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Milan, una rondine fa primavera? Assolutamente no | L’editoriale di Mauro Vigna
Milan, nel day after della vittoria al Bernabeu siamo qui a gioire giustamente sull’eroica impresa dei nostri. Ma una rondine fa primavera?
Il Milan vince, stravince e convince al Bernabeu contro il Real Madrid dell’ex Carletto Ancelotti. Una vittoria importante, bellissima e soprattutto meritata perché giocata con la giusta intensità per tutti i 90 minuti, senza la minima sbavatura a parte il rigore un po’ ingenuamente concesso da Emerson Royal.
Giusto gioire, certe serate sono magiche e vanno festeggiate con tutti gli onori, soprattutto se si arrivava a Madrid da squadra sfavorita contro ogni favore del pronostico.
Quindi tutto risolto? La posizione di Fonseca torna a fortificarsi? I rapporti tra il tecnico e Leao sono tornati idilliaci come il primo giorno? Theo Hernandez è finalmente felice?
La risposta è no a tutte e tre le domande. Ma vincere aiuta a vincere, mai detto nel mondo del calcio è più azzeccato.
Ora al Milan serve continuità e soprattutto la giusta umiltà nel preparare le partite contro le cosidette piccole. Lo abbiamo visto contro il Parma e contro il Monza, due risultati diversi, ma a livello di prestazione la stessa identica pochezza. Ed è significativo il fatto che le principali difficoltà siano sorte nel primo tempo, quando la squadra non aveva fatto una corretta tara all’avversario. Forse prendendo la situazione sotto gamba per poi correggerla nel secondo tempo.
Lo ha detto anche ieri sera Fonseca:” In Italia il calcio è diverso“. Ha perfettamente ragione, in Europa non mettono i pullmann davanti alla porta, ma giocano a viso aperto. Questa sarà la sfida più grande di questo Milan e di Fonseca stesso, vincere con le piccole e preparare al meglio le partite. Non per sminuire nessuno, ma le partite contro l’Inter e il Real Madrid si preparano da sole. Ho citato queste due vittorie non a caso.
Se l’intensità sarà quella vista ieri anche contro l’ultima in classifica in campionato, allora potremo dire che il Milan è guarito.
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Arabia Saudita, Mancini: “Nessuna interferenza nella scelta dei giocatori”
Roberto Mancini, ex commissario tecnico dell’Arabia Saudita, nega il fatto che ci siano state delle interferenze al momento della selezione dei giocatori.
Dopo la vittoria degli Europei nel 2021 e la mancata qualificazione ai Mondiali dell’anno seguente, Roberto Mancini aveva lasciato la Nazionale italiana.
Poco dopo ha accettato la ricca offerta dell’Arabia Saudita, prima dell’esonero dello scorso ottobre. Lo stesso allenatore ha voluto fare chiarezza in merito alla sua esperienza araba.
Roberto Mancini non ci sta e torna a parlare dell’esperienza in Arabia Saudita
Mancini ha lanciato un chiaro e duro messaggio sul proprio account X, in merito al periodo in cui ha allenato l’Arabia: “La Nazionale Saudita ha partecipato alla Coppa del Mondo 6 volte, ha raggiunto la finale della Coppa d’Asia 6 volte e ha vinto la Coppa d’Asia 3 volte. Alcuni mezzi di comunicazione dovrebbero concentrarsi sulle loro squadre e smettere di diffondere voci su di me e sulla Nazionale Saudita“.
“Vorrei dire questo per l’ultima volta: durante la mia carriera non c’è mai stato alcun tipo di interferenza nella selezione dei giocatori e sono soddisfatto della mia esperienza e del mio lavoro in Arabia Saudita” ha concluso l’ex attaccante, che dopo l’addio dalla Nazionale dei Verdi era tra i candidati per la panchina della Roma: sulla quale però è tornato Claudio Ranieri.
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Roma, ora Ranieri attende i “regali” del mercato
Roma, dopo la vittoria sul Parma, i giallorossi respirano, ma Ranieri chiede rinforzi in difesa e un attaccante per completare la rosa. Permanenza di Dybala priorità assoluta.
Sotto l’albero di Natale a Trigoria, Claudio Ranieri ha già regalato ai tifosi della Roma una boccata d’ossigeno con la vittoria sul Parma. Un successo che riporta un po’ di serenità dopo un avvio di stagione complicato, ma il tecnico sa che il lavoro da fare è ancora tanto, a partire dal mercato.
