Serie A
Hellas Verona, in memoria dello scudetto con una maglia speciale
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Hellas Verona celebra la sua storia con una maglia unica che lega la storia del club alla partnership con il marchio Joma.
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Il risultato è qualcosa di sorprendente e celebrativo.
La storia della squadra Hellas Verona si lega, indissolubilmente, alla vittoria dello scudetto avvenuta nel 1985.
Un traguardo storico per la cittadina veneta, la prima ad aver raggiunto un traguardo del genere pur non essendo capoluogo di regione. Un traguardo, va detto, suggellato grazie all’impresa condotta sia da una squadra di undici impavidi e sia dal genio del mister Osvaldo Bagnoli.
Quest’anno, a quaranta anni da quel traguardo il club vuole onorare quella squadra che tanto ha dato ai cittadini veronesi e al club. Proprio in occasione della ricorrenza della vittoria matematica (avvenuta il 12 maggio 1985, con una giornata di anticipo) Hellas Verona vuole festeggiare quella ricorrenza e lo farà con un kit speciale.
La maglia con cui Hellas Verona vuole celebrare la sua storia
Al centro di questo pacchetto creato ad hoc per l’occasione primeggia proprio lei, la regina, la maglia celebrativa che è chiaramente ispirata proprio alla divisa di quella famosa partita Atalanta–Hellas Verona tanto importante per i gialloblù.
Infatti la maglia è realizzata con la base in giallo e con la presenza di sottilissime pin stripes blu che si intersecano con il logo presente nel retro.
Il logo – con i mastini – si rifà a quello usato per la maglia home 2024/25 ma con l’aggiunta del numero 40 (chiarissimo riferimento proprio al tempo intercorso da quel magico evento) e suggellato proprio dalla scritta 1985-2025 intervallata dal Tricolore.
Ma la cura nei dettagli su questa divisa non terminano qui e infatti oltre ad apparire (sulla destra) il logo di Joma (sponsor tecnico), si potrà vedere – sul retro proprio sotto il colletto – il Tricolore. Ma la nota più evocativa è proprio una scritta (posta sotto il colletto) che riprende la frase dello storico cronista del Hellas Verona, Roberto Puliero, che disse “E la città esplose nel suo grido più alto”.
E’ evidente che la città ha ancora un legame con quella squadra ancora molto viva ed intensa e, comunque finirà la partita, sarà certamente un giorno di festa memorabile. Un vero e proprio inno all’amore per il calcio.
Il club, attento all’ambiente, ha realizzato la maglia utilizzando al 100% plastica riciclata per mandare anche un chiaro messaggio etico. Tutto questo senza dimenticare la tecnologia: infatti, nelle zone di maggiore sudorazione ha usato il sistema Micro-Mesh, che garantisce traspirabilità e rilascio del calore corporeo.
Questa maglia è stata realizzata sia nella versione a manica corta che in quella a manica lunga ed è stata realizzata nella serie limitata a 1895 esemplari e anche questo non è assolutamente un caso!
Serie A
Lazio, la Champions è veramente un miracolo di Baroni?
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05/05/2025
La Lazio di Baroni è ancora in piena lotta per la Champions League ma l’operato del tecnico biancoceleste sembra non soddisfare pienamente la piazza
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Lazio-Baroni, la situazione

L’ESULTANZA DI MARCO BARONI CHE PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La Lazio di Baroni è in piena lotta per la Champions a suon di risultati raggiunti sul campo che la vedono al momento sesta in classifica con 63 punti.
Il club al momento è in piena lotta per la massima competizione europea e si trova a pari punti con Roma e Juventus e un punto sopra il Bologna di Vincenzo Italiano.
Ma nel caso in cui il club biancoceleste si dovesse qualificare in Champions League sarebbe veramente merito dell’ex tecnico di Lecce e Hellas Verona?
Stando ai dati stagionali il lavoro fatto da Baroni nel club capitolino si può vedere sotto tanti punti di vista a cominciare in particolare dai calciatori che sotto la sua gestione si sono completamente rigenerati
Tra i calciatori che si sono rigenerati abbiamo il portiere greco Mandas il difensore spagnolo Mario Gila che è diventato un vero e proprio leader e l’attaccante danese Gustav Isaksen.
Stando alla classifica e alla campagna acquisti che è stata fatta in questa stagione se la Lazio dovesse qualificarsi in Champions League è sicuramente merito del tecnico ex Lecce.
