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Milan, il rifinanziamento uno specchietto per le allodole: Cardinale dovrà vendere | L’editoriale di Mauro Vigna
Milan, l’accordo tra venditore ed acquirente, ovvero Elliott e Redbird non deve passare come quell’operazione dettata dal cuore. Entriamo nel dettaglio qui di seguito.
Gerry Cardinale può tirare una forte boccata d’ossigeno in seguito all’accordo col Fondo Elliott sulla base di un rifinanziamento del debito il cui residuo, ad oggi, ammonta a 489 milioni di euro.
Tutto bello? Ma neppure per sogno, in primis perché Cardinale continuerà a non essere padrone a casa sua fino al 2028, ma la domanda è un’altra. Ci arriverà fino al 2028? La risposta è no, per il semplice fatto che l’intero progetto AC Milan sta crollando.
Mesi fa diceva che nessuno vuole vincere più di lui, parole bellissime per un tifoso, ma lo stesso sostenitore rossonero si aspetta che dalle parole escano poi i fatti. Che non stanno accadendo in seguito alla scelta scriteriata di disfare tutto quello fatto da Maldini e andando a distruggere la squadra dello scudetto acquistando in seguito un’accozzaglia di gente senza coprire i reparti giusti.
E la dimostrazione di quello che scrivo è il campionato in corso. Non ci si improvvisa presidenti di calcio, dirigenti o allenatori e l’unico lì in mezzo in grado di fare il suo lavoro è lo stesso Paulo Fonseca che già negli anni scorsi allenava. Cardinale non conosce nemmeno la storia del Milan, Furlani può dire di esserne tifoso, ma conosce ben poco le dinamiche del calcio, Moncada si è trovato a fare il dirigente quasi a sua insaputa, Ibrahimovic è più presente su Instagram che a Milanello. La domanda è: dove vogliamo andare?
Ottavi in campionato, nessuna speranza di vincere lo scudetto, poche di qualificarci per Champions League. Ergo meno entrate nelle casse per gestire il mercato, per gestire alcuni aumenti di ingaggio. Ergo la necessità di cedere almeno un top player. Ergo il rischio concreto di indebolirsi con tutti gli annessi e connessi per la prossima stagione. Ergo meno soldi dagli sponsor.
Per venire al nocciolo della questione, Cardinale sta assistendo alla rottura del suo giocattolo e l’unico modo per ripararlo è vincere trofei. Non partecipare e basta. Una presenza stabile in Champions gli può permettere di vivere bene, non esserci lo costringerà a pagare annualmente interessi bancari da 60.000 euro senza gli introiti della Champions. Come li paga? Cedendo giocatori e impoverendo la squadra.
Il rifinanziamento è uno specchietto per le allodole, Cardinale i soldi non li ha e con la gestione del Milan attuale di certo non andrà a generare valore. Sarà quindi obbligato a vendere tutto, o in parte.
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Roma, ora Ranieri attende i “regali” del mercato
Roma, dopo la vittoria sul Parma, i giallorossi respirano, ma Ranieri chiede rinforzi in difesa e un attaccante per completare la rosa. Permanenza di Dybala priorità assoluta.
Sotto l’albero di Natale a Trigoria, Claudio Ranieri ha già regalato ai tifosi della Roma una boccata d’ossigeno con la vittoria sul Parma. Un successo che riporta un po’ di serenità dopo un avvio di stagione complicato, ma il tecnico sa che il lavoro da fare è ancora tanto, a partire dal mercato.
La priorità per i giallorossi è consolidare la difesa, soprattutto se Ranieri continuerà a puntare sulla linea a tre. Per questo motivo, la società è al lavoro su due nomi principali: Di Cesare e Luiz Felipe, entrambi profili graditi al tecnico. Tuttavia, un’eventuale partenza di Mario Hermoso, sempre più vicino al Fenerbahce su pressione di Mourinho, costringerebbe la Roma a cercare non uno, ma due nuovi difensori.
Altro capitolo cruciale è la fascia destra. Saelemaekers ha finora convinto, ma Ranieri ha chiesto ulteriori alternative. Sulla lista ci sono Delprato, Zappa, Rensch, e Max Aarons.
In attacco, la letterina di Natale del tecnico giallorosso è chiara: garantire la permanenza di Paulo Dybala. Nonostante i rumors di un interesse del Galatasaray, l’argentino ha espresso il desiderio di rimanere a Roma, un segnale che rassicura sia Ranieri che i tifosi. Una volta blindato Dybala, il club penserà a rinforzare ulteriormente il reparto offensivo, dove Dovbyk ha bisogno di una spalla per poter rifiatare.
