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Milan, se cade Conceicao pronto Ancelotti: un sogno che può diventare realtà | Tutti i dettagli
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3 mesi fail
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Mauro Vigna
Milan, sta girando intorno alla galassia rossonera una notizia clamorosa che sta letteralmente elettrizzando addetti ai lavori e tifosi stessi. Noi racconteremo qui di seguito cosa è arrivato in redazione.
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Un’operazione complessa, sensibile a diverse varianti e soprattutto ancora del tutto incerta, tuttavia gli scricchiolii interni con Conceicao sono reali e verificati. Del tecnico portoghese non piacciono i modi, i toni e certe intemperanze dovute a una gestione non ottimale del carattere e delle sue emozioni.
Un allenatore da Milan deve avere un dresscode differente, soprattutto prima e dopo le partite, gestire le conferenze stampa e quant’altro. Motivo per il quale Conceicao potrebbe lasciare a fine stagione.
Il successore quindi potrebbe essere Carlo Ancelotti il quale in estate con ogni probabilità lascerà Madrid. Il Milan, lo ricordiamo, potrebbe essere interessato da un cambio di proprietà o da un ingresso di nuovi soci al fine di rilevare la totalità delle quote in un arco temporale prefissato. Motivo per il quale a gennaio il modus operandi sul mercato è stato del tutto all’opposto dai soliti comportamenti di Redbird e soprattutto non è stato guardato l’algoritmo.della presenza e della voce di Cardinale nemmeno l’ombra e l’idea che il mercato l’abbiano condotto altri non è più una sola supposizione.
Una nuova proprietà e l’arrivo di Mauro Tassotti potrebbero dunque spianare, quantomeno aprire, la strada verso il ritorno di Ancelotti. Dal Punto di vista tecnico, il club sta già lavorando per blindare Walker, Joao Felix e Leao, agevolando le definitive uscite di Okafor e Chukwueze.
Sacrifici importanti, ma calcolati saranno quelli di Maignan, Theo Hernandez e Tomori, non necessariamente tutti e tre insieme, ma come detto, saranno nel caso sostituiti adeguatamente. Per la porta si parla ancora di Carnesecchi e per la difesa si lavora già adesso per Antonio Silva. A centrocampo quasi sicuro Ricci e per l’attacco Lucca, ma come sempre attenzione alle opportunità di mercato che si creeranno in estate.
La volontà è quindi quella di rinforzare la squadra in ogni reparto, conditio sine qua non per potere vedere Ancelotti sulla panchina. Il tecnico di Reggiolo pretenderebbe “certe garanzie” e una squadra forte, il Milan ci sta lavorando.
Aggiungiamo che Ancelotti ha sempre detto di non volere allenare fino a 80 anni, il ritorno al Milan potrebbe essere vista come una scelta di cuore per aprire un ciclo e terminare la sua carriera nel club che lo ha visto raggiungere le vette più alte della sua carriera da giocatore e da allenatore. Un atto non dovuto, ma di forte, fortissima riconoscenza verso chi ha saputo credere in lui, vincendo la scommessa su tutta la linea.
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Atalanta, De Ketelaere torna decisivo: Gasperini lo elogia
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5 ore fail
04/05/2025
L’Atalanta torna a vincere dopo lo stop contro il Lecce e lo fa anche grazie alla doppietta di Charles De Ketelaere. L’ex Milan ha ritrovato la via del gol.
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Il belga ha segnato i primi due gol del poker rifilato nel pomeriggio al Monza, tornando a dimostrare qualità e intelligenza tattica che l’avevano contraddistinto a inizio stagione.
Atalanta, un De Ketelaere in più per la Champions
La cura di Gasperini gli aveva permesso di esprimersi al meglio dopo i mesi bui al Milan e infatti, specialmente in Champions League, i risultati si sono ampiamente visti. Il gioco frizzante dell’Atalanta l’ha valorizzato a tal punto da farlo andare a segno per 3 partite consecutive contro Young Boys (doppietta), Real Madrid e Sturm Gratz.

Charles De Ketelaere ( foto KEYPRESS )
L’investimento operato dalla Dea di oltre 20 milioni di euro in estate sembra totalmente giustificato in quanto il giocatore ha ancora incrementato il proprio valore monetario. Inoltre anche in Serie A è riuscito ad affermarsi mettendo insieme (tolti i due gol contro il Monza), altri 7 gol e 6 assist.
In vista della Champions League della prossima stagione, De Ketelaere sarà sicuramente una certezza anche alla luce di quello che accadrà con Gasperini e il calciomercato che ne conseguirà. Sta di fatto che il giocatore ha un contratto fino al 30 giugno 2028 e intende continuare il suo percorso a Bergamo.

