Le bombe di Vlad
Ian Rush, bomber d’oltermanica

Il Galles è una delle quattro nazioni costitutive del Regno Unito di Gran Bretagna.
Nonostante la sua ridotta estensione, il fiero Galles ha dato i natali a molti campioni: Mark Hughes, Ryan Giggs e, più di recente, Gareth Bale, solo per citarne alcuni dei più rappresentativi.
Tra questi, una figura quasi leggendaria è quella di Ian Rush, nato a St Asaph il 20 ottobre del 1961.
E’ stato un vero bomber, spietato e prolifico sotto porta, ed ha fatto le fortune del Liverpool per ben sedici anni, intervallati da una sola, sfortunata stagione (1987/88) alla Juventus.
Del Liverpool divenne anche Capitano nella stagione 1993/94, acclamato dai tifosi innamorati, due stagioni prima della sua definitiva partenza dallo storico club e sul finire della sua lunga carriera.
La storia comincia
Ian Rush è il nono di ben dieci figli.
Famiglia semplice la sua, fatta di valori antichi, che vive a Flint, paesino immerso nelle campagne gallesi del nord.
Il padre, Francis, lavora come operaio alle acciaierie Shotton, parte dell’enorme impianto siderurgico di Port Talbot.
La madre, Doris, deve badare ai figli, sei maschi e quattro femmine, ma per arrotondare fa lavoretti di cucito.
Ian è una peste: nella sua autobiografia ha raccontato che marinava spessissimo le lezioni a scuola, faceva a botte coi compagni e già da molto giovane si ubriacava nei pub, guidando perfino senza patente.
Un giorno, però, dopo l’ennesima bravata Ian finisce in Tribunale e riceve una condanna di due anni con la condizionale per la minore età.
L’episodio segna una svolta nella sua vita: decide di mettere la testa a posto e comincia a dedicarsi allo sport.
Si avvicina prima al rugby, sport nazionale, ed all’hockey, ma poi il “soccer” lo conquista e tutto il suo enorme talento viene fuori.
Adolescente, alla San Richard Gwyn Catholic High School di Flint, diventa il bomber della squadra scolastica, facendo registrare il record assoluto di reti del campionato scolastico del Galles in un’unica stagione: ne mette a segno ben 79.
Il record sarà battuto soltanto molti anni dopo, da un certo, giovanissimo, Michael Owen.
L’esordio in First Division
Dopo alcuni anni al Chester, squadra di seconda divisione che lo tessera come professionista, nel 1980, appena diciottenne, firma con il Liverpool, voluto fortemente dal capo degli osservatori dei Reds, Geoff Twentyman.
Ma l’esordio vero in First Division, l’odierna Premier League, arriverà soltanto a dicembre, dopo un inizio faticoso nella squadra riserve.
Pur convocato regolarmente, alla fine della stagione colleziona soltanto nove presenze.
La svolta, però, è dietro l’angolo.
Considerato il sostituto naturale di Kenny Dalglish, forte attaccante dell’epoca, nella stagione 1981/82 ne diventa il partner d’attacco, avendo conquistato col duro lavoro la fiducia del tecnico Bob Paisley.
Da lì in poi comincia a segnare e vincere, e non smette più.
Il “Fantasma”, leggenda dei Reds
In sedici anni con la maglia numero nove del Liverpool, fatta eccezione per la prima stagione con la maglia numero sette, Ian Rush diventa un vero e proprio mito.
Occhi azzurri, longilineo, si fa crescere degli iconici baffi che diventeranno il suo marchio di fabbrica.
Gli affibiano molti soprannomi: diventa “Omar” (per i baffi alla Omar Sharif), “The Welsh dragon” (il dragone gallese), ma quello che tutti in Gran Bretagna ricordano è “The Ghost” (il Fantasma, per la sua capacità di comparire all’improvviso nel posto giusto ed al momento giusto per segnare).
Quando lascia i Reds, il tabellino segnerà cifre vertiginose: 229 reti soltanto in campionato, 336 in totale, condite da ben 75 assist.
Il Palmarès è quello del campione assoluto: 5 Campionati inglesi; 5 Coppe di lega; 3 Coppe d’Inghilterra (FA Cup); 6 Charity Shield; 2 Coppe dei Campioni.
A livello individuale ha raccolto, probabilmente, poco, ma ha giocato negli anni in cui hanno calcato i campi i mostri sacri del pallone, da Maradona a Platini, da Van Basten a Gullit fino al nostro Baggio, il Divin Codino.
