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Mancini e la sua esperienza infelice in Arabia Saudita

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Roberto Mancini è considerato il favorito per sostituire Thiago Motta alla Juventus. L’ex tecnico dell’Italia viene da un’esperienza negativa con l’Arabia Saudita.

Vi abbiamo raccontato che nelle ultime ore sta prendendo sempre più piede l’opportunità che Roberto Mancini diventi il nuovo allenatore della Juventus, in caso di esonero di Thiago Motta.

L’ex commissario tecnico dell’Italia è un profilo gradito alla dirigenza bianconera, e sarebbe pronto a rilanciarsi in un grande club in Serie A dopo le esperienze fatte con le Nazionali. Dopo aver lasciato l’Italia, con la vittoria dell’ Europeo 2021 e la fallita qualificazione al Mondiale 2022 in Qatar, Mancini è diventato il nuovo tecnico dell’Arabia Saudita.

La Federazione saudita aveva convinto Mancini a sposare il progetto ambizioso, verso i mondiali a Riad del 2034 facendogli firmare un ricchissimo contratto di tre anni per un totale di 90 milioni di euro.

Arabia Saudita, Roberto Mancini

CHORZOW, POLAND – OCTOBER 14, 2018: UEFA Nations League 2019: Poland – Italy o/p Roberto Mancini

L’esperienza di Mancini in Arabia Saudita

Roberto Mancini era stato scelto dall’Arabia Saudita per far proseguire la crescita del movimento calcistico arabo verso il grande obiettivo del Mondiale in casa. Aspettative, però, non rispettate: la sua avventura si è rivelata un flop totale, tanto da durare appena 14 mesi e terminare in una separazione con un paio d’anni d’anticipo. L’ultima partita come commissario tecnico è stata uno 0-0 contro il Bahrein il 15 ottobre 2024.

In totale, sono state 18 le partite di Mancini come tecnico dell’Arabia Saudita, con un rullino di: 7 vittorie, 5 pareggi e 6 sconfitte. Oltre alla prematura eliminazione agli ottavi di finale in Coppa d’Asia contro la Corea del Sud, la formazione saudita stava faticando anche nella fase di qualificazione per i prossimi Mondiali, a cui i sauditi rischiano di non partecipare: attualmente sono quarti nel girone C, con 10 punti di ritardo dalla capolista Giappone (ufficialmente primo paese non ospitante a partecipare al Mondiale 2026), in compagnia della Cina e del Bahrein.

Adesso, Roberto Mancini ha una grande voglia di rimettersi in gioco alla guida di un club. L’ultima esperienza alla guida di una squadra è quella allo Zenit di San Pietroburgo nel 2018. Chissà che la Juventus non decida di puntarci per il futuro.

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Napoli, la prima di Conte: dalle ceneri alla lotta scudetto

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Italia

Resoconto sull’attuale stagione del nuovo Napoli di Antonio Conte, che lotterà fino alla fine per il titolo di Campione d’Italia.

Dopo la disastrosa stagione passata del Napoli, c’è aria di rivoluzione. Prima bisognava trovare un nuovo allenatore, e la lista è lunga. Si parla di Stefano Pioli e di Gian Piero Gasperini, ma non solo. La società ha un solo obiettivo come nuovo allenatore: Antonio Conte.

L’arrivo di Conte al Napoli: l’inizio di un nuovo ciclo?

Antonio Conte è uno degli allenatori più conosciuti in Europa, dove ha collezionato diversi successi. Ad esempio i tre scudetti consecutivi alla guida della Juventus; la vittoria della Premier League al suo primo anno con il Chelsea, con poi una vittoria in FA Cup ai danni del Manchester United la stagione successiva; e uno scudetto vinto alla sua seconda stagione alla guida dell’Inter. Dunque Conte diventa ufficialmente il nuovo allenatore del Napoli a inizio giugno e l’ambiente sembra essere di buon umore, perché dopo una stagione così disastrosa si può finalmente ambire a tornare in alto.

La situazione Osimhen

Prima però c’è da fare il calciomercato. Il Napoli inizia prendendo diversi giocatori tra cui Leonardo Spinazzola dalla Roma; Rafa Marin dal Real Madrid; e Alessandro Buongiorno dal Torino. Bisogna anche cedere diversi esuberi: come Lindstrom che va all’Everton; Ostigard che va al Rennes; Gollini che va al Genoa; Natan che va al Betis Siviglia; e Cajuste che va all’Ipswich Town.

