Serie A
Milan, Florenzi: “Tutti hanno le responsabilità quando succede qualcosa che non va”

Florenzi parla del difficile momento che sta attraversando il Milan ma lo fa con la calma e la consapevolezza di chi sa bene di cosa si stia parlando.
Non ha giocato quanto avrebbe voluto ma Alessandro Florenzi resta un uomo del Milan e per il Milan. Un punto di riferimento per gli altri giocatori e per tifosi che sanno bene quanto il calciatore tenga al club rossonero.
Proprio in virtù di questo suo ruolo, Florenzi ha espresso le sue idee circa il continuo vociare che gira intorno al Milan.
Lo fa in modo calmo e puntuale, cosciente che – forse – potrebbe incappare in qualche critica. Dice che “abbiamo iniziato con un allenatore diverso rispetto agli ultimi 5 anni; dopodiché ci sono state scelte che hanno portato a un altro allenatore.”
Con questo Florenzi punta, un po’ il dito, contro scelte più in alto di loro giocatori che hanno avuto ripercussioni sull’andamento in campo.

NOAH OKAFOR RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Il Milan resta un club importante e occorre ricordarselo
Alessandro Florenzi vuole liberarsi di qualche sassolino nella scarpa che gli dando particolarmente fastidio ma non parla solo per se stesso ma come se volesse giustificare e proteggere tutto il suo gruppo.
Dopo i cambi di allenatori, i diversi moduli e le differenti strategie e atteggiamenti, secondo Florenzi il Milan avrebbe perso un po’ la direzione. “Ovvio che con queste situazioni non è mai facile soprattutto per un gruppo giovane come il nostro. Non deve essere una scusa o un alibi; si vince tutti e si perde tutti. Vuol dire che tutti hanno le responsabilità quando succede qualcosa che non va: allenatore, giocatori, società”.
Ora il club rossonero dovrà incontrare in campionato il Napoli e l’Inter; entrambe puntano alla vetta della classifica ed ha vincere la Seria A e, quindi, saranno ossi duri da battere.
Florenzi, però, appare stoicamente calmo e dice che “noi dobbiamo dare tutto e basta, uscire dal campo senza rimpianti. Il derby è lontano, pensiamo al Napoli. Per vincere hai bisogno di alcuni fattori e uno di questi è il gruppo, poi c’è la qualità e nell’anno dello Scudetto ce n’era di meno”.
Il Milan deve cercare di raggiungere il quarto posto anche se – ad oggi dal nono – sembra quasi impossibile ma prima c’è il match con i partenopei e Florenzi dice: “Napoli? E’ una gara che può darti tanto e toglierti tanto. Sta facendo grandissime cose e si gioca lo Scudetto. Sembra anormale dirlo ma io vorrei vedere al Milan una continuità di prestazione, vorrei vedere una squadra come nelle ultime due partite. Poi il risultato potrà essere sconfitta, pareggio o vittoria”.
Infine si può ancora fare qualcosa in Coppa Italia che la vedrà incontrare proprio l’Inter. Certo, dalla parte dei rossoneri, resta il parziale degli incontri diretti del derby che vede il Milan imbattuto ma l’Inter sembra averne di più.
Serie A
Genoa, un osso duro per le big: a Torino per fare la partita

Il Genoa si prepara alla sfida delle 18:00 contro la Juventus di Tudor. Il grifone è un cliente scomodo per le big e i bianconeri non avranno vita facile.
Questa sera andrà in scena il primo capitolo della nuova Juventus di Tudor ed è attesa fin da subito una reazione tattica ma soprattutto emotiva. Dall’altra parte però, c’è una squadra che di certo non ama tirarsi indietro dalla lotta e andrà a Torino per dire la sua. Da quando Vieira siede sulla panchina dei rossoblu, il Genoa è stato definito “l’ammazza piccole”, visti i 24 punti in 12 partite con le squadre di pari o inferiore livello ed un tema salvezza archiviato in anticipo.
Genoa, avversario ostico per le big
Il grifone, oltre ad aver trovato una grande continuità di prestazioni e di punti contro le medio piccole del campionato, ha sempre dato fastidio anche alle grandi della Serie A: è andato a San Siro prima a pareggiare con il Milan e poi a far sudare l’Inter per tutti i 90 minuti, ha rinchiuso il Napoli nella propria metà campo per quasi un tempo intero ed ha perso di misura all’Artemio Franchi di Firenze creando occasioni fino al triplice fischio.
A Torino per fare la partita
Il Genoa questo tipo di partite tende ad approcciarle sempre con uno spirito attendista, per capire le intenzioni dell’avversario e stabilizzare in primo luogo il castello difensivo. Dopo una prima fase di gara, comincia ad alzare il proprio baricentro, prendendo a tratti in mano il palleggio e dettando il ritmo partita a prescindere dall’avversario, tipico del calcio di Vieira.
Nella seconda frazione i rossoblu cominciano a creare maggiori occasioni e a testimonianza di ciò, si nota che sotto la gestione del tecnico francese sono stati segnati 14 gol sui 18 totali nel secondo tempo. Dunque la squadra ligure andrà a Torino senza nulla da perdere e con la sua solita leggerezza, vogliosa di fare la sua partita e di mettere in difficoltà la squadra di Tudor.
Serie A
Bijol interessato all’Inter: “A chi non piacerebbe?”

