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Nations League, il regolamento del sorteggio

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Italia

La fase a gironi sta per concludersi. I playoff e i quarti della Nations League sono all’orizzonte e si disputeranno a marzo 2025.

Nella pausa Nazionali di questo novembre, le compagini delle nazionali europee concluderanno le partite di Nations League: per poi approcciarsi al sorteggio dei quarti di finale, le semifinali ed i playoff di questa edizione.

Il sorteggio della UEFA Nations League 2024/25 si svolgerà a Nyon, in Svizzera. L’evento che deciderà la fase ad eliminazione diretta è fissato alle ore 12.00 di venerdì 22 novembre. 

Spalletti, Italia

Regolamento sorteggio dei quarti

Protagonista del sorteggio sarà anche l’Italia di Luciano Spalletti, ma come funzionerà il sorteggio?

Play-off Lega C/D

Il primo sorteggio deciderà gli accoppiamenti dei playoff Lega C/D. Le due migliori squadre classificate al quarto posto della Lega C saranno teste di serie e collocate nell’urna 1. Saranno sorteggiate contro una delle due seconde classificate della Lega D, predisposte nell’urna 2. Le squadre dell’urna 2 saranno sorteggiate per prime e assegnate alla prima posizione disponibile. Successivamente, le due squadre dell’urna 1 completeranno gli accoppiamenti. Le squadre dell’urna 1 giocheranno in casa la gara di ritorno.

Play-off Lega B/C

Il secondo sorteggio stabilirà gli accoppiamenti dei playoff Lega B/C. Le quattro terze classificate della Lega B saranno teste di serie e collocate nell’urna 1, mentre le quattro seconde classificate della Lega C saranno disposte nell’urna 2. Le squadre dell’urna 2 saranno sorteggiate per prime, e le squadre teste di serie dell’urna 1 completeranno gli accoppiamenti. Le squadre dell’urna 1 giocheranno in casa la gara di ritorno. In base a una decisione del Comitato Esecutivo UEFA, Ucraina e Bielorussia non potranno essere sorteggiate contro, se entrambe entreranno nel sorteggio.

Play-off Lega A/B

Il terzo sorteggio stabilirà gli accoppiamenti dei playoff Lega A/B. Le quattro terze classificate della Lega A saranno teste di serie e collocate nell’urna 1, mentre le quattro seconde classificate della Lega B saranno collocate nell’urna 2. Le squadre dell’urna 2 saranno sorteggiate per prime, e le teste di serie dell’urna 1 completeranno gli accoppiamenti. Le squadre dell’urna 1 giocheranno in casa la gara di ritorno.

Fase a eliminazione diretta Lega A

Il quarto e ultimo sorteggio stabilirà la composizione della fase a eliminazione diretta della Lega A. Per i quarti di finale, i vincitori dei gironi della Lega A saranno teste di serie e collocati nell’urna 1. I secondi classificati formeranno l’urna 2 e verranno sorteggiati per primi. Le squadre dell’urna 1 saranno poi sorteggiate, con la restrizione che i vincitori di un girone non possono essere sorteggiati contro il secondo classificato dello stesso girone.

Queste le Nazionali attualmente qualificate come prime:

  • Portogallo
  • Francia
  • Germania
  • Spagna

Nazionali qualificate come seconde:

  • Croazia/Polonia/Scozia
  • Italia
  • Olanda/Ungheria
  • Danimarca/Serbia

Per il sorteggio delle semifinali verrà preparata un’altra urna contenente quattro segnaposto, che rappresenteranno i vincitori dei quarti di finale. Il segnaposto sorteggiato per primo sarà la squadra di casa della prima semifinale. La seconda squadra sorteggiata sarà la squadra di casa della seconda semifinale. Il terzo segnaposto sarà la squadra in trasferta del primo accoppiamento, mentre l’ultimo segnaposto completerà l’accoppiamento rimanente.

Regolamento sorteggio fasi finali Nations League – Quando si giocheranno i playoff

I playoff delle Leghe B/C e A/B, così come i quarti di finale della Lega A, si disputeranno indicativamente verso il 20 e il 23 marzo 2025. Le semifinali della Lega A invece si giocheranno il 4 e il 5 giugno, con la finale e la partita per il terzo posto previste per domenica 8 giugno. I play-off della Lega C/D si disputeranno giovedì 26 e martedì 31 marzo 2026.