Resta però un’ultima importantissima cessione da fare che sta facendo rallentare il Napoli sul mercato. Si tratta di Victor Osimhen, la stella della squadra, che però dopo lo Scudetto vinto ha avuto diversi problemi con la società ed è praticamente sul piede di partenza. Sono tante le big europee su di lui (il Chelsea in particolare) ma lui rifiuta tutte le offerte. In questo modo, il Napoli diventa ostaggio del proprio giocatore.

Napoli, Osimhen kvaratskhelia

Khvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Le prime partite della stagione

Con il precampionato finito, la stagione del Napoli comincia con molte incognite. Perché mancano ancora diversi giocatori, soprattutto una punta visto che Osimhen è fuori dal progetto di Conte. La stagione del Napoli comincia con i trentaduesimi di finale di Coppa Italia, in casa contro il Modena che milita in Serie B.

La partita sembra mostrare i diversi limiti della rosa, che a parte qualche innesto è più o meno uguale a quella della disastrosa passata stagione. Il Napoli per fortuna riuscirà a passare il turno, ma solo ai calci di rigore. La settimana successiva il campionato di Serie A inizia con il Napoli che fa visita all’Hellas Verona.

Questa partita mette in evidenza i limiti della rosa del Napoli, che viene travolto per ben 3 a 0: risultato che la piazza non riesce a digerire. Secondo parecchi la colpa è del finora non mercato fatto dalla società, che ancora non ha acquistato una punta. Prima della trasferta, infatti, anche lo stesso Conte si è lamentato del poco aiuto ricevuto durante il mercato. Dunque il Napoli cerca di trovare il suo nuovo centravanti, mentre si aspetta la cessione di Osimhen. Come con l’allenatore la lista è lunga: si parla ad esempio di Santiago Gimenez, attaccante messicano del Feyenoord (adesso al Milan), oppure di Gabriel Jesus, attaccante brasiliano che da almeno otto anni ha giocato in Inghilterra (Manchester City e Arsenal). L’obiettivo del mister è uno: un attaccante belga che ha giocato per lui quando era sotto la guida dell’Inter, considerato uno degli artefici della vittoria dello scudetto dell’Inter nella stagione 2020/2021, ovvero Romelu Lukaku.

Non solo Big Rom: tutti gli innesti

L’attaccante belga sta vivendo un periodo difficile della sua carriera e Conte vuole riportarlo ai vecchi tempi. Da mesi Lukaku è l’obiettivo del Napoli, ma la non cessione di Osimhen complica i piani. Alla fine il Napoli riesce a trovare l’accordo con il belga, nonostante Osimhen non sia stato ancora ceduto.

Intanto il Napoli acquista David Neres dal Benfica, che è subito decisivo con l’assist a Simeone per il gol del definitivo 3 a 0 in casa contro il Bologna. Si arriva all’ultimo giorno di mercato e il Napoli si scatena. Dopo l’acquisto di Lukaku, il Napoli prende due centrocampisti scozzesi: Scott McTominay, centrocampista d’esperienza del Manchester United, e Billy Gilmour, giovane talento acquistato dal Brighton.

Però, la cessione di Osimhen non arriva, con l’attaccante nigeriano che verrà messo fuori rosa per tutta la stagione: distruggendo il suo rapporto con squadra e tifosi.

Napoli

ROMELU LUKAKU ZITTISCE TUTTI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Napoli-Parma, l’inizio della rinascita

Il giorno dopo la chiusura del mercato il Napoli ospita il Parma. La partita è molto più difficile del previsto, con il Napoli che a fine primo tempo si trova sotto 0 a 1. Nel secondo tempo entrano Neres e Lukaku che provano a cambiare il match, ma sembra non bastare. L’episodio che cambia la partita arriva al 75° minuto, con il portiere del Parma Suzuki che viene espulso per un’entrata pericolosa su Neres.

Il Parma non solo è in 10, ma ha anche finito le sostituzioni: dunque è costretto a mettere in porta il difensore Delprato. Il Napoli approfitta dell’inferiorità numerica degli ospiti e ribalta la partita nei minuti di recupero, prima con Lukaku e poi con Anguissa: ancora su assist di Neres.

