Serie A
Ranocchia: “Icardi? fortissimo ma veniva manipolato da Wanda”
Andrea Ranocchia è tornato a parlare dell’attaccante argentino durante il podcast Calcio Selvaggio raccontando alcuni retroscena tra lui e la moglie Wanda Nara
A seguire l’intervista completa riportata da FcInter1908.it.
Le parole di Ranocchia
WANDA-ICARDI-KEITA
“Wanda-Icardi-Keita? Io non mi ero accorto di niente. Prima di tutto lo spogliatoio di Serie A non è come gli amici al bar. Gli interessi e le pressioni sono enormi. Finito l’allenamento, poi tu fino al giorno dopo stai a sentire i compagni. Qualcuno sente le mogli degli amici? Quello l’ho letto. Con Wanda e Icardi è successo davvero di tutto”.
TIKI TAKA? L’ADDETTO STAMPA SUDAVA FREDDO
“Ogni volta che c’era Tiki Taka il giorno dopo l’addetto stampa sudava freddo. Veniva fuori di tutto. Le mogli quando parlano di spogliatoio fanno sempre casino. Lo spogliatoio è sacro. L’Inter che poteva fare, è la moglie che andava in tv, mica lui eh”.
ICARDI
“Giocatore fortissimo, negli ultimi 30 metri come lui ne ho visti pochissimi. Era capitano, numero 9, il bomber, tutte le pressioni, aveva poi una moglie che non lo aiutava e faceva tutto questo casino mediatico. Doveva gestire il campo, più tutto quello che era fuori. Non ho mai frequentato Mauro e Wanda fuori dal campo, la mia sensazione, che poi stiamo vedendo anche ora, è che lei lo controllava quasi totalmente a livello psicologico. Gli faceva fare tutto quello che voleva lei, una mia sensazione. Come gioco di squadra non è il suo, ma negli ultimi 30 metri uno dei più forti. Un po’ come Inzaghi”.
SABATINI SU ICARDI –
Anche il giornalista Sandro Sabatini è intervenuto con un aneddoto: “Tutto il casino di Wanda era nato a Tiki Taka, Pardo Cambiava argomento io invece dentro: non passano la palla a Icardi? No, non gli passano il pallone e lui vuole giocare con due punte. Un casino…. Una volta c’era Mentana collegato e si mise le mani nei capelli. Tiki Taka intanto faceva record su record. Io sapevo che nello spogliatoio sarebbe successo un casino mai visto”.
FRATTESI
Non solo Icardi, Ranocchia ha commentato anche il momento di Davide Frattesi all’Inter: “Tutte le squadre uscite le squadre della Supercoppa hanno fatto fatica, viaggio impegnativo, posto particolare con accortezze diverse, allenamenti, tragitti, non è facile. Ho sentito anche qualcuno dell’Inter ha detto che a livello mentale e fisico è stato impegnativo. Tante ore da stare in hotel, il corpo umano del calciatore non è abituato a stare fermo e loro per sicurezza non potevano uscire dall’hotel. Tutte le squadre tornate ne hanno risentito. Il Milan ha fatto doppio allenamento tutti i giorni, una mini preparazione”.
Serie A
Juventus, Yildiz: “Meritavamo la vittoria, ho sbagliato”
Kenan Yildiz si scusa pubblicamente dopo un’occasione mancata nella partita della Juventus, ammettendo l’errore e riconoscendo il merito della squadra.
Le parole di Kenan Yildiz
Kenan Yildiz, giovane promessa della Juventus, ha rilasciato una dichiarazione dopo la partita in cui la squadra ha dimostrato grande forza e abilità. Nonostante l’ottima performance, Yildiz ha ammesso un errore cruciale. “Noi vogliamo vincere sempre; perché siamo forti e giochiamo bene,” ha affermato. Ha riconosciuto di aver sbagliato nel non passare la palla a Samuel Mbangula durante un momento decisivo, chiedendo scusa alla squadra e ai compagni per l’occasione mancata. Un gesto di umiltà e maturità che sottolinea la sua dedizione al gioco e al gruppo.
La reazione della Juventus
La Juventus ha mostrato di meritare la vittoria per l’impegno messo in campo. Le parole di Yildiz riflettono un atteggiamento di responsabilità che è essenziale per il successo a lungo termine del club. L’errore è stato un peccato in una prestazione altrimenti eccezionale, ma l’ammissione di Yildiz potrebbe rafforzare ulteriormente lo spirito di squadra.