Soltanto la stagione 1987/88, passata in Italia alla Juventus, fu davvero fallimentare per Rush ed ancora oggi qualcuno discute sui perché di quella débâcle.
Lo stesso Rush, nella sua autobiografia, non sa spiegarsi fino in fondo l’accaduto, ma a distanza di tempo ha dichiarato che anche quello fu, nonostante tutto, un momento di crescita per la sua carriera.
Il personaggio Rush
Ian Rush era amatissimo dai suoi tifosi inglesi.
Su una chiesetta di Liverpool poteva leggersi, negli anni in cui fu più popolare, un ironico ed iconico “Ma Rush segna sulla respinta” sotto la scritta “Dio salva“.
Nella sua autobiografia si dipinge come un timido, eppure il baffo e gli occhi magnetici conquistavano tutti.
“Devi avere un sogno. Se non hai grandi sogni, non accade nulla” ha scritto.
Con i suoi sogni, quel ragazzo timido cresciuto tra le campagne gallesi è diventato un mito.
Ian Rush oggi
Dopo il suo ritiro, nel 2000, Ian Rush ha prima intrapreso la carriera da allenatore, per poi virare, per un periodo, su quella di opinionista per Sky.
Il richiamo del campo è, però, troppo forte per lui, per cui nel 2010 torna a lavorare con il suo Liverpool, diventando ambasciatore delle scuole calcio dei Reds.
Compie oggi sessantadue anni.
Happy birthday, Ghost!
(Foto: Depositphotos)
Le bombe di Vlad
Napoli: Si decide tutto in tre settimane

Tornato dalle Maldive, Aurelio De Laurentiis si prepara a entrare nel vivo della programmazione del nuovo Napoli.
Tre settimane intense lo attendono, nelle quali si delineeranno i contorni del progetto azzurro per la prossima stagione, tra scelte dirigenziali, strategie di mercato e di infrastrutture.
Il piano: centro sportivo, stadio e visione tecnica
Il presidente del Napoli, come riportato da La Gazzetta dello Sport, ha in agenda una serie di appuntamenti cruciali. In primis, i briefing operativi per pianificare l’annata 2025, che vedrà il club partenopeo impegnato nella ricostruzione tecnica dopo una stagione deludente.
Un nodo fondamentale sarà anche il centro sportivo, che De Laurentiis intende avviare concretamente entro il primo settembre, per offrire al club una struttura all’altezza delle ambizioni europee.
C’è poi il tema stadio: il dialogo con il sindaco Gaetano Manfredi resta aperto, con la volontà di migliorare – o eventualmente trasformare – l’attuale impianto, per garantire alla squadra e ai tifosi una casa più moderna e funzionale.
L’attesa per Conte: incontro dopo Napoli-Genoa
Il nome che tiene banco, però, è quello di Antonio Conte. De Laurentiis ha intenzione di incontrarlo, ma solo dopo la sfida contro il Genoa. Il patron vuole concedere all’ex ct azzurro tutto il tempo necessario per riflettere, in attesa di confrontarsi su visioni e progetti futuri.
La sensazione è che i due si stimino, ma che debbano ancora trovare un terreno comune su cui costruire un’intesa duratura.
Mercato: primi nomi e riflessioni sul futuro
Per evitare di trovarsi spiazzati dalla concorrenza, il Napoli ha iniziato a muoversi. Piace Solet, difensore dell’Udinese, che avrebbe garantito una sorta di corsia preferenziale agli azzurri.
Occhi puntati anche su Montoro del Vélez, per cui esiste una parola data che potrebbe tradursi in un affare concreto.
A centrocampo, il ballottaggio è tra due profili molto diversi ma entrambi interessanti: Lewis Ferguson, protagonista della grande stagione del Bologna, e Davide Frattesi, che potrebbe lasciare l’Inter in cerca di maggiore continuità.
Per la fascia sinistra, invece, si valutano Paixao del Feyenoord e Noa Lang del PSV, due ali tecniche e creative.
(Foto: Depositphotos)
Le bombe di Vlad
Raspadori: L’uomo dei gol decisivi

Giacomo “Jack” Raspadori si conferma ancora una volta l’uomo dei gol pesanti. Con una punizione perfetta, forte e precisa, ha deciso la partita contro il Lecce che va ben oltre la semplice conquista dei tre punti.
Il suo tiro, infilatosi nell’angolino sul lato del portiere, proprio tra la barriera e il palo, ha avuto il sapore di un colpo da campione, di quelli che incidono una stagione.