L’addio di Osimhen

A Settembre si riesce a risolvere anche il problema Osimhen. Anche se il calciomercato in Italia è terminato, non è terminato in altri paesi e le squadre di quei campionati possono anche acquistare giocatori da squadre il cui mercato è chiuso. Uno di quei paesi è la Turchia, dove si fa avanti il Galatasaray. Una delle squadre più conosciute in Turchia, che ha anche diversi giocatori importanti come Mauro Icardi e Dries Mertens.

Dunque viene risolto anche il problema Osimhen, seppur in ritardo. Dopo la sosta il Napoli torna in campo e ottiene ottimi risultati venendo trascinato dai suoi giocatori chiave, come la stella georgiana Khvicha Kvaratskhelia: altro protagonista dello scudetto vinto dal Napoli nel 2022/2023.

Pregi e difetti della squadra di Conte

Il Napoli vince contro Cagliari, Monza e Como. In mezzo il pareggio senza reti nel big match contro la Juventus e il passaggio del turno in Coppa Italia, con un 5 a 0 in casa contro il Palermo. Dopo la seconda sosta delle Nazionali, il Napoli trova due vittorie molto sofferte contro Empoli e Lecce non senza polemiche arbitrali. Nonostante le vittorie, la squadra sembra andare in difficoltà e la cosa che preoccupa è che adesso ci sono quattro partite molto difficili: Milan, Atalanta, Inter (campione in carica) e Roma (dopo la sosta).

Napoli, un mese di fuoco

Il primo big match va molto bene, con il Napoli che si impone 0 a 2 a San Siro grazie alle reti di Lukaku (che viene da un inizio di stagione complicato) e Kvaratskhelia. La partita successiva però va diversamente, con l’Atalanta che vince con un secco 0 a 3 grazie alle reti di Ademola Lookman (doppietta) e Matteo Retegui.

La settimana dopo il Napoli torna a San Siro per affrontare l’Inter. La partita finisce 1 a 1 con entrambe le reti che vengono messe a segno nel primo tempo: il Napoli passa in vantaggio con McTominay, l’Inter pareggia i conti a fine primo tempo con Hakan Calhanoglu. Il secondo tempo è praticamente dominato dall’Inter, con il Napoli che si chiude in difesa e cerca di resistere. L’Inter ha anche l’occasione di passare in vantaggio al 74° minuto, con un calcio di rigore contestatissimo che Calhanoglu sbaglia prendendo il palo. Il pericolo scampato però non cancella le polemiche per il rigore dato, scatenando in particolare la rabbia di Conte nel post partita.

Napoli

Frank Zambo Anguissa ( FOTO SALVATORE FORNELLI )

Prime difficoltà per Conte

Dopo la sosta, il Napoli torna in campo con un’altra partita difficile. Al Maradona è ospite la Roma, che ha da poco annunciato Claudio Ranieri come nuovo allenatore: il terzo della stagione). Basta un gol di Lukaku nel secondo tempo a regalare altri tre punti ai partenopei. Segue una vittoria con lo stesso risultato contro il Torino fuori casa. Arriva poi la Coppa Italia e il Napoli fa visita alla Lazio per giocare gli ottavi di finale: tre giorni dopo il Napoli ospiterà proprio la Lazio in campionato. Dunque gli allenatori di entrambe le squadre sembrano più concentrati sulla sfida del campionato, in particolare Conte che cambia l’intera formazione. Una scelta che si rivelerà disastrosa, con la Lazio che vince 3 a 1 passando ai quarti di finale: mentre il Napoli viene eliminato agli ottavi di finale per il quarto anno consecutivo. Le cose non migliorano quando le due squadre si riaffrontano al Maradona in campionato. Il Napoli prova a fare la partita senza però riuscire a trovare il gol, e al 79° minuto è Gustav Isaksen a decidere il match e a regalare i tre punti alla Lazio.

