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Juventus solo otto allenatori nella storia esonerati in stagione in corso: tutti i nomi

Escludendo le dimissioni volontarie, nella storia della Juventus sono stati esonerati solo 8 allenatori a stagione in corso. Una rarità, considerando la stabilità che il club bianconero ha cercato di mantenere nel tempo.
Gli allenatori esonerati dalla Juventus a stagione in corso

L’URLO DI IGOR TUDOR ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La Juventus, storicamente, è nota per la sua stabilità tecnica e per la continuità che ha cercato di mantenere nel corso degli anni, con decisioni sempre ponderate e raramente affrettate. Nonostante ciò, ci sono stati 8 allenatori esonerati prima della fine di una stagione, un numero che sottolinea come la Signora non sia mai stata incline a cambiare guida tecnica a campionato in corso, salvo situazioni di grande difficoltà. Ecco il dettaglio di questi esoneri e come si sono conclusi quei campionati:
1. Sandro Puppo (1957)
- Motivo dell’esonero: A cinque giornate dalla fine della stagione, la Juventus si trovava in difficoltà, rischiando la retrocessione. Nonostante il buon lavoro iniziale, la squadra non riusciva a decollare. Puppo, che aveva passato una settimana in ospedale per una grave polmonite, venne esonerato mentre era ancora ricoverato.
- Conseguenze: Sostituito da Teobaldo Depetrini, la Juve concluse la stagione al nono posto.
2. Milan Jovanović Brocic (1958)
- Motivo dell’esonero: Dopo lo scudetto conquistato nel 1958, l’idillio con Brocic finì rapidamente. Il tecnico jugoslavo non parlava bene l’italiano e non riuscì a gestire appieno il gruppo. Le critiche sul suo approccio difensivo aumentarono.
- Conseguenze: La stagione successiva, la Juve finì quarta in campionato.
3. Amaral (1962-63)
- Motivo dell’esonero: L’allenatore brasiliano, arrivato con una grande fama di innovatore, non trovò il giusto equilibrio e la Juventus iniziò a subire critiche per un gioco troppo difensivo. Il suo temperamento forte e le divergenze con la dirigenza lo portarono a lasciare la panchina.
- Conseguenze: La Juve concluse la stagione con quarto posto.
4. Luis Carniglia (1969)
- Motivo dell’esonero: Dopo sei giornate di campionato e un inizio negativo, Carniglia venne esonerato. La squadra non riusciva a rispondere alle sue richieste, nonostante avesse un approccio diverso rispetto alla tradizione della Juventus.
- Conseguenze: La stagione si concluse con un terzo posto.
5. Marcello Lippi (1999)
- Motivo dell’esonero: Lippi, dopo aver guidato la squadra alla finale di Champions, decise di dimettersi dopo una pesante sconfitta casalinga contro il Parma, che segnò la fine di una stagione deludente.
- Conseguenze: La Juve chiuse la stagione al settimo posto con Carlo Ancelotti che subentrò a Lippi.
6. Claudio Ranieri (2009)
- Motivo dell’esonero: Nonostante un inizio di stagione positivo, la squadra non riuscì ad esprimere il gioco che ci si aspettava e la Juventus rischiava di non qualificarsi per la Champions League.
- Conseguenze: Dopo il suo esonero, Ciro Ferrara subentrò e portò la Juve al secondo posto.
7. Ciro Ferrara (2010)
- Motivo dell’esonero: La Juventus aveva iniziato bene la stagione, ma ben presto la squadra cadde in una serie di risultati deludenti. Nonostante i tentativi di recupero, Ferrara non riuscì a dare una svolta alla stagione.
- Conseguenze: L’allenatore venne esonerato e al suo posto arrivò Alberto Zaccheroni, ma la Juve terminò la stagione al settimo posto.
8. Massimiliano Allegri (2023-2024)
- Motivo dell’esonero: La stagione 2023-24 non è stata delle migliori per la Juventus e, nonostante il ritorno in panchina di Allegri, il rendimento della squadra non ha soddisfatto le aspettative, portando il club a prendere la decisione di cambiare guida tecnica.
- Conseguenze: Il suo esonero è avvenuto a metà stagione, ma la Juve non ha ancora chiuso questa stagione con un nuovo allenatore, affidando la squadra a Igor Tudor come traghettatore.
Come possiamo vedere, la Juventus ha sempre cercato di mantenere la continuità anche in momenti difficili, e l’esonero a stagione in corso è stato l’eccezione piuttosto che la regola. La società ha dimostrato una certa pazienza e ha preso decisioni solo quando le circostanze erano particolarmente compromesse. In ogni caso, questi cambi hanno sempre segnato un cambiamento significativo nella storia recente del club.
stato per rimediare a situazioni ormai irrecuperabili. Tudor sarà l’uomo giusto per gestire questa fase?
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Roma, Dovbyk: “Adattamento difficile, ma inizio a capire il calcio italiano”

Nella serata del “Via del Mare”, la Roma di Ranieri porta via tre punti pesantissimi alla corsara squadra di Giampaolo: decisivo Dovbyk.
Dovbyk “fa il Dybala” e manda Ranieri a -4 dalla Champions League. Senza la Joya, out fino al termine della stagione, l’ucraino ritrova protagonismo nella serata più importante e attende la Juventus all’Olimpico.
Roma, le parole di Dovbyk
Il centravanti ucraino ha parlato ai microfoni di Sky Sport al termine della gara.
Partita
“E’ stata dura, abbiamo avuto tante occasioni e sono 3 punti importanti per noi”.
Momento
“Tutti mi sostengono, oggi era importante segnare e l’ho fatto”.
Poi a DAZN.
Mancata esultanza
“Ero un po’ stanco. Abbiamo esultato tutti assieme ma la cosa importante sono i 3 punti”.
Adattamento alla Serie A
“Devo essere onesto, non è stato facile anche con i cambi di allenatore. Ma abbiamo lavorato tanto e ora stiamo facendo bene”.

