Serie A
Del Piero a Buffa Talks: “Con Zidane c’era sinergia. Un ritorno alla Juve? Non sporcherò mai il mio legame con la società. Su Baggio e Trezeguet…
Al Federico Buffa Talks in onda su Sky, Alessandro Del Piero è stato intervistato in esclusiva in occasione del suo 50º compleanno, che l’ex capitano della Juventus festeggerà oggi, 9 novembre.
Nell’intervista con Buffa, Del Piero ha riflettuto su momenti importanti della sua carriera e sulla sua esperienza come icona del calcio italiano e internazionale.
Le parole di Del Piero a Sky
FIRMA IN BIANCO – “In quel periodo si parlava tanto di Juve e Milan per il mio futuro. La stagione prima del mio passaggio in bianconero sono andato a Udine per vedere la Juve, era la prima volta per me ad una partita di Serie A. Avevo un appuntamento con Boniperti, che intanto aveva già concluso l’affare con il Padova. Per me ovviamente era un’icona, una persona vincente. Sono entrato con il mio procuratore nel suo ufficio e mi ha detto subito: ‘Firmi qui, per la cifra non si preoccupi. La metto poi io’. Ho firmato in bianco cinque anni contratto, a me arrivando dal nulla andava bene tutto. La Juventus a 18 anni: un’opportunità meravigliosa. La mia carriera alla Juve è iniziata e finita con un contratto in bianco. Sono stati due momenti totalmente diversi, ma uniti da questa simbologia”.
L’ULTIMO CONTRATTO – “Quella decisione nasce da alcuni mesi difficili. La squadra andava male e si parlava tanto del mio contratto soprattutto dal punto di vista economico. Io avevo sempre sottolineato come non fosse quello il problema, probabilmente era fatto anche per mettermi un po’ in cattiva luce. Per questo motivo ho poi annunciato pubblicamente che avrei firmato in bianco. E’ una decisione che nasce però dal 2006 dopo la retrocessione in Serie B. Lì è iniziato un percorso che ci ha visto finire nel baratro, ma che io non volevo accettare. Il mio desiderio era lasciare una Juve vincente come l’avevo trovata io nel 1993. La mia idea in quel momento era quella di vincere ancora. Nel 2011 quindi ho firmato in bianco per togliere tutti i dubbi sul mio conto, le mie motivazioni erano solo legate al campo e al legame con la Juventus. Quello che mi è successo in 19 anni con quella maglia ha dell’incredibile”.
SERIE B – “Entrando in campo a Rimini pensavo che solo un mese e mezzo prima ero a Berlino a sollevare la Coppa del Mondo. Ero comunque sereno perché essere lì in Serie B era una mia scelta. Il momento era drammatico anche per come ci vedeva la gente e per quello che pensavano di noi. C’era tanto odio nei nostri confronti, eravamo i capri espiatori di quella situazione. Ma ho giocato con compagni straordinari in Serie B. Per la Juve era un momento di ricostruzione, avevamo delle posizioni scoperte e anche la penalizzazione di -17 che ci era stata inflitta in classifica. Per tutte le squadre era la partita della vita, non potevamo permetterci tanti sorrisi”.
VITTORIE – “La prima cosa che ricordo è la vittoria del campionato Primavera e del Torneo di Viareggio con la Juve che mancavano da più di 30 anni. La mia prima stagione è stata divisa tra prima squadra e Primavera. Avevo grande voglia di competere, di vincere e di primeggiare. Cercavo di raccogliere ogni stimolo possibile. Per me il calcio è stato il mio sfogo, credo sia fondamentale per ogni bambino. Non so se è in me è stata più grande la voglia di vincere o l’odio di perdere”.
SOSTITUIRE BAGGIO – “Quando ho iniziato a segnare così era un periodo in cui cuore e istinto per me erano molto più avanti della mente. Con la testa lavoravo sul non mollare mai e sulle responsabilità che avevo nel sostituire Baggio alla Juve. Con lui ho fatto due anni, gli parlavo in dialetto anche se ero molto timido all’inizio. Io avevo 18 anni e lui aveva vinto il Pallone d’Oro. Ho vissuto il suo addio alla Juve che è stato molto doloroso. Io sarei dovuto andare in prestito, si parlava molto del Parma. Alla fine sono però rimasto e dalla sconfitta contro il Foggia ho iniziato a giocare da titolare con il passaggio ai tre attaccanti. Con quel modulo doveva esserci un grande sacrificio da parte nostra, non eravamo molto abituati. C’era la necessità di coprire il campo e alzare l’intensità. Sapevamo che in questo modo potevamo vincere, Vialli aveva tutte queste qualità”.
ZIDANE – “L’ho vissuto da compagno e poi anche da avversario. La cosa che mi è sempre piaciuta è che tra noi c’era una sinergia mai vista. Lui è diventato Zidane alla Juve, poi forse l’ha dimostrato di più per certi aspetti al Real Madrid perché ha vinto la Champions League. A Torino però si è formato sotto tanti aspetti, gli volevamo tanto bene e lo apprezzavamo per il ragazzo che era”.
TREZEGUET – “Io ero portato a fare assist per lui, sapeva esattamente cosa avrei fatto in campo. Aveva un istinto killer pazzesco ed era capace anche di muoversi per creare lo spazio. Aveva un’intelligenza disaramente e poteva segnare in qualsiasi modo. Faceva delle cose incredibili”.