La rivincita di Raspadori

Dopo la doppia sconfitta con la Lazio, il Napoli comincia una serie di vittorie consecutive. Una vittoria per 1 a 3 ad Udine; poi una vittoria soffertissima con il Genoa a Marassi per 1 a 2; e una vittoria liberatoria contro il Venezia in casa per 1 a 0. Liberatoria perché il Napoli domina l’incontro, ma non sembra riuscire a trovare il gol. Le occasioni per farlo sono diverse, tra cui un rigore sbagliato da Lukaku nel primo tempo (che sta piano piano cominciando ad entrare in forma) e un palo colpito nel secondo tempo sempre dal belga. Ma la partita viene risolta da un nome a sorpresa: Giacomo Raspadori. Il giovane attaccante, un altro degli eroi dello Scudetto del 2022/2023, sembra ormai prossimo alla cessione a Gennaio, visto che ormai è diventato una riserva. Ma questa volta è lui l’eroe della partita, che decide l’incontro al 79° minuto entrando dalla panchina e regalando il primo posto al Napoli: approfittando del pareggio dell’Atalanta a Roma con la Lazio.

Addio a Kvara

Il Napoli continua a vincere, con due ottime vittorie contro Fiorentina e Verona. Dopodiché arrivano due partite che possono essere decisive per la lotta scudetto: la trasferta a Bergamo con l’Atalanta e la partita in casa con la Juventus. Intanto però, a sorpresa, arriva la cessione di Kvaratskhelia, che firmerà per il Paris Saint Germain. Nonostante ciò il Napoli riesce a vincere entrambi gli scontri diretti, decisi da Lukaku (che sembra trovare la sua forma migliore): gol di testa del definitivo 2 a 3 al 78° minuto nella trasferta di Bergamo e rigore del definitivo 2 a 1 al 69° minuto nella vittoria casalinga contro la Juve. Due vittorie che fanno sperare molto alla piazza, per quello che sarebbe il quarto tricolore nella storia del club.

Napoli

L’ESULTANZA DI GIACOMO RASPADORI DOPO IL GOL ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Il mercato di Gennaio

Intanto per il mercato di gennaio il Napoli cede Alessio Zerbin al Venezia; Michael Folorunsho alla Fiorentina; ed Elia Caprile al Cagliari in cambio di Simone Scuffet. Insieme a lui arrivano anche Luis Hasa dal Lecce e Philip Billing dal Bournemouth. Bisogna ancora trovare il sostituto di Kvaratskhelia e gli obiettivi sono diversi. Uno è Alejandro Garnacho, giovane attaccante argentino del Manchester United osservato da diverse squadre europee, mentre un altro è Karim Adeyemi, attaccante tedesco del Borussia Dortmund. Infine c’è Allan Saint-Maximin, attaccante francese attualmente al Fenerbahce ma conosciuto per aver vestito la maglia del Newcastle dal 2019 al 2023: indossando anche la fascia da capitano. Alla fine arriva Noah Okafor dal Milan, attaccante svizzero panchinaro sul punto di partenza. Dopo un’ottima prima stagione con i rossoneri, soprattutto per aver segnato diversi gol decisivi entrando dalla panchina, l’attaccante svizzero fatica a trovare spazio. Era infatti stato raggiunto l’accordo totale tra il Milan e il Lipsia per la sua cessione ai tedeschi a inizio Gennaio, ma lo svizzero non supera le visite mediche. Il mercato di Gennaio lascia la piazza molto insoddisfatta, in particolare per non essere riusciti a trovare un sostituto degno di Kvaratskhelia.

Segnali di calo per il Napoli

L’indebolimento della rosa e le poche scelte dalla panchina per Conte sembrano farsi sentire. Arrivano tre pareggi consecutivi contro Roma, Udinese e Lazio e una sconfitta per 2 a 1 a Como. Arriva poi anche il mese di Marzo, che comincia con lo scontro diretto in casa con l’Inter: con i nerazzurri che hanno da poco superato i partenopei per il primo posto in classifica. Dunque, una sfida che può decidere la lotta scudetto.

La partita è infatti molto combattuta ma è l’Inter che passa in vantaggio grazie a una meravigliosa punizione di Federico Dimarco nel primo tempo, nonostante una prova abbastanza tenace da parte degli azzurri fino a quel momento. Anche questa partita avrà diverse polemiche arbitrali, soprattutto per il tocco di mano da parte di Dumfries nella propria area di rigore: che verrà considerato regolare. Nel secondo tempo il Napoli continua ad attaccare senza però trovare la rete, che verrà poi trovata all’87° minuto da Billing: entrato dalla panchina.