Il Pavia Calcio trionfa con un 2-1 contro la Lentatese, conquistando meritatamente la promozione in Serie D, grazie all’attaccante Matteo Ardemagni.
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Un successo decisivo per il Pavia Calcio
Il Pavia Calcio ha ottenuto una vittoria fondamentale per la sua stagione, battendo la Lentatese con un punteggio di 2-1 in una partita cruciale che ha sancito la loro promozione in Serie D. Il match, disputato sul campo avversario, ha visto come protagonista indiscusso l’attaccante Matteo Ardemagni, il cui contributo è stato decisivo per il successo finale. Il gol di Ardemagni ha segnato la svolta della partita, facendo esplodere di gioia i tifosi del Pavia che hanno seguito con passione la loro squadra.
L’importanza della promozione in Serie D
La promozione in Serie D rappresenta un traguardo importante per il Pavia Calcio, che vede premiati gli sforzi di una stagione impegnativa e ricca di sfide. Questo successo non solo eleva la squadra a un livello superiore, ma rafforza anche la fiducia e la motivazione per affrontare il prossimo campionato con ambizioni ancora maggiori. La dedizione del team e il supporto dei tifosi sono stati elementi chiave per raggiungere questo obiettivo storico.
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Fonte: l’account [X di Schira]
Il #Pavia Calcio vince 2-1 sul campo della Lentatese e ottiene la promozione in Serie D. Decisivo bomber Matteo #Ardemagni pic.twitter.com/8LafFyObpN
— Nicolò Schira (@NicoSchira) May 4, 2025

Il popolo granata ha celebrato il 76° anniversario della tragedia di Superga a Torino. Il corteo contava circa di 20mila tifosi.
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Il 4 maggio 1949 ci fu la tragedia di Superga. Uno degli episodi più drammatici nella storia del calcio italiano. Quel giorno, un aereo che trasportava la squadra del Torino si schiantò contro l’omonima collina. A bordo c’erano 31 persone: tra cui 18 giocatori, lo staff tecnico e giornalisti, tutti diretti verso la città per un’amichevole in Portogallo.
L’incidente fu causato dalla fitta nebbia che impedì la visibilità del pilota. La tragedia spazzò via una delle squadre più forti di tutti i tempi. Il “Grande Torino” non era solo una squadra, ma un simbolo di eccellenza. La scomparsa del team segnò la fine di un’era di successi. E creò un vuoto incolmabile nel cuore dei tifosi granata e di tutti gli appassionati di calcio.
Dal bar Norman a Superga: una marcia lunga 76 anni
Tutto comincia dove tutto è cominciato: in piazza Solferino, davanti al bar Norman, là dove nel 1906 nacque il Torino Football Club. Da lì parte il corteo verso il colle di Superga. Cinque chilometri di camminata e passione, in un rito che si rinnova ogni anno.Ma il passato, stavolta, convive con il presente. Ai canti per il Grande Torino si mescolano cori di protesta contro il presidente Urbano Cairo. La tifoseria, sempre più delusa, lo invita ancora una volta a farsi da parte.

IL TORINO FA GRUPPO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
“Solo il fato li vinse”, recita la frase scolpita nella memoria collettiva del tifo granata. Ma oggi a pesare è anche il senso di impotenza verso un presente che non riesce a rispecchiare la grandezza di quella squadra leggendaria. E così, mentre si preparano i fiori per i caduti, volano anche le accuse al presidente. Secondo molti, Cairo è colpevole di non aver dato slancio a un club che vive troppo di ricordi e troppo poco di ambizioni
Torino, la storia non si dimentica. Ma il futuro?
Alle 17, come ogni anno, il momento che ferma il tempo: la messa in suffragio celebrata da don Riccardo Robella, e poi la lettura dei nomi degli Invincibili. Quest’anno, l’onore e l’onere è toccato a Duván Zapata, che ha scandito uno a uno i nomi di quella squadra che non ha mai davvero lasciato il cuore dei tifosi. Nessun fischio in quel momento, nessuna protesta: solo rispetto, commozione e un silenzio che vale più di mille parole.
Sui social, il club ha voluto rendere omaggio con un messaggio semplice e potente: “Onore al Grande Torino”. Le date 1949–2025 ricordano che, anche se il tempo passa, la memoria resta. Ma il presente preme: può una squadra vivere solo di storia? Può un popolo come quello granata continuare a farsi bastare la leggenda? Il corteo di oggi è stata una risposta doppia: sì, il Toro è ancora vivo nei cuori. Ma vuole tornare a vivere anche in campo. E forse, tra i cori della protesta e la poesia del ricordo, il messaggio più chiaro è questo: il Toro non vuole essere solo nostalgia. Vuole tornare a essere orgoglio.
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