Serie A
Cagliari, Jeda: “La squadra deve sfruttare il fattore stadio e sono soddisfatto di Nicola. Sulla corsa scudetto…”

Cagliari, l’attaccante brasiliano Jeda ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Cagliarinews24. Ecco cosa ha detto.
A seguire un estratto della lunga intervista concessa a Cagliarinews24.
Le parole di Jeda
Jeda lei ha seguito dallo stadio la vittoria del Cagliari sull’Hellas Verona. I tre punti conquistati daranno fiducia ai rossoblù per le prossime sfide?
“Mi ha fatto molto piacere seguire per la prima volta il Cagliari alla Unipol Domus e vedere il pubblico. Confermo quanto avevo già detto, ovvero che penso che i rossoblù debbano sfruttare al meglio il fattore casa. Il pubblico sardo ti dà qualcosa in più come ambiente e a livello di cattiveria agonistica, tutte cose che poi ti servono per vincere le partite. Queste sono le partite che servono al Cagliari e che fanno la differenza, non serve neanche vincerle 3/4/5 a zero. In Serie A c’è tanto equilibrio per cui quando vinci una partita 1-0, controllando e rischiando poco, vuol dire che secondo me sei sulla strada giusta. La squadra mi è piaciuta molto, ho visto un Cagliari molto concentrato e con dei grandi leader in campo”.
Davide Nicola sta facendo esprimere il Cagliari su dei buoni livelli. Che idea si è fatto del tecnico piemontese?
“Io ho voluto ringraziare personalmente mister Nicola e fargli i complimenti perché secondo me sta facendo un buon lavoro. Il Cagliari con tutti i suoi effettivi e tutti i giocatori a disposizione deve essere un gruppo, devono essere tutti pronti ed in forma per dare una mano, soprattutto chi è in panchina. Viola per esempio quando è entrato ha fatto molto bene ed ha cambiato la partita. In generale anche gli altri cambi mi sono piaciuti, quando sono entrati hanno dato una svolta alla sfida con l’Hellas Verona che fino a quel momento era molto maschia, dura e bloccata. Loro sono venuti a fare la loro partita nonostante venissero dai cinque gol presi contro l’Inter. La squadra è stata concentrata, complimenti a Nicola! Queste sono le partite che i rossoblù devono vincere. Poi quando riesci a fare partite importanti come con Milan e Juventus vuol dire che la squadra c’è ma il Cagliari il campionato lo deve fare con Verona, Venezia, Empoli ecc.”.
Ora i sardi sono attesi dall’ostica sfida del Franchi contro la Fiorentina di Raffaele Palladino. Pensa che nonostante l’alto tasso di difficoltà del match il Cagliari possa portare dei punti a casa?
“Quella con la Fiorentina è il tipo di partita che ti può dare tanto, questo soprattutto sul piano del morale. Quando vai in casa dei viola è difficile, sono la vera sorpresa del campionato, bisogna esaltarli per il lavoro che stanno facendo dopo un inizio nel quale c’era grande scetticismo nei confronti di Palladino. Hanno saputo aspettare ed ora sono la squadra del momento! Non parlo tanto di una vittoria, in una partita come questa se il Cagliari porta a casa un pareggio vuol dire tanto. Questo perché sarebbe fuori casa e contro una squadra pericolosa in questo momento, vorrebbe dire tanto per la classifica e farebbe la differenza”.