Tenendo in considerazione il fatto che si tratta di un allenatore che si trova alla sua prima esperienza in un grande club e alla prima esperienza in un contesto europeo.
L’unico elemento che si può contestare a Baroni in questo suo primo anno nel club romano è legato magri alla scelte sia di modulo che di formazioni in molto circostanze.
Ma per essere una prima esperienza in un grande club il tecnico ha fatto più che bene considerando la rosa che ha a disposizione ed il mercato invernale non decisamente all’altezza delle aspettative.

Oggi, 12 anni fa, il Napoli ospitava l’Inter per la 35a giornata di Serie A. Una partita decisa da un Cavani in stato di grazia con una delle sue triplette
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Come ben sappiamo, Edinson Cavani è uno dei giocatori più amati dell’era De Laurentiis dai tifosi Partenopei. Tra gol bellissimi, gol vittoria all’ultimo minuto, triplette e anche un poker, il Matador rimarrà per sempre nei cuori dei tifosi azzurri.
Sono tante le triplette realizzate dall’attaccante uruguaiano nelle tre stagioni in azzurro: l’ultima avviene contro l’Inter nel 2013.
Napoli-Inter, 5 maggio 2013
Il posticipo della 35a giornata di Serie A 2012/13 vede un’Inter in caduta libera far visita ai Partenopei che sono ad un passo dalla Champions.
Pronti via e dopo soli 3 minuti, il solito Cavani sblocca l’incontro su assist di Pandev. La partita si fa divertente, da entrambi le parti fioccano palle gol.
L’Inter ottiene poi un rigore che verrà segnato da Ricky Alvarez (23′) rimettendo l’incontro in parità. I Partenopei tornano ad attaccare e, 10 minuti dopo, sono loro a guadagnarsi un rigore: dal dischetto, Cavani è infallibile, 2-1. Sono 100 in azzurro per il Matador.
Nella ripresa, la squadra Partenopea resiste concedendo poco agli ospiti e provando anche a chiudere l’incontro. Lo chiuderà Cavani (78′) che realizza così la sua ottava (ed ultima) tripletta in azzurro. Una vittoria che porta la squadra di Mazzarri a tre punti dalla Champions.
Serie A
Lazio, Lotito guida la battaglia sugli Stadi: “Serve un piano Marshall per il calcio italiano”
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05/05/2025
Il presidente della Lazio, intervenuto agli Stati Generali dello Sport, rilancia il progetto Flaminio e chiede una legge specifica per impianti moderni e funzionali.
Claudio Lotito si mette alla testa della battaglia per la costruzione di stadi di proprietà in Italia. Intervenuto oggi alla Camera dei Deputati durante il convegno “Stati Generali dello Sport” organizzato da Forza Italia, partito con cui è stato eletto Senatore, il patron della Lazio ha chiesto a gran voce una legge ad hoc per favorire l’ammodernamento delle infrastrutture calcistiche italiane.
Lazio, le parole di Lotito
“Serve una pianificazione, lo Stato faccia un piano Marshall per gli stadi”, ha dichiarato Lotito, sottolineando come la burocrazia e le resistenze locali continuino a frenare ogni iniziativa: “Ogni Comune interviene con mille lacci e lacciuoli e gli stadi non si fanno mai”.
Il presidente biancoceleste ha rilanciato il progetto del nuovo stadio della Lazio al Flaminio, descritto come una struttura al servizio della collettività, da vivere 24 ore su 24. “Solo così si crea cultura della legalità. Se vivi un luogo come casa tua, lo rispetti. Chi va allo stadio a fare danni è un delinquente e va trattato come tale”, ha aggiunto.
Nel suo intervento, Lotito ha anche evidenziato la necessità di distinguere tra sport professionistico e attività di base: “Non si possono applicare le stesse norme a realtà con esigenze completamente diverse. Lo Stato deve promuovere lo sport tra i giovani, dotando le scuole di impianti adeguati, ma servono leggi specifiche per i professionisti”.
Infine, ha portato ad esempio il “modello Lazio”, ricordando come il club sia passato da 550 milioni di debiti a un patrimonio immobiliare di 300 milioni. “Quando sono arrivato c’erano Agnelli, Berlusconi e tanti big. Ho dimostrato che i soldi non sono tutto. Serve visione, organizzazione e competenza”, ha concluso.
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