Serie A
Bologna, Italiano: “Domani sarà un partita molto difficile, il paragone con Motta non mi piace”
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L’allenatore del Bologna Vincenzo Italiano ha rilasciato delle dichiarazioni in conferenza stampa in vista del match contro la Juventus.
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L’ex tecnico di Spezia e Fiorentina e attuale allenatore del Bologna Vincenzo Italiano ha rilasciato delle dichiarazioni in conferenza stampa in vista del match contro la Juventus, in programma sabato 7 dicembre alle 18:00 all’Allianz Stadium.
Bologna, le parole di Italiano
Di seguito le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa dal tecnico del Bologna Vincenzo Italiano in vista del match contro la Juventus:
Domani c’è la Juventus, è la prova per le big? Serve continuità dei risultati con le squadre di alta classifica?
“Ne abbiamo discusso con i ragazzi che dobbiamo cambiare marcia e mentalità contro le cosiddette grandi, anche in Champions non siamo risulti, lo abbiamo fatto solo con il pareggio contro l’Atalanta.
Dobbiamo cambiare marcia contro le squadre che ci precedono, squadre di valore. Dobbiamo farci trovare subito pronti, sarà una partita tosta e dura, loro hanno passo, gamba e forza fisica, dovremmo farci trovare pronti sotto ogni punto di vista”.
Dovevamo evitare confronti con l’anno scorso, i dati dicono che il cammino per ora è identico. Come sta vivendo lei questo paragone?
“Sinceramente non mi piace fare il paragone, non mi piace, l’anno scorso è stato un cammino incredibile, ogni settimana e ogni gara andare a rivangare una situazione che non sarà mai la stessa.
Da quando sono arrivato il nostro modo è molto molto simile, poi fermiamoci lì. Tanti calciatori importanti non ci sono più, abbiamo iniziato un discorso con tanti nuovi giocatori giovani, per me la dobbiamo finire.
Poi alla fine se c’è uno sconfitto sono io. Lavoriamo per continuare su questi numeri, però continuare così ogni settimana, non mi sta piacendo.
Dobbiamo avere la fame per arrampicarci verso quelle che ci stanno davanti, domani partita molto difficile, ho sempre fatto molta difficoltà allo Stadium.
Cosa significa per lei la Juve? se vincerà domani diventerà San Vincenzo…
“E se perdo? (ride ndr). La Juve è sempre la Juve, poi da quando giocano allo Stadium è ancora più complicato. La Juve di oggi è molto forte, dovremo essere molto forti nei duelli, quando hanno la palla ci potranno mettere in grande difficoltà,
domani vediamo, ogni partita è un esame, una battaglia e domani dobbiamo concentrarci nel rimanere vicino a quelle che ci precedono”.
Oltre Orsolini chi le manca?
“L’assenza di Orso mi dispiace molto, fermare questa sua continuità di gol, mi auguro di riaverlo al più presto, che rientri con questa testa. Mancherà Lykogiannis, abbiamo altre situazioni da valutare domani mattina.
Risultato di tante partite ravvicinate, nonostante i giorni di riposo dopo le partite. Valutiamo domani in funzione anche delle prossime”.
Dallinga?
“Fuori con il Monza per il fastidio al polpaccio, oggi si è allenato, sembra stia molto meglio, il fastidio non lo sente più, domani sarà a disposizione”.
Lei ritroverà Valhovic
“Io ho conosciuto un fuoriclasse in quei sei mesi quando l’ho conosciuto, un ragazzo che con la grande fame di Firenze gli ha permesso di fare gol prima del mio arrivo e con me, lo abbraccerò volentieri domani”.
Si aspettava questa maturità di Castro?
“Bellissima sorpresa, mi aveva già impressionato in ritiro, anche lui affamato e sempre concentrato, per me i ragazzi giovani devono capire che l’allenamento gli permette di riportare sul campo tutto quello che si fa nelle ore settimanali, nella crescita durante gli allenamenti.
Deve ancora sbagliare un allenamento. Ha un’ossessione, una fame che se le mantiene potrà diventare un giocatore importantissimo”.
Aspetto che più la stupisce di Freuler?
“Gli parlo spesso di come smaltisce la fatica, incredibile che si presenta i giorni dopo le partite e dice che sta bene, ma parlano i kilometri e la fatica che fa ad ogni partita, beato lui fortunati noi.
Gli faccio i complimenti, mi auguro che continui così, a curare così bene questi dettagli”.
Momento della responsabilità per gli altri esterni con l’assenza di Orsolini? Odgaard in fascia è ancora una soluzione?
“Sono contentissimo di come hanno interpretato la partita Dominguez e Iling in Coppa, chi parte e chi subentra deve avere questo tipo di mentalità, penso che ci abbia aiutato a superare questo turno non semplice, complimenti ad entrambi.
Devono crescere dal punto di vista realizzativo e nell’assistenza, deve essere un piacere far segnare i compagni, se ne trae beneficio tutti.
Non dobbiamo fermarci, più si ha la voglia di fare gol e vincere di squadra, più si preparano in poche ore partite importanti.
Odgaard per il momento rimane in quella zona del campo, sulla trequarti, lo vedo a suo agio in quella posizione in campo”.
i fischi per Motta come li valuta?
“È capitato anche a me in passato, posso dire che sono ingenerosi ma mi fermo qua, ognuno fa il proprio percorso. Ambiente Thiago e società tutti insieme hanno fatto qualcosa di incredibili”.
Bologna squadra che recupera più palloni in avanti, la Juventus è 18esima in questa. Pensa di continuare così con la Juve che è forte nella costruzione dal basso?
“Ne abbiamo parlato questa mattina, aspetto evidente della Juventus. È un dato per noi importante, qualche soddisfazione ce la sta dando.
Affrontando una squadra fortissima nel costruire, dobbiamo affrontarla con la massima capacità di sporcare ogni pallone, usando la testa non com’è successo a Roma, dove Pobega si mi ha fatto arrabbiare ma ha provato ad andare a contrasto in avanti.
È quello che ricerchiamo, domani dovremo essere bravi nei duelli individuali, stando attenti alla nostra riconquista”.
Serie A
0 Trofei, Kane passa il testimone a un calciatore di Serie A
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06/05/2025
La vittoria aritmetica della Bundesliga ha finalmente liberato Harry Kane dalla maledizione del No Trophy. Questo titolo passa ora a un giocatore di Serie A.
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In termini di valore monetario raggiunto negli anni e importanza mediatica, c’è calciatore che, oggi calca i campi del calcio italiano, e ancora pecca del primo trofeo in carriera. Non gioca in una big.
Ancora zero trofei: Kane e il caso Dele Alli
Grazie al pareggio fra Bayer Leverkusen e Friburgo, i bavaresi si sono laureati campioni di Germania senza aver vinto il proprio match di giornata ma tanto è bastato per far scattare la festa tra i componenti della rosa.
Uno su tutti però ha potuto festeggiare la conquista di un trofeo, e si tratta di Harry Kane: attaccante inglese classe 1993 ex Tottenham che, proprio con la maglia degli Spurs, si è guadagnato il titolo di Campione senza titoli vista la sua straordinaria capacità realizzativa, che lo rende attualmente uno degli attaccanti più forti del mondo.