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Milan, parla l’agente di Liberali:” Prima o poi ci sarà più chiarezza”

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Milan, Mattia Liberali è probabilmente uno dei migliori talenti e prospetti del club. L’utilizzo in prima squadra, dopo un ottimo precampionato, è stato per ora piuttosto ridotto. A tal proposito ha parlato il suo agente.

Il Milan durante il precampionato ha visto all’opera uno dei suoi migliori prospetti: Mattia Liberali. Il classe 2007 sta infatti portando avanti un importante crescita tra il Milan Futuro, la Primavera e la prima squadra.

A tal proposito ha parlato il suo agente Stefano Antonelli. Le sue parole:” Ho diversi assistiti che vestono la maglia rossonera, D’Alessio, Magni, Mancioppi e Liberali. Si parla tanto di Mattia perché è un talento incredibile che ha già mandato segnali importanti. Sta crescendo con la giusta metodologia, la società sta capendo come è meglio gestire le energie perché questi ragazzi fanno un po’ di prima squadra, un po’ di seconda, un po’ di Youth League. Prima o poi ci sarà più chiarezza e soluzioni più importanti. I ragazzi sono stimati, soprattutto da parte di Fonseca, ma ci vuole pazienza”.

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Gomez: “Per vincere servono almeno 85 punti. Su Retegui…”

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Gasperini

L’ex capitano nerazzurro Papu Gomez si racconta a L’Eco di Bergamo. il ricordo degli anni a Bergamo, la squalifica che lo tiene lontano dal campo e il futuro incerto.

Alejandro “Papu” Gomez torna a parlare del suo legame indissolubile con l’Atalanta, la squadra che ha rappresentato il cuore della sua carriera calcistica. In un’intervista rilasciata a L’Eco di Bergamo, l’ex capitano nerazzurro ha ricordato con emozione i suoi 7 anni a Bergamo, fatti di successi, sacrifici e momenti indimenticabili. Con 252 presenze e 59 gol, Gomez è stato uno dei protagonisti della rinascita atalantina, contribuendo a portare la squadra stabilmente ai vertici del calcio italiano e sul palcoscenico internazionale. A seguire l’intervista completa.

 

Gomez: “Ricordo ancora quella partita con la Juve…”

COSA SERVE PER VINCERE IL CAMPIONATO?
“Per puntare al titolo, servono almeno 85 punti, che significano pochissimi errori in una stagione. Il record della Dea è 78 punti, quindi superare quella soglia non sarà facile. Ma quest’anno la quota potrebbe essere più bassa: non vedo corazzate imbattibili. L’Atalanta ha una rosa solida e può giocarsela, ma tutto dipenderà dalla gestione delle energie tra campionato, Champions e Coppa Italia”.

AVVERSARIE
“L’Inter è ancora la più forte, ma non ha lo stesso impatto della scorsa stagione. Dopo di loro vedo l’Atalanta: è una squadra fatta e completa, più del Napoli, del Milan o della Juve, che è ancora in costruzione. Anche la Lazio sta facendo bene, ma non è a certi livelli. Questo può essere un anno speciale per la Dea”.

2020, A UN PASSO DAL SOGNO
“Quell’anno, con il lockdown, fu una stagione anomala. Ricordo una partita contro la Juve a Torino: stavamo giocando a memoria, eravamo impressionanti. Dominammo il primo tempo e passammo in vantaggio, ma finì 2-2. Se avessimo vinto, saremmo stati davvero in corsa. Dopo quel pareggio, mollammo un po’, complice il fatto che avevamo già la Champions in tasca. Oggi vedo una squadra diversa rispetto alla mia: più fisica, più completa e con una rosa più ampia”.

LOOKMAN
“Non è come me, perché lui ha fame di gol mentre io avevo più fame di assist. Ma la sua capacità di puntare l’uomo per tutta la partita è impressionante. È cresciuto molto anche nel gioco di squadra: si vede che ora parla con i compagni e si integra meglio nel sistema di Gasperini”.