Il pareggio alla fine soddisfa tutti nonostante ci sia ancora l’Inter al primo posto, ma il Napoli dimostra di esserci ancora nella lotta per il titolo e lo conferma con la vittoria casalinga contro la Fiorentina per 2 a 1. Tuttavia un deludente 0 a 0 in trasferta con il Venezia, insieme alla vittoria dell’Inter a Bergamo (con conseguente primato dell’Inter a +3) sembra portare lo scudetto sulla sponda nerazzurra di Milano.

Napoli

L’ESULTANZA DI DAVID NERES ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Cosa succederà adesso?

Dopo l’ultima sosta, rimangono ancora nove partite per decidere come andrà a finire questo campionato. Il Napoli ha due partite difficili contro Milan e Bologna, mentre l’Inter ha in mezzo una semifinale di Coppa Italia contro il Milan e un quarto di finale di Champions League contro il Bayern Monaco.

L’obiettivo del Napoli sembra essere quello di tornare in Champions League, ma la lotta scudetto è ancora tutta da giocare. La squadra avrà bisogno del sostegno della piazza per provare a lottare fino all’ultimo per uno scudetto che sembra difficile da raggiungere, ma non impossibile.

Alessio Grossi

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Serie A, cambi di panchina e risultati: l’analisi da Chivu a Vieira

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Da Chivu a Tudor: l’analisi dei cambi in panchina in questa Serie A rivela che un nuovo allenatore può effettivamente migliorare i risultati. La Juventus ha deciso di dire addio a Thiago Motta e affidare le ultime nove partite a Igor Tudor.

La Juventus ha deciso di salutare Thiago Motta e ripartire da Igor Tudor per queste ultime nove giornate di Serie A. L’obiettivo del club bianconero è quello di dare una scossa allo spogliatoio, una svolta necessaria per cercare di terminare la stagione almeno tra le prime quattro e conquistare la qualificazione alla prossima Champions League.

Ma cambiare allenatore a stagione in corso serve davvero a migliorare i risultati sportivi? Cosa dicono i numeri? Per rispondere a queste domande, abbiamo deciso di analizzare l’andamento delle squadre del campionato italiano che in questa stagione hanno cambiato allenatore. Oltre alla Juventus, infatti, sono sei le squadre di Serie A che nel corso di questa stagione hanno cambiato allenatore: Genoa, Milan, Parma, Lecce, Monza e Roma.

Genoa serie a

VIEIRA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Serie A, da Vieira e Nesta fino a Ranieri: l’analisi sui cambi in panchina

Nel caso del Genoa il cambio in panchina ha avuto un effetto molto positivo, con i rossoblù che sono passati dagli 0,83 ppp (punti per partita ndr.) di Gilardino agli 1,47 ppp di Vieira. Crescita simile anche per il Parma: 0,80 ppp per Pecchia contro i 1,25 ppp di Chivu, che però ha allenato soltanto 4 partite. Anche per la Roma cambiare allenatore è stata la scelta corretta visto che la media punti di Ranieri è di 2,12 ppp, superiore ai 0,75 ppp di De Rossi e agli 1,25 ppp di Juric.

Il Milan è invece passato dai 27 punti in 17 partite di Fonseca (1,59 ppp) ai 20 punti in 12 partite di Conceicao (1,67 ppp). L’effetto del cambio in panchina per i rossoneri non è stato quindi così netto, seppur comunque positivo. Allo stesso modo il Monza è passato dagli 0,43 ppp di Bocchetti agli 0,55 ppp di Nesta (sommate entrambe le esperienze in panchina). Il Lecce nel passaggio da Gotti a Giampaolo ha invece guadagnato 0,19 punti per partita: da 0,75 ppp di Gotti agli 0,94 ppp di Giampaolo.

Juventus, Tudor

L’URLO DI IGOR TUDOR ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Juventus, da Motta a Tudor: cosa dicono i numeri

In generale l’andamento di una squadra dopo aver cambiato allenatore è stato quindi sempre positivo. E nel caso della Juventus? Fare un pronostico è impossibile, ma si può andare ad analizzare alcuni dati. Thiago Motta alla Juventus ha collezionato 52 punti in 29 partite, con una media di 1,79 punti per partita, esattamente la stessa che ha avuto al Bologna al termine della stagione 2023/24. L’ex allenatore bianconero ha quindi mantenuto invariato il suo rendimento in Serie A.

