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Bologna, Castro on Top: è il nuovo Lautaro?
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Il 30 gennaio 2024 passa a titolo definitivo al Bologna. Castro vive i primi mesi in Serie A all’ombra di Zirkzee. Tutto cambia dalla stagione successiva.
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Diventa titolare dopo la cessione di Zirkzee, vince il ballottaggio con Dallinga e inizia a far innamorare i tifosi. Vicino alla doppia cifra, il numero 9 rossoblù sta dimostrando le sue qualità con continuità.

L’ESULTANZA DI CASTRO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Bologna, il paragone con Lautaro
Stesso ruolo, stessa nazionalità, stessa grinta. Da quando ha iniziato a mettersi in mostra, Toto Castro è stato più volte paragonato a Lautaro Martinez, attaccante dell’Inter.
I due centravanti condividono un’interpretazione del gioco molto simile. Entrambi amano dialogare con il pallone, contribuire al gioco della squadra e mettere in mostra le proprie qualità tecniche e fisiche.
Castro ricorda il Lautaro Martinez nei suoi primi anni all’Inter, soprattutto per la sua fame di emergere, quella voglia tipica di un giovane di conquistare il mondo con i suoi gol. A volte, forse, la sua esuberanza è eccessiva, ma il tempo per maturare non manca. Dopotutto, Castro ha appena 20 anni. Con un finale di stagione ancora da giocare è difficile paragonarli con le statistiche, ma ci proviamo.
Castro ha già segnato 9 gol e fornito 4 assist, mentre nella sua prima stagione in Serie A Lautaro Martinez aveva realizzato solo 9 gol in tutte le competizioni. Ovviamente, le statistiche vanno contestualizzate.
Il nove rossoblù ha disputato la maggior parte delle partite da titolare, mentre Lautaro, nella stagione 2018-2019, subentrava spesso dalla panchina, con Spalletti che gestiva con attenzione il minutaggio del giovane attaccante argentino. Per ora possiamo solo confrontarli, ma chissà se il futuro riserverà loro un destino da compagni di squadra. Solo con il tempo lo scopriremo.

Mentre si avvicina il match con il Monza, l’Udinese continua a guardare al futuro. In estate è praticamente certo l’addio di Jaka Bijol.
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L’Udinese si avvicina al termine della stagione senza più grandi stimoli: la salvezza è stata conquistata in anticipo, e i risultati tutt’altro che esaltanti delle ultime giornate, confermano che la squadra ha un po’ mollato la presa.
La società, di conseguenza, ha già iniziato a guardare alla prossima stagione in vista di un’estate in cui molti club torneranno alla carica per i gioielli bianconeri. Tra i nomi più chiacchierati c’è senza dubbio quello di Jaka Bijol.

fans of udinese calcio during Udinese Calcio vs FC Internazionale, italian Serie A soccer match in Udine, February 02 2020 – LPS/Alessio Marini
Udinese, gli occhi dei top club su Bijol
Il difensore sloveno, in Friuli dal 2022, è stato una colonna portante della squadra sin dal suo arrivo, come dimostrano le oltre 70 presenze ufficiali in maglia bianconera. Anche in questa stagione si è confermato tra i migliori difensori del campionato, complice anche la complementarità trovata con Solet.
Già l’anno scorso sembrava a un passo dall’addio: Roma e Bologna si erano fatte avanti, ma l’Udinese chiese più di 20 milioni di euro per lasciarlo partire.
A distanza di un anno, lo scenario è cambiato. I giallorossi non hanno mai smesso di seguirlo, ma anche Napoli, Juventus e Inter, pur avendo altri obiettivi, continuano a monitorare la situazione. E attenzione anche alla Premier League, con diversi club che hanno già chiesto informazioni.
Stavolta, però, l’Udinese potrebbe non opporre la resistenza della scorsa estate: se Bijol dovesse chiedere la cessione, il club sarebbe disposto ad accontentarlo. Perché il salto in una big, dopo tre stagioni da protagonista, è ormai ampiamente meritato.

Nel deludente pareggio contro il Betis, che ha condannato la Fiorentina all’eliminazione dalla Conference League, c’è un giocatore che ha deluso più di altri.
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In casa Fiorentina c’è ancora tanta delusione per l’eliminazione dalla Conference League. Dopo la sconfitta dell’andata, il pareggio al Franchi contro il Betis ha chiuso definitivamente i giochi. Se è vero che i giocatori hanno dato tutto e concluso la partita esausti, è altrettanto vero che da qualcuno ci si aspettava molto di più. Uno su tutti: Albert Gudmundsson.
L’islandese, partito titolare al fianco di Moise Kean, è stato poco incisivo, mai davvero dentro la partita. Timido, spento, e con Kean costretto a lottare da solo contro la difesa spagnola, senza mai ricevere un vero supporto.

RAFFAELE PALLADINO RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Fiorentina, Gudmundsson tra pochi alti e molti bassi
La gara di ieri è stata in fondo lo specchio della stagione dell’islandese. Salvo qualche lampo, in particolare nel mese di marzo, Gudmundsson non è mai riuscito ad imporsi né a convincere davvero.
Il feeling con Palladino non è mai nato, e questo ha certamente pesato. Ora che il tecnico è stato confermato fino al 2027, è lecito interrogarsi sul futuro del numero 10, che rischia di non essere al centro del progetto tecnico.
Un tema non da poco, soprattutto alla luce dell’importante investimento fatto dalla società viola la scorsa estate.
La possibile trattativa con il Genoa
La Fiorentina, infatti, si era esposta molto per Gudmundsson: 8 milioni di euro spesi solo per il prestito, con un diritto di riscatto fissato a 17 che, all’epoca, sembrava praticamente scontato a fine anno.
Oggi, però, quella cifra appare sproporzionata rispetto al rendimento. Il futuro dell’islandese è dunque tutto da scrivere.
Non è escluso che i due club possano trattare su nuove basi per trovare un’intesa a cifre più basse. Per la Fiorentina sarebbe un modo per non buttare gli otto milioni investiti; per il Genoa, invece, potrebbe essere l’occasione per risolvere un nodo economico, visto che l’islandese, per costi e prospettive, non rientra più nel progetto rossoblù.