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Fonte: l’account X di Schira
Kenan #Yildiz: “Noi vogliamo vincere sempre; perché siamo forti e giochiamo bene. Occasione alla fine? Ho sbagliato, dovevo passarla a Samuel (Mbangula, ndr). Chiedo scusa alla squadra e ai compagni. Peccato perché meritavamo di vincere per come abbiamo giocato”. #Juventus pic.twitter.com/twzNN8ivjs
— Nicolò Schira (@NicoSchira) January 14, 2025
Serie A
Lazio, addio al volo dell’aquila Olympia: Lotito spiega la decisione
Lazio, il presidente biancoceleste conferma la sospensione dell’esibizione prima delle partite. Ecco il motivo.
Non vedremo più l’aquila Olympia librarsi in volo sopra lo Stadio Olimpico prima delle partite della Lazio. Dopo la vicenda che ha coinvolto l’ex falconiere Juan Bernabé, licenziato in tronco in seguito alla pubblicazione di immagini controverse legate a un’operazione chirurgica, il presidente Claudio Lotito ha fatto chiarezza sul futuro della storica mascotte biancoceleste.
Lazio, le parole di Lotito
“L’aquila non volerà più perché era legata a quella persona. Lavoreremo per introdurne un’altra, anche perché quel simbolo l’ho creato io“, ha dichiarato Lotito, ponendo fine a giorni di speculazioni sul destino dello spettacolo che aveva conquistato i tifosi.
La decisione, spiega il presidente, è stata inevitabile. “Si tratta di condotte contrarie ai vincoli etici della società, messe in atto per farsi pubblicità, che hanno arrecato un danno d’immagine al nostro club. Non potevamo ignorare quanto accaduto”.
Il rammarico è palpabile, ma a Formello si guarda già al futuro. La Lazio sta valutando come rinnovare lo spettacolo e introdurre una nuova mascotte, mantenendo però intatti i valori simbolici che l’aquila rappresenta per il club e i suoi tifosi.
Il volo di Olympia potrebbe dunque avere un erede, ma sarà necessario trovare una figura che incarni gli ideali biancocelesti, sia tra gli addetti che tra i protagonisti animali. Un nuovo capitolo potrebbe aprirsi presto, con la promessa di uno spettacolo rinnovato ma altrettanto emozionante.
Serie A
Atalanta-Juventus 1-1, Kalulu monumentale ma serve solo per il pareggio numero 13 I Le pagelle bianconere
Atalanta-Juventus 1-1, a Bergamo la Signora sfiora il successo giocando una buona partita. Kalulu illude i bianconeri, raggiunti nel finale da Retegui. Per Thiago Motta ottime risposte da Koopmeiners. Le pagelle bianconere.
Di Gregorio 6,5: non fa il miracolo sulla testata sotto misura di Retegui, ma era obiettivamente difficile arrivarci. Solo in un altro paio di occasioni viene impegnato seriamente.
Savona 5: purtroppo inciampa su una buccia di banana chiamata Retegui, che lo fa scivolare dalla sufficienza al rango di peggiore dei bianconeri. Non eccellente per 90′, prende il golpo di grazia con il gol del pareggio.
Gatti 7: si piazza in area e respinge ogni tentativo della Dea facendosi aiutare da un Kalulu in serata di gran spolvero. Partecipa agli arrembaggi offensivi con personalità.
Kalulu 8: segue l’azione imbastita e rifinita da Mckennie per concludere e battere Carnesecchi. Oltre a questo, la clamorosa chance di mettere a segno la doppietta, sfumata per una questione di pochi centimetri. Non lascia ossigeno, in difesa, agli attaccanti avversari.
Cambiaso 5: lascia molto a desiderare sul Bellanova, che lo scherza andando a servire Retegui per il gol del pareggio.
Locatelli 7: convincente, senza se e senza ma, grazie a delle geometrie che servono a rendere fluido il gioco bianconero (dall’88’ Fagioli sv).
Thuram 6: un pò in riserva, ma gli basta per dare sempre il suo contributo (dal 75′ Douglas Luiz 6: aiuta la squadra nel quarto d’ora finale).
Yildiz 6,5: anche nella serata di Bergamo risulta tra i più determinati.
Mckennie 7: lo trovi in un altro ruolo inedito, e ancora una volta non delude le aspettative. Intelligente il filtrate per il gol di Kalulu.
Nico Gonzalez 5,5: il ruolo di punta gli calza bene, ma non mostra il fuoco negli occhi (dall’82’Mbangula sv).
Koompeiners 6,5: la sua posizione in campo a Bergamo è forse quella più congeniale in questa Juventus. Buona partita per lui nel suo vecchio stadio.
Thiago Motta 6: un altro pareggio e un’altra vittoria sfumata, ma questa volta la Signora non recita da comprimaria. Il 4-2-3-1 con Nico Gonzalez unica punta e Mckennie trequartista sembra valorizzare le qualità dei suoi.
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