Serie A
Zambrotta: “Il calcio di oggi è cambiato molto. Mi rivedo in Bellanova”
L’ex terzino bianconero ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla Serie A e su altri temi. Leggi con noi le parole di Zambrotta.
Nell’intervista rilasciata a Radio Serie A, Zambrotta ha parlato di come il calcio sia cambiato rispetto a quando giocava e di un giocatore che, per caratteristiche, gli assomiglia molto.
Le parole di Zambrotta
Il calcio di oggi.
“Il calcio è cambiato oggi, ma non per il numero di gare disputate: 10 anni fa i giocatori giocavano dalle 70/80 partite all’anno, quindi il dato si avvicina molto a quello attuale, è cambiata però l’intensità del gioco, è molto più fisico e il calciatore deve essere un atleta a 360°, curando dall’alimentazione, al riposo, al sonno”.
Il tempo a disposizione.
“Il tempo è una chiave fondamentale per poter preparare le partite dal punto di vista tattico, atletico e mentale. Se vuoi una squadra forte, ti devi allenare forte; se vuoi una squadra intensa i tuoi allenamenti dovranno essere intensi e così via”.
La duttilità.
“Sono stato per una piccola parentesi allenatore. Per un tecnico è importante avere due/tre giocatori che possano ricoprire più ruoli. Nella Primavera del Como giocavo seconda punta. Ho praticamente giocato ovunque. Anche centrocampista a tre con Davids e Tacchinardi alla Juventus. Lippi credo abbia fatto la scelta giusta. Farmi giocare basso nei quattro difensori mi ha cambiato la carriera”.
“Nel 2006 Messi era un talento puro, già di un altro pianeta. Anche gli altri tre extraterrestri, Xavi, Iniesta e Ronaldinho. Sempre allegri, disponibili, ragazzi eccezionali. Le cose più difficili le facevano diventare facili con la palla. Ho avuto la fortuna di vederli tutti i giorni in allenamento. Arrivavo dopo il mondiale, ero forte mentalmente e tecnicamente. Una volta ho provato a marcare Xavi in allenamento, non ho visto una palla. Sono giocatori che farebbero la differenza anche oggi. La qualità supera sempre la fisicità. Con Ronaldinho ci siamo ritrovati anche al Milan”.
Su Bellanova e Spinazzola.
“Io correvo, andavo nello spazio, spingevo. Queste caratteristiche le vedo in Bellanova. Ce ne sono pochi così. Un altro potrebbe essere Spinazzola. Loro due si avvicinano molto a come ero io. Oggi però il terzino è molto più tecnico e offensivo. Theo Hernandez e Dimarco sono gli esempi. Mi sono accorto già di questo cambio di interpretazione del ruolo nel Barcellona di Guardiola”.
Il Zambrotta di oggi.
“Lavoro nel Settore Tecnico della FIGC con Demetrio Albertini per affiancare Direttori, Allenatori e Responsabili nella crescita dei nostri giovani. Sono Ambassador di Lega Serie A che rappresento nel mondo. Sono stato un po’ il pioniere insieme ad Albertini e Locatelli della diffusione del Padel in Italia e ho diversi progetti che stanno avanzando nel migliore dei modi, compresi un centro sportivo e una scuola calcio vicino a Como, a casa mia”.
Serie A
Verona-Inter: Acerbi esce per infortunio
Nella gara contro gli scaligeri il centrale dell’Inter è stato sostituito dopo pochi minuti. Si attendono ulteriori aggiornamenti sull’entità dell’infortunio.
Nell’anticipo del sabato l’Inter ha affrontato il Verona in trasferta, nella gara valida per la tredicesima giornata di Serie A. Un match importante per i nerazzurri, che con un successo si riporterebbero in cima alla classifica (in attesa della sfida tra Napoli e Roma, in programma domani).
