Serie A
Roma-Juventus: galeotta fu la mano di Totti e chi la subì
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Partita fondamentale -Roma-Juventus- di domenica sera, che fino a poco tempo fa non ci si aspettava potesse valere per la qualificazione in Champions.
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Le due squadre, Roma e Juventus, inseguono ancora la speranza di poter ambire ed arrivare a quel quarto posto che aprirebbe le strade alla prossima Champions League.

L’URLO DI IGOR TUDOR E CLAUDIO RANIERI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Roma-Juventus: duello Nord-Sud senza tempo
A otto giornate dal termine del campionato, la Juventus è quinta con 55 punti, a -1 dal Bologna quarto, e la Roma è sesta con 52 punti. All’Olimpico, Igor Tudor e Claudio Ranieri guideranno le loro squadre alla caccia di punti importantissimi. Roma-Juventus è un grande classico che torna, una gara che in passato valeva lo Scudetto e il primato in una rivalità che andava anche oltre il calcio, ampliandosi alla politica e al confronto Sud-Nord del Paese.
Fra le tante stagioni del duello Roma-Juventus, dagli anni 80 di Boniperti e Viola, Platini e Falcao, Agnelli e Andreotti, Trapattoni e Liedholm, fino ai match del decennio scorso e il violino di Garcia, in questi giorni torna di moda un match della stagione 2003-04, in un’epoca in cui la sfida fra Roma e Juventus aveva come protagonisti Lippi e Capello, Del Piero e Totti, Moggi e Sensi.
Il viale dei ricordi non può che tornare a quel Roma-Juventus 4-0 dell’8 febbraio del 2004, un match rimasto nella storia, fra le altre cose, per il gesto che Francesco Totti, rivolse ai giocatori bianconeri. In particolare a quell’Igor Tudor che domenica torna a sfidare i giallorossi, per la prima volta da allenatore dei bianconeri.
Non si può non citare questo episodio, senza tanti altri aneddoti di quel week-end di febbraio.
Totti, Cassano, e l’assenza di Del Piero
Saranno esattamente passati 7728 giorni da quella serata dell’Olimpico della 20ª giornata della Serie A 2003-04. La Juve di Lippi, Campione d’Italia in carica, e la Roma di Capello sono appaiate al secondo posto in classifica. A guidare la classifica, con 5 punti sulle due inseguitrici, il Milan di Ancelotti.
L’Italia è ancora l’Eldorado del calcio mondiale. E il campo lo riflette benissimo: Samuel, Chivu, Panucci, Emerson, Totti e Cassano da una parte, Buffon, Thuram, Zambrotta, Camoranesi, Nedved e Trezeguet dall’altra. Unica nota dolente l’assenza di Del Piero, acciaccato.
Quando Collina fischia l’inizio, però, c’è una sola squadra in campo. “Una delle due partite giocate meglio in carriera credo sia Roma-Juve 4-0 – racconterà Totti oltre 15 anni dopo in una diretta su Instagram con l’ex capitano bianconero -: con Cassano azzeccammo quasi ogni passaggio”.
A sbloccare il match chi non ti aspetti, Dacourt al 13esimo minuto. Il capitano della Roma, prima di realizzare il 2-0 su rigore, colpisce una traversa clamorosa. Antonio Cassano che da spettacolo, sia realizzando una doppietta, sia con le sue classiche cassanate.
Cassano, Collina e una bandierina
Il fantasista barese della Roma, in un suo libro racconta l’aneddoto della bandierina e cosa gli disse l’arbitro Collina.
“Prima della partita mi prende ‘sta fissa di spaccare la bandierina. Vado dal mister che mi dà l’ok: ‘Se vinciamo ti autorizzo a farlo’, mi dice. Troppo facile, penso. Facciamo così: la spacco solo se vinciamo e faccio almeno una doppietta”.
Come se avesse già guardato nel futuro e lo sapesse. Fatto sta che Cassano due goal alla Juve li realizza, come l’esultanza ‘naif’ che si era prefissato. Tutto questo gli costerà l’ammonizione e due paroline dell’arbitro Collina: “Viene e mi dice: ‘Antò, stai facendo una grande partita, state vincendo 4-0, perché fai ‘sta stronzata? (no, forse stronzata non l’ha detto, ma il concetto comunque era quello). ‘Hai ragione, ma avevo fatto una scommessa, tra me e me’, rispondo. ‘Se è così, che ti devo dire?’. E me lo sono abbracciato”.
Tudor e quelle 4 dita, a Roma, che non si dimenticano
E Tudor come finisce suo malgrado protagonista? Tutto accade tra il 58′, quando il croato subentra a Conte sul 2-0 per riequilibrare la squadra dopo l’espulsione di Montero, e l’89’, quando Capello regala la standing ovation al suo capitano.
Nei minuti finali del match, si consuma un gesto non comune all’interno di un match. Il capitano giallorosso ricorda a Igor Tudor il risultato mimando un eloquente “4, a casa”.
In ogni caso la vera motivazione del gesto resta misteriosa fino al 2020, quando Totti, sempre in diretta Instagram con Del Piero, si lascia andare. “A te non mi sarei mai permesso, l’ho fatto a Tudor perché mi aveva dato una gomitata sul muscolo e mi si era addormentato tutto il braccio – svela -. Un dolore atroce, mi veniva da piangere. Quando ci siamo incrociati di nuovo, quel gesto mi è venuto istintivo”.
Comunque sia uno storico trionfo per i giallorossi, che mai avevano ottenuto un successo simile contro i bianconeri e difficilmente lo replicheranno in tempi brevi.
Di quei 30 protagonisti tra campo e panchina, domenica prossima, 21 anni dopo, all’Olimpico ci sarà solo Tudor. Che vorrebbe arrivare quarto, magari davanti ai giallorossi, al posto di quelle 4 dita.
Appuntamento a domenica sera.