Non è la prima volta che l’attaccante azzurro si prende la scena nei momenti cruciali: lo aveva già fatto contro la Juventus nel 2023, con un gol passato alla storia come simbolo dello Scudetto conquistato dal Napoli. Ma se in quell’occasione fu solo la ciliegina su un titolo già avviato, questa volta il suo sigillo ha un valore inestimabile: permette agli azzurri di restare a +3 sull’Inter, ma con una partita in meno da disputare.
Un vantaggio prezioso, maturato nel turno più ostico del calendario, in trasferta contro un Lecce in piena lotta per non retrocedere.
Ora mancano tre partite – contro Genoa, Parma e Cagliari – e il sogno Scudetto diventa sempre più concreto. Ma Antonio Conte invita alla cautela. Il tecnico del Napoli, nel post-partita, ha spento subito ogni entusiasmo e ha lanciato un messaggio chiaro, in diretta televisiva e in conferenza stampa:
“Scudetto capolavoro? Lo dirò solo quando sarà realtà. Ho vinto e perso titoli all’ultima giornata. Chi vince scrive la storia, gli altri la leggono.”
Un monito figlio dell’esperienza, ribadito con forza anche nello spogliatoio:
“Sarebbe bellissimo completare tutto, ma non è fatta. Se perdi, brucia per tanto tempo. Se vinci, te lo porti dietro per sempre.”
Parole che rispecchiano la mentalità di un allenatore abituato a lottare fino all’ultimo secondo, e che sa quanto pericoloso possa essere abbassare la guardia proprio adesso. Con tre gare ancora da affrontare, Conte resta il timoniere ideale per guidare il Napoli nella fase finale di questa corsa al titolo.
Lo Scudetto è lì, a portata di mano. Ma la storia, come ha detto il tecnico, va ancora scritta.
(Foto: Depositphotos)
Le bombe di Vlad
Napoli: Lo scudetto dipende solo da te

A Napoli si respira di nuovo aria di grande entusiasmo. La vittoria contro il Torino, arrivata grazie alla doppietta di Scott McTominay, ha rilanciato con forza le ambizioni Scudetto degli azzurri.
Il successo per 2-0, arrivato a quattro giornate dal termine del campionato, ha permesso al Napoli di staccare l’Inter in vetta alla classifica, riaccendendo la speranza di tornare sul tetto d’Italia due anni dopo l’ultima volta.
La serata del “Maradona” ha avuto un eroe chiaro: McTominay. Il centrocampista scozzese ha aperto le marcature nel primo tempo, risolvendo con un anticipo fulmineo una mischia nata da una palla vagante di Anguissa.
Il Torino ha provato a reagire con una chance importante per Adams, ma la squadra di Antonio Conteha saputo gestire il momento difficile con intelligenza, mantenendo il possesso palla e rallentando il ritmo.
Poco prima dell’intervallo è ancora McTominay a far esplodere lo stadio: su perfetto cross di Politano, il numero sette firma la sua doppietta personale, portando a undici il bottino di gol stagionali. Un rendimento straordinario per un giocatore che, all’inizio dell’anno, nessuno avrebbe immaginato potesse essere il trascinatore della corsa tricolore.
Ora il sogno Scudetto non è più un semplice miraggio: con solo 360 minuti da giocare, il Napoli ha il destino nelle proprie mani.
La città ci crede, la squadra è compatta e determinata. Il finale di stagione promette emozioni forti, con il Napoli che può essere ormai considerato il candidato numero uno alla vittoria del titolo.
(Foto: Depositphotos)
-
Calciomercato6 giorni fa
Fiorentina, Gosens già tutto viola? All’Union Berlino i conti non tornano…
-
Notizie7 giorni fa
Milan, il Sarri che avanza: come potrebbe essere schierata la squadra
-
Champions League5 giorni fa
Barcellona, la rabbia di Flick: “Risultato ingiusto, l’arbitro ha favorito l’Inter”
-
Serie A7 giorni fa
Serie A, classifiche a confronto: il Napoli +26, Inter -15 rispetto allo scorso anno
-
Calciomercato4 giorni fa
Milan, l’addio di Thiaw libera spazio a Calafiori? | I dettagli
-
Calcio Femminile7 giorni fa
Serie A femminile, Macché te lo guardi? – il recap sul 27° turno
-
Calcio Femminile6 giorni fa
Nasce la Serie A Women: il restyling del calcio femminile in Italia
-
rassegna stampa6 giorni fa
Rassegna stampa: i quotidiani del 6 maggio