. E lui invece è più propenso a segnare e basta, ma uno così deve dare di più”.
La stagione di Lukaku.
“Anche per lui vale il discorso di Vlahovic. Con Conte ha fatto grandi cose, soprattutto giocando sulla profondità. Anche lui deve essere più importante per la sua squadra: nonostante il grande fisico, spesso ha difficoltà a tenere palla. Mi aspetto tanto su questo, può fare la differenza: Conte è l’allenatore che più lo ha valorizzato e la piazza già lo ama. Dipende tutto esclusivamente da lui”.
L’attaccante che l’ha sorpresa?
“Direi Castellanos. Sa giocare e segnare, è molto generoso. Dovessi puntare su un attaccante, in questo momento andrei su di lui: è giocatore forte”.
La lotta Scudetto.
“Quello che fa la differenza sono competizioni e partite, che sono tante e intense. Il Napoli ha il vantaggio di non giocare durante la settimana le gare di coppa. Possono arrivare in fondo con una marcia in più rispetto alle altre”.
La difesa della Juventus.
“Questo è un grande segnale, di compattezza. Chi vince lo Scudetto in Serie A di solito è chi ha avuto una difesa rocciosa. Ma ancora ci aspettiamo tanto altro, hanno grandi potenzialità e giocatori che ancora non si sono espressi al massimo. Non prendere gol però è un grande vantaggio di partenza”.
Hellas Verona-Monza è il match che chiude l’ottava giornata di Serie A. Il calcio d’inizio è previsto alle ore 20:45 presso lo stadio Marcantonio Bentegodi di Verona.
Questa sera l’Hellas Verona ha una grande opportunità in classifica: con una vittoria, la squadra veneta potrebbe superare Empoli, Roma e Torino, scalando diverse posizioni in un colpo solo. Dopo il successo nell’ultima partita contro il Venezia, che ha messo fine a una serie di 3 sconfitte consecutive, i gialloblù sono motivati a proseguire il loro momento positivo. Il Verona ha voglia di confermare i progressi e rimettersi definitivamente in carreggiata, puntando a un altro risultato utile che potrebbe dare una svolta importante alla stagione.
Il Monza di Alessandro Nesta è pronto ad affrontare una sfida cruciale in casa del Verona. I brianzoli, ridotti da risultati deludenti, devono affrontare una partita particolarmente impegnativa. La pressione su Nesta è crescente e, vista la mancanza di successi finora ottenuti, non è da escludere che la società possa prendere decisioni drastiche, anche un possibile esonero, in caso di un’ulteriore sconfitta. La gara con il Verona potrebbe quindi rappresentare uno snodo fondamentale per il futuro del tecnico e della squadra.
Un Pinamonti in stato di grazia fa sorridere Alberto Gilardino e il Genoa. L’obiettivo salvezza, con un centravanti così, può essere davvero alla portata
È un Genoa che fa fatica, quello di questo inizio di stagione. E con i risultati non del tutto soddisfacenti e una classifica che non rassicura, la prima posizione a vacillare è quella di Alberto Gilardino. Ma c’è un’ancora di salvezza per il tecnico di Biella, ed è il centravanti Andrea Pinamonti, capace di realizzare già 4 gol che sono valsi una vittoria e due pareggi alla sua squadra.
L’attaccante che serviva al Genoa
Dopo la partenza di Retegui al Grifone serviva un centravanti che potesse degnamente sostituire l’italo-aergentino, che oggi sta impressionando all’Atalanta, confermando quanto fosse importante per il reparto avanzato rossoblù. L’atteggiamento di Pinamonti è quello giusto e il classe ’99 pare abbia finalmente raggiunto quella maturità calcistica che gli consentirà di fare il definitivo salto di qualità.
ANDREA PINAMONTI E CIRO IMMOBILE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Obiettivo salvezza e un occhio al futuro
Questa stagione potrebbe rappresentare quella della definitiva consacrazione del bomber. E di questo potrebbero essergli grati sia Gilardino sia tutti i tifosi del Genoa. Le scorse stagioni hanno evidenziato tutte le sue qualità e i 13 gol con l’Empoli e i 12 con il Sassuolo sono un ottimo biglietto da visita. Ma non è tutto. Questo andamento non lascerebbe certo indifferente Luciano Spalletti. Quindi, occhio al Genoa e all'”Arciere di Cles”.
