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Lazio-Roma: curiosità più o meno conosciute del derby

Il derby n°185 della capitale tra Lazio-Roma potrebbe indirizzare il cammino verso le posizioni che contano, ma la stracittadina romana non è solo questo.
Lazio-Roma potrebbe cominciare a dare delle risposte per la corsa all’Europa più importante. Tuttavia, la rivalità tra le due squadre non può solo ridursi a un discorso di posizionamento in classifica. Specialmente un derby vissuto come quello di Roma, che di curiosità – più o meno conosciute – nella sua storia le ha date.

L’URLO DI CLAUDIO RANIERI E MARCO BARONI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Un pò di storia di Roma
Le due compagini dell’Urbe sono nate rispettivamente nel 1900 (la Lazio) e nel 1927 (La Roma), ma bisogna però fare un pò d’ordine storico.
Tutto comincia il 9 gennaio 1900, con la nascita della Società Podistica Lazio. Sotto quella che sarebbe diventata tre anni dopo Piazza della Libertà, in quello che si sarebbe poi trasformato nel Rione Prati, da un gruppo di giovani atleti, capitanati dal giovane sottoufficiale dei Bersaglieri, oltre che atleta podista, Luigi Bigiarelli.
La sezione calcistica viene istituita ufficialmente il 3 ottobre 1910, pur avviando l’attività già nel 1901 e affiliandosi alla FIF (la Figc di oggi) almeno dal 1908. In seguito dal 19 giugno 1926 viene rinominata Società Sportiva Lazio, o comunemente Lazio. Nel 1927 la Lazio, adducendo ragioni sia economiche sia sportive, fu l’unica società capitolina a non accodarsi alla volontà del regime fascista di riunire tutte le squadre cittadine in un unico club, quello che sarebbe poi diventato l’Associazione Sportiva Roma.
Alla fine degli anni 1920, infatti, il divario tra i club dell‘Italia settentrionale e quelli del Centro-Sud era ancora molto ampio. L’idea non nuova di creare a Roma una sola squadra maggiormente competitiva si tramutò in esigenza, con la creazione del campionato di massimo livello a girone unico. Così l’Alba Audace, il Roman e la Fortitudo Pro Roma trovarono un accordo per associarsi in un’unica società. Fu così che il 7 giugno 1927, in via Forlì 16, dalla fusione delle tre società, venne costituita la Roma.
Il primo derby, di Roma, non si scorda mai
La prima stracittadina ebbe luogo il l’8 dicembre 1929. Ad imporsi furono i giallorossi con il punteggio di 1-0 grazie alla rete di Volk. al minuto 28 della ripresa, Attilio Ferraris sfugge alla marcatura stretta di Malatesta e serve l’attaccante, che va incontro al pallone spalle alla porta. Bottaccini e Saraceni cercano di contrastarlo, Volk si fa sfilare il pallone sulla destra, poi si gira e conclude. Allo Stadio della Rondinella la prima stracittadina andava alla Roma.
Da quel dicembre del 1929 si sono giocati 184 derby della Capitale. Guida la Roma con 70 vittorie, a fronte delle 51 della Lazio, con 63 pareggi. Anche per quanto riguarda l’aspetto delle segnature guidano i giallorossi 233 a 184.
Totti vs Piola: bomber a confronto
Non si può parlare di derby senza includere il nome di Francesco Totti, l’indiscussa leggenda e capitano della Roma. Per il Pupone 44 derby giocati, di cui 7 in Coppa Italia, conditi da 11 gol (a pari merito con Dino Da Costa) e 8 assist. Ma non sono stati soltanto i gol a rendere l’ex capitano giallorosso un uomo derby, sia nel male che nel bene. Tre episodi sono indelebili nella mente dei romanisti, e ovviamente con altro spirito in quella dei biancocelesti. Nel 1999, dopo il gol messo a segno mostrò la maglia con la scritta “Vi ho purgato ancora”. Nel 2002 segnò il rigore del 5-1 con un cucchiaio, per umiliare ancor più gli avversari.