I nomi sul taccuino di Trigoria includono Beto, per il quale potrebbe essere decisiva la sinergia tra la Roma e l’Everton dei Friedkin, e Giacomo Raspadori, che potrebbe entrare in uno scambio con Lorenzo Pellegrini. Il centrocampista giallorosso, reduce da un periodo difficile, spera di ritrovare la serenità proprio a Natale, per tornare protagonista con la maglia della Roma.
Roma, non dimenticarti del prossimo allenatore…
Infine, resta aperta la questione del nuovo allenatore. Ranieri, insieme a Ghisolfi, continua a lavorare su profili di alto livello. Allegri, Ancelotti e, nelle ultime ore, anche Gasperini sono i nomi caldi. La società ha promesso un top coach per il futuro, ma se le condizioni non dovessero essere favorevoli, il rinnovo di Ranieri potrebbe rimanere sul tavolo, sebbene sia l’ultima delle ipotesi.
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Calcio storia, boxing-day: la pioggia di gol del 1963
Calcio incredibile: nel tradizionale giorno del Boxing-day inglese ci fu un’annata davvero speciale. Il 26 dicembre 1963 vennero segnate ben 66 reti.
Era ancora la First Division, infatti solo nel 1992 il campionato inglese divenne la Premier League.
Quel giorno restò nella storia: durante le 10 partite disputate ci fu una media di 6,6 gol a partita.
La tradizione del Boxing-day nel calcio inglese
La First Division fu fondata nel 1888 e da allora in Inghilterra il Boxing Day è tradizione.
La prima partita ufficiale giocata nella storia del calcio fu giocata proprio il 26 dicembre: era Sheffield-Hallam nel 1860 e finì col risultato di 2-0.
Risultati tennistici
Delle 20 squadre scese in campo, solo 2 non riuscirono a segnare neanche un gol: l’Everton e il Bolton Wanderers.
Le altre misero a segno tantissimi palloni.
Tra i tanti marcatori si distinsero Andy Lochead del Burnley, Graham Leggat del Fulham e Roger Hunt del Liverpool che segnarono ben 4 gol ciascuno.
Inoltre sei giocatori realizzarono delle triplette e quattro uomini furono espulsi.
Ecco gli straordinari risultati del 26 dicembre 1963:
Blackpool-Chelsea 1-5
Burnley-Manchester United 6-1
Fulham-Ipswich Town 10-1
Leicester City-Everton 2-0
Liverpool-Stoke City 6-1
Nottingham Forest-Sheffield United 3-3
Sheffield Wednesday-Bolton Wanderers 3-0
West Bromwich Albion-Tottenham 4-4
West Ham-Blackburn Rovers 2-8
Wolverhampton- Aston Villa 3-3
Celebrazione annuale
Una giornata memorabile nella storia del calcio inglese, tanto che ogni anno viene celebrata da giornali e TV.
Un’impresa che viene commemorata ancora oggi, in prima linea dai tifosi che amano da sempre l’appuntamento calcistico di Santo Stefano.
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Fiorentina: Kean il re del fuorigioco
Statistica curiosa che indica le difficoltà di Kean malgrado i grandi numeri della sua stagione: rimasto a secco in campionato, e nella goleada con il LASK.
La statistica sul fuorigioco di Kean
La statistica in questione fa riferimento a quante volte il giocatore si fa pescare in fuorigioco, dall’inizio di questa stagione per Moise Kean sono state già 26 le volte (considerando solo il campionato). Questo dato fa coppia con le 41 volte in cui la Fiorentina è stata pizzicata nella stessa statistica, prima squadra per fuorigioco in questa Serie A.
Dunque l’attaccante della Fiorentina non sta attraversando uno dei suoi migliori momenti. E Palladino è dello stesso avviso, dato che più volte ha fatto capire di non gradire particolarmente determinate giocate del suo numero 20: come in occasione del mancato assist per Sottil, giocata che culmina una serie di circostanze in cui Kean ha rinunciato all’assist pur di provare a trovare l’ennesima gioia personale.
Nonostante il dato sul fuorigioco, Kean è già riuscito a raggiungere la doppia cifra, primo italiano a riuscirci dai tempi di Chiesa. Ritrovando anche il goal su rigore contro l’Udinese, nonostante una prestazione opaca.
Fino ad ora non si può dire nulla riguardo alla stagione dell’ex Juventus e Psg, questi dati infatti non vogliono mettere in discussione il valore del giocatore ne tantomeno dimostrare delle riserve nei suoi confronti. Anzi tengono a mettere in risalto il suo rendimento anche malgrado dati negativi.
Dunque bisogna portare pazienza e ricordare che parliamo di un ragazzo di soli 24 anni, Perchè la Fiorentina, come la Nazionale, hanno troppo bisogno del suo nuovo attaccante.
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