CLAUDIO RANIERI CONSOLA ARTEM DOVBYK RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
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FIGC su Prandelli DT: “Assetto attuale non si tocca””

La FIGC smentisce le possibilità secondo cui Cesare Prandelli potesse entrare nell’organigramma della Nazionale come Direttore Tecnico.
Momenti concitati in Federazione: nelle ultime ore sono circolate voci che volevano l’ex allenatore della Nazionale Italiana Cesare Prandelli dentro l’assetto dell’Italia nella figura di Direttore Tecnico.

IL PRESIDENTE DELLA FIGC GABRIELE GRAVINA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Le parole della FIGC
“La Figc non ha in programma di nominare un direttore tecnico. L’assetto attuale con Luciano Spalletti Commisario Tecnico, Maurizio Viscidi Cordinatore delle Nazionali giovanili e Gianluigi Buffon sempre più coinvolto nel Club Italia offre piena garanzia per il presente e per il futuro”.
Il virgolettato, scrive l’agenzia LaPresse è da attribuire a fonti della Federazione Italiana.
La Federcalcio quindi smentisce l’ipotesi filtrata in giornata dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, circa una possibile futura nomina di Cesare Prandelli quale direttore tecnico della Nazionale.
Poi da Via Allegri, come riporta l’agenzia, hanno proseguito dicendo: “Peraltro nel programma di Gravina è previsto un innovativo progetto che unisce le competenze di Settore Tecnico, Settore Giovanile e Scolastico e Club Italia”.
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Italia, oriundi: Jorginho oggi non avrebbe ottenuto la cittadinanza

Italia-oriundi: cambia la situazione per gli oriundi. Alcuni giocatori ad oggi non avrebbero ottenuto la cittadinanza. Ecco i dettagli:
La normativa per l’ottenimento del passaporto italiano cambia. Se in passato molti giocatori, grazie a legami più o meno stretti, sono riusciti a ottenere la cittadinanza italiana e, di conseguenza, a vestire la maglia della Nazionale, oggi non sarà più così facile. D’ora in poi, infatti, sarà strettamente necessario avere almeno un genitore o un nonno di nazionalità italiana per poter ottenere la cittadinanza.
Negli ultimi anni, giocatori come Thiago Motta, Éder e Jorginho hanno indossato la maglia della Nazionale italiana senza particolari ostacoli, nonostante alcuni di loro avessero già rappresentato altre nazionali, come nel caso di Thiago Motta con il Brasile. Tuttavia, con le nuove regole ciò non sarebbe stato più possibile. Poichè a differenza dell’attuale capocannoniere del campionato, Mateo Retegui, che può vantare un nonno nato in Sicilia, questi giocatori non avevano legami familiari diretti con origini italiane, rendendo la loro eleggibilità non conforme alle attuali restrizioni.
Gli oriundi in Italia
Da Camoranesi a Retegui, passando per Éder e Thiago Motta, è interessante immaginare come sarebbero cambiate le carriere di questi giocatori senza il passaporto italiano. Per molti di loro, ottenere la cittadinanza italiana ha rappresentato una svolta cruciale, consentendo non solo di vestire la maglia della Nazionale, ma anche di costruire una carriera fortemente legata al nostro Paese.
Se da un lato la presenza di Fàbregas sulla panchina del Como potrebbe essere facilmente paragonata a quella di Motta, in virtù del fatto che entrambi sono nati all’estero e hanno avuto una carriera di alto livello, vestendo maglie prestigiose come quelle di Barcellona, Liverpool e PSG, ciò potrebbe costituire una conferma del fatto che, anche se Motta non avesse mai indossato la maglia dell’Inter o rappresentato la Nazionale italiana – per di più con il numero 10 sulle spalle – avrebbe comunque avuto buone possibilità di ottenere una panchina in una squadra italiana.
Storia diversa invece per Camoranesi, che ad esempio ha avuto una carriera straordinaria, culminata con la vittoria del Mondiale 2006, ma senza il passaporto italiano non avrebbe potuto scrivere il suo nome nella storia del calcio azzurro. Stesso discorso anche Per Éder, il cui passaporto italiano gli ha spalancato le porte per rappresentare la nazionale italiana e vivere momenti memorabili, come il gol decisivo contro la Svezia a Euro 2016.
Infine, Mateo Retegui, grazie al nonno nato in Sicilia, si trova in una situazione diversa: il suo legame con l’Italia è diretto e gli ha permesso di emergere all’interno della nostra Serie A, proseguendo la tradizione degli “oriundi” che hanno scritto pagine importanti del nostro calcio. Tuttavia, è difficile immaginare che, senza la chiamata di Mancini – che, in piena emergenza attaccanti, decise di convocare “El Chapita” – oggi figurerebbe al primo posto della statistica dei capocannonieri del campionato.
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