Raffaele Palladino ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La partita tra il Cagliari e la Fiorentina è diventata un appuntamento per ricordare Davide Astori. Lei che è stato suo compagno che ricordo ha di lui come calciatore?
“Io in alcune interviste avevo detto che secondo me lui sarebbe stato la colonna della Nazionale. Era rude nel modo di fare, quando è arrivato a Cagliari mi ricordo che non era molto timido, faceva le sue entrate. Sembrava che tecnicamente non fosse bravo ma ha lavorato tanto e con il passare del tempo è migliorato soprattutto a livello di tecnica. Dopo è diventato un buon giocatore a livello di eleganza, era molto difficile affrontarlo perché era impossibile da superare ed era comunque veloce. Aveva tecnica e tanta personalità e penso che nel calcio di oggi sarebbe stato uno dei più grandi difensori italiani! Per come l’ho visto giocare era diventato il top, con il tempo è migliorato tantissimo, era proprio il classico difensore italiano. Grande personalità e sapeva come e quando dovesse entrare, questo contando che sapeva anche giocare bene il pallone”.
L’ex difensore del Cagliari è scomparso in modo tragico quando giocava per la Fiorentina. Oltre all’aspetto puramente tecnico, per lei Jeda che uomo e compagno di squadra (e di spogliatoio) è stato Davide Astori?
“Per uno come me che è stato suo compagno di squadra è difficile non essere un po’ di parte. Astori aveva tante qualità umane, basta dire che è stato capitano di due squadre importanti come il Cagliari e la Fiorentina. Per mettere la fascia di capitano di squadre del genere secondo me l’aspetto umano è molto più importante di quello tecnico, devi avere certi valori in club del genere che puntano tanto sull’importanza dell’uomo. La partita tra la Fiorentina ed il Cagliari è un momento sempre importante per ricordare Davide Astori, un uomo che è stato capitano di due squadre importanti! Lui non smetterà mai di essere un esempio per tanti giocatori, infatti tanti parlano di lui ed esaltano la sua figura. Era un ragazzo normale, comune e semplice che del calcio faceva la sua ragione di vita. Questa è stata la cosa di lui che mi ha colpito, mi piaceva il fatto che fosse un giocatore ed un uomo con valori importanti. Mi auguro che poi la partita sia una spettacolo e siccome il calcio non è una matematica, vince chi in campo commette meno errori”.
Quello che è successo alcuni giorni fa ad Edoardo Bove purtroppo ricorda quant’è capitato all’ex giocatore del Cagliari. Cos’ha pensato quando ha visto le immagini di Fiorentina-Inter?
“Vedendo quella situazione si è ripiombati in quello che è capitato anni fa, un qualcosa che purtroppo è successo spesso alla Fiorentina. Una cosa cominciata con Astori e proseguita con il suo grande dirigente Barone, l’altra sera poi è successo ancora con Bove. E’ un ragazzo giovanissimo che ha appena iniziato il suo percorso calcistico d’alto livello, è un giocatore dal grande carisma. Vedendo quelle immagini lì ti vengono in mente tantissime cose ed infatti sui social c’è stata una grande mobilitazione di messaggi di incoraggiamento. Quello che spero è che lui possa riprendere presto perché vorrei vederlo in campo prima possibile di modo che possa mostrare tutto il suo talento. In quei momenti in cui non si capiva e non si sapeva cosa fare – se non pregare per lui – per me c’è stata tanta tristezza. Mi auguro che riesca a riprendere la sua vita normale e a giocare che penso sia la sua grande passione, mi dispiace davvero tanto quello che gli è successo!”.

EDOARDO BOVE RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Allargando il discorso al campionato di Serie A 2024-2025: quali pensa che siano le favorite per la vittoria dello scudetto? La Juventus si sta staccando dal gruppo?
“Io penso che per l’organico e per come sta giocando la favorita resti l’Inter, hanno un livello molto alto nella rosa, non si nota la differenza quando esce uno ed entra l’altro. Io subito sotto nella corsa per lo scudetto metto Napoli ed Atalanta, dopo ci sono la Juventus ed il Milan ma non dimenticherei la Lazio che sta facendo un bel campionato. Per lo scudetto l’equilibrio è tanto anche se vedo l’Inter un pelino sopra alle altre per il grande calcio che sta facendo. In questo momento io metto la Juventus un po’ fuori da quel gruppetto ma bisogna vedere cosa riuscirà a fare Thiago Motta quando a recupererà tutti i giocatori che ora sono infortunati. Secondo me ora sono fuori dalla lotta per il titolo per la qualità del gioco espresso ma chiaramente la Juventus è la Juventus, stesso discorso vale per il Milan: sono squadre che nel DNA hanno la parola scudetto. Queste squadre stanno correndo tanto ma poi magari tra poco inizieranno a farlo anche le squadre che sono più sotto e le cose cambieranno. Per me la sorpresa del campionato in questo momento è la Fiorentina!”.
La Nazionale italiana sta riprendendo il proprio cammino dopo il deludente europeo “tedesco”. Quale crede che sia il segreto della svolta degli Azzurri del CT Luciano Spalletti?
“Penso che Spalletti sia un grande allenatore per l’Italia e che il tempo per gli esperimenti sia finito, credo che abbia capito quali giocatori sono da Nazionale e quali no. Gli Azzurri sono passati attraverso un percorso di cambiamento oltre che di ringiovanimento, bisogna dargli anche il tempo di lavorare. Penso che i giocatori debbano capire che quella maglia è importante e che rappresenta una nazione intera oltre al fatto che quando si indossa è come andare in guerra. Devi amare la maglia e la nazionale e devi sapere che combatterai per tantissime persone che si aspettano che tu porti dei risultati. La Nazionale non è un posto in cui vai per essere valorizzato e per poter mettere questa cosa nel tuo curriculum, dev’esserci l’amore per la maglia, qualcosa di diverso da un club. Credo che Spalletti stia riuscendo ad introdurre questi valori nella testa dei suoi giocatori, trasmettendogli che responsabilità rappresenta. Secondo me ha scelto gli elementi buoni per l’Italia, gli esperimenti li ha già fatti anche se non troppi perché poi avrebbe rischiato di mettere confusione nella testa dei calciatori. Penso che la Nazionale italiana in questo momento sia una delle migliori al mondo, l’Europeo è stato una delusione perché le aspettative erano ben altre. Mi auguro che questa squadra possa dare delle grandi soddisfazioni al popolo italiano!».
Serie A
Genoa-Milan, risultato in diretta: LIVE (0-0)