Se fosse un programma televisivo, probabilmente, si chiamerebbe “Partite da incubo”. È il nome che meglio descriverebbe l’incontro di ieri pomeriggio tra Lecce e Fiorentina, terminato con un risultato tennistico in favore della Viola. E “incubo” è lo stesso termine utilizzato da mister Luca Gottinel post partita. Giallorossi mai in partita e tutti sulla graticola il giorno dopo. Ma cosa succede al club salentino?
Prestazioni e risultati insufficienti
Così non va. Non è questo il Lecce che nelle ultime stagioni aveva incantato per gioco, sfrontatezza e capacità di far divertire i propri tifosi, mettendo in difficoltà anche le grandi della Serie A. E non si tratta solo di risultati. Le sconfitte ci possono stare, per una squadra che ambisce a una salvezza più o meno tranquilla. Per questo nessuno, o quasi, ha lanciato l’allarme dopo la gara contro l’Inter o, sebbene l’esito sia stato più drastico, anche contro la ben più attrezzata Atalanta. Anche il pareggio col Parma ha avuto il sapore di una sconfitta, se si analizza l’andamento della gara, gli errori sotto porta e gli svarioni difensivi.
Lecce, è solo un problema tecnico?
L’ultima giornata di Serie A ha lasciato l’amaro in bocca, questo è chiaro. Rincarano la dose le statistiche, che evidenziano come i giallorossi siano il peggior attacco del campionato con appena 3 reti e la peggior difesa (ben 18 gol incassati). Se bastassero questi dati allora il primo indiziato sarebbe il buon Gotti, acclamato come il salvatore al termine della scorsa stagione dove, ricordiamo, la maggior parte dei punti sono stati conquistati con D’Aversa in panchina. Ma il tecnico veneto ha avuto il merito di fare ordine in un momento delicato e ha saputo conquistare l’obiettivo stabilito, guadagnandosi una sacrosanta conferma.
Sticchi Damiani: “Occorre trovare una soluzione”
Sempre pacato e mai sopra le righe, il presidente Sticchi Damiani ha voluto fare chiarezza, intervenendo ai microfoni di Tele Rama. Tra le dichiarazioni del patron giallorosso, c’è la rassicurazione di voler trovare immediatamente una soluzione all’attuale situazione critica. Non si nasconde davanti alle sue responsabilità, il presidente, ed è proprio in merito a queste responsabilità che si dovrebbe analizzare il progetto del club e il famoso “modello Lecce” che ha suscitato l’interesse e l’apprezzamento di molti, finora. Di chi è la colpa di questa disfatta?
Prima crisi del “modello Lecce”?
Una rosa composta da giocatori di proprietà, una gestione sostenibile, la realizzazione di strutture adeguate e un benessere dal punto di vista economico e finanziario potrebbero non bastare, quando il campo dice il contrario, il gioco manca e la classifica inizia a far paura. La società non si è ancora espressa in merito all’attuale situazione della squadra e questo silenzio potrebbe essere preoccupante.
Occorre intervenire
Il futuro di Gotti è ancora incerto. Fino a oggi non si è mai parlato di possibile esonero e le sensazioni sono che si continuerà con lui anche per la prossima gara di campionato. Tra tanti dubbi, quel che è certo è che a livello tecnico c’è tanto di cui discutere. La partenza di Pongracic ha evidenziato tutti i limiti di Baschirotto a comandare la difesa. E, certamente, Gaspar non è il croato e neppure Umtiti, se vogliamo andare a ritroso e considerare la stagione 2022/23. Alcune cessioni non sono state adeguatamente compensate dagli acquisti e gli affari low cost di Pantaleo Corvino non sempre possono trasformarsi in galline delle uova d’oro. Oggi si attende una decisione sull’allenatore, la cui posizione è sicuramente compromessa e aggravata dal risultato di ieri, ma anche un intervento del direttore giallorosso, che possa fare chiarezza e rassicurare l’ambiente. L’obiettivo salvezza non può non essere raggiunto, le prossime partite diranno tanto su cosa ci sarà d’aspettarsi dal Lecce.
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