LONDON, ENGLAND – AUGUST 5, 2017: Dele Alli of Tottenham pictured prior to the friendly game between Tottenham Hotspur and Juventus Torino at Wembley Stadium. Copyright: Cosmin Iftode/Picstaff
Questo sortilegio però si è spezzato dopo l’ultima giornata di Bundesliga, che ha consegnato il titolo nelle mani del suo Bayern Monaco. Il testimone dunque è passato di mano e Transfermarkt ha stilato una classifica dei giocatori più preziosi che negli anni non hanno mai vinto nulla.
L’occhio salta subito al primo posto dove si posiziona Dele Alli, centrocampista ora di proprietà del Como, che durante la sua permanenza proprio al Tottenham, ha raggiunto un Valore di Mercato di circa 100 milioni di euro. Con gli Spurs ha collezionato 269 presenze, condite da 67 gol e 59 assist. Inoltre ha anche disputato una finale di Champions League, quella del 2019 persa contro il Liverpool, mancando l’appuntamento con la coppa.
Oggi si ritrova insieme a Cesc Fabregas in una delle squadre col progetto più ambizioso di tutte in Italia e probabilmente anche in Europa. Rientrato dall’infortunio contro il Milan ed espulso proprio in quella partita, l’allenatore lariano non l’ha più impiegato.
Serie A
Napoli, giovedì si scrive il futuro: incontro Conte-De Laurentiis
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52 minuti fail
06/05/2025
Il Napoli è a tre passi dal sogno Scudetto, ma intanto la dirigenza guarda al futuro. Giovedì incontro cruciale tra Conte e il presidente De Laurentiis.
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Il Napoli è a sole tre partite dal sogno Scudetto, un traguardo che, a inizio stagione, sembrava fuori portata e quasi irrealistico. Se oggi gli azzurri si trovano a +3 sull’Inter, gran parte del merito va al lavoro straordinario di Antonio Conte. Il presidente De Laurentiis ne è perfettamente consapevole e non ha intenzione di lasciarsi sfuggire il tecnico salentino così facilmente.
Per questo motivo, come già stabilito tempo fa, giovedì ci sarà l’incontro tra i due per discutere del futuro. Un confronto cruciale, che avverrà pochi giorni prima della delicata sfida contro il Genoa, in programma allo stadio Maradona.
Non è escluso che al tavolo possano sedersi anche Chiavelli, uomo di fiducia del presidente, e il direttore sportivo Manna, considerato che uno dei temi centrali sarà inevitabilmente il mercato.