Genoa-Milan, queste le formazioni ufficiali per la sfida delle 20:45. Conceicao lascia in panchina Leao, così come Gimenez e punta ancora su Jovic, mentre Vieira conferma il suo 4-2-3-1 con Pinamonti prima punta.
Genoa-Milan, la diretta:
GENOA (4-2-3-1): Leali; Sabelli, Vásquez, De Winter, Martín; Frendrup, Masini; Messias, Thorsby, Norton-Cuffy; Pinamonti. A disp.: Siegrist, Sommariva; Ahanor, Badelj, Bani, Ekhator, Kassa, Otoa, Venturino, Vitinha, Zanoli. All.: Patrick Vieira.
MILAN (3-5-2): Maignan; Tomori, Gabbia, Pavlović; Jiménez, Reijnders, Fofana, Loftus-Cheek, Hernández; Pulisic, Jović. A disp.: Sportiello, Torriani; Bartesaghi, Florenzi, E. Royal, Terracciano, Thiaw, Walker; Musah; Camarda, Chukwueze, Félix, Gimenez, Leão. All.: Sergio Conceição.
Serie A
Lazio-Juventus: storia di doppiette bianconere


Italian soccer star Alessandro Del Piero attends a promotional event by a Chinese floor board maker in Shanghai, China, 21 March 2017.
Lazio-Juventus: gli anni 90′
Il primo match di questa statistica risale alla stagione 1994/95. Si tratta di una delle tante prove che la squadra sia pronta per riportare lo Scudetto in quel di Torino. Tutto questo, nel primo campionato della Juventus di Marcello Lippi. I bianconeri arrivano però nella Capitale con due assenze pesantissime: Roberto Baggio e Gianluca Vialli.
Ma questo match da lustro a tutto il talento di Alessandro Del Piero. Alex realizza 2 reti, una per tempo. La prima arriva con un tiro a giro da quella che ben presto verrà definita come la sua zolla. La seconda è un tocco in scivolata che anticipa in uscita Luca Marchegiani. Un dettaglio da non dimenticare per l’importanza dell’evento è che lo juventino aveva appena compiuto 20 anni.
Altro match anni 90′ con una doppietta a deciderlo quello della stagione 1996-97. Ultima gara del girone d’andata. La Vecchia Signora si laurea campione d’inverno con 3 punti di vantaggio sulla Sampdoria e 4 sull’Inter. La prova di forza, in quel dell’Urbe contro la Lazio, poggia sul doppio exploit di Michele Padovano. Uno di quei giocatori non proprio titolari, ma che sanno rispondere presente nei momenti che contano. Un sinistro a finalizzare una veloce ripartenza il primo sigillo. Un tiro che raccoglie una respinta della difesa su conclusione di Attilio Lombardo il secondo. Come per quella di Del Piero, la doppietta viene realizzata con un gol per tempo.
Ultima “doppietta” pre nuovo millenio arriva nella stagione 1998/99. Il protagonista è’ stato uno dei giocatori più folgoranti della generazione che ha trasformato la Francia in Nazionale finalmente compiuta e importante. Tutto questo testimoniato e comprovato dai successi nel Mondiale del 1998 e all’Europeo del 2000. Si sta parlando di Thierry Henry.
Nell’anno di mezzo tra i due trionfi il francese militò nella Juventus, acquistato nel gennaio in un’annata bianconera non proprio da ricordare. Di certo il peso del cambiamento non gravava sulle spalle di Henry. Ma che la stoffa ci sia lo si riconosce proprio contro la Lazio. Il transalpino, nel suo periodo bianconero, ha segnato 2 delle 3 segnate con la maglia bianconera. Un pomeriggio fatale per i sogni tricolore dei biancocelesti.
I favolosi anni 2000