RITORNO ALLA JUVE – “Io credo che una persona, o più di una persona nell’entourage di una società, che abbia partecipato alla storia del club debba esserci e debba ricoprire mansioni. Il legame che ho con la Juventus, e con Juventus parlo di tutte le persone che hanno con me partecipato nel percorso che rimane bello come all’epoca, io non lo sporcherò mai con niente se dovessi mai ricoprire un ruolo in questa società”
Serie A
Juventus, Arthur in uscita: dove e quando si allena
Il centrocampista brasiliano, di proprietà della Juventus è l’unico calciatore in uscita che Giuntoli non è riuscito a piazzare. Probabilmente uscirà a gennaio.
Arthur, giocatore acquistato dalla Juventus dal Barcellona, non è mai riuscito a brillare a Torino. Negli ultimi anni ha girato in prestito, con l’ultima parentesi alla Fiorentina che sembrava averlo fatto rinascere. Tuttavia, con il cambio di allenatore, il club viola ha deciso di non riscattarlo, tornato alla Continassa, Arthur è diventato un esubero e ora è fuori rosa.
Stipendio da top
Il centrocampista brasiliano, percepisce uno stipendio netto di 5 milioni di euro a stagione, considerando le tasse e i contributi, il costo lordo del suo ingaggio ammonta a 5.550.000 euro. Un ingaggio da top se si pensa alla situazione in questo momento, Arthur è ai margini del progetto di Thiago Motta e non si allena con il resto della squadra. Sarà una bella sfida dunque, riuscire a piazzare il brasiliano visto il suo stipendio elevato.
Juventus, dove si allena Arthur
Arthur si allena alla Continassa, in orari diversi rispetto al resto della squadra. La Juventus ha messo a disposizione per lui un preparatore personale. Effettua un lavoro giornaliero, con un giorno di pausa a settimana. Dunque, nonostante la situazione, il brasiliano si dà da fare per trovare il prima possibile una sistemazione che gli permetta di tornare a giocare.
Le parole dell’agente
L’agente di Arthur, Federico Pastorello, ha parlato del suo assistito, a margine dell’assemblea elettiva per il consiglio dell’AIACS: “E’ un peccato non vederlo in campo, ma accettiamo la decisione presa dal club bianconero. Stiamo cercando una soluzione già per gennaio. Non so se andrà al Marsiglia ma le sue caratteristiche potrebbero interessare a De Zerbi“.
Serie A
Udinese, una sosta per recuperare: ecco chi torna dopo la pausa
Una sosta per le nazionali che potrebbe risultare particolarmente benefica per l’Udinese, che potrebbe recuperare alcuni giocatori.
Come riporta tuttoudinese.it, questa sosta dovrà essere utilizzata dal tecnico Runjaic per fare il punto dopo tre sconfitte consecutive contro Venezia, Juventus e Atalanta, ma sarà anche utile per recuperare alcuni giocatori della rosa.
Ad Empoli, domenica 25 novembre, ci saranno Kristensen, ristabilito dopo il problema al soleo, e Arthur Atta, nelle ultime settimane ai box per un infortunio muscolare.
Pure Ekkelenkamp dovrebbe essere completamente ristabilito e pronto a giocarsi una maglia da titolare. A pieno regime ci sarà anche Ebosse, rientrato nelle ultime gare con una disponilità parziale.
Più lontano sembra per il momento il recupero di Pizzarro, che per il momento gioca con la Primavera per mettere nelle gambe minuti importanti, mentre purtroppo non c’è unna data di rientro per Alexis Sanchez
Serie A
Atalanta, plusvalenze record nell’era Percassi: le cifre
L’Atalanta ha fatto registrare una miriade di plusvalenze nell’era Percassi: il record nel 2024, con la cessione di Rasmus Hojlund.
L’Atalanta ha chiuso il bilancio 2024 con un utile di 9,8 milioni di euro, risultato che emerge da documenti ufficiali consultati da Calcio e Finanza. Per il club di Percassi si tratta del nono risultato netto positivo consecutivo (un andamento atteso anche per il 2025), figlio di un importante aumento dei ricavi a quota 242 milioni – molto vicino al record storico – spinto soprattutto dalle plusvalenze.
Atalanta, le cifre ricavate dalle plusvalenze
Come riportato da Calcio e Finanza, nella stagione 2023/24 questa voce ha toccato oltre 70,9 milioni di euro, il punto più alto mai raggiunto dalla società orobica. Il dato è in miglioramento rispetto ai 63,2 milioni di euro del 2022/23 e supera anche quello che in precedenza era il miglior risultato di sempre: i 68,5 milioni circa del 2020 (a quell’epoca l’Atalanta chiudeva ancora il bilancio al 31 dicembre, mentre dal 2022 è tornata al 30 giugno). Il dato è spinto in particolare dalla cessione di Rasmus Hojlund al Manchester United, per una plusvalenza pari a 53,2 milioni.
Considerando quindi il risultato della stagione passata, che ha pesato per il 29% sui ricavi totali, le plusvalenze dell’Atalanta nell’era Percassi hanno superato quota mezzo miliardo di euro, arrivando a 508 milioni di euro complessivi. Tra il 2010 e il 2024, le plusvalenze hanno rappresentato il 26% circa dei ricavi totali, che hanno raggiunto invece quota 1,93 miliardi di euro.
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