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Roma, Dovbyk risponde alle critiche regalando i tre punti ai giallorossi

L’attaccante della Roma, Artem Dovbyk, ha siglato il gol vittoria contro il Cagliari. Una rete importante per il centravanti ucraino e per la squadra giallorossa.
La Roma riparte battendo il Cagliari 1-0, dopo il ko del San Mamés che è costato l’eliminazione dall’Europa League. Un successo importante per i giallorossi, che proseguono il trend positivo degli ultimi mesi, dopo il disastroso avvio di stagione. Quella contro i sardi all’Olimpico è la sesta vittoria consecutiva per la squadra di Ranieri in campionato. Roma attualmente settima in classifica, in piena lotta per la qualificazione alle competizioni europee.
Il gol che ha deciso il match porta la firma di Artem Dovbyk. Per l’attaccante ucraino è una rete fondamentale, anche per ritrovare fiducia e consapevolezza: era stato pesantemente attacco dai media per le ultime prestazioni negative, soprattutto per la gara di Bilbao. Anche Ranieri, nella conferenza pre Roma-Cagliari, aveva punzecchiato l’ex Girona. Probabilmente l’allenatore giallorosso, dall’alto della sua esperienza, ha saputo toccare le corde giuste per spronare Dovbyk.

ARTEM DOVBYK IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Dovbyk, i numeri della sua stagione con la Roma
Artem Dovbyk, arrivato alla Roma in estate dal Girona, è stato uno dei grandi colpi del mercato estivo dei giallorossi. Pagato 30 milioni più 5 di bonus, lo scorso anno si era assicurato il titolo di capocannoniere della Liga con il club catalano. Il passaggio ad un campionato storicamente più complicato per gli attaccanti rispetto a quello spagnolo, unito all’inizio difficile della squadra e al succedersi di tre diversi allenatori in pochi mesi, hanno inciso sul rendimento dell’ucraino.
Al fronte di qualche momento di black0ut totale e di prestazioni non sempre convincenti, i numeri della prima stagione di Dovbyk con la Roma sono di tutto rispetto: 15 gol e 4 assist in 38 presenze totali. Le ultime due marcature in ordine di tempo, contro Como e Cagliari, sono risultate decisive per ottenere i tre punti.
L’aver raggiunto la doppia cifra in Serie A a metà marzo, considerato che non è il primo rigorista come accadeva al Girona, sono un buon risultato. Considerati anche i problemi fisici accusati, probabilmente le tante critiche piovute addosso a Dovbyk sono esagerate: d’altronde a Roma si ricorda spesso la prima stagione di Edin Dzeko in maglia giallorossa, chiusa con soli 10 gol e una caterva di errori sottoporta. Magari l’ucraino non ripercorrerà quanto fatto dal bosniaco, ma gli va dato tempo.
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Serie A, rigori a favore: domina la viola, sorpresa Parma

Dall’avvento del VAR il numero rigori concessi è aumentato e anche in questa stagione la classifica parla chiaro. C’è la Fiorentina in testa.
Le tante critiche mosse verso l’AIA e il livello degli arbitri in Italia hanno messo ancor più sotto pressione i direttori di gara. Qui vedremo la classifica dei rigori fischiati a favore di ciascuna squadra.
Rigori a favore in Serie A: Parma come Inter e Milan
In prima posizione c’è la Fiorentina di Palladino che in questa stagione ha beneficiato di ben 8 calci di rigore, di cui 6 trasformati e 2 falliti. Il penalty ha sempre aiutato i viola che hanno steso per esempio la Lazio al Franchi grazie alla doppietta di Gudmundsson dagli 11 metri.
Al secondo posto ci sono 5 squadre a pari merito: Inter, Milan, Parma, Roma e Bologna. Tra queste l’unica a non aver mai fallito un rigore è la squadra di Ranieri, che vanta uno score di 7/7. Seguono i crociati, nerazzurri e felsinei a 6/7 mentre il club rossonero ne ha già falliti 3.

IL RIGORE FALLITO DA ROMELU LUKAKU ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Terzo posto per Atalanta e Lazio che condividono il numero di penalty assegnati a favore (6) ma non quello dei tentativi trasformati: 4 per gli orobici e 5 per i biancocelesti.
Seguono poi Napoli, Venezia e Juventus a 5 ma solo i bianconeri hanno dimostrato una grande freddezza dagli 11 metri (nonostante l’eliminazione dalla Coppa Italia proprio alla lotteria dei rigori).
Chiude la classifica l’Hellas Verona con soli 2 calci di rigori concessi, con altrettante trasformazioni da parte della banda di Zanetti.
Di seguito la classifica completa con rigori a favore – trasformati – falliti – percentuale di realizzazione.
1 ACF Fiorentina 8 6 2 75,0 %
2 AC Milan 7 4 3 57,1 %
3 Bologna FC 7 6 1 85,7 %
4 Inter 7 6 1 85,7 %
5 Parma Calcio 7 6 1 85,7 %
6 AS Roma 7 7 0 100,0 %
7 Atalanta BC 6 4 2 66,7 %
8 SS Lazio 6 5 1 83,3 %
9 SSC Napoli 5 4 1 80,0 %
10 Venezia FC 5 4 1 80,0 %
11 Juventus FC 5 5 0 100,0 %
12 Udinese Calcio 4 2 2 50,0 %
13 US Lecce 3 2 1 66,7 %
14 Empoli FC 3 2 1 66,7 %
15 Cagliari Calcio 3 3 0 100,0 %
16 AC Monza 3 3 0 100,0 %
17 Como 1907 2 0 2 0,0 %
18 Genoa CFC 2 0 2 0,0 %
19 Torino FC 2 1 1 50,0 %
20 Hellas Verona 2 2 0 100,0 %
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Crisi Gimenez? Martino non ci sta: “Ha avuto un’evoluzione impressionante”