L’ESULTANZA DI ANTONIO CONTE DOPO IL GOL ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Napoli, il mercato per la permanenza di Conte
Conte non si accontenterà solo di giovani promesse: vuole rinforzi veri, giocatori pronti, esperti e di qualità, in grado di alzare il livello della rosa in vista della prossima stagione, che vedrà il ritorno del Napoli in Champions League. Profili più alla McTominay che alla Marianucci. Toccherà poi a Manna trovare il giusto equilibrio, puntando magari su calciatori giovani ma già testati ad alti livelli, come Garnacho e Adeyemi, già corteggiati a lungo a gennaio.
De Laurentiis sembra disposto ad accontentare le richieste del tecnico, contando sui ricavi derivanti dalla qualificazione europea, dalla cessione invernale di Kvaratskhelia e da quella, ormai scontata, di Osimhen in estate. L’unico paletto imposto dal presidente resta il contenimento del monte ingaggi.
Giovedì, comunque, si saprà di più, ma tutto lascia pensare che Conte possa restare a Napoli anche nella prossima stagione, con l’obiettivo di costruire un Napoli sempre più ambizioso e vincente.

Il Milan vince in casa del Genoa con un’altra rimonta e grazie alle scelte di Conceição. Adesso i rossoneri guardano alla doppia sfida con il Bologna.
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Genoa–Milan non aveva certo il fascino delle grandi sfide, considerata la posizione di classifica di entrambe le squadre. I rossoneri, però, avevano bisogno dei tre punti per accorciare sulla zona Europa e, soprattutto, per mandare segnali forti in vista del doppio confronto col Bologna: prima venerdì in campionato, poi cinque giorni dopo nella finale di Coppa Italia.
Come spesso accade con la squadra di Conceição, però, è servito subire uno schiaffo per reagire. D’altronde un dato parla chiaro: il Milan è la squadra che ha guadagnato più punti in rimonta in tutta la Serie A.
Nel primo tempo ci ha pensato un super Maignan a tenere a galla i suoi con due interventi da fuoriclasse, ma al 60° neanche lui ha potuto nulla sul destro di Vitinha, perso colpevolmente da Pavlovic, che continua a mostrare grandi limiti in fase di marcatura.

LA GRINTA DI JOAO FELIX CHE PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Milan, la svolta arriva dai cambi
Il pressing del Genoa è stato asfissiante per larghi tratti del match, ma al Milan basta un lampo per accendersi. E il pareggio è anche la fotografia del coraggio del suo allenatore. Dopo l’infortunio di Fofana nel primo tempo, Conceição ha scelto di non coprirsi: dentro Leao e Loftus-Cheek arretrato a centrocampo. Poi, al 70°, un altro cambio netto: dentro Joao Felix e Gimenez per un 4-4-2 super offensivo.
Bastano tre giocate per pareggiare: Loftus-Cheek si libera a centrocampo e serve Joao Felix, che vede lo scatto di Gimenez e lo lancia in profondità. Il messicano, col piede debole, mette dentro un assist al bacio che Leao deve solo spingere in porta. Passano neanche due minuti e il Milan l’ha già ribaltata, ancora con Leao, imprendibile sulla fascia, che mette in mezzo trovando la sfortunata deviazione di Frendrup, che cercava di anticipare Joao Felix.

Conceiçao,Milan
Terza vittoria di fila e segnali incoraggianti
Gli ultimi minuti sono tutti di gestione rossonera, che muove bene il pallone e impone i ritmi, anche se qualche brivido su palla inattiva nel finale non manca. Ma il dato che conta è un altro: per la prima volta con Conceição in panchina, il Milan conquista la terza vittoria consecutiva e lancia segnali importanti al Bologna.
Non solo come squadra, ma anche nei singoli: Gabbia è stato asfissiante su Pinamonti, Reijnders più combattivo, e Pulisic molto attivo, seppur un po’ impreciso. Senza dimenticare ovviamente Joao Felix, entrato con un atteggiamento completamente diverso dal solito e autore di una delle sue migliori prestazioni in maglia rossonera. Bene anche il ritrovato Santi Gimenez, la cui profondità ha cambiato volto al match.
Venerdì contro il Bologna non ci sarà Leao per squalifica, ma il portoghese tornerà più carico che mai per la finale, con l’obiettivo di regalare ai tifosi il secondo trofeo stagionale. La speranza, però, è che stavolta non serva lo schiaffo per svegliarsi…
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