Inter, la pesante sconfitta contro il Milan in Coppa Italia fa sfumare il primo obiettivo stagionale, ma i nerazzurri guardano avanti. Ecco la situazione recuperi in vista delle sfide cruciali per Scudetto e Champions.
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Articolo:
Dopo lo shock del 3-0 incassato dal Milan nel derby di Coppa Italia, l’Inter prova a leccarsi le ferite e rilanciare la propria stagione. Il ko bruciante ha escluso i nerazzurri dal primo obiettivo stagionale, ma all’orizzonte si stagliano due appuntamenti decisivi: la sfida alla Roma in campionato e l’andata della semifinale di Champions League contro il Barcellona, entrambi cruciali nella corsa Scudetto col Napoli e nel sogno europeo.
Inter, situazione infortuni
Simone Inzaghi spera di recuperare tre pedine fondamentali per la volata finale quali Dumfries, Zielinski e Thuram. I primi due, fuori rispettivamente da metà marzo e da quasi due mesi, potrebbero strappare una convocazione per la gara di domenica 27 contro i giallorossi, posticipata di 24 ore per il lutto nazionale dedicato ai funerali di Papa Francesco. Lo staff nerazzurro, però, non vuole rischiare e punta ad averli al top per la trasferta di Barcellona del 30 aprile.
Più fiducioso il recupero di Marcus Thuram, ai box per un affaticamento ai flessori dopo il match di ritorno col Bayern. Il suo rientro, previsto proprio per la sfida con i blaugrana, sarebbe fondamentale vista la difficoltà di trovare un sostituto all’altezza tra Arnautovic, Taremi e Correa in grado di aiutare Lautaro.

LAUTARO MARTINEZ RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Atalanta-Lecce: La partita valida per il campionato di Serie A si disputerà domenica 27 alle ore 20.45 presso il Gewiss Stadium di Bergamo. Il comunicato:
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Dopo ore di attesa è arrivato il comunicato ufficiale, in seguito al scomparsa dello storico membro dello staff salentino Graziano Fiorita, la partita inizialmente fissata per venerdì 25 tra Atalanta e Lecce verrà invece disputata questa domenica.
Atalanta-Lecce il comunicato ufficiale:
A seguito della tragica scomparsa del sig. Graziano Fiorita, membro dello staff tecnico
della società US Lecce, la gara della 34ª giornata del Campionato di Serie A ENILIVE
Atalanta-Lecce viene riprogrammata come segue: ATALANTA-LECCE domenica 27 aprile 2025 ore 20.45 DAZN (anziché venerdì 25 aprile 2025 ore 20.45)

Charles De Ketelaere rammaricato ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Lazio, Zaccagni: “Il mio cuore è a Roma, non intendo muovermi”
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24/04/2025
Il capitano della Lazio, Mattia Zaccagni, è stato protagonista di un’ intervista rilasciata dal canale della Lega Serie A. Il numero 10 biancoceleste ha raccontato il suo legame con la Capitale.
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Mattia Zaccagni in estate è diventato capitano della Lazio, alla sua quarta stagione in biancoceleste. L’esterno della nazionale ha raccolto la pesante eredità di Ciro Immobile, non facendo rimpiangere dal punto di vista della leadership in campo l’attaccante ora al Besiktas. Zaccagni è stato protagonista della rubrica della Lega Serie A “Champions of Made in Italy”. Il numero 10 biancoceleste ha parlato della stagione attuale, delle emozioni che prova ad essere diventato capitano della squadra, e del suo rapporto con Marco Baroni. Di seguito le sue dichiarazioni.
Lazio, le parole di Zaccagni
Legame con l’ambiente Lazio.
“Giocare per la Lazio è diverso, speciale, ti porta a essere tifoso di questa storia e di questa maglia. E io da qui non intendo muovermi. Ora che sono stabilmente qui mi sento di aver avuto un gran privilegio nella vita. In questa squadra hanno giocato grandi campioni, ad esempio ho ereditato la fascia da capitano da Immobile che è un mio grande amico. A Verona ho vissuto 8 anni magnifici e intensi, poi c’è stato l’arrivo nella Capitale. Adesso il mio cuore è qui, dove ho costruito qualcosa di importante e una bellissima famiglia”.

L’URLO DI MATTIA ZACCAGNI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Il derby di Roma.
“È come se quello che fa un calciatore in una partita possa cambiare l’umore di una città. Basti pensare che un mese prima mi iniziano a fermare per strada. Quando arrivi al centro sportivo ti accorgi se ci sarà un derby a breve, c’è una tensione, un’aria diversa, abbastanza pesante. La partita è molto sentita e quindi la sentiamo anche noi”.
Baroni.
“Ha avuto un impatto piacevole con lo spogliatoio. Non ha mai sbagliato a preparare una partita, ci ha sempre dato calma e serenità”.
Gol all’Europeo.
“Non lo scorderò mai, una gioia immensa, un qualcosa di unico. Mi sono passate tante immagini in testa, è indescrivibile, non saremmo passati se non avessi segnato. Un momento irripetibile, magico, speciale. Sapere che hai dato gioia all’Italia intera è qualcosa che ti porti dentro per sempre”.
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