Secondo l’ex CT del Messico Gerardo Martino, Santiago Gimenez è cresciuto in modo esponenziale rispetto a quando non venne convocato per i Mondiali del 2022.
Doveva essere il grande colpo del mercato invernale del Milan, il profilo ideale per rinforzare l’attacco del Diavolo, il centravanti perfetto dopo la cessione di Alvaro Morata. Eppure l’avventura di Santiago Gimenez nel calcio italiano sta riscontrando qualche ostacolo. Le prime apparizioni in rossonero sono state paradossalmente le migliori, con l’assist in Coppa Italia contro la Roma, le reti in Serie A all’Empoli e al Verona, e quella in Champions al suo vecchio amato Feyenoord.
Nelle ultime 5 partite però l’attaccante non è riuscito a trovare la via del gol, nonostante sia partito sempre dal primo minuto. Negli ultimi 2 incontri è stato sostituito dopo circa 20 minuti della ripresa, e dal momento della sua uscita la squadra di Conceicao ha ribaltato e vinto la gara, contro Lecce e Como. Se non si può parlare di crisi, certamente è un periodo di appannamento, che il messicano deve superare se vuole aiutare i rossoneri a raggiungere l’Europa e a vincere la Coppa Italia.
Rebus Gimenez: dalla non convocazione per Qatar 2022 all’esperienza nel Milan
Gerardo Martino è stato il commissario tecnico del Messico dal 2019 al 2022. Il finale della sua esperienza in Nazionale fu caratterizzato dalle critiche risalenti alla mancata convocazione di Gimenez per i Mondiali in Qatar, chiusi con l’eliminazione nella fase a gironi. Questo e l’attuale stato di forma del centravanti 24enne sono stati i temi nell’intervista rilasciata a ESPN México.

ESULTANZA MILAN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
L’esclusione negli ultimi Mondiali
“Il Gimenez dell’epoca della Coppa del Mondo non era lo stesso giocatore che vediamo oggi. Non voglio usarlo come scusa, e per questo dico che forse ha ragione chiunque pensi che avrebbe dovuto esserci. Credo che sia importante considerare bene i momenti e le epoche, altrimenti si generalizza troppo: quello che accade a marzo, pensiamo che potesse essere fatto a novembre dell’anno precedente, ma in quei cinque mesi qualcosa è cambiato. Quindi, forse ha ragione lei (rivolto all’intervistatore), o forse avevo ragione io“.
Il passaggio al Milan
“Vedo l’evoluzione che ha avuto Gimenez ed è impressionante. Hai un giocatore consolidato, che gioca in competizioni europee, che è passato da una lega di seconda fascia come l’olandese e che ha avuto un percorso positivo fino ad arrivare al Milan. E’ probabilmente il miglior calciatore messicano del momento, ma ho anche sentito critiche dopo le sue partite, nonostante stia facendo un ottimo percorso. È stato acquistato dal Milan, uno dei club più grandi d’Europa. E questo è quello che mi auguro per molti altri giocatori messicani, affinché la nazionale possa migliorare. Il salto dal Feyenoord al Milan non è un dettaglio da poco per un calciatore messicano“.
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Lazio, Patric: il veterano stackanovista

La Lazio di questa stagione deve tanto a Baroni quanto ai veterani che all’interno dello spogliatoio guidano giovani e nuovi arrivati. Patric ne è l’esempio.
Lo spagnolo vanta un’esperienza ultra decennale nel club biancoceleste ed è diventato pian piano uno degli elementi imprescindibili sia in campo che fuori.
Lazio, Patric cuore biancoceleste: una storia lunga quasi 10 anni
Cresciuto nelle giovanili del Barcellona e approdato nella Capitale il 1° luglio 2015, Patricio Gabarrón Gil (detto Patric) ha conquistato un posto nel cuore di tutti i tifosi biancocelesti.
Nel suo palmarès ci sono Coppa Italia (vinta contro la Roma) e 2 Supercoppe Italiane. Col passare degli anni ha ricoperto diversi ruoli all’interno del reparto difensivo ma principalmente è stato impiegato terzino destro (88 presenze) e difensore centrale (161 presenze) tra Barcellona B e Lazio.

LA DELUSIONE DI IVAN PROVEDEL, ALESSIO ROMAGNOLI E PATRIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
In Italia sono 228 le volte in cui è sceso in campo per l’Aquila, con la quale ha anche collezionato 6 gol e 6 assist. Il suo impiego non è stato del tutto costante ma in questi hanno ha collezionato ben 15.586 minuti, che equivalgono a circa 1.731 a stagione. Ogni allenatore succedutosi sulla panchina della Lazio ha riconosciuto le sue qualità, ponendolo quasi sempre al centro del progetto.
Oggi a 31 anni e con un contratto in essere fino al 2027 lo spagnolo non ha nessuna voglia di fermarsi, anzi continuerà a dare il suo contributo alla causa per portare il club che lo ha lanciato tra i professionisti verso nuovi traguardi.
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