Serie A
Napoli, tanti cali nella ripresa: qual’è il problema?
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4 settimane fail

Il pareggio di ieri sembra evidenziare i tanti limiti del Napoli. Nonostante il -3 dalla vetta, gli azzurri sembrano soffrire di diversi cali mentali.
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E’ senza dubbio un periodo molto duro per la banda Conte. Sono solo 2 le vittorie collezionate nelle ultime 9 partite, con una sola sconfitta ma cambia poco. La domanda che molti si chiedono è: cosa c’è dietro il calo degli azzurri? Si tratta di un crollo mentale? O dei risultati del disastroso mercato di gennaio?
Napoli, adesso per lo Scudetto è difficile
E’ vero, Conte in teoria è ancora in piena lotta per lo Scudetto, visto soprattutto il calendario finale sulla carta abbordabile. Inoltre, l’Inter ha in mezzo Champions e Coppa Italia, e deve anche affrontare Bologna, Roma e Lazio.
Il problema è che gli azzurri sembrano essere calati nelle ultime settimane. Molti pensano che la cessione di Kvaratskhelia senza un degno sostituto ha contribuito parecchio. Dal pareggio contro la Roma, con gol in extremis di Angeliño, Lukaku e compagni sembrano aver perso le loro certezze.
La cosa preoccupante sono i secondi tempi giocati dove la squadra sembra impaurita, timida, impacciata. Esempi che possono venire in mente sono la trasferta di Como che ha visto gli uomini di Fabregas dominare il secondo tempo dopo un primo tempo equilibrato.
Un altro esempio è la trasferta di Venezia, dove sono stati i veneti ad andare più volte vicino al vantaggio nella ripresa.
Ma anche le vittorie interne contro Fiorentina e Milan hanno fatto vedere i cali di concentrazione degli azzurri. Il secondo tempo con i rossoneri in particolare, ha fatto suonare diversi campanellini d’allarme nonostante la vittoria.
Il pareggio di ieri a Bologna ha confermato i cali nei secondi tempi degli 11 di Conte. Dopo un buon primo tempo, il secondo tempo è stato dominato da Ndoye e compagni. E pensare che la palla gol decisiva è capitata ai napoletani in extremis. Insomma, nonostante un pessimo secondo tempo senza tiri, si poteva parlare di una vittoria pesantissima per la lotta Scudetto.
Mancano 7 partite alla fine: se gli azzurri vogliono il quarto tricolore dovranno giocare concentrati per tutti i 90 minuti senza pensare all’Inter.

Juventus, arrivato a gennaio con grandi aspettative, il classe 2003 fatica a imporsi. Ma il club crede ancora in lui e l’estate sarà tempo di rilancio, forse con un ritorno in Portogallo.
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Giunto a Torino a gennaio dal Portogallo, il centrocampista classe 2003 era stato accolto come un talento da seguire, ma finora il suo impatto è stato più teorico che concreto.
Il passaggio dal calcio portoghese alla pressione tattica e fisica della Serie A non è stato semplice. Costa ha trovato una Juventus che, tra ambizioni e necessità immediate, concede poco margine all’attesa. Nonostante il supporto della famiglia e l’inserimento graduale voluto dal club, le occasioni sono state poche.
Juventus, come si fa a sbagliare un gol del genere?…
La più significativa è arrivata proprio contro il Bologna, in una gara chiave per la corsa Champions: entrato nella ripresa, Costa ha avuto l’opportunità per cambiare la partita – e forse la sua storia in bianconero – ma ha mancato il gol. Un errore pesante, che fa rumore per il momento e il contesto. Ma non è una condanna, forse.
In casa Juventus si parla di crescita, non di bocciatura. Il talento è ancora lì, così come la fiducia della dirigenza. Tuttavia, per sbocciare davvero servono minuti e continuità: ecco perché prende quota l’ipotesi prestito. Diversi club della Primeira Liga, attenti alla valorizzazione dei giovani, hanno già mostrato interesse.
Un ritorno in patria, in un ambiente più familiare ma competitivo, potrebbe rappresentare la tappa giusta per il rilancio.
Serie A
Milan, Braida: “Mi dispiace vedere il Milan in difficoltà, sarei pronto ad aiutare. L’esperienza non si può comprare”
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52 minuti fail
05/05/2025
Ariedo Braida si offre al Milan in un momento di difficoltà: “L’esperienza è ciò che conta”. La posizione di Direttore Sportivo rossonero è ancora vagante.
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Il ritorno di Braida: un’opportunità per il Milan?
Ariedo Braida, storico dirigente del Milan, ha espresso la sua disponibilità a tornare al club in un’intervista a GR Parlamento. Braida ha dichiarato: “Vedere il Milan in difficili acque mi dispiace, sarei pronto a dare una mano”. Il Milan, alle prese con problemi di continuità e risultati altalenanti, potrebbe beneficiare dell’esperienza di Braida, specialmente in termini di gestione e strategia di mercato. L’ex dirigente sottolinea che “l’esperienza è qualcosa che non si compra”, offrendo così un chiaro messaggio alla dirigenza rossonera.