Durante il match contro gli scaligeri, però, sono arrivate brutte notizie per il tecnico nerazzurro Simone Inzaghi, che è stato costretto a sostituire Francesco Acerbi dopo solo quindici minuti dall’inizio della partita. Al suo posto è entrato De Vrij.
Il centrale difensivo italiano ha chiesto la sostituzione dopo un colpo di testa. Acerbi ha accusato un problema di natura muscolare che gli ha impedito di proseguire la gara contro il Verona.
Lo staff medico nerazzurro dovrà ora valutare la gravità dell’infortunio di Acerbi in vista della prossima gara di Champions League contro il Lipsia a San Siro.
Serie A
Fiorentina, i convocati di Palladino: la scelta su Gudmundsson
La Fiorentina ha reso nota la lista dei giocatori convocati da mister Palladino per la sfida di domani contro il Como. Sorprende la scelta su Gudmundsson.
Non arrivato buone notizie per i tifosi della Fiorentina. Infatti, il club viola ha reso nota, attraverso i propri canali social, l’elenco dei convocati in vista della sfida di domani, domenica 24 novembre, alle 15 contro il Como.
Mister Palladino dovrà fare a meno di Albert Gudmundsson. Il recupero dell’attaccante islandese sembrava cosa fatta, costretto a saltare le ultime quattro gare di campionato per infortunio. L’ex Genoa però non prenderà parte al match contro i lariani, costringendo il proprio tecnico a dover inventarsi in attacco.
Non sarà della partita anche Biraghi, out per un affaticamento muscolare polpaccio sinistro.
Fiorentina, la lista dei convocati
Portieri: De Gea, Martinelli, Terracciano.
Difensori: Comuzzo, Dodo, Gosens, Kayode, Martinez Quarta, Moreno, Parisi, Pongracic, Ranieri.
Centrocampisti: Adli, Bove, Cataldi, Colpani, Rubino, Mandragora.
Attaccanti: Beltran, Ikone, Kean, Kouame, Sottil.
CONVOCATI 📃💜⚜️ pic.twitter.com/0lmyLI7wNd
— ACF Fiorentina (@acffiorentina) November 23, 2024
Serie A
Mihajlovic Jr: “E’ la gara di papà. Sono cresciuta laziale, ma devo molto al Bologna”
Il figlio dell’ex allenatore ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla gara Lazio-Bologna. Leggi con noi le parole di Mihajlovic Jr.
Alla vigilia di Lazio-Bologna, Miroslav Mihajlovic, figlio dell’ex allenatore rossoblù, ha condiviso le sue emozioni per un match dal significato speciale. Attualmente collaboratore dell’Under 15 del Bologna, per lui la sfida con i biancocelesti resta legata a ricordi familiari e personali.
Le parole di Mihajlovic Jr.
Cosa significa questa partita?
“E’ la gara di papà. Sarò all’Olimpico. E mi ci vorrebbe una di quelle sciarpe doppie”.
La partita.
“Io sono nato e cresciuto laziale, lo sono da quando ero bambino, si sa, ma anche il Bologna è dentro la famiglia Mihajlovic: per quel tantissimo che ha fatto con e per papà e per l’opportunità formativa che sta dando a me. Il cuore è diviso, come quella sciarpa. Ora come ora dico “Vinca il migliore”. Sarò neutrale dai”.
Il suo percorso da allenatore.
“Allenare per me è un po’ essere con lui, ma preferisco essere trattato come un ragazzo di 23 anni che sta imparando. Cosa vorrei trasmettere ai ragazzi che alleniamo? Il divertimento: se fra cinque anni rivedrò uno di loro e mi dirà che si è sempre divertito nell’allenarsi, beh, io proverò una grande soddisfazione personale. E anche a questo aspetto – conclude – papà dava molta importanza: era duro quando c’era da esserlo ma il calcio è un gioco e lui offriva tanto e chiedeva impegno, passione, divertimento, coraggio. Cuore”.
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