Gomez

DE KETELAERE COME ILICIC
“In parte, sì. È mancino, alto, fisico e segna gol simili. Non ha ancora la stessa fantasia di Ilicic, ma può migliorare. Serve tempo per adattarsi al calcio di Gasperini, ma sta dimostrando di avere grande qualità”.

ZANIOLO
“Il problema è dove farlo giocare. Non lo vedo come centravanti e nemmeno come trequartista. Ha talento e fisico, ma deve trovare il ruolo giusto”.

RETEGUI
“Non è una sorpresa per me. Lo conoscevo già dai tempi del Tigre e sapevo che aveva tutto per fare bene. Quando è arrivato a Bergamo gli ho scritto: ‘Se sei intelligente e segui Gasperini, farai almeno 20 gol’. Sta dimostrando di essere un grande attaccante. Lui il nuovo Zapata? Difficile. Duván era devastante: i difensori avevano paura di lui. Retegui è diverso, ma ha tutte le qualità per lasciare il segno”.

DOPO LA SQUALIFICA
“Voglio tornare a giocare. La squalifica scade nel 2025 e sto già lavorando per rientrare. Mi alleno ogni giorno, ho tanta voglia di tornare in campo. Vorrei farlo in Italia, magari in Serie A o B, oppure all’estero se necessario. Dopo, penserò a diventare procuratore”.

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Platini: “La maglia della Juventus è un piacere addosso”

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La leggenda del calcio Michel Platini è stato ospite a Santa Lucia del Mela per i 40 anni del Club Doc, rispondendo a Monica Bertini e Guido Vaciago.

Michel Platini, icona del calcio mondiale e simbolo immortale della Juventus, ha partecipato ai festeggiamenti per i 40 anni del Club Doc Gaetano Scirea di Santa Lucia del Mela. L’evento, che ha riunito appassionati e tifosi bianconeri, ha avuto il suo momento clou nell’intervista esclusiva condotta da Monica Bertini di Sportmediaset e Guido Vaciago, direttore di Tuttosport. A seguire l’intervista completa.

Platini: “Il mio gol più bello? ce ne sono tanti”

SCIREA E PAOLO ROSSI
“Vorrei, prima di tutto, ricordare Gaetano Scirea a cui è dedicato il Club di Santa Lucia e Paolo Rossi. Scirea era qualcosa di diverso, di più grande. E anche Paolo: la persona più gentile e serena che abbia mai conosciuto. Che Juventus che era quella in cui sono arrivato, erano tutti i campioni del mondo. E me lo facevano notare, cavolo se me lo facevano notare… Io ero il francese che non aveva vinto la coppa”

LA SVOLTA
“Fino a quel momento avevo perso tutto quello che si poteva perdere nella carriera di un giocatore. Poi sono arrivato alla Juve, abbiamo perso lo scudetto, la Coppa dei Campioni ad Atene, ma abbiamo vinto la Coppa Italia. Da quel momento ho vinto tutto quello che poteva vincere un giocatore…la vita è così, è fatta di svolte”.

LA FIRMA CON LA JUVE
“Chiuse le pratiche del contratto, brindiamo e Boniperti mi dice vieni, ti passo l’Avvocato. E io dico: avvocato? Come me lo passi, è qui con me, è lui che mi aiutato a firmare il contratto. E lui: ma no, Michel! Cosa dici? Non quell’avvocato, l’Avvocato, con la A maiuscola…”

IL RAPPORTO CON AGNELLI
“Io non capivo e poi mi danno il telefono e dall’altra parte c’è Gianni Agnelli che mi parla in un francese perfetto. Quindi era lui l’Avvocato… ah ho capito. Vabbé è diventato famoso dopo (…) Sì, mi ha voluto bene. Non posso dire che fosse mio amico, non credo che si possa essere amico di una persona di quel tipo e di quel livello, però mi voleva bene. E sapete perché? Perché mi aveva voluto lui e io ero diventato molto forte. Così poteva andare in giro e dire: vedete, Michel l’ho scelto io, non Boniperti, non gli altri, l’ho scelto io che capisco di calcio. Insomma, gli facevo fare bella figura (…) Mi ricordo quando gli ho regalato il primo Pallone d’Oro, ha sgranato gli occhi, non se lo aspettava. E mi fece la famosa domanda: ma è davvero tutto d’oro? E io gli risposi davvero: Avvocato, se era tutto d’oro non glielo regalavo mica (…) Forse mi voleva bene perché rispondevo alle sue battute con altre battute. Non osava farlo nessuno, erano tutti terrorizzati dall’Avvocato. Io no, anche se ne percepivo il carisma”.