L’ESULTANZA DI LUKA JOVIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Una situazione da perfezionare: la visione di Braida
Braida ha riconosciuto il valore della squadra attuale, definendola forte ma bisognosa di perfezionamenti. Le sue parole arrivano in un momento cruciale per il Milan, impegnato in quello che sembra essere un casting per un nuovo direttore sportivo. “Se hanno bisogno di me, sono qui”, ha affermato Braida, sottolineando la sua disponibilità a contribuire al rilancio del club. La sua esperienza e la profonda conoscenza del mondo del calcio potrebbero rappresentare un importante tassello nella ricostruzione del Milan, che cerca di ritrovare la sua storica solidità.
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Fonte: l’account X di Schira

Roma, un mese fa Ranieri lo definiva imprescindibile, mentre invece oggi Paredes è finito fuori dalle rotazioni. E il suo futuro in giallorosso è tutto da decifrare.
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Leandro Paredes non è più al centro della Roma. L’argentino, che solo poche settimane fa Claudio Ranieri aveva definito “un monumento”, è sparito dai radar. Basti pensare al fatto che nelle ultime sei partite è partito titolare solo nel derby, restando per quattro gare intere in panchina (contro Lecce, Verona, Inter e Fiorentina).
Le ragioni dell’esclusione restano poco chiare. C’è chi ha ipotizzato una connessione con il bonus da 2 milioni che la Roma dovrebbe versare al PSG in caso di 80% di presenze da titolare (85 su 106 gare totali), ma l’ipotesi è smentita dai numeri: Paredes è fermo a 62 titolarità, massimo 65 possibili entro fine stagione, troppo poche per far scattare il pagamento.
Roma, la posizione di Paredes
Il centrocampista ha provato a spegnere le polemiche con un post su Instagram (“Forza Roma sempre”), ma il suo ruolo nella squadra sembra ormai ridimensionato. Nelle gerarchie è stato superato da Cristante, Pisilli e Gourna-Douath, e le sue parole sul Boca Juniors – “ho fatto di tutto per tornare” – potrebbero aver pesato nello spogliatoio.

LEANDRO PAREDES ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
E il futuro? Paredes ha rinnovato fino al 2026 lo scorso marzo, ma la sua permanenza a Trigoria non è più scontata. Esiste un accordo con il Boca in base al quale, se dovesse arrivare un’offerta da 3,5 milioni, la Roma lo lascerebbe partire. Il problema è che gli argentini non sembrano intenzionati a investire quella cifra e puntano a riportarlo a casa a parametro zero nel 2026.
Non solo Boca, poiché anche il Santos ci pensa, spinto da Neymar – grande amico di Paredes – che lo avrebbe già contattato. E in sottofondo tornano le sirene dal mondo arabo, già rifiutate la scorsa estate. Ma oggi, con un posto da titolare sfumato e un ruolo tutto da ridefinire, anche Leandro potrebbe pensarci davvero.
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