Tudor, invece, nella sua ultima esperienza da allenatore ha conquistato 18 punti in 9 partite sulla panchina della Lazio nella stagione 2023/24. Nove, esattamente tante quante le partite che dovrà giocare la Juventus da qui al termine della stagione. Se l’allenatore croato riuscirà a mantenere questa media, quindi, anche per i bianconeri il cambio in panchina sarà stato un successo.

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Fonte: Gianluca Di Marzio

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Serie A, quale proprietà spende di più? Dominio dei Friedkin

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Roma

Calcio e Finanza ha stilato una classifica tra le proprietà di club di Serie A che hanno speso di più dal 2020 ad oggi. Al primo posto c’è la Roma.

Nel calcio italiano stiamo assistendo col passare degli anni alla drastica diminuzione delle proprietà italiane, che strozzate dai debiti e con l’acqua alla gola sono costrette a liberarsi di un peso.

Serie A, chi spende di più? La classifica di Sponsorizzazioni e Versamenti

A capeggiare questa speciale classifica è la Roma della famiglia Friedkin, che in questi 5 anni ha fatto registrare numeri da capogiro. Sono infatti oltre 700 i milioni versati per mantenere alti gli standard e tenere il passo delle grandi.

Al secondo posto, ma a distanza siderale dal 1°, c’è la Juventus (attualmente controllata per il 65,4 % da EXOR) che, considerando anche gli ultimi anni della presidenza di Andrea Agnelli, ha totalizzato un versamento totale di 383 milioni di euro comprese le sponsorizzazioni.

In terza posizione c’è la prima sorpresa di questa classifica, ovvero il Parma di Krause (detentore del 90% delle quote del club dal 18 Settembre 2020). Il gruppo statunitense finora ha investito quasi 300 milioni all’interno della società gialloblu, ottenendo una promozione in Serie A.

Juventus, Andrea Agnelli serie a - Depositphotos

Andrea Agnelli, ex Presidente della Juventus

Appena sotto il podio ecco il Milan, dal 31 agosto 2022 sotto il controllo di RedBird e prima di Elliott. In questi anni dunque il club rossonero ha potuto beneficiare di ben 189 milioni, raggiungendo uno Scudetto e una semifinale di Champions League.

Restando in Lombardia, al 5° troviamo il Monza (da anni sotto il controllo della famiglia Berlusconi) che nel 2020 vinse il girone A di Serie C iniziò la sua scalata fino alla Serie A, dove milita oggi. L’ex proprietario del Milan, fino alla sua scomparsa e i figli oggi per lui, ha iniettato nelle casse del club 188 milioni, quasi quanti quelli dei rossoneri.

Sposandosi in Liguria, dove oggi il proprietario è Dan Sucu, si registrano grossi investimenti da parte di 777 Partners che sfiorano i 190 milioni e che hanno permesso al club rossoblu di uscire da una grave crisi economica.

Inter, Zhang

L’ESULTANZA DI STEVEN ZHANG ( FOTO FORNELLI/KEYPRESS )

7° posto invece per l’Inter che deve considerare sia il periodo sotto la gestione Suning, sia quello attuale dove Oaktree detiene praticamente tutte le quote del club. I nerazzurri sono da anni una delle squadre italiane più in vista, soprattutto a livello europeo, le proprietà che hanno gestito la parte economica hanno dovuto versare “solo” 175 milioni.

Chiudono la Top 10Fiorentina (con Commisso che negli ultimi 5 anni ha sborsato circa 114 milioni), Venezia (gestito da Duncan Niederauer, che è riuscito a riconquistare la Serie A anche grazie ai circa 100 milioni versati nelle casse del club), Salernitana (sotto la gestione del famoso Iervolino, che oggi ha lasciato il club, ma che negli anni ha investito circa 90 milioni).

Appena fuori dai primi dieci c’è il nuovo Como dei fratelli Hartono, che nei prossimi anni si posizionerà sicuramente più in alto ma per ora si ferma a 84 milioni.

Commisso

Fiorentina

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