LA FOTO ICONICA
“Il gol più bello della mia carriera. Perché, capisci, quando segno il gol che hai sempre sognato di fare e lo fai nella partita più importante, come una finale di Intercontinentale… beh, quello è il gol più bello della tua vita, a prescindere. E quelli che fanno? Me lo annullano? Per cosa? Per un fuorigioco di Brio? Di Brio, capite? Cosa ci faceva lì Brio… (e ride)”.

QUEL FUORIGIOCO CHE NON C’ERA
“Mi sono sentito svuotato, triste, sconsolato. Mi sono detto: se vado dall’arbitro lo meno e mi danno un anno di squalifica, così mi sono accasciato per terra e mi sono messo in quella posizione che Salvatore Giglio ha immortalato. Bella la foto, non la mia preferita, ma bella! Sapete che ho incontrato il guardalinee che ha annullato quel gol? Davvero! Sarà stato una quindicina di anni fa, ero a Singapore e nell’ascensore dell’albergo c’è questo tizio di Singapore che mi guarda e poi, in inglese, mi chiede: mi riconosce? E io: no, mi scusi. E lui: io sono il guardalinee che ha alzato la bandierina per annullare il gol di Tokyo. Capite? Allora l’ho preso per il bavero della giacca e gli ho detto: maledetto! Poi ci siamo fatto una risata. Ovvio, perché alla fine abbiamo vinto, se a Tokyo avessimo perso per quel gol annullato sarei stato meno spiritoso in ascensore”.

Platini

GOL PIÙ BELLO?
“Il mio gol più bello non lo saprei scegliere. Direi il primo con il Pescara, perché c’erano tante aspettative intorno a me e con quel gol ero riuscito a confermare che non erano mal riposte, quelle aspettative. Ma ce ne sono molti altri che mi ricordo. Quello all’Ascoli, con il sombrero di tacco al difensore e il pallonetto al portiere… sì bello quello. Merito di Bettega – altra pausa teatrale, poi la battuta fulminante – se non mi avesse dato la palla così male e così indietro non avrei inventato quel colpo di tacco!” (…) Ma anche quello contro la Lazio all’Olimpico, un bel duetto con Boniek”.

IL PESO DELLA MAGLIA DELLA JUVE E ZIBÌ 
“Bello di notte? Mah…non sono d’accordo era bello sempre. Quando c’era lui ho vinto sempre la classifica cannonieri, quando se n’è andato non l’ho vinta più. Forse c’è un nesso, no? Era un grande. E sapete una cosa? Ha ragione, anzi ragionissima quando dice che se ad Atene avessimo vinto la Coppa dei Campioni nella sfortunata serata contro l’Amburgo, avremmo vinto quattro coppe di fila. Che Juve quella Juve, piedi buoni in ogni ruolo. E sapete una cosa: quando mi dicono che la maglia della Juventus pesa, io dico: no, non scherzate, la maglia della Juventus è un piacere addosso. E posso dirlo per esperienza diretta”.

LA PARTITA CON L’ASTON VILLA
“Giocavamo contro l’Aston Villa campione d’Europa e abbiamo vinto 2-1 dando una lezione agli inglesi. In quella partita gli italiani giocarono come i francesi, più spensierati e offensivi, e il francese giocò come un italiano, con l’idea che si doveva vincere. Nacque un modo che superava il bonipertismo calcistico del cross dal fondo per il centravanti, tipo Causio per Bettega. Era una Juve che sfruttava tutto il suo potenziale, era la rivoluzione che ci fece vincere tutto”

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