La priorità per i giallorossi è consolidare la difesa, soprattutto se Ranieri continuerà a puntare sulla linea a tre. Per questo motivo, la società è al lavoro su due nomi principali: Di Cesare e Luiz Felipe, entrambi profili graditi al tecnico. Tuttavia, un’eventuale partenza di Mario Hermoso, sempre più vicino al Fenerbahce su pressione di Mourinho, costringerebbe la Roma a cercare non uno, ma due nuovi difensori.
Altro capitolo cruciale è la fascia destra. Saelemaekers ha finora convinto, ma Ranieri ha chiesto ulteriori alternative. Sulla lista ci sono Delprato, Zappa, Rensch, e Max Aarons.
In attacco, la letterina di Natale del tecnico giallorosso è chiara: garantire la permanenza di Paulo Dybala. Nonostante i rumors di un interesse del Galatasaray, l’argentino ha espresso il desiderio di rimanere a Roma, un segnale che rassicura sia Ranieri che i tifosi. Una volta blindato Dybala, il club penserà a rinforzare ulteriormente il reparto offensivo, dove Dovbyk ha bisogno di una spalla per poter rifiatare.
I nomi sul taccuino di Trigoria includono Beto, per il quale potrebbe essere decisiva la sinergia tra la Roma e l’Everton dei Friedkin, e Giacomo Raspadori, che potrebbe entrare in uno scambio con Lorenzo Pellegrini. Il centrocampista giallorosso, reduce da un periodo difficile, spera di ritrovare la serenità proprio a Natale, per tornare protagonista con la maglia della Roma.
Roma, non dimenticarti del prossimo allenatore…
Infine, resta aperta la questione del nuovo allenatore. Ranieri, insieme a Ghisolfi, continua a lavorare su profili di alto livello. Allegri, Ancelotti e, nelle ultime ore, anche Gasperini sono i nomi caldi. La società ha promesso un top coach per il futuro, ma se le condizioni non dovessero essere favorevoli, il rinnovo di Ranieri potrebbe rimanere sul tavolo, sebbene sia l’ultima delle ipotesi.
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Calcio storia, boxing-day: la pioggia di gol del 1963
Calcio incredibile: nel tradizionale giorno del Boxing-day inglese ci fu un’annata davvero speciale. Il 26 dicembre 1963 vennero segnate ben 66 reti.
Era ancora la First Division, infatti solo nel 1992 il campionato inglese divenne la Premier League.
Quel giorno restò nella storia: durante le 10 partite disputate ci fu una media di 6,6 gol a partita.
La tradizione del Boxing-day nel calcio inglese
La First Division fu fondata nel 1888 e da allora in Inghilterra il Boxing Day è tradizione.
La prima partita ufficiale giocata nella storia del calcio fu giocata proprio il 26 dicembre: era Sheffield-Hallam nel 1860 e finì col risultato di 2-0.
Risultati tennistici
Delle 20 squadre scese in campo, solo 2 non riuscirono a segnare neanche un gol: l’Everton e il Bolton Wanderers.
Le altre misero a segno tantissimi palloni.
Tra i tanti marcatori si distinsero Andy Lochead del Burnley, Graham Leggat del Fulham e Roger Hunt del Liverpool che segnarono ben 4 gol ciascuno.
Inoltre sei giocatori realizzarono delle triplette e quattro uomini furono espulsi.
Ecco gli straordinari risultati del 26 dicembre 1963:
Blackpool-Chelsea 1-5
Burnley-Manchester United 6-1
Fulham-Ipswich Town 10-1
Leicester City-Everton 2-0
Liverpool-Stoke City 6-1
Nottingham Forest-Sheffield United 3-3
Sheffield Wednesday-Bolton Wanderers 3-0
West Bromwich Albion-Tottenham 4-4
West Ham-Blackburn Rovers 2-8
Wolverhampton- Aston Villa 3-3
Celebrazione annuale
Una giornata memorabile nella storia del calcio inglese, tanto che ogni anno viene celebrata da giornali e TV.
Un’impresa che viene commemorata ancora oggi, in prima linea dai tifosi che amano da sempre l’appuntamento calcistico di Santo Stefano.
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