Per trovare un’altra doppietta letale in un Lazio-Juventus dobbiamo balzare negli anni 2000, nella stagione 2012/13 per l’esattezza. Un uno-due da ko, quello di Arturo Vidal, per un successo che avvicina sensibilmente la Juventus di Antonio Conte alla conquista del suo secondo Scudetto consecutivo. Per effetto dei 3 punti guadagnati all’Olimpico i bianconeri allungano il proprio vantaggio sul Napoli. Undici i punti che, a 6 giornate dal termine, diventa molto pesante, quasi incolmabile. Il centrocampista cileno concretizza uno dei primi tempi più travolgenti della stagione. Al settimo minuto trasforma un rigore determinato da un fallo su Vucinic. Al ventottesimo si presenta a tu per tu con Marchetti e lo supera con un raffinato tocco d’esterno destro.
Due stagioni dopo la situazione si ripete. Anno 2014-15. Una delle gare più dominate della prima Juventus di Massimiliano Allegri. Lo 0-3 ottenuto sulla Lazio è figlio di una maiuscola prestazione collettiva. I bianconeri proseguivano il momento buono dopo il 7-0 sul Parma. Pogba segna 2 gol: il primo concretizzando una straordinaria azione innescata da Pirlo e rifinita da Tevez. L’argentino serve il Polpo, che controlla la palla con uno straordinario stop e la mette alle spalle di Marchetti. E’ il gol del vantaggio.
La seconda rete del francese è il terzo cumulativo della squadra. Grazie ad un grande assist di Pereyra per il numero 6 che insacca. In mezzo c’è anche un palo: Pogba va vicino a una tripletta che in Lazio-Juventus manca dal 1958, quando a realizzarla fu John Charles.
C i sarà una nuova doppietta questo sabato?
Serie A
Infinito Pedro: la Lazio studia un altro rinnovo, i dettagli

La Lazio è pronta a prolungare il contratto di Pedro fino al 2026, con un incontro decisivo previsto nei prossimi giorni per chiudere l’accordo.

LA GRINTA DI PEDRO CHE PUNTA IL DITO IN ALTO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Un rinnovo strategico per la Lazio
La Lazio si appresta a blindare uno dei suoi giocatori più importanti, Pedro, con un rinnovo contrattuale che estenderà la sua permanenza fino al 2026. Secondo le ultime indiscrezioni, il club capitolino ha in programma un incontro cruciale nei prossimi giorni per finalizzare l’accordo con l’attaccante spagnolo. Questo rinnovo rappresenta una mossa strategica per la squadra, che desidera mantenere l’esperienza e la qualità del giocatore nel proprio organico.
L’importanza di Pedro per la squadra
Pedro, con la sua esperienza internazionale e la sua abilità nel creare occasioni da gol, è diventato un elemento fondamentale per la Lazio. La decisione di prolungare il suo contratto dimostra l’intenzione del club di costruire un progetto solido attorno a giocatori di valore. La società biancoceleste è determinata a mantenere alta la competitività in Serie A, e il contributo di Pedro sarà cruciale per raggiungere gli obiettivi prefissati.
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Fonte: l’account X di Schira
Expected a meeting in the next days to try to close #Pedro’s contract extension with #Lazio, which want to keep the spanish forward. Ready a new deal until 2026. #transfers https://t.co/zeUr2lOaVE
— Nicolò Schira (@NicoSchira) May 5, 2025
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