L’ultimo, non per importanza ma per temporalità, avvenne nel 2015. In quel derby la Roma di Garcia era sotto di due gol all’intervallo. Nel secondo tempo Totti sale in cattedra siglando una doppietta e riportando il match in parità. La curiosità fu quella di scattare un selfie con tutta la curva Sud dopo il gol del pareggio. Una situazione rimasta indelebile del derby della Capitale.
Di contro però va nominato un altro grande del nostro calcio che ha vestito per gran parte i colori biancocelesti: Silvio Piola. La punta nativa di Robbio detiene ancora oggi il record di gol in Serie A con 274, di cui 143 con gli aquilotti. Il record con la Lazio invece gli è stato tolto da Ciro Immobile (169 reti in campionato). Nei derby giocati invece, 34 totali, ha messo a segno 11 gol, rimediando anche due espulsioni.
Lazio-Roma il derby di Gascoigne
Personaggio a 360 gradi. Se non ci fosse stato, avrebbero dovuto inventarlo: Paul Gazza Gascoigne. L’inglese si è reso protagonista di un derby d’altri tempi. Si, perchè si sta parlando del derby della stagione 92/93.
Erano i tempi in cui le squadre potevano avere solo tre giocatori stranieri, il calcio giocato era diverso, l’economia calcistica che girava attorno al pallone era tutta un’altra storia e soprattutto i derby romani, in termini di risultati, avevano altra forma e altre statistiche.
In quegli anni dominava il pareggio con pochi reti, le statistiche parlavano chiaro e difficilmente si vedevano derby avvincenti e dal calcio spettacolare. Spesso a dominare era la noia e il tatticismo a livello estremi, sembrava quasi che quello che provavano i tifosi sugli spalti venisse trasmesso in campo da un viscerale filo conduttore e quindi: partite tese, timore di perdere e zero rischi da correre.
Quel giorno ci ha pensato Gazza. La Lazio era sotto 1-0, grazie ad un gol rocambolesco di Giannini, e si chiude dietro. Però al 41simo il giocatore più talentuoso va a fare la differenza. Beppe Signori calibra un cross in area e l’inglese incorna battendo Zinetti, immobile tra i pali. L’esultanza è pazzesca, sotto la nord con un pubblico che esplode per il pareggio conquistato a pochi istanti dal termine. Gioia immensa quella biancoceleste.
Non solo Lazio-Roma: la sregolatezza di Gazza
Tuttavia va menzionata anche la parte sregolata del talento inglese, imbattibile negli scherzi. Numerosi sono gli episodi di nudismo ai tempi in cui le Aquile erano addestrate da Dino Zoff. Una volta, addirittura, Gazza si è presentato nudo al pranzo pre partita, esordendo con “Mister, sono arrivato prima possibile, non ho avuto il tempo di vestirmi”. La reazione contrariata di Zoff esortò Gascoigne a continuare con successivi episodi di nudismo. Tra i più esilaranti sicuramente quello durante un viaggio verso Firenze.
Tutti i calciatori biancocelesti erano in bus e Zoff si addormentò, commettendo un gravissimo errore tattico. Gazza scivolò sulla fascia e in una delle gallerie più lunghe si denudò, sedendosi senza niente addosso alla destra dell’allenatore. Possiamo aggiungere soltanto che Zoff non ebbe un risveglio gradevole.
Lazio-Roma: la grande bellezza
Il derby di Roma è da sempre, molto probabilmente, la stracittadina più sentita del nostro campionato. Una sfida che riesce a bloccare una città intera. Dove tutto quello che conta in quelle due settimane all’anno è solamente il dominio territoriale calcistico. Quella di domenica, però, varrà soprattutto un ipotetico vantaggio nella rin-corsa alla Champions. Un motivo, anche se non ce n’era il bisogno, per infiammare ancor di più questa situazione. Non rimane che dire: buon Lazio-Roma a tutti.
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La CGIL da’ il cartellino rosso all’ingiustizia: nasce il Sindacato degli arbitri