Riviviamo la carriera calcistica dei migliori campioni del passato. Dai primi calci al pallone alla gloria eterna. Oggi è il turno di Paolo Maldini.
Paolo Maldini è probabilmente il difensore più forte della storia del calcio. Oggi rivivremo insieme la sua vita e carriera calcistica, dalle giovanili alla fascia da capitano del Milan.

Paolo Maldini (Milan) during friendly football match AC Milan vs Panathinaikos FC at the Nereo Rocco stadium in Trieste, Italy, August 14, 2021 – Credit: Ettore Griffoni
Paolo Maldini: gli inizi
Paolo Cesare Maldini nasce a Milano il 26 Giugno 1968, quarto di sei figli della bandiera del Milan, Cesare Maldini e Marialuisa Mazzucchelli. Da sempre appassionato di calcio comincia a dare i primi calci al pallone nel 1978 nelle giovanili del club rossonero seguendo così le orme del papà Cesare. Nessuno però si sarebbe aspettato che quel bambino diventasse il calciatore con più presenze nella storia del Diavolo e uno dei difensori più forti della storia del calcio.
L’amore per il Milan
Paolo Maldini ha legato la sua intera carriera al Milan, squadra della sua città natale, in cui ha militato dal suo provino del settembre 1978 fino al 2009. Paolo esordisce con la maglia rossonera il 20 Gennaio 1985 e da quel giorno in poi non la lascerà più. Le qualità del ragazzo non erano di certo in discussione tanto che Liedholm dopo il suo debutto dirà: “Paolo ha un grande avvenire”. Con la maglia del Milan ha vinto 26 trofei: 7 scudetti, 1 Coppa Italia, 5 Supercoppe italiane, 5 Coppe dei Campioni/UEFA Champions League (con il record di 8 finali giocate) , 5 Supercoppe UEFA, 2 Coppe Intercontinentali e 1 Coppa del mondo per club FIFA.
La Nazionale italiana
Dal 1988 al 2002 ha militato nella Nazionale italiana, della quale è stato capitano per otto anni, prendendo parte a 4 Campionati del Mondo: Italia 1990, USA 1994, Francia 1998 e Corea del Sud-Giappone 2002. Ha detenuto fino al 2010 il record di presenze con la maglia azzurra sia come capitano che non, poi successivamente superato da Fabio Cannavaro. Successivamente al Mondiale del 2002 dopo l’infortunio di Nesta nel 2006 avrebbe potuto partecipare ai Mondiali di Germania 2006 ma declinò la convocazione per una promessa fatta a Trapattoni post eliminazione in Corea-Giappone.
Paolo Maldini, il Palmares
Nella sua carriera Maldini ha vinto molti trofei, in questo paragrafo li elencheremo tutti.
Club
- Campionato italiano: 7 Milan: 1987/88, 1991/92, 1992/93, 1993/94, 1995/96, 1998/99, 2003/04.
- Supercoppa italiana: 5 Milan: 1988, 1992, 1993, 1994, 2004.
- Coppa Italia: 1 Milan: 2002/03.
- Champions League: 5 Milan: 1988/89, 1989/90, 1993/94, 2002/03, 2006/07.
- Supercoppa UEFA: 5 Milan: 1989, 1990, 1994, 2003, 2007.
- Coppa Intercontinentale: 2 Milan: 1989, 1990.
- Coppa del Mondo per club: 1 Milan: 2007.
Individuali
- Squadra del torneo del campionato europeo: 3
- Germania Ovest 1988,Inghilterra 1996, Belgio-Paesi Bassi 2000
- Trofeo Bravo: 1
- 1989
- All-Star Team dei Mondiali: 2
- Italia 1990, Stati Uniti 1994
- Calciatore dell’anno World Soccer: 1
- 1994
- Squadra dell’anno ESM: 4
- 1994-1995, 1995-1996, 1999-2000, 2002-2003
- Onze di bronzo: 1
- 1995
- Inserito nel FIFA World Cup Dream Team
- 2002
- Premio Gianni Brera allo sportivo dell’anno: 1
- 2002
- Premio Nazionale Carriera Esemplare “Gaetano Scirea”: 1
- 2002
- Squadra dell’anno UEFA: 2
- 2003, 2005
- UEFA President’s Award: 1
- 2003
- Oscar del calcio AIC: 1
- Miglior difensore: 2004
- Inserito nella FIFA 100
- 2004
- FIFA FIFPro World XI: 1
- 2005
- UEFA Club Football Awards: 1
- Miglior difensore: 2007
- Premio internazionale Giacinto Facchetti: 1
- 2008
- Vincitore del FIFA Order of Merit
- 2008
- Premio UEFA alla carriera
- 2009
- Inserito nella Hall of Fame del calcio italiano nella categoria “Giocatore italiano”
- 2012
- One Club Man Award
- 2016
- Legend Gazzetta Sports Awards
- 2018
- Inserito nel Dream Team del Pallone d’oro
- 2020
- Inserito tra le “Leggende del calcio” del Golden Foot
- 2021
- Globe Soccer Awards: 1
- Best sporting director of the year: 2022
Carriera
Giovanili
- Milan 1978-1984
Squadre di club
- Milan 1984-2009
Nazionale
- 1988-2002
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