Serie A
Genoa, che fine ha fatto Balotelli?

Mario Balotelli non viene convocato dal Genoa da metà gennaio. Arrivato su richiesta di Gilardino, con l’avvento di Vieira è finito ai margini della rosa rossoblù.
L’avventura di Mario Balotelli con il Genoa non è stata come sperava l’attaccante cresciuto nel vivaio dell’Inter. Quella che poteva essere di fatto l’ultima occasione della sua carriera in Serie A, è stata solo una triste comparsata. Alberto Gilardino, con un Genoa in difficoltà, lo aveva richiesto alla società quando una serie di infortuni avevano falcidiato la rosa dei rossoblù. Arrivato in Liguria da svincolato a metà ottobre, il tempo che Super Mario recuperasse la miglior condizione per giocare e il suo “sponsor” non c’era già più: al suo posto è subentrato in panchina Patrick Vieira.
Balotelli aveva già avuto l’allenatore francese ai tempi del Nizza, e i rapporti tra i due erano stati molto difficili, tanto che il tecnico scaricò l’attaccante in una famosa intervista. Nonostante i trascorsi infuocati tra i due Vieira, all’inizio della sua avventura, ha comunque dato delle, se pur poche, occasioni in campo al classe 1990. Tre presenze dalla panchina nelle prime 4 partite partite di Vieira con il Genoa. Poi è completamente sparito dai radar.

MARIO BALOTELLI PENSIEROSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
L’avventura di Balotelli al Genoa: i numeri
Mario Balotelli manca tra i convocati del Genoa in Serie A dalla partita casalinga contro il Parma di metà gennaio. In questi due mesi l’allenatore Vieira ha deciso di fare a meno di Super Mario, e difficilmente cambierà idea da qui a fine stagione. Il tecnico ligure, con il Genoa praticamente già salvo a quota 35 punti in campionato, sembra orientato a continuare a dare spazio a Jeff Ekhator e ad altri giovani della Primavera. L’avventura in rossoblù potrebbe quindi concludersi con appena 58 minuti giocati in 6 presenze, 0 gol e 2 ammonizioni.
Serie A
Fabio Capello sulla crisi Juve: “Le colpe sono in società, non solo di Motta”

Fabio Capello critica la dirigenza della Juventus, sottolineando le responsabilità societarie nella crisi attuale, non solo quelle di Thiago Motta.
Le parole di Capello sulla crisi della Juventus
In una recente intervista con ItalPress, Fabio Capello ha espresso la sua opinione sulla crisi che sta attraversando la Juventus. L’ex allenatore ha messo in discussione le responsabilità attribuite unicamente a Thiago Motta, suggerendo che i problemi vadano ricercati anche ai livelli più alti della società bianconera. Capello ha esortato a considerare il ruolo del direttore sportivo e ha ricordato come Allegri sia stato trattato in passato, evidenziando che le problematiche della Juventus hanno radici più profonde.
Dirigenza sotto accusa
Capello non si è limitato a criticare l’allenatore, ma ha puntato il dito verso la dirigenza del club, sottolineando che le difficoltà della Juventus non possono essere addebitate solo a chi è in panchina. La sua analisi pone l’accento su una gestione societaria che, secondo lui, dovrebbe essere rivista per affrontare al meglio le sfide future. Le sue dichiarazioni fanno eco a un crescente malcontento tra i tifosi, che chiedono maggiore trasparenza e responsabilità da parte dei vertici della società.
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Fonte: l’account X di Schira
Fabio #Capello a ItalPress sulla crisi della #Juve: “Pensate sia tutta colpa di Thiago #Motta? E il direttore sportivo? Ricordate quello che hanno fatto ad #Allegri? Le colpe dei problemi della #Juventus sono in società…” pic.twitter.com/g2iql0v8IG
— Nicolò Schira (@NicoSchira) March 23, 2025
Serie A
Empoli, più di mezza rosa in scadenza: decisiva la salvezza