La CGIL ha istituito il primo sindacato per arbitri. Sarà una sezione interna alla Slc: il sindacato dei lavoratori della comunicazione.
La Segretaria CGIL: “Troppa violenza, serve tutela”
‘Arbitro aggredito’. ‘Violenza verbale sull’arbitra‘. ‘Anche se meno gravi, aumentano i casi di violenza sugli arbitri‘. Sono questi i titoli che spesso e volentieri si trovano sulle testate giornalistiche che parlano di calcio. E non solo. Siamo abituati a vedere gli arbitri sul campo, così, come fossero figure presenti a priori. Invece no. Gli arbitri sono persone e sono lavoratori: e come tali devono essere tutelati.
La stessa segretaria nazionale Sabina Di Marco infatti dichara: “Non è più accettabile che l’arbitro, figura centrale dello sport, spesso esposto a rischi fisici e verbali, operi senza tutele e riconoscimento adeguati”. A conferma del fatto che questa mossa era necessaria, il sindacato ha già degli iscritti. Il provvedimento è aperto a tutti gli arbitri. E di tutte le catorie e età. Ma con un occhio di riguardo verso i più giovani. Che per motivi di inesperienza potrebbero incorrere in rischi ancora più gravi.
CGIL: per un lavoro sicuro
È un passo senza precedenti quello compiuto dalla CGIL. L’obiettivo? La risposta arriva chiara dai segretari promotori dell’iniziativa: “Vogliamo garantire un lavoro sicuro, dignitoso e regolamentato a tutti gli arbitri”. Una promessa che sa di rivoluzione per chi, ogni settimana, scende in campo senza garanzie.
Si, è vero! Oggi gli arbitri sono riconosciuti come lavoratori dal Decreto Legislativo 36/2021 della recente riforma dello sport. Ma si tratta di un riconoscimento formale che, nei fatti, non ha ancora prodotto le necessarie tutele. L’assenza di un contratto collettivo nazionale rende la loro posizione estremamente fragile: né compensi minimi garantiti, né sicurezza sul lavoro, né coperture previdenziali o assicurative adeguate.

L’ARBITRO LUCA PAIRETTO DESIGNATO PER IL DERBY ROMA LAZIO AL POSTO DI MARCO GUIDA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Altri rischi per gli arbitri
Cosa succede se un arbitro subisce un’aggressione? Chi lo tutela se si infortuna durante una partita?
Le risposte, oggi, sono vaghe o inesistenti. E questo silenzio normativo ha aperto la strada a una condizione di precarietà diffusa. Troppi giovani arbitri si trovano a svolgere il proprio ruolo tra sacrifici e incertezze. E senza alcuna delle garanzie che spettano ai lavoratori di altri settori. La mancanza di tutele legali in caso di incidenti o episodi di violenza, purtroppo sempre più frequenti, è solo la punta dell’iceberg.
Il sindacato sarà la voce di chi finora non ne ha avuta una. Infatti con la nascita di questa nuova rappresentanza, si apre finalmente uno spazio di confronto con le istituzioni. Quelle sportive ma anche il governo. L’obiettivo è avviare una contrattazione collettiva che definisca vari punti: il profilo professionale dell’arbitro, compensi equi, contributi previdenziali, assicurazioni, tutele legali e formazione continua.
Per troppo tempo, arbitrare è stato un lavoro senza diritti. Ora, grazie alla spinta della CGIL, le cose potrebbero cambiare. E chi scende in campo per far rispettare le regole, potrà finalmente averne alcune anche per sé.
Focus
Lazio, la rivincita dei “fuori progetto” contro Tudor

Lazio-Juventus vale la Champions, ma è anche la resa dei conti tra Tudor e quei giocatori biancocelesti che aveva messo alla porta nella scorsa stagione.
Lazio–Juventus è molto più di uno scontro diretto per un posto in Champions League. La sfida dell’Olimpico ha anche un retrogusto personale: quello del ritorno da avversario di Igor Tudor, tecnico della Lazio per poco più di 2 mesi nella scorsa stagione.
Un’esperienza breve ma intensa, in cui il croato portò la squadra a quota 61 punti centrando il settimo posto e l’accesso all’Europa League.
Le sue richieste di rivoluzione estiva, però, portarono alla rottura con la dirigenza. Claudio Lotito, piuttosto che smantellare la squadra, scelse di ripartire da Marco Baroni. E finora quella scelta sembra aver pagato.