Il giocatore dell’Udinese Jaka Bijol è sotto osservazione dall’Inter per essere acquisito la prossima stagione. Il giocatore risponde felice ad alcune domande.
Nell’attesissima partita di campionato tra Inter – Udinese ne succederanno di cose, dentro e fuori il campo, come l’attenta osservazione da parte dell’alto comando interista verso il centrale udinese Jaka Bijol, che da ormai diversi mesi suscita l’interesse al di fuori del suo contesto friulano.
Infatti il club neroazzurro è attualmente alla ricerca di un nuovo difensore per la prossima stagione e ha dunque puntato i suoi occhi sul giocatore sloveno.
Bijol ha risposto a tali lusinghe con una lunga intervista a La Repubblica, alla quale ha manifestato il suo profondo interesse per la squadra interista.
Ha quindi aperto un piccolo spiraglio per il suo trasferimento quest’estate, dicendo:
“Inter? A chi non piacerebbe? Non credo ci siano tanti giocatori al mondo che in questo momento non vorrebbero essere all’Inter. Sicuramente mi interessa, ma intanto voglio batterla domenica, poi si vedrà in estate“.
Altre domande a Bijol
Ecco le risposte di Bijol ad altre domande che gli sono state poste da La Repubblica durante l’intervista.
- Marcherà lei Thuram?
«Un giocatore del genere va contenuto con il gioco di squadra. E dell’Inter non devi dimenticarti nessuno. Segnano tutti, difensori compresi».
- Dei centrali nerazzurri, chi le piace di più?
«Dico Bastoni, uno dei migliori al mondo. Ha un sinistro incredibile, è bello vederlo giocare».
- Chi vincerà il campionato?
«Penso che l’Inter ce la possa fare».
- E l’Udinese per cosa corre?
«La Conference League è distante 11 punti. Fino a quando la matematica lo consente ci crediamo».
- L’episodio del rigore di Lucca
«Abbiamo parlato già a fine primo tempo, Lorenzo ha capito. È un bravo ragazzo, con una personalità forte. Voleva a tutti i costi fare gol, ma ha esagerato. Sono cose che non devono succedere. Ma dopo si è rafforzato il nostro legame. E anche la stima per l’allenatore. D’istinto ha reagito bene, prima lasciando a noi la gestione in campo, e poi sostituendo Lucca per dargli un segnale. È finita nel migliore dei modi: a tavola. Lorenzo ha pagato a tutti una cena di carne. Abbiamo preso il filetto migliore del menù, così impara».
- Lei ha iniziato a centrocampo, poi è passato centrale di difesa. È il suo ruolo definitivo?
«Sono quattro anni che gioco in questa posizione, mi piace. Oggi i difensori portano palla, creano gioco, attaccano.
E sarà sempre più così. Nella Slovenia giochiamo a quattro, qui all’Udinese c’è una tradizione di difese a tre, da Guidolin a Zaccheroni. Mi piace studiare la storia dei club in cui gioco. Oggi alterniamo i due moduli».
- Com’è il lavoro con Runjaic?
«Ama ascoltare e confrontarsi. Ci coinvolge, poi decide. Ci chiede di tenere palla, ha un approccio offensivo, è un piacere».
- Runjaic ha origini balcaniche, ma è tedesco. Lei ha giocato nell’Hannover. Che lingua parlate?
«Per lo più serbo-croato, ma anche tedesco. Io oltre allo sloveno parlo anche inglese, italiano e russo».
- Nel tempo libero cosa fa?
«Vorrei andare in mountain bike e giocare a tennis, ma rischio di farmi male. Faccio beneficenza per i ragazzini con problemi psichici. E prima di venire in Italia cucinavo ottime tortillas. Adesso ho smesso, il vostro cibo è troppo buono. Siamo nella patria del San Daniele. Ma la mia vera passione è la lettura».
- Cosa legge?
«Di tutto. Libri di sport, saggi di ogni tipo e romanzi. Mi aiutano a distrarmi. Ho appena finito Il Mago del Cremlino, di Giuliano da Empoli. Bello. Visto che qui non trovo libri in sloveno, ne compro in inglese e in italiano. Voglio migliorarmi».
- Pensa di restare a giocare in Italia, nei prossimi anni?
«La Serie A è uno dei più bei campionati del mondo e sono contento di avere scelto l’Udinese. Qui sono cresciuto. La Premier mi affascina. E da bambino ero tifoso del Barça. Ora mi sento pronto per fare un passo in avanti».
- Chi è il suo idolo nel calcio?
«Messi. Guardo ancora i video delle sue giocate, che spettacolo. Quanto ai difensori, non ho un modello. Li osservo tutti, cerco di imparare».
- E nella vita, a chi si ispira?
«Papà e mamma, persone serie con valori sani. Hanno un’azienda che costruisce parti per gru, ruspe e camion. Fuori dalla famiglia, dico Pogacar. Appena posso, seguo le sue corse. Mi è spiaciuto che non abbia vinto la Sanremo. Vorrei stringergli la mano. È un esempio per tutto il Paese».
L’ESULTANZA DI SIMONE INZAGHI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Milan, anche oggi Ibra a Milanello

Zlatan Ibrahimović è tornato a Milanello per il secondo giorno consecutivo, in vista della delicata sfida del Milan contro il Napoli.
L’ex attaccante svedese, ora parte della dirigenza con il gruppo RedBird, è rientrato dopo un’assenza di tre settimane, sottolineando ancora una volta il suo ruolo di riferimento per la squadra rossonera.
La sua presenza a Milanello è un segnale importante in un momento chiave della stagione, con il Milan che punta a consolidare la sua posizione in classifica. Ibrahimović continua a essere una figura carismatica e motivante, il cui supporto potrebbe rivelarsi prezioso per i giocatori in vista della sfida contro il Napoli.

ZLATAN IBRAHIMOVIC PENSIEROSO GUARDA IN ALTO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
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