Regna incertezza nel futuro dell’Empoli. Tra giocatori in prestito e a scadenza di contratto, pochi sono sicuri della permanenza a giugno. La salvezza sarà fattore decisivo.
L’Empoli, al rientro dalla sosta, è attesa da 9 decisive partite per mantenere la Serie A. I toscani, attualmente terzultimi in classifica a 3 punti di distanza da Lecce e Parma, inseguono quella che sarebbe la quarta salvezza consecutiva. Nelle difficoltà degli ultimi mesi, gli azzurri avranno da giocarsi anche una storica semifinale di Coppa Italia contro il Bologna. Il finale di stagione sarà decisivo per l’allenatore Roberto D’Aversa e per molti dei calciatori dell’attuale rosa.
In questi mesi, Roberto Gemmi, dirigente dell’Empoli, assieme al patron Fabrizio Corsi, dovranno anche scogliere le riserve sul futuro della squadra: dei 28 giocatori della prima squadra solo in 9 hanno il contratto garantito dopo giugno. Nella lista dei nove figura anche Luca Marianucci, promesso sposo del Napoli. Mentre gli altri, come Jacopo Fazzini e Tino Anjorin, anche loro molto richiesti, nessuno ha un accordo lungo: sono tutti in scadenza tra il 2026 e il 2027.

Ardian Ismajli ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Empoli, tra prestiti e contratti in scadenza
Con molti giocatori con il contratto in scadenza o di rientro dai prestiti, è difficile ipotizzare sul mercato le prossime mosse dell’Empoli. Tranne Sebastiano Esposito, il cui futuro riscatto per 5 milioni dall’Inter sembra una formalità, a prescindere dalla categoria, se non altro perché gli estimatori non mancano e potrebbe fruttare una cifra maggiore. Per tutti gli altri in prestito, come Mattia De Sciglio o Devis Vásquez, la permanenza in Serie A sarà considerata necessaria.
Anche in scadenza ci sono giocatori che si sono messi in mostra in questa stagione nell’Empoli: su tutti il difensore Ardian Ismajli. Il centrale albanese, vero pilastro della difesa di D’Aversa, è stato cercato già a gennaio dalle big del nostro campionato. I tentativi fatti fin qui dal presidente Corsi per arrivare ad un accordo per il prolungamento non sono andati a buon fine: molto probabile che Ismajli decida di lasciare la piazza toscana a parametro zero.
Serie A
Inter, obiettivo USA: talenti e visibilità verso il 2026

L’Inter punta con decisione al mercato americano, strategico per crescita economica e visibilità. Marotta e Oaktree guardano già al Mondiale 2026.
Lo sviluppo imprenditoriale della nuova Inter targata Oaktree passa anche e soprattutto dal mercato nordamericano, ritenuto particolarmente strategico per le stagioni future.
A confermare questa visione è stato lo stesso presidente nerazzurro Beppe Marotta durante l’ultima Assemblea dei Soci, in cui ha ribadito la necessità di sviluppare strategie commerciali sui mercati più importanti del mondo: “Il primo tra tutti è il mercato americano” ha dichiarato.
Con il Mondiale per club di quest’anno e il Mondiale del 2026 che si svolgeranno negli Stati Uniti (oltre a Canada e Messico), i prossimi anni rappresentano una vetrina irrinunciabile per un club ambizioso come l’Inter.
La strategia dei giocatori nordamericani
Seguendo l’esempio di Milan, Napoli e Juventus, che negli ultimi anni hanno già beneficiato in termini di visibilità con acquisti come Pulisic, McKennie, Musah, Gimenez, Lozano e Weah, anche l’Inter ha tentato più volte l’assalto a talenti born in the USA.
Anni fa piaceva Folarin Balogun, oggi al Monaco, mentre la scorsa estate fu quasi chiuso l’affare Tanner Tessmann dal Venezia, poi sfumato per la volontà del giocatore.
Un primo passo è arrivato con l’arrivo del canadese Tajon Buchanan, anche se il suo apporto alla causa meneghina è stato quasi nullo.

SIMONE INZAGHI PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Inter, i profili seguiti per il futuro
Come riportato da Calciomercato.com, il monitoraggio del mercato statunitense prosegue. Piace da tempo Ricardo Pepi, classe 2003 del PSV, blindato però da un lungo contratto con gli olandesi.
A centrocampo c’è nel mirino Malick Tillman, cresciuto nel Bayern Monaco e in possesso di passaporto comunitario. Occhi anche su Giovanni Reyna, in uscita dal Borussia Dortmund ma di difficile collocazione nel sistema di Simone Inzaghi.
Infine, torna d’attualità Joseph Scally, terzino del Borussia Mönchengladbach, già trattato in passato e possibile vice-Dumfries e che rappresenterebbe un’importante alternativa in più sulle fasce.
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