MATTEO GUENDOUZI RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
I giocatori bocciati che ora trascinano Baroni
Il caso più emblematico è quello di Guendouzi, fulcro del centrocampo laziale targato Baroni, ma ai margini con Tudor, con cui aveva già avuto problemi ai tempi del Marsiglia. Anche Rovella, oggi insostituibile, per Tudor era troppo leggero fisicamente e da irrobustire.
Isaksen, titolare in un derby sotto la gestione croata, fu liquidato come inadatto, mentre oggi è rinato e praticamente insostituibile. Una serie di bocciature che hanno lasciato il segno e che adesso si trasformano in motivazioni extra.
Dopo le frizioni con lo spogliatoio e l’addio a Immobile e Luis Alberto, come riportato dal Corriere dello Sport, Tudor aveva chiesto la testa anche di altri senatori come Lazzari e Cataldi, oltre a volere un nuovo centrale per sostituire Romagnoli.

LA FORMAZIONE DELLA LAZIO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Lazio, la resa dei conti per l’Europa che conta
Il club, però, non ha seguito la sua linea e ha puntato su Baroni, che in pochi mesi ha ricostruito un gruppo compatto, rilanciando proprio quei giocatori che Tudor avrebbe fatto fuori.
Ora, nel duello diretto contro il tecnico croato e la sua Juventus, la Lazio si gioca molto più di tre punti. In palio ci sono orgoglio, rivincite personali e la possibilità di avvicinare il sogno Champions League, con i “fuori progetto” pronti a riscrivere il loro destino.
Focus
Giocatori più fedeli in Europa: un atalantino in top 10

Sempre meno nel calcio di oggi si vedono giocatori più fedeli che dedicano un’intera carriera a un solo club. L’Italia in questo sta peccando decisamente troppo.
La riconoscenza e la fede verso uno specifico club sono valori che in questi anni sono venuti meno. Probabilmente si assisterà a un crescendo sotto questo punto di vista e la Serie A ne sta risentendo.
Giocatori più fedeli, in top 10 europea c’è un calciatore dell’Atalanta
Tra le carriere più longeve e fedeli di calciatori ancora in attività spiccano sicuramente quelle di Koke, centrocampista dell’Atletico Madrid da quasi 17 anni, di Muller che lascerà il Bayern Monaco a fine stagione dopo averne anch’esso trascorsi 17 con la stessa maglia, oppure Oscar De Marcos con il suo Athletic Club nel quale ha militato per quasi 16 anni.
Tra questi però, i primi 10, c’è anche un calciatore italiano che milita nell’Atalanta da 15 anni e 9 mesi e risponde al nome di Francesco Rossi, ruolo portiere. Il suo arrivo in nerazzurro è datato 1 agosto 2009 e da quel momento ha collezionato solo qualche prestito restando sempre legato all’ambiente atalantino.

Atalanta’s Francesco Rossi portrait during italian soccer Serie A match Hellas Verona FC vs Atalanta BC at the Marcantonio Bentegodi stadium in Verona, Italy, December 12, 2021 – Credit: Ettore Griffoni
Dal 2017 fa parte fissa della rosa orobica, le presenze con la prima squadra si contano sulle dita di due mani (8 in totale, cui 4 reti subite e 4 clean sheet) ma una è arrivata anche durante la stagione attuale, contro il Cesena nella vittoria per 6-1 per il primo turno di Coppa Italia.
A 34 anni esercita ancora attivamente la professione e l’amore per la Dea gli fa sopportare anche il fatto di ricoprire un ruolo marginale dal punto di vista sportivo ma fondamentale da quello umano. Un veterano come lui può solo far bene al gruppo e tutti i compagni conosciuti nel corso degli anni gli hanno lasciato qualcosa che si